Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 3/3/2018 - 10/3/2018

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  1. Insoddisfazione
  2. Pilotaggio in controfase
  3. Cambio posizione elettroniche e lunghezza cavi di potenza
  4. Consiglio amplificatore
  5. Una confessione
  6. Consiglio per DAC USB sotto i 200 euro
  7. Restauro vecchi diffusori KLH
  8. 44 bit in fila per tre...
  9. Maledetto ambiente
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Insoddisfazione
Buongiorno Direttore,
mi rivolgo a Lei sperando di poter uscire del tunnel un po' paradossale nel quale sono entrato: avere due coppie di casse, ma nessuna delle due soddisfacente. Ero (e sono) possessore di una coppia di KEF Reference 105/3 (4 ohm puramente resistivi) da oltre 20 anni. Ero molto contento di queste casse ma, ad un certo punto, mi sono accorto che una cassa ha cominciato a suonare ad un volume avvertibilmente più basso dell'altra. Così, ora, ho la scena sonora leggermente sempre spostata verso il lato, destro o sinistro, in cui posiziono la cassa "buona". Ho interpellato un paio di riparatori ma nessuno ha saputo dare una spiegazione al problema né, tanto meno, ha saputo dirmi quale possa essere il componente della cassa su cui poter intervenire.
Le chiedo quindi se, dall'alto della sua esperienza, può ipotizzare quale possa essere il componente interno della cassa (i vari altoparlanti e le bordature sono a posto) che possano essere responsabili di questo suo "calo emissivo". Ad ogni modo, escludendo come soluzione quella di spostare il "balance", ho comprato quindi una coppia di Klipsch RF 7 II che mi piacciono abbastanza ma che, per i miei gusti, hanno una riproduzione delle voci troppo arretrata rispetto al resto della musica. Purtroppo, io avverto particolarmente questo aspetto in quanto sono abituato con le mie affezionate KEF (che ho tenuto) che hanno ben tre midrange da 16 cm. per cassa che riproducono le voci con una presenza ed un realismo veramente eccezionale.
Adesso, paradossalmente, mi trovo con delle KEF che mi piacciono molto ma che hanno la scena sonora sbilanciata da un lato e una coppia di Klipsch che non mi soddisfano appieno (nonostante ne abbia cambiato il posizionamento in ambiente varie volte).
Potrei anche comprare un'altra coppia di casse, ma non saprei veramente quale ed è proprio in questo chiedo un suo consiglio. Consideri che a me piace avere un fronte sonoro ampio, molta dinamica, e bassi presenti anche a medio basso volume. Il mio lettore cd è un Rotel 991 A.E. mentre l'amplificazione è costituita da pre e finale Citation Harman Kardon.
L'impianto è situato in una sala di circa 35 metri quadrati di forma rettangolare, con tendaggi e tappeti, con l'ideale triangolo d'ascolto rispettato. Ringraziandola anticipatamente se potrà rispondermi, Le invio molti cordiali saluti.
Stefano - E-mail: avv.saglia (at) libero.it

LC
Caro Stefano,
io credo che prima di acquistare un impianto HiFi un aspirante audiofilo debba preventivamente fare un po' di terapia per la sindrome da acquisto compulsivo. Riassumo per i non udenti: hai una coppia di diffusori che ti piacciono ma che hanno un problema tecnico. Bene, la soluzione sensata sarebbe quella di farli riparare. Stiamo parlando di due condensatori, due resistenze e quattro altoparlanti, non di uno Space Shuttle! Invece no, si corre subito a comprare qualcos'altro, pure anni luce di distanza come impostazione sonora. L'unica cosa che hanno in comune KEF e Klipsch è la pagina dell'Annuario dove appaiono, avendo la stessa lettera iniziale K. Ovvio che le Klipsch non ti soddisfino, se sei abituato al suono British, un po' vintage e compassato delle vecchie KEF 105. Fatto questo primo errore il passo successivo, logico, quale sarebbe? Vendere le Klipsch e provare a far riparare le KEF. Invece no, pensi ad acquistare una terza coppia di casse!!! Ma sono solo io che vedo qualcosa di molto distorto in tutto questo processo mentale? :-)
Mettiamola in termini automobilistici, così magari ci capiamo meglio. Possiedo un'auto un po' vecchiotta che mi soddisfa, una bella berlina, comoda, silenziosa e di classe. Negli anni il motore ha perso un po' di smalto e allora che faccio? Lo riparo? No. La vendo? Neppure. Compro una sportiva moderna, nella speranza che stia in strada come la vecchia berlina elegante. Non va, ovvio. E allora? Vendo tutto e cerco altro? No. Tengo anche la sportiva ma in più aggiungo una terza auto, magari di altra tipologia, un fuoristrada. Visto così, forse, il processo mentale è più evidentemente “sbagliato”. Per questo io sono sostanzialmente favorevole all'introduzione di un bollo sui componenti HiFi, come sulle auto: più ne possiedi e più paghi. Chissà che non si disincentivi questa folle corsa all'acquisto di piantagioni di diffusori, ad esempio. Formulerò questa proposta di legge al nuovo governo, tra le tante stupidaggini delle quali si occuperà ...una più una meno...
Sto divagando, perdonami. La soluzione è semplice: vendi le Klipsch e chiudi la carta di credito in posto sicuro, dai la chiave dello stipetto a tua moglie. O a un amico fidato, non audiofilo. Fatto? Bene, adesso ripariamo le KEF. Alcune verifiche sono facili e le puoi fare anche da solo. Smonta gli altoparlanti e scambiali di posto. Esempio: smonta il tweeter della cassa che suona “meno” e mettilo sull'altra cassa. Realisticamente sono quattro viti e due cavi da staccare (non dovrebbe esserci da saldare niente, solo fast-on attacca/stacca). Procedi in questo modo con gli altri driver e vediamo se e quando la “pigrizia” si sposta sul diffusore sano. In quel preciso istante avrai capito se il problema dipenda da qualche altoparlante ormai “cotto” oppure no. Se lo scambio dei driver non dovesse produrre effetto allora il colpevole sarebbe il crossover, probabilmente dopo 20 anni, qualche componente passivo è andato fuori specifiche. Sostituirlo è un lavoro che qualunque odontotecnico è in grado di fare, e puoi farlo anche tu, se sapessi tenere un saldatore in mano (è più semplice di quel che si pensi, ci sono degli ottimi tutorial che spiegano come si fa). Bene, a questo punto avrai speso un paio d'ore di tempo (non sprecate, si impara sempre qualcosa dal DIY) e qualche biglietto da 10 euro se fosse necessario sostituire un'induttanza, un condensatore o altro. La carta di credito può stare ancora sotto chiave. Ai riparatori che hai interpellato consiglia candidamente di cambiare mestiere. Dì pure che te l'ho detto io. Anzi, dimmi chi sono, che li mettiamo alla berlina. No, non la macchina di cui sopra. Un'altra.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Pilotaggio in controfase
Buongiorno Direttore! Sono l'audiofilo felice delle sue audiocassette. La sua
risposta mi ha fatto sorridere...e riflettere. Forse era ora di fare un piccolo upgrade al mio impianto, sostituendo quelle casse vintage che ho ascoltato per tanti anni (30!) a cui forse mi ero assuefatto. Ho trovato delle Diva 552 usate a ottimo prezzo e la differenza tra i supporti è subito apparsa evidente. Con mio grande imbarazzo devo dire! Purtroppo però il suono di quelle casse non mi piaceva molto, nonostante vari posizionamenti nella stanza seguendo le vostre linee guida non riusciva a trovare un suono dettagliato. Poco male, le ho rivendute subito allo stesso prezzo, miracoli dell'usato.
Mi sono capitate sotto mano delle Cambridge Aero 6 (fondo di magazzino di nuovo a buon prezzo) e queste mi hanno soddisfatto di più. Curiosamente pur avendo i woofer piu grandi hanno molto meno bassi, cosa che mi infastidiva negli Indiana Line. Vengo alla domanda, che è una curiosità tecnica. Sulle istruzioni per rodarle consiglia di metterle una di fronte all'altra a distanza di 10 cm, pilotandole IN CONTROFASE. Non avevo mai sentito di questa tecnica e non ne capisco il senso. Anche perchè poche righe prima si raccomandano di non invertire la polarità per non danneggiarle. Sa spiegarmi l'arcano?
Grazie ancora per avermi aperto nuovi orizzonti musicali, ora posso essere inserito tra gli audiofili felici a ragion veduta...
A presto,
Cristiano - E-mail: crismont43 (at) libero.it

LC
Caro Cristiano,
ti fa onore l'aver ammesso l'errore di valutazione. Come si possa pensare di confrontare dei supporti audio, moderni, utilizzando dei diffusori improbabili e poi pensare di essere gli unici al mondo ad aver visto la luce è un concetto che mi ha sempre affascinato. Ed è più frequente di ciò che si pensi. Forse è normale, uno basa le sue credenze sul proprio microcosmo, spesso chiuso all'universo circostante e poco importa se il resto dell'umanità (o della comunità ristretta, come in questo caso) la pensi in modo diametralmente opposto e che le stesse leggi della fisica suggeriscano diversamente. Mi ricorda un po' la questione vaccini, il principio è lo stesso. Comunque, va bene così, almeno ora hai capito e ascolti meglio di prima. Magari ti servirà da lezione per capire che prima di formulare un giudizio, specie se questo è controcorrente, meglio pensarci 100 volte ;-)
Liberiamo subito il campo da un grosso equivoco: far suonare le casse in controfase non le danneggia, semplicemente i coni si muoveranno in senso opposto e amen. Ci saranno meno bassi, in genere. Il motivo per il quale il rodaggio è consigliato in questa modalità è perché se tu fai suonare due altoparlanti uno di fronte all'altro, in controfase tra loro (cioè uno “giusto” e l'altro “sbagliato”) le due onde sonore si cancellano a vicenda - in gran parte - e si dà meno fastidio al vicinato, potendo effettuare questa prova a volumi molto alti per lunghi periodi (utile per affrettare il rodaggio).
Se non ha problemi col vicinato fregatene di ciò che dice il Costruttore, metti la musica che ti piace, alza il volume fino alla tacca dove c'è scritto “come se non ci fosse un domani” (non c'è? Sul mio ampli sì) e finisci il rodaggio presto.
Ora levo da YouTube questa compilation anni '80 che mi ha veramente stufato :-)
Buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Cambio posizione elettroniche e lunghezza cavi di potenza
Egr. Direttore,
rinnovandoLe i complimenti ed i ringraziamenti per la sempre altissima qualità della rivista TNT Audio, Le scrivo nuovamente per un consiglio sull'ambiente di ascolto. Possiedo un impianto composto da diffusori ProAc Response D20 ribbon, ampli Nait XS2 e lettore Naim CD5XS (cavi di potenza Naim Nac A5); ascolto prevalentemente musica classica e opera. L'attuale disposizione dell'impianto con le relative distanze è indicata nell'immagine allegata, con il mobile portaelettroniche e il televisore in mezzo alle due casse. La stanza è di circa 30mq, abbastanza assorbente per la presenza di stoffa alle pareti, tappeto fra le casse e il punto di ascolto e arredi vari come poltrone, divani e tendaggi.
Dovendo effettuare dei lavori di ristrutturazione, mi si presenta la possibilità di creare delle canaline per far passare i cavi di potenza nei muri, quindi di spostare il mobile portaelettroniche dalla posizione attuale a quella accanto al punto di ascolto, marcata con il numero 2 nel disegno. In mezzo alle casse resterebbe solo il televisore, che comunque potrei arretrare ulteriormente.
Nella nuova posizione i cavi di potenza passerebbero dagli attuali 2,5 metri di lunghezza a 8 metri ciascuno. E' vero che Naim stessa afferma che la lunghezza ideale è fra 3,5 e 10 metri, tuttavia mi domando se 8 metri non sia una distanza già un po' "eccessiva" per il segnale.
Le chiedo, quindi, se il vantaggio di posizionare le elettroniche accanto al divano sarebbe vanificato dal notevole aumento della lunghezza dei cavi di potenza.
RingraziandoLa per la competenza e la disponibilità, Le porgo
Cordiali Saluti
Stefano - E-mail: stefanoconte78 (at) gmail.com

[Sala d'ascolto]

LC
Caro Stefano,
a mio parere eliminare qualunque ingombro nella zona diffusori è SEMPRE una mossa benefica, pertanto ti consiglio senz'altro questo spostamento. Certo, resta il televisore ma almeno avrai eliminato le elettroniche. Non solo, ma in questo modo avresti ampli e CD a portata di mano a fianco al punto d'ascolto, una comodità che fintanto che non la si prova non si riesce ad apprezzare. Come il tavolino da the e il deambulatore.
Veniamo al problema cavi: in generale, a meno di non utilizzare cavi ad alta capacità, non è un problema passare da 2,5 metri a 8 metri o più. Le grandezze elettriche in gioco sono trascurabili. Nel caso delle elettroniche Naim e dei loro relativi cavi poi, l'impianto potrebbe persino suonare meglio! Nella maggior parte dei casi non si avverte alcuna differenza.
L'unica mia perplessità riguarda il passaggio dei cavi sotto traccia: accertati che i cavi di potenza non passino vicini ad altri cavi elettrici o che addirittura ne condividano il corrugato. Dovrà essere una canalizzazione esclusiva e lontana da altre, mi raccomando! Già che ci sei, falla realizzare di dimensioni sovrabbondanti: i cavi NACA sono molto poco flessibili e potrebbero aver bisogno di spazio per curvare bene. In più, in questo modo, avresti ancora spazio a disposizione qualora un giorno cambiassi tutto e dovessi optare per un bi-tri-wiring/amping o per cavi di dimensioni e ingombri più importanti. Già che stai forando il muro....esagera! Il costo è uguale.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consiglio amplificatore
Buongiorno Direttore,
Le scrivo per avere un consiglio sull'acquisto di un amplificatore per le mie Klipsch RF 82 MKII. Dopo numerosi ascolti con vari amplificatori (Nad, Rotel, Pioneer, Marantz, Denon) avevo scelto di acquistare il Cambridge CXA80. Un amico mi ha consigliato il Vs. sito e mi ha fatto notare la recensione sugli amplificatori Atoll. Secondo Lei come sinergia e suono complessivo sarebbe meglio questo rispetto al Cambridge (pensavo a un Atoll IN100SE)? Poi mi ha messo altre pulci all'orecchio (Naim, Rega), da ricercare però nell'usato, ma penso che l'impostazione non sia la stessa del Cambridge a dell'Atoll, Naim e Rega sono più caldi e raffinati, o mi sbaglio?
Tutte queste domande perchè non ho la possibilità di ascoltarli, ma un suo consiglio sarebbe fondamentale. La stanza di ascolto è di circa 35 mq, la sorgente è per ora un Marantz CD6006, per i cavi pensavo a Monster Cable, la musica ascoltata è pop, classica, gospel, rock e heavy metal; budget massimo 1000 euro.
RingraziandoLa e confidando in una Sua esauriente risposta, porgo Cordiali saluti.
Max - E-mail: mmvonz (at) libero.it

LC
Caro Max,
non metterei mai un'amplificazione Atoll con dei diffusori Klipsch serie RF se non fossi sicuro di due aspetti fondamentali: stanza dall'acustica assolutamente corretta e anzi, possibilmente, assorbente, e gusti musicali del destinatario, orientati verso suoni molto dettagliati, aperti e vivaci in gamma medio-alta. In mancanza di queste due certezze eviterei di mettere amplificazioni tipo Atoll, Rotel e forse anche Cambridge con delle Klipsch RF. Meglio, molto meglio NAD e, salendo di gerarchia, Naim o Rega. Cerca pure un Nait recente, usato, o un Rega Brio o superiore. Tieni conto che per un Brio R bastano 880/900€, potresti anche orientarti su un amplificatore nuovo. La potenza non è, ovviamente, un problema, neppure nella tua stanza di 35 mq, vista l'altissima sensibilità delle Klipsch. A mio parere uno qualunque di questi amplificatori sarà un partner perfetto per le tue casse, trasparente e raffinato ma mai stancante, ambiente permettendo, naturalmente. Il passo successivo dovrebbe essere quello di sostituire il lettore CD Marantz 6006 con qualcosa sempre di Rega e Naim, sia per realizzare un'accoppiata monomarca sia per fare un passo avanti significativo.
Per i cavi non ho niente da consigliarti, eventualmente fatti suggerire qualcosa dal negoziante dove acquisterai l'amplificatore, possibilmente dopo qualche prova a confronto. Se non senti differenze non spendere un centesimo in più, nonostante quello che può dirti il negoziante.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Una confessione
Egregio Direttore,
Innanzitutto inizio facendo a te e a tutta la redazione i miei complimenti per tutto il lavoro, la pazienza e la sconfinata sapienza che mettete a disposizione di noi tutti da tanti anni. La mia lettera sarà un po' atipica e mi vergogno anche parecchio a esporti i fatti così come si sono svolti. Il tutto risale a circa un paio di anni fa...
All'epoca avevo appena acquistato un giradischi Garrard lab 80 e per l'occasione mi ero regalato anche una testina Audio Technica ml440 b. La combinazione suonava per me in maniera soddisfacente ed equilibrata. Il suono era corposo e dettagliato e in generale ero assolutamente soddisfatto dell'accoppiata.... Ma... C'è un grosso ma...
A giradischi spento non riuscivo a sopportare l'idea che sotto lo shell ci fosse quella testina!!! Credo di poter dire che a giradischi spento provassi una profonda antipatia e avversione nei confronti dell'audio technica. Inutile dire che ho lottato a lungo contro questo sentimento ma alla fine, sconfitto, ho ceduto e l'ho venduta. Nel frattempo ho provato con lo stesso giradischi una Grado Gold, molto godibile e musicale e un paio di Shure vintage.... Ma.... Ma non ho più trovato le prestazioni e l'equilibrio che mi era piaciuto così tanto con l'audio technica..... In sostanza mi ritrovo a distanza di un paio d'anni a rimpiangerla amaramente.
Sto valutando l'idea di ricomprarmela...il mio cervello mi dice fallo. Il mio cuore me lo vieta. A chi dare ascolto?
Ovviamente non mi aspetto da te risposta alcuna. La mia confessione vuole semplicemente essere una ammissione di colpa. L'ammissione di avere un problema.....Un po' come si fa nei gruppi di alcolisti anonimi...
Mi presento sono Lello e ho umanizzato un piccolo componente audio.
Che dire mi sento già meglio...
Un abbraccio,
Raffaele - E-mail: raffaelefanelli (at) gmail.com

LC
[Audio technica ML440]
Caro Lello,
benvenuto tra noi ;-)
Posso provare a fare uno sforzo e capire un certo attaccamento affettivo verso un componente di un certo rilievo, tipo un amplificatore o un paio di diffusori: anche visivamente sono sempre là sotto gli occhi e devono piacere, anche da spenti. Ma, dico io, un accidenti di testina? Che male ti potrà aver fatto la povera AudioTechnica AT440ML che, secondo me, è pure carina da vedere? E, poi, dico, quante volte ti capita di guardare una cosa così piccola e insignificante? Si tratta pure di un'ottima testina, musicalmente molto valida, come hai avuto modo di renderti conto, a malincuore.
Forse il tuo disprezzo non deriva tanto da una questione estetica (non ci voglio credere) ma forse da un tuo malfondato pregiudizio sul marchio. In questo caso puoi stare tranquillo, non solo Audio Technica è un costruttore di prim'ordine con il suo stesso marchio ma ha fornito e fornisce la “base” per marchi che forse tu ritieni più attraenti e blasonati. Tante testine sul mercato non sono altro che delle AT ricarrozzate.
Inoltre: ascolti con le orecchie o con gli occhi? Ricomprati questa benedetta Audio Technica e concentrati più sulla musica e meno sul contorno.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Consiglio per DAC USB sotto i 200 euro
Buongiorno direttore,
innazitutto ringrazio lei e tutto lo staff per la bella rubrica e gli appassionati consigli che con costanza date ai vostri lettori. Da non molto sto ascoltando musica mediante i servizi di streaming internet, tipo Spotify, Tidal o Deezer che permettono di avere una libreria musicale pressoché infinita a portata di mano. Come sicuramente saprete, alcuni di questi servizi, a pagamento, promettono streaming lossless di alta qualità (paragonabile ai CD) ed in particolare uno su tutti ha introdotto anche lo standard MQA (Master Quality Authenticated) che si dice essere di qualità migliore ancora del CD. Non volendo spendere più di 200 euro, cercavo un DAC collegabile al PC o allo smartphone per migliorare la mia attuale sorgente, che per ora trattasi proprio dell'uscita cuffie dello smartphone. Nella vostra rubrica vedo che parlate bene del Cambridge Audio DacMagic 100, anche se a volte viene definito un po' "ruvido" alle alte frequenze. Non ho però trovato alcuna informazione se questi fosse o meno compatibile con lo standard MQA.
Ho visto inoltre che si parla bene del Audioquest Dragonfly Red, che sembra anche compatibile con MQA. Siccome il mondo dei DAC è in continua evoluzione, volevo chiedere se secondo voi questi due modelli sono ancora validi nella fascia di prezzo proposta, oppure se vi sono alternative migliori (magari anche compatibili con MQA).
Ringraziandovi per la disponibilità porgo cordiali saluti
Manuel - E-mail: zenato (at) alice.it

LC
Caro Manuel,
come mai ti sei fissato con il formato MQA? È né più né meno che un altro formato compresso di tipo lossy (con perdita, cioè) e non capisco perché occuparsene, visto che esistono tanti ottimi formati compressi senza perdita (flac, alac etc.). Tra l'altro a me, e non solo a me, questa operazione MQA non convince del tutto. Leggiti ad esempio l'autorevole opinione della Linn su questo ennesimo nuovo formato. Pertanto, non limiterei la scelta del DAC (o del player) ai soli modelli compatibili con MQA, francamente. Accertati anche che il tuo smartphone sia in grado di gestire i file MQA perché non è affatto scontato. Comunque sì, il DAC Audioquest è compatibile con MQA ma il Cambridge Audio ancora no, per quanto mi risulta. Può darsi verrà rilasciato un qualche aggiornamento firmware che ne consenta la compatibilità futura, non so. In alternativa andrebbe benissimo un Meridian Explorer V2, anche se è un po' sopra il tuo budget massimo.
Il mio consiglio spassionato, però, è quello di prendere un DAC che suoni bene e costi poco e lasciare la questione MQA a chi abbia voglia di fare accademia. Le differenze tra formati digitali e tra sorgenti digitali sono IL NULLA rispetto a ciò che avviene a valle. Se ora ascolti dall'uscita cuffia di un telefono mi chiedo perché ti preoccupi del formato da utilizzare...
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Restauro vecchi diffusori KLH
Buongiorno direttore. Mi chiamo Mattia ed è la prima volta che le scrivo. Sono un neofita del settore e posseggo un impianto così composto:

L'assemblaggio dell'impianto è casuale, ovvero le KLH mi sono state regalate, il NAD lo avevo ascoltato in passato e lo ho acquistato per circa 100 euro, mentre il giradischi, che è l'ultimo arrivato, l'ho preso per via di un budget risicato e per la semplicità di messa in funzione del prodotto. Il tutto suona in una stanza di circa 19 mq e come genere ascolto un po' di tutto, dal jazz al metal estremo passando per Funk, reggae ed elettronica. Per il posizionamento ho fatto un po' di prove e diciamo che sono abbastanza soddisfatto.
Veniamo alle domande. La prima riguarda le KLH 363, le trovo gradevoli a basso volume (tipo ore 9), si sentono bene le voci e il reggae ad esempio... Hanno forse poco dettaglio ma credo sia dovuto anche all'amplificatore, il problema è che se alzo un po' si satura l'ambiente, quindi mi chiedevo se non fossero troppo grosse per il mio ambiente e poi mi chiedevo se fosse il caso di restaurarle inteso crossover e affini. Cioè, con un restauro recupererei un po' di dettaglio? Ne varrebbe la pena oppure vista l'economicità dell'impianto non vale la pena spenderci dei soldi? Ovvero visto che ad oggi non posso cambiare diffusori vale la pena di restaurare oppure aspetto di avere un budget per cambiarle?
Forse sono stato un po' confuso e non troppo sintetico ma spero di essermi spiegato.
La ringrazio in anticipo
Cordiali Saluti
Mattia - E-mail: xtreme666 (at) libero.it

LC
Caro Mattia,
molto del disturbo che descrivi potrebbe essere causato da un'acustica ambientale non ottima. In genere è così: a basso volume tutto OK, poi via via che il livello sale aumenta la quantità delle risonanze che vanno a sommarsi all'emissione principale, generando confusione un po' su tutto lo spettro audio, in particolare in gamma bassa. C'è da dire anche un'altra cosa: tieni conto che una delle più grandi differenze tra un diffusore molto datato e uno moderno è proprio nella capacità di suonare forte: piccoli diffusori moderni, grazie ai nuovi materiali, riescono a produrre pressioni sonore molto alte con bassi tassi di distorsione. Non così gli altoparlanti del passato, che arrivavano “alla frutta” molto prima. Relazionerò su questo aspetto a breve su TNT-Audio.
Ciò premesso, puoi fare tre cose:

Spero di esserti stato utile e tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

44 bit in fila per tre...
Gentile direttore,
oggi ho acquistato il secondo vinile di De André: "Tutti morimmo a stento", ennesima collana credo, che la De Agostini pubblica in vinile dopo quella sui Beatles e sul Blues. Quella dei Beatles mi è piaciuta, quella di De André è partita male. Il primo vinile manifestava un fastidioso rumore di fondo in tutte le canzoni, ho contattato De Agostini che, a quanto pare, è a conoscenza del problema e lo risolverà con il cambio della copia. La domanda che volevo farle però è la seguente: i dischi sono masterizzati a 44 bit quali vantaggi di ascolto avrei rispetto al CD? Le chiedo questo perché non ho sentito particolari differenze tra i due supporti e questo sinceramente mi sa di grossa fregatura. Per ascoltarlo originale, etichetta Bluebell (196...) in buono stato dovrei sganciare dalle 50 euro in su, non mi sembra il caso.
Mi dia un suo parere.
Cordialmente,
Rocco - E-mail: 59c.rocco (at) gmail.com

LC
Caro Rocco,
sei seduto? Siediti.
Premetto che sarebbe anche ora - mio parere strettamente personale - che gli audiofili archiviassero De André una volta per tutte perché davvero non se ne può più, sta diventando persino peggio dei Pink Floyd. Non perché non lo meriti, ma il troppo storpia. Tra l'altro lui è sempre stato un artista abbastanza schivo e riservato. Ma veramente non esiste altra musica decente al di fuori di questi due artisti? De André e Pink Floyd, la musica si è fermata ad allora? Ah no, qualche volta anche Yes e Genesis. Basta, mio Dio, non se ne può più. Voltiamo pagina, andiamo avanti, esiste un universo tutto da scoprire e noi siamo ancora là a consumare quei quattro dischi in croce, sempre gli stessi, ormai li avrete imparati nota per nota, frequenza per frequenza, distorsione per distorsione, tic dopo tic, toc dopo toc, cosa altro mai ci sarà da scoprire, da approfondire?
Perdona lo sfogo, ma mi sta venendo una crisi di rigetto a sentire sempre e soltanto questi nomi sulle bocche degli audiofili e nelle salette delle mostre. Ho voglia io, ogni santa settimana che Dio manda in terra, a proporre a scopo didattico-divulgativo musica nuova, musica insolita, sconosciuta ai più, niente, sempre su De André e Pink Floyd si va a finire. E che palle. Si può dire che palle sul web? Qui sì.
Ciò premesso (e non ce l'ho con te, hai solo fornito l'ennesimo spunto) non so molto delle ristampe De Agostini di De André ma non sono particolarmente sorpreso che talvolta queste operazioni “nostalgia” (le chiamo così per amor di patria) diano dei risultati inferiori alle aspettative. Ne abbiamo già parlato nell'
editoriale di febbraio, che deve esserti sfuggito. Tuttavia, la De Agostini, meno di un mese fa, ha riconosciuto il problema e si è data disponibile a sostituire le copie difettose. Tanto di cappello.
Ora però, se qualcuno della De Agostini fosse anche così cortese da spiegarci in cosa mai consista una rimasterizzazione a 44 bit sarei ben felice di impararlo, sono un tipo curioso. Infatti, i master originali di quei dischi sono analogici: ora, se ho il master analogico originale niente può essere migliore di questo, quindi mi precipito a utilizzarlo per stampare in vinile migliore i vecchi LP di allora, certo di preservarne intatta l'integrità musicale. Non esistono - a quanto ne so - rimasterizzazioni a 44 bit (è tanta roba, eh). Da quel mi è dato capire, sembrerebbe che i master analogici originali siano stati trasformati in digitale ad alta definizione (24 bit / 192 kHz, non 44!), rimaneggiati per “migliorarli” (ma non si può aggiungere informazione, anche se usi un contenitore 1000 volte più grande) e poi riconvertiti in analogico e infine stampati su vinile 180 grammi. Perché allora parlare di 44 bit? Perché fa più figo? Perché più sono i bit e meglio suona? E allora perché fermarsi a 44? Già che ci siamo esageriamo ancora! 144! 244! Qualcuno offre di più? :-O
Mi auguro che si tratti di un mero errore di qualche genio del marketing. Tra l'altro, se uno fosse interessato al vero suono “analogico” originale di quei dischi (e chi acquista il vinile QUESTO desidera) dovrebbe semplicemente rabbrividire all'idea di una rimasterizzazione digitale. Insondabili abissi delle strategie di marketing. Oh, però, se riescono a vendere hanno ragione loro, eh! Sarebbe come se l'Alfa Romeo ricostruisse una replica fedele della vecchia GT Junior mettendoci dentro, però, un motore elettrico. Sai che successo! :-)
Mi chiedi del confronto col CD. E qui casca l'asino. Quale CD? Quale versione? Quali master sono stati usati per produrre quei CD? Il master originale analogico come è stato convertito in digitale? Con quale risoluzione? È stata effettuata post-produzione? Riequalizzazione? Espansione della dinamica? Compressione del rumore? Bondage? Fisting? Cosa?
In ogni caso, ammettendo che si sia campionato l'analogico a 24/192 poi sempre nell'imbuto 16/44 del CD si va a finire e tutta l'eventuale informazione in più è persa.
A questo punto vorrei porti e porre a tutti gli audiofili affamati di ristampe una domanda: ma non l'avete ancora capito che la musica è un business? Che si specula sulle vostre ossessioni adolescenziali per farvi comprare n-mila volte lo stesso prodotto e sempre a prezzi più alti? Ma in quante altre salse volete sentire ancora i vostri 10 dischi 10 che usavate per infrattarvi con le prime fidanzatine? Non vi sentite un po' presi per il...naso? È semplicemente imbarazzante.
Che poi, potrei capire se si trattasse di recuperare e reincidere al meglio possibile lo Sheffield Track o lo Sheffield Drum Record, analogici del 1982 e del 1980, rispettivamente, che fanno barba e capelli a quasi tutte le incisioni audiophile ad alta risoluzione dei giorni nostri! Non a caso definiti come "ABSOLUTELY THE BEST SOUNDING ROCK AND ROLL RECORD EVER MADE" da The Absolute Sound, ovvero la migliore incisione di musica rock mai effettuata al mondo. Lì c'era sostanza sopraffina, forse scarso contenuto musicale ma qualità d'incisione inarrivabile, siderale, capace ancora oggi di mandare in crisi amplificatori e diffusori da decine di migliaia di euro. Lì avrebbe senso. Lì. Ma qui, ragazzi (vabbè), stiamo davvero parlando di incisioni di case discografiche italiane degli anni '60 e '70, che suonavano sì e no come una radiolina scassata? Cosa volete spremere ancora? Il sangue dalle rape?
Perdona lo sfogo...
Lucio Cadeddu

Maledetto ambiente
Gent.le Direttore,
ho un "discreto" problema per ciò che riguarda l'ambiente di ascolto, avendo dovuto spostare (ahimè) il mio impianto da un “garage” a una camera da letto minuscola e disgraziata (a forma di “L” con una lunghezza di 3m e 3m e di larghezza 2,5m su entrambi i segmenti). La fortuna (forse?) è di aver dentro una libreria, una cassettiera e 2 armadi che migliorano l'acustica, riempiendo l'ambiente. Ho cambiato le Chario Syntar 200 che avevo con i diffusori Q Acoustics 3020 e devo decidere tra 2 ampli integrati: un Pioneer a-400 e un Rotel ra 840b: tra i due, dato l'ambiente e i diffusori utilizzati, quali si sentirebbe di consigliarmi? Il poco spazio che ho a disposizione in larghezza, data la presenza anche di un letto singolo, si riduce ad appena 1,2 m dove poter disporre i diffusori, attualmente su di un orribile mobile a rotelle con vetro fumé. Secondo lei costruire dei supporti, togliendo quel “catafalco” che misura un metro di larghezza, potrebbe migliorare anche di poco la situazione o sono destinato ad ascoltare la musica in cuffia per non alterare l'umore, già precario, dei vicini?
Vorrei, per quanto arduo e me ne rendo conto, un suo consiglio o delle semplici accortezze per una disposizione decente in un ambiente “maledetto”. Non so dove sbattere la testa, il muro è occupato (!!!).
Intanto la ringrazio per la disponibilità e per il sito, insieme a tutti quelli che contribuiscono a renderlo sempre di grande utilità.
Le auguro una buona giornata,
Gabriele - E-mail: politi.gabriele7 (at) gmail.com

LC
Caro Gabriele,
intanto la prima cosa da fare è realizzare due supporti adeguati e disporre i diffusori su questi, eliminando il catafalco. Già questo sarà un passo avanti non di poco conto. Lo spazio di 1,2 metri in larghezza, a disposizione dei diffusori, è pochissimo, ma questo abbiamo e con questo occorre fare i conti. Per quanto riguarda l'amplificatore a mio parere tra i due stravince il Rotel RA840B, che era di altra classe rispetto al pur ottimo Pioneer A400. Questo, naturalmente, in un mondo ideale. Vero Gabriele? E già, perché spero ti renda conto che disquisire di differenze timbriche di amplificatori quando il resto della situazione è così compromesso sarebbe come come far decidere a un non vedente la qualità di due schermi 4K. E chiedo scusa per il politically uncorrect, ma, come dico sempre, TNT-Audio non è la Famiglia Cristiana dell'HiFi ;-)
Quindi: sistema al meglio che puoi i diffusori, prendi pure il Rotel ma non perdere di vista le giuste proporzioni di tutto il contorno. Possiamo fare accademia finché vogliamo ma, alla fine, la realtà quella è e non possiamo cambiarla.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Carissimo Direttore,
faccio seguito alla mia precedente,
vol n. 821 per il mio centesimo di feedback, per quel poco che può valere, oltre che per ringraziarla della risposta.
Nonostante il suo riserbo, complice la mia curiosità nel voler ascoltare alcune delle prestazioni di diffusori da n.mila euro, ad un prezzo di 299 euro, e il suo possibilismo legato alla percezione personale delle cuffie, alla fine, dopo lunga riflessione, qualche prova di altre cuffie, nella fascia di prezzo 100 – 150 euro ed aver letto molte recensioni e pareri di utenti, ho preso le cuffie Sennheiser HD 650 nuove, amplificandole poi con l'uscita cuffie del nad C352, che si è dimostrata all'altezza come da lei indicato.
Le Hd 650 offrono un ascolto molto preciso e piacevole, con un po' più di dettaglio, nel bene e nel male, dei miei Dynaudio DM 2/7, con una nota leggermente più calda ed un basso profondo più presente, almeno 3-6 dB in più, ed anche più definito ed intelligibile (può sembrare un paradosso dire più dettaglio, ovvero più particolari ascoltabili, e più caldo, ovvero maggiore quantità di bassi e medio bassi allo stesso tempo ma assicuro che è proprio così; gli alti, al pari delle DM 2/7, non risultano mai taglienti).
Ho avuto modo di ascoltare recentemente la grancassa dal vivo e devo dire che con le hd 650, al contrario delle 2/7, ho risentito lo stesso “tonf” sentito dal vivo, ma tutti gli strumenti in genere paiono più veri, non so come descrivere questa sensazione.
Il confronto con i miei diffusori tuttavia non dà la marcata sensazione di una grande diversità di ascolto, tanto da rendermi ancora più felice del mio sistema e del mio ambiente ed avermi tolto definitivamente qualsiasi pensiero, peraltro già molto remoto, di avere un giorno componenti da nmila euro. In genere ho trovato che sul rock ed il pop, ciò che si guadagna nell'ascolto con le HD 650 sia minore di ciò che si perde, rispetto al mio sistema con i diffusori, mentre trovo che nell'ascolto della musica classica, ed in minor misura in parte di quella strumentale, del jazz e delle voci, in particolare le femminili, i vantaggi dell'ascolto in cuffia siano maggiori degli svantaggi.
Con la classica, in particolare, escono fuori le qualità soniche delle HD 650; oltre al basso profondo, come sopra detto, sopratutto è la grande dinamica che si evidenzia: la differenza tra i pianissimo ed i fortissimo della musica orchestrale è veramente elevato con le HD 650 e da me mai ascoltato prima in tal misura, inoltre, nonostante con le cuffie la musica sembri provenire sostanzialmente da molto vicino alla testa e non si ha neanche minimamente la ricostruzione scenica di buoni diffusori ben messi in ambiente, prevale la sensazione, personale, di essere dentro la musica, di essere un tutt'uno con essa, potendo ben percepire il suono di ogni singolo strumento, l'ascolto si fa sempre più diretto e coinvolgente man mano che il brano avanza; aggiungerei anche che, mentre la nota calda delle HD 650 con diversi generi musicali appare spesso appena esagerata, almeno al mio orecchio, con la classica invece è la nota di calore perfetta a rendere gli strumenti orchestrali.
Approfitto di questa mia lunga nota, saltando di palo in frasca e pensando di fare cosa gradita, per segnalare un diffusore attivo che può essere preso in considerazione, a mio parere, in alternativa ai M-Audio BX8, da lei più volte, ed a ragione, consigliati; si tratta dei monitor da studio JBL LSR308 che appena 3 anni fa erano sul mercato a 540 euro circa la coppia, che avevo ascoltato con piacere ma che non avevo preso a favore dei ben più economici Bx8 (presi ex demo per 199 euro) stante le mie grosse riserve sulla acustica dei miei ambienti, ignaro di quanto si potesse migliorarla.
I JBL suddetti ora si trovano a 350 euro a fronte dei circa 280 euro dei Bx8 (prezzo normale di alcuni negozi on line) e li ho presi al volo per sostituire i BX8 che ho rivenduto. Non so se siano i trasduttori migliori o un progetto migliore, senz'altro non il cabinet che appare leggerino e vibrante ad alti volumi; oppure siano le magie della amplificazione in classe D, di cui sono dotati i JBL e il cui suono non avevo mai avuto occasione di sentire prima; di fatto, a mio parere, il miglioramento nell'ascolto, rispetto ai Bx8, è ben percepibile: suono più dettagliato, scena più grande e lievemente più focalizzata, bassi forse meno presenti ma molto più definiti ed intelligibili, specie nelle note più basse, mai slabbrati e confusi; alti chiari e netti, mai fastidiosi, questo più o meno come i Bx8, e gamma media finalmente all'altezza senza essere per nulla sparata o invadente, suono complessivamente un po' più trasparente.
Ho avuto modo di provare, anche approfonditamente, altri monitor da studio con cono da 8 pollici, della fascia di prezzo dai 450 ai 550 euro (Presonus, Yamaha, KRK, Mackie) e, a mio parere, i JBL sopra detti sono tra quelli che offrono il suono migliore da ascoltare, incredibilmente ad un prezzo ora, spesso, molto inferiore agli altri.
Ringraziandola per tutto quello che ha fatto e che fa costantemente per chi ama ascoltare musica, le auguro di cuore un 2018 pieno di soddisfazioni, gioie e...ascolti sempre più soddisfacenti!
Gian Luca - E-mail: gianlucavinti (at) virgilio.it

LC
Caro Gian Luca,
sono felice di saperti così soddisfatto dell'ascolto in cuffia e ti ringrazio per la dritta sui diffusori attivi JBL che citi, che ammetto di non conoscere. Sarebbe interessante averli in prova, se da qualche parte il distributore italiano avesse orecchie per intendere...
Amiamo i diffusori attivi “pro” perché pensiamo risolvano tanti problemi (abbinamento ampli/casse) e offrano tanta qualità a un costo molto contenuto. Cercheremo, nei limiti della (poca) disponibilità di chi questi prodotti costruisce o distribuisce, di parlarne sempre qui su TNT-Audio.

Suggerimento musicale della settimana

Come rendere obsoleta la legge Fornero in un lampo! È appena uscito il nuovo album dei Saxon (il 22esimo in studio!), band inglese di hard rock che calca i palchi sin dal lontano 1976 (!!!). Questo è il nuovo singolo “Thunderbolt”, come dire il tempo si è fermato a Wheels of steel (ricordo che acquistai il 45"!). Bravi e coraggiosi, a me fanno persino un po' di tenerezza.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!

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