Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 6/10/2018 - 13/10/2018

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  1. Aggiornamento impianto - update
  2. Nuovo giradischi con 1000€
  3. Ed Saunders stilo per Shure V15III
  4. La decadenza del compact disc
  5. Uscita digitale e suggerimento musicale
  6. Abbinamenti e dubbi sui Cambridge
  7. L'evoluzione della specie audiofila
  8. Linn/Naim
  9. Nuovo impianto HiFi
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Aggiornamento impianto - update
Direttore,
avendo notato la chiusura estiva - e avendo fatto un po' di “due diligence” - mi permetto di scrivere nuovamente per definire meglio le mie domande. Possiedo un impiantino formato da:

Un po' per necessità, un po' per opportunità mi trovo a traslocare e a pensare a un upgrade dell'impianto. Considerando un tetto di spesa di 1000€, pensavo di aggiornare l'epico ma datato NAD e l'onesto Teac. Anche per questioni di spazio, avevo pensato alle proposte di Pro-Ject MaiA (cd player e ampli) dopo aver letto la recensione su TNT-Audio. Sono stato in un negozio qui a Monaco di Baviera, dove il proprietario mi ha un po' sconsigliato l'ampli Pro-ject Maia - e in generale i classe D - per pilotare le mie Duevel Planets. Io davo per scontato che un ampli in classe D odierno fosse un upgrade sul vecchio "ammazzagiganti", secondo il negoziante potrebbe non essere così. L'unica proposta fatta in negozio è lo YamahaN803D, che da un lato sarebbe interessante per l'integrazione di ingressi digitali e analogici, oltre a includere lo streaming in vari formati (che mi verrebbe incontro al momento della digitalizzazione dei miei ~500 CD). Il negoziante propone comunque prove di ascolto a casa mia.
Riformulo quindi le domande della email precedente, considerando i seguenti parametri
  1. Come dividerebbe il budget per l'upgrade?
  2. Esistono ampli compatti (classe D o altro) che possano pilotare le Duevel? Io oltre ai Pro-ject avevo visto il Rega Brio, NAD. Ha qualche consiglio più specifico?
  3. Può avere senso un receiver moderno come il Yamaha suggerito in negozio, o un Pro-ject Stream Box DSA (trovato a 650) - in modo da "forzarmi" in direzione liquida e tralasciare l'aggiornamento del lettore CD - o propenderebbe per due elementi separati (ampli e streamer a parte)?
Un caro saluto, e un buon rientro dalle vacanze!
Francesco - E-mail: francesco.cuzzola (at) gmail.com

LC
Caro Francesco,
visto che il negoziante ti propone prove dirette in casa, procedi pure in questa direzione. Il mio parere è che gli amplificatori che ti ho consigliato (Classe D o tradizionali che fossero) siano globalmente dei migliori partner per le tue Duevel Planets, per questo motivo dovresti avere la possibilità di fare prove a confronto. Realisticamente, quel sintoampli Yamaha era l'unico apparecchio a disposizione in quel negozio, nella fascia di prezzo per te interessante. Che altro poteva fare il negoziante? Consigliarti prodotti che non aveva a disposizione? Io credo che a Monaco tu possa avere più che l'imbarazzo della scelta, stiamo parlando della città dove ha luogo una delle più importanti mostre di HiFi al mondo. Cerca ancora, visita più negozi e...ascolta solo le tue orecchie.
Una soluzione “unica” potrebbe essere rappresentata da un all-in-one come un Cocktail Audio. Ad esempio il modello
X30 che abbiamo recensito farebbe esattamente al tuo caso: rimpiazzerebbe ottimamente il lettore CD e l'amplificatore (50 buoni watt per canale) e, in totale autonomia, ti aiuterebbe a rippare tutta la collezione di CD, più tante altre cose. Si trova facilmente sotto i 1000€. Sono sicuro che non ti sarà difficile trovarlo e poterlo provare con le tue Planets, magari a confronto con altre soluzioni più tradizionali.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Nuovo giradischi
Buongiorno Direttore, grazie per avermi sempre risposto in maniera precisa. Questa volta il quesito riguarda il cambio del giradischi. Attualmente posseggo un Project Debut con testina Ortofon 2M Red, collegato all'amplificatore Rotel 1572 e diffusori Indiana Line Diva 660. Ascolto soprattutto musica rock e soul in una stanza di 12 mq circa arredata con librerie tende e quadri. Vorrei un suo consiglio per cambiare il giradischi con un budget di circa 1000 euro con una buona testina da montare. È preferibile rimanere in ambito Project o cambiare il marchio?
Grazie per la gentilezza.
cordiali saluti,
Francesco - E-mail: frcarlino (at) tin.it

LC
Caro Francesco,
ti suggerisco di rivolgere la tua attenzione verso soluzioni “bundle” che siano delle certezze, in termini di abbinamento e compatibilità tra i componenti (base + braccio + testina) potendo anche contare su un comodo e sicuro pre-montaggio. Penso ad esempio al Pro-Ject RPM5 Carbon con premontata una Ortofon Quintet Red, intorno ai 1000€. In alternativa, sempre di casa ProJect, il The Classic SB Superpack, stessa testina, un giradischi dall'aspetto molto più “classico”. In casa Rega, invece, per quella cifra, puoi acquistare il classico Rega Planar 2 o 3, cui abbinare una testina Rega fino ad esaurimento del tuo budget. Anche in questo modo avresti un sistema “all in one” ben ottimizzato. Un'alternativa nuova potrebbe essere l'italiano GoldNote Valore 425 + braccio B5, cui abbinare una buona testina, ad esempio la
GoldNote Vasari Red che abbiamo recensito. Di Gold Note al momento abbiamo recensito un giradischi di gamma più alta (con lo stesso braccio B5...) ma anche il modello più piccolo promette bene.
In futuro, per fare un passo avanti significativo, dovrai mettere nel mirino l'acquisto di un buon pre fono.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ed Saunders stilo per Shure V15III
Gentile direttore.. dopo aver letto il vostro
articolo sugli stili di Ed Saunders per le Shure ne ho ordinato uno speranzoso...per la mia V15III che giaceva sconsolata in una scatola.
Non l'avessi mai fatto!! Dallo scarno sito si evince che Saunders è stato affiancato da una signora nella gestione...
Vabbè..
Dopo aver pagato scrivo per chiedere quanto tempo mediamente impiegano gli stili per arrivare. Nessuna risposta. Dopo un paio di settimane riprovo... nulla. Dopo un mese .. nulla. A quel punto mi accingo a chiedere il rimborso a Paypal quando mi arriva una mail dalle poste americane che mi annuncia che dovevano andare a ritirare una spedizione per me...Dopo più di un mese dal mio pagamento erano stati chiamati a ritirare un pacchetto per me...
A quel punto decido di aspettare. Per farla breve lo stilo è arrivato dopo più di 2 mesi .. una scatolina di cartone con una striscia di spugna con dentro appoggiato lo stilo.. con l'unica indicazione scritta di usare un peso di lettura di 1,5 grammi. Lo monto e subito mi salta all'occhio che con quel peso la testina spancia.. il corpo tocca il disco!!
porto il peso ad 1 grammo e a quel punto anche se molto vicina al disco il corpo della Shure non tocca...provo ad ascoltare. E sì suona.. ma non ricorda un gran che la mia vecchia Shure... nei picchi dinamici in alta frequenza (trombe e fiati vari) stride.. in maniera inaccettabile...
UNA SOLA!! Poi ho letto in qualche forum che altri hanno avuto la mia stessa esperienza!!
Ora proverò a farmi rifondere tramite Paypal. Comunque dovreste rivedere quell'articolo che parlava entusiasticamente di questi stili per non far cadere altri nella trappola.
Alberto - E-mail: cleptoo (at) gmail.com

LC
Caro Alberto,
mi spiace tanto per l'accaduto! Purtroppo non possiamo star dietro alle evoluzioni (in meglio o in peggio) dei prodotti che recensiamo. Ci possiamo limitare a segnalare il disguido quando ce lo comunicate. Vedo che tanti clienti si lamentano dei tempi lunghi e della qualità non più in linea con la precedente distribuzione Ed Saunders, peccato! Ho comunque provveduto a inserire un warning in coda alle due recensioni, sia quella italiana che quella inglese.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

La decadenza del compact disc
Caro Lucio,
sono Giancarlo e ti scrivo da Roma, e nel corso degli anni, a partire dalla fine del secolo scorso, ho fatto capolino di tanto in tanto sulla posta di TNT, chiedendoti chiarimenti su questo o quell'altro argomento, sempre in ambito di problematiche relative all'hardware della riproduzione domestica della musica. Stavolta invece non ti chiedo chiarimenti ma ti racconto delle mie ultime vicissitudini a riguardo dell'acquisto di software musicale, vicissitudini che mi stanno destando più di una perplessità e, in alcuni casi, anche motivo di seria indignazione.
Io appartengo a quella fascia di appassionati di musica che accolse con favore l'avvento del compact disc, nel lontano 1983, in quanto insofferente di fronte ad alcuni aspetti negativi della riproduzione di musica su vinile, ed il mio parere, del tutto personale, tengo a precisarlo, è rimasto sostanzialmente invariato fino ad oggi.
Posseggo una collezione di quasi 550 compact disc acquistata nel corso di circa 30 anni, e per mia fortuna gli incidenti di percorso, per così dire, sono stati pochi. Mi sono capitati, come credo a tutti, cd che si sono deteriorati da soli nel tempo, che si sono “abbronzati” e hanno cominciato a scricchiolare come un vinile ormai usurato, e questo è accaduto nonostante io sia uno che, quando toglie un cd dalla custodia per metterlo nel lettore, neanche respira e se potesse metterebbe una mascherina sulla bocca per evitare contaminazioni.
Ovviamente esagero, ma non vado troppo lontano dalla realtà, e i miei compact disc sono proverbialmente quasi tutti immacolati, e, come dico io, sono più nuovi di quando sono usciti dalla fabbrica. Da qualche anno avevo smesso di fare nuovi acquisti, e solo lo scorso anno ho ripreso a farlo, rivolgendomi a fornitori differenti: acquisti on line presso un famoso sito il cui nome inizia con la A, negozi vari di dischi, catene di librerie, etc.
Vengo al motivo della mia “indignazione”. I miei ultimi cd, a cui mi riferisco in questa mail, sono stati acquistati a caro prezzo (come tutti gli altri), ed esclusivamente come nuovi e sigillati, con tanto di cellofanatura e bollino SIAE perfettamente integro, quindi teoricamente venduti come prodotti che vengono direttamente dalla fabbrica, prima di essere messi in commercio. L'acquirente quindi dovrebbe essere, sempre teoricamente, il primo a metterci le mani sopra dal momento in cui il prodotto viene confezionato. Invece posso garantire che, nel quasi 100 % dei casi, i miei ultimi acquisti portano le tracce inequivocabili di un utilizzo già effettuato da qualcuno anche maldestro, che non solo sbatte a casaccio il cd contro la custodia o lo strofina dove capita lasciandoci sopra graffi ed abrasioni vistose, ma che prende il disco lasciando sopra la parte registrata evidenti impronte digitali. Se appartenessi ad un nucleo investigativo, potrei benissimo repertare le impronte e risalire al colpevole, ma ad ogni modo, dalle condizioni in cui si presentano quei cd appena aperta la custodia, è possibile capire cosa aveva mangiato l'utilizzatore fantasma poco prima dell'ascolto, patatine fritte in alcuni casi, salumi ed insaccati vari in altri, direi formaggi in altri ancora, perché il suddetto utilizzatore non si preoccupa neanche di nascondere i propri gusti alimentari.
Preciso che non ti sto parlando di un caso isolato, e neanche di cd acquistati dalla stessa fonte. Ho acquistato a giugno il cofanetto su Pino Daniele che contiene ben sei cd ed un dvd, e tutti e sette i supporti avevano tracce come quelle che ti ho descritto. Ho acquistato poi un altro cofanetto, sempre su Pino Daniele, contenente sei cd, stessa situazione.
Ho acquistato una raccolta di Simon e Garfunkel, un cd e un dvd, presso una libreria, confezione sigillata, stesso problema, e anche con altri acquisti ho verificato la stessa cosa. Mi fermo qui nell'elenco ma potrei proseguire. Il problema è talmente diffuso che sono stato costretto ad acquistare una macchina levigatrice di supporti ottici, che nuova costa circa 1500 euro ma che ho acquistato usata, e so che qualsiasi cd io acquisti da ora in poi, ci sono buone probabilità che io debba prima passarlo dentro quella macchina e “sterilizzarlo” prima di poterlo mettere nel lettore.
A prescindere da quale sia il comportamento da assumere nei confronti dei venditori, reclamando una sostituzione del prodotto, voglio sottolineare che questo fenomeno è frequentissimo, negli ultimi tempi a me capita quasi sempre, e visto pure il costo dei cd, mi sembra decisamente inaccettabile che si venga presi per i fondelli anche in questo modo, con tanto di ufficialità della SIAE e magari con la scritta “Vietato il noleggio” apposta sulla copertina.
Ti ringrazio per l'ascolto e ti mando i miei saluti.
Giancarlo - E-mail: frondutog (at) gmail.com

LC
Caro Giancarlo,
i miei ultimi CD li ho acquistati principalmente in negozi fisici, raramente online. Il fenomeno che descrivi non mi è mai capitato, ma ha, ovviamente, una spiegazione. Come sai, molti store online, in particolare quello con la A, offrono la possibilità di reso dopo 30gg di prova. Quello che sta accadendo è che tanta gente approfitta di questo sistema per provare apparecchi HiFi e anche, evidentemente, dischi. Non è la prima volta che sento di apparecchi venduti come nuovi ma che in realtà erano evidentemente passati di mano più volte. Immagino lo stesso accada coi dischi, né più né meno. Lo store, evidentemente, si premura di risigillare tutto per far sembrare il prodotto nuovo mai usato. E, ancora più evidentemente, non possono perdere tempo a controllare lo stato della merce, chiudono, reimpacchettano e via per un altro giro.
Questa modalità di acquisto, pertanto, pur molto utile per sopperire all'impossibilità di ascoltare nei negozi come si faceva una volta, ha un prezzo da pagare e, purtroppo, tu l'hai scoperto e pagato sulla tua pelle.
Diciamo che lo store online dovrebbe essere più attento, ma il business è business. Ti offrono la possibilità di provare a casa gratuitamente (di fatto) ma bisogna essere disposti a correre il rischio di acquistare un prodotto non esattamente “new in box”. L'operazione, ovviamente, non è onesta, ci mancherebbe! Riprovevole, quantomeno.
Grazie per la segnalazione, che si aggiunge ad altre che ho ricevuto. Magari è tempo di scriverci sopra un breve editoriale.
Lucio Cadeddu

Uscita digitale e suggerimento musicale
Caro direttore,
sono Fabio da Cagliari, torno a scriveLe dopo qualche tempo ma, questa volta, non per chiederle consigli su upgrade modifiche da apportare alla mia catena hi-fi. Ne sono pienamente soddisfatto e che comunque continuo a migliorare nei dettagli come posizionamento, cavi autocostruiti e sperimentazione di nuovi materiali isolanti. Vengo al dunque, dopo anni sembra arrivato il tempo di sostituire la TV e quindi ti chiedo se a tuo parere esiste una marca in particolare più "votata" all'hi-fi di altre, visto che buona parte dell'ascolto riguarda film e canali tv/radio a carattere musicale. Inoltre ho notato che sta praticamente sparendo l'uscita SPDIF a favore della toslink... Considerando che tutto passa attraverso il DAC farebbe qualche differenza?
Infine mi permetto di suggerire un brano che ritengo perfetto per testare l'estensione in altezza dell'immagine stereofonica. Credevo che le mie Kef Q300 fossero limitate in tal senso, ma oggi ascoltando questo pezzo sono rimasto sorpreso sentendo degli effetti sull'intro del brano provenire praticante dal soffitto sulla mia testa :)
Si tratta di Inch Allah - Ca Va, inedito contenuto nella raccolta Ecco I Miei Gioielli dei CCCP, del 1992 - Etichetta Virgin. La registrazione mi sembra sopra la media per il genere. Io l'ascolto tramite Tidal Master su pc con Fidelizer.
PS: se riesco a cogliere certi dettagli musicali e iniziare a capire come si ascolta la musica lo devo solo all'immenso lavoro di TNT Audio.
Grazie.
Fabio - E-mail: fabio.morrocu (at) gmail.com

LC
Caro Fabio,
non posso e non saprei aiutarti sulla scelta della TV che è rigorosamente “off-topic” qui su TNT-Audio, ma posso dirti qualcosa sulle uscite audio. Il segnale digitale passa benissimo sia attraverso la S/PDIF che la TosLink e francamente non mi porrei il problema trattandosi di audio certamente compresso, come quello dei canali televisivi o dei DVD. Quasi tutti i DAC in commercio hanno ingressi sia digitali coassiali che ottici, quindi il problema della compatibilità non si pone.
Per quanto riguarda l'altezza della scena sonora faccio molta fatica e credere che quello che hai sentito sia un effetto voluto. Conosco il brano in questione, ma confesso di non averlo mai ascoltato attraverso il mio impianto HiFi. Potrei ricordare male, ma non mi pare fosse memorabile dal punto di vista della qualità sonora. Magari c'è stato qualche artificio in fase di remastering che crea questo strano effetto che descrivi. Potrebbe anche essere semplicemente un problema di fase invertita :-)
Diciamo che l'altezza della scena sonora è un parametro da tenere in considerazione quando la stessa ha un senso, ovvero se si ha di fronte un gruppo che suona in acustico, un'orchestra, un organo etc. Un brano rock che suona alto fino al soffitto non è un buon test per l'altezza della scena, è probabilmente frutto di un semplice errore in fase di registrazione. In ogni caso, non avrebbe alcun senso, nel mondo reale una cosa del genere non esiste se non dentro a una chiesa con un grande organo a canne ;-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Abbinamenti e dubbi sui Cambridge
Buongiorno signor Cadeddu,
le descrivo brevemente il mio impianto:

Ho pensato di cambiare lettore CD con un Cambridge che abbia anche il DAC (attualmente ho un Music Streamer II). Io ascolto tutti i generi (classica, lirica, elettronica, rock, jazz, ecc.) Ho due domande:
  1. Ho l'opportunità di acquistare un Cambridge 851c usato. È vero che rispetto al Cambridge 751 (che ha però il merito di leggere anche i DVD, Bluray, ecc) la qualità del suono è nettamente superiore?
  2. Ho una casa piccola e la stanza di ascolto è limitata. Ho preso un bel mobile Solidsteel che ha senz'altro "asciugato" un po' la resa generale. Ma, a parte l'ambiente, può darmi un suo parere sull'abbinamento dei miei componenti hi-fi?
La ringrazio infinitamente,
Cordialissimi saluti
Andrea - E-mail: ilconteguidi (at) alice.it

LC
Caro Andrea,
non credo ci sia tanta differenza tra il Cambridge 851 e il 751, francamente. Già le differenze tra sorgenti digitali sono piccole in generale, figuriamoci quelle tra due lettori dello stesso Costruttore, in fasce di prezzo non troppo diverse. Fossi in te sceglierei solo in base alle features che ti interessano di più. Per quanto riguarda il resto dell'impianto, non mi pare di notare niente di sbagliato, anzi! Sono tutti ottimi componenti che a mio parere suonano bene insieme. La stanza, se molto piccola e non arredata con scopi audiophile, potrebbe essere un problema. Cura con attenzione la quantità di superfici assorbenti (tappeti, arazzi, tele, tende, cuscini etc.) e la disposizione dei diffusori all'interno della stanza. Ti racconto un piccolo episodio per farti capire quanto sia importante l'acustica dell'ambiente dove suona l'impianto (e non solo!). Nel piano dove è ospitata la mia sala per la musica ci sono due stanze separate da un bagno. La prima stanza è la saletta con l'impianto, la seconda una camera per ospiti, non confinante con la sala d'ascolto. La camera degli ospiti, qualche settimana fa, l'ho completamente svuotata per far spazio a dei nuovi arredi. Ebbene, il suono nella sala dell'impianto è cambiato, e non poco. In altre parole, il fatto che a qualche metro di distanza ci sia un ambiente vuoto (prima era ben arredato, con una buona acustica) influenza il suono nella saletta d'ascolto. Il basso, per esempio, è più gonfio e ha una coda che prima non aveva. Non è un'impressione ma un effetto evidentissimo. Quindi, non solo l'arredo della stanza dove c'è l'impianto è importante ma anche quello delle stanze vicine, pur se non direttamente confinanti (ripeto, tra le due c'è un bagno). Non mi stancherò mai di ripetere quanto sia importante curare questi aspetti per poter godere appieno delle prestazioni dei nostri componenti HiFi.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

L'evoluzione della specie audiofila
Gentile Direttore buongiorno,
sono un affezionatissimo lettore e un giocatore d'hi-fi dal 1979 anno di uscita di The Wall, anno in cui convinsi i miei genitori a ricomprare un impianto degno di quel disco. Negli anni ho comprato, rivenduto, ascoltato, ricomprato...giocato insomma con una miriade di elettroniche, di giradischi e di diffusori, aiutato in questo da riviste e da negozianti compiacenti e interessati sì ma anche divertiti dall'interloquire con un ragazzo appassionato e desideroso di imparare e ragionare, non era solo commercio ma era anche una sorta di semina.
Era l'epoca in cui ti prestavano magari con un piccolo obolo per il riscatto, apparecchiature varie per sentirle con calma nel tuo ambiente o ti trovavi a casa di amici per leggere le riviste di settore e portando i tuoi gioielli per provarli in combinazione con i loro e via di cambi, baratti, vendite, bevute di the, caffè, The Nightfly o Cafe Blue e sbavavi di fronte ad un paio di B&W 802 o delle Minima Amator, ma ti deliziavi anche con le JPW o le Mission.
Adesso è tutto un po' cambiato lo sappiamo, ma non comprendo come certe occasioni come le varie manifestazioni itineranti per la penisola, non vengano prese in considerazione dagli importatori per presentare anche piccoli impianti con pochi zeri nei listini, senza dover ascoltare sempre impianti fantastici sì ma non alla portata dei comuni.
Esiste e lo sappiamo anche l'hi-fi fatta sì di passione ma anche di reale possibilità e non dimentichiamo che un impianto non è mai per sempre ma è bene che evolva come evolvono i nostri gusti musicali e che i ragazzi, che non ascoltano campanelli e trilli ma la loro musica hanno bisogno di pensare che al buon suono con un po' di risparmio e qualche letterina scritta sotto le feste ci si può anche arrivare.
Grazie per tutto quello che fate e portate avanti
Alessandro - E-mail: filippi (at) wiffa.it

LC
Caro Alessandro,
ho vissuto anch'io il periodo del quale racconti con tanta nostalgia e, in effetti, un po' di malinconia è inevitabile. Io certamente avevo più tempo per fare esperimenti, ora l'attività da recensore ha tolto molto di quel gusto, perché non puoi tenere gli apparecchi in ostaggio per troppo tempo, anche perché bisogna lasciare spazio agli altri in arrivo. La stessa passione per l'HiFi aveva un gusto un po' diverso, ma alle fiere si andava anche allora per sognare, la maggior parte delle volte. Ora l'asticella, è vero, si è spostata un po' più verso l'alto e le occasioni per ascoltare piccoli impianti ben suonanti sono pochissime. Quando si dimostra un impianto da 5000€ si pensa di aver fatto un'opera divulgativa per giovani. Questi ultimi, i giovani dico, 5000€ per l'HiFi non ce li hanno. Così come molti di noi non avevano 10 milioni da destinare al primo impianto. Continuo a pensare che si dovrebbe stare su impianti piccoli e semplici da 500, max 1000€. Per questo motivo ho salutato con entusiasmo la genia degli amplificatori in Classe D, piccoli, economici e ben suonanti o le nuove generazioni di diffusori low-cost, come la serie Debut di Elac, per fare un esempio recente. Continueremo a scorrazzare nel mercato a caccia di cose di questo tipo perché è di questo che c'è realmente bisogno. E, diciamocelo, tutto ciò è pure dannatamente divertente :-) Troppo facile divertirsi con cifre a 5 zeri, più entusiasmante farlo con pochi spiccioli.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Linn/Naim
Caro Direttore,
dopo trent'anni di disinteresse, si è riacceso in me un barlume di passione per l'alta fedeltà e ho letto con piacere e interesse i contenuti del suo sito. A metà degli anni ottanta sono stato il giovanissimo (appena sedicenne) e fortunatissimo possessore di un impianto Linn/Naim. Si trattava, più precisamente, di un Sondek (con Ekos e Asaka), di un pre Naim Nac 42, di un finale Nap 110 e di diffusori Linn Kan. Non voglio annoiare nessuno dilungandomi sulle qualità di questo impianto (tutti conoscono il Sondek e le elettroniche Naim degli anni 80), mi limiterò a dire che suonava divinamente.
Aggiungo solo che, complice l'acustica della stanza (niente di speciale, semplice fortuna), le Kan erano favolose: come delle Rogers, ma con più bassi e maggiore dinamica. Ascoltavo prevalentemente cantautori italiani e musica rock e pop/rock. Poi sono accadute tante cose e, un po' per ragioni personali (non ho più abitato in una casa dove potesse ascoltarsi la musica come piace a me), un po' per la (da me odiatissima) rivoluzione digitale, ho buttato via la mia "patente da audiofilo". Mi sono disfatto poco a poco di tutto, conservando in soffitta soltanto un NAIT 1 (acquistato per poco) e le amate Kan: tutto il resto rischiava di morire poco a poco e ho preferito venderlo o regalarlo (compresi i vinili).
Recentemente, provando Tidal mi ha incuriosito il fatto che la qualità non mi paresse poi così orribile. Mi sono procurato un Chord Mojo e mi è venuta voglia di riascoltare il Nait e le Kan, che negli anni passati avevo usato soltanto qualche volta con dei lettori di CD e con risultati raccapriccianti (almeno per me). Questa volta, invece, non va poi così male, la musica ha ripreso un po' di vita. Mi è venuta voglia di recuperare un Nap 110 (il Nap 140 l'avevo ascoltato e non mi piaceva) e mi sono ritrovato a comprare da un sito inglese un Nap 250 del 1982, "ricappato" con componenti originali. Ricordo infatti che le Kan col 250 vivevano una incredibile trasformazione (per non parlare coi Nap 135, ma questo è davvero eccessivo... Meglio allora il 250 con delle Sara).
Scusandomi per la lunga premessa, vengo alla mia richiesta di un consiglio. Il 250 è in arrivo e non potrò ascoltarlo: non ho un pre e non mi sento di tentare di nuovo la sorte su qualche sito web o su Ebay per acquistare un costoso pre Naim della stessa epoca (cioè un Nac e un HiCap ricappato). Non credo di poter collegare il Mojo al 250: non so se è tecnicamente possibile, ma dubito comunque del risultato e non voglio mettere a rischio né il 250 né le Kan. Saprebbe dirmi se con poca spesa potrei acquistare un pre (meglio nuovo) per fare suonare l'impianto?
Quale mi consiglia? E come può essere collegato al 250?
La ringrazio.
Raffaele - E-mail: raffaelemorello (at) gmail.com

LC
Caro Raffaele,
ottimo acquisto il vecchio NAP250, uno degli amplificatori che più ho amato in assoluto! Sentirai come torneranno a volare le tue Kan! Per quanto riguarda il pre io sarei per mantenere un filo logico tra tutti i componenti, quindi cerca un bel 32.5 o un 72 e stai sereno. Purtroppo il tuo Chord Mojo ha un'uscita linea fissa, non regolabile tramite i suoi comandi di volume, che regolano soltanto l'uscita per le cuffie. Pertanto un preamplificatore è davvero necessario. Basterebbe anche solo un pre passivo a trasformatori, per non aggiungere niente al percorso del segnale, ma un bel pre Naim darà il suo tocco di British sound al tutto. Capisco, tuttavia, la tua poca voglia di imbarcarti in un'operazione dal risultato tutt'altro che scontato. Oltre al pre passivo che ti ho consigliato, potresti cercare, usato, un Naim DACV1, che è sia un DAC che un preamplificatore minimale di eccellente qualità (oltre che ampli per cuffie). Nuovo costa circa 1800€ ma credo non sia un problema reperirlo usato, magari in UK, per cifre ben inferiori. L'ho visto online per cifre oscillanti tra i 700 e i 900€. Il collegamento con il tuo NAP250 è immediato, questo DAC ha infatti anche le consuete uscite in standard DIN, di tradizione Naim, oltre alle classiche RCA. E, ovviamente, è autoalimentato, quindi non ti servirà un HiCap, come per i vecchi pre Naim, privi di alimentazione. Qualora non avessi pianificato di spendere così tanto, un pre passivo, meglio se a trasformatori, è la soluzione (ne abbiamo recensito diversi). Dovrai dotare il NAP250 di un adattatore da presa DIN a doppio RCA (femmina) ed è il gioco è fatto.
Tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Nuovo impianto HiFi
Buonasera Sig. Lucio,
mi chiamo Luca e sono di Genova. Mi sono permesso di disturbarla poiché ho da chiederle un consiglio riguardo la creazione di un impianto hi fi. Al momento ho un vecchissimo Pioneer che ormai non ce la fa proprio più, e avrei piacere di sostituirlo. Ho 52 anni, ed è fin da ragazzo che sono innamorato degli Accuphase, pensando ad oggi al modello E-370. Ora, dovendo ragionare su un impianto ex novo non posso non mettere in conto anche i costi, ma diciamo che una “pazzia” di questo genere potrei farla. Ascolto prevalentemente rock blues, moltissimo blues, jazz, diciamo musica molto strumentale, James Taylor, Eagles ma anche Led Zeppelin ecc, tralasciando gruppi come Iron Maiden o Deep Purple e via discorrendo. I miei diffusori, ahimè, sarebbero i Sonus Faber Olympica 3.0, ma da pensarci bene...
Il mio problema è che ho una stanza di 12mq, e quindi l'Accuphase 370 risulterebbe troppo “generoso”?, così come per i diffusori? Potrebbe darmi lei, in linea di massima, consigli per la potenza di un ampli e per dei diffusori magari più idonei per i miei spazi e per il tipo di musica che ascolto? Ho sentito parlare molto bene dei Naim, ma sono un neofita, e faccio un po' fatica ad orientarmi. I diffusori andrebbero bene anche da scaffale.
La ringrazio anticipatamente per il tempo che vorrá dedicarmi e mi scuso per il disturbo.
Luca - E-mail: srvstratoblues (at) gmail.com

LC
Caro Luca,
una piantina e qualche foto del tuo ambiente d'ascolto avrebbero aiutato molto. Comunque sia, in generale 12 mq non sono pochissimi e dentro - avendo libertà di manovra - ci si può far stare diffusori anche di un certo impegno e ingombro, l'importante è che resti aria intorno ad essi. Se così fosse non vedo problemi particolari all'utilizzo dei diffusori da pavimento Sonus Faber che hai indicato. Il problema che sollevi circa le dimensioni dell'ambiente e la potenza dell'ampli è inesistente: la potenza basta non usarla tutta, l'importante è che ce ne sia abbastanza. Semmai, non vedo di buon occhio una spesa così alta per l'amplificatore, più costoso persino dei diffusori. Mi sembra di capire che ti sia innamorato di questo Accuphase e non mi sento di ostacolarti troppo perché è vero che bisognerebbe sempre usare il buon senso ma è anche vero che, ogni tanto, si possono fare cose insensate come questa, potendosele permettere. Mi auguro che il resto del sistema (sorgenti) sia adeguato all'impegno economico di ampli e diffusori. Per queste cifre, comunque, chiederei di poter ascoltare il tutto inserito nel tuo ambiente, siamo parlando di oltre 10.000€ tra ampli e casse, un ascolto preventivo è obbligatorio. Ancora più ovviamente, tutti questi soldi saranno spesi inutilmente se l'ambiente avesse un'acustica inadatta, casse e ampli diventeranno solo dei bei soprammobili, pure un po' ingombranti.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Buongiorno Direttore,
questa è solo una lettera di ringraziamento per i consigli forniti qualche tempo fa per la scelta di ampli e diffusori per ascolto condominale (
Vol. 843), forse frettolosa ma, per me, assolutamente doverosa. Ho seguito le istruzioni e, dopo faticosa vendita del vecchio impianto ora la situazione è:

A oggi, con i diffusori ancora da rodare e posizionati su un mobile più ad altezza di ascelle che di orecchio (stand in arrivo), sono davvero basito. Su tutti i brani che ho provato ad ascoltare fino ad ora c'è molto di più di quanto non abbia mai percepito, il suono complessivo risulta più dettagliato e di impatto, con alti naturali e bassi anche più profondi di quanto non riuscissi ad ottenere con le Celestion, nonostante le dimensioni almeno triple di queste ultime; non oso pensare a cosa succederà un volta affinato il tutto.
Forse quello che mi spingeva a tenere bassi i volumi era "fatica di ascolto" più che paura di proteste; il primo a essere diventato intollerante nei confronti dell'alto volume ero proprio io. Il primo dei prossimi upgrade, quindi, riguarderà i rapporti con i condomini.
Grazie mille, sono ritornato ad essere un ascoltatore felice.
Italo - E-mail: italo.vignati (at) gmail.com

LC
Caro Italo,
sono felice di sapere che le Elac Debut B5 ti abbiano fatto tornare la voglia di goderti l'impianto, senza fatica d'ascolto che, in effetti, è sconosciuta a questi diffusori. Grazie per l'ennesima conferma dello stupore che questi piccoli Elac producono all'ascolto. Sono davvero dei diffusori fuori dalle attuali logiche di mercato, per rapporto qualità/prezzo.
Ti auguro tante ore di buon ascolto!

Suggerimento musicale della settimana

Se ne va anche Otis Rush, il maestro del cosiddetto West Side Chicago blues. Otis ha influenzato molti chitarristi rock-blues degli anni sessanta e settanta come Eric Clapton, Mike Bloomfield e Carlos Santana. Dal 1984 fa parte della Blues Hall of Fame. Qui ce lo gustiamo, in coppia proprio con Eric Clapton, nella celeberrima “Double Trouble”.

Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!

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