Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 9/11/2019 - 16/11/2019

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  1. Consiglio Thorens TD 180
  2. Chiarimento su diffusori REGA RS1
  3. Filosofia prove su TNT-Audio
  4. TDL, ancora valide?
  5. Consigli su vecchio piatto Technics
  6. Uso del rame pieno
  7. Torri o bookshelf?
  8. Doppio impianto, doppi problemi
  9. Giradischi Auna TT Massive
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Consiglio Thorens TD 180
Ciao Lucio,
seguo il sito da anni e ancora ho da imparare molto sul mondo degli audiofili ma sono molto volenteroso. Detto ciò ho bisogno di un consiglio: ho acquistato su ebay un giradischi Thorens td 180 ma ahimé ha problemi di velocità nel senso che riproduce i dischi lentamente e, benché suppongo ci sia un trimmer di regolazione, non si vede né dall'esterno né alzando il piatto. La cinghia mi pare integra e ben posizionata...se trimmer e cinghia fossero a posto resterebbe il motorino....vale la pena di portarlo in assistenza o chiedo il rimborso?
Grazie mille, ti faccio ancora i complimenti per uno dei siti più interessanti del web
Manuele - E-mail: manuele.cappello (at) gmail.com

LC
Caro Manuele,
pare che nei giradischi Thorens di quella serie ci fosse un problema noto, ovvero un difetto nel circuito di controllo del motore, in particolare un circuito integrato (LM324) che necessita di sostituzione. L'operazione è alla portata di un qualunque tecnico, e probabilmente puoi farla tu stesso ma prima di procedere controllerei bene la cinghia (nel senso che non deve slittare) e pulirei bene la puleggia del motore. Un tecnico, comunque, potrà controllare sia il motore che l'integrato eventualmente difettoso. Visto però che il giradischi non è niente di memorabile e considerato che la riparazione non sarà a buon mercato (chiedi preventivo!) io forse chiederei i soldi indietro e prenderei qualcos'altro, meglio se nuovo, seppur entry-level. Mi auguro l'abbia pagato poco, perché oggi si acquistano con cifre basse ottimi giradischi entry-level che non hanno niente da invidiare al Thorens TD180. Almeno funzionano, hanno una buona testina nuova e due anni di garanzia.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Chiarimento su diffusori REGA RS1
Gentile Lucio, dopo qualche tempo mi faccio risentire per approfittare della tua disponibilità nel dare consigli a tutti gli insicuri (ambito HI-FI) come me! Finalmente, dopo i tuoi consigli, sono riuscito a far suonare decentemente il mio impianto nella mia infausta stanza di 3,30x2,90x2,80 arredata con le solite trappole acustiche formate da tappeti, quadri e 2 tube traps agli angoli dei diffusori. L'impianto adesso è così composto:

Ora leggendo la rubrica delle lettere nel forum TNT mi è venuto un dubbio circa l'angolazione dei miei diffusori, devono essere angolati verso il punto di ascolto o no?
Ringraziandoti in anticipo ti porgo i miei più cordiali saluti.
P.S. Appena le mie finanze me lo permetteranno il mio prossimo acquisto saranno le Larsen 4.2 che tu hai recensito e di cui mi sono innamorato a distanza!
Grazie ancora,
Antonio - E-mail: antoninopizzo14 (at) libero.it

LC
Caro Antonio,
io le ho tenute parallele ma ogni stanza e posizione d'ascolto fanno storia a sé. Prova partendo da un'angolazione di 0° e procedi per piccoli aggiustamenti successivi, valutando volta per volta l'impatto della modifica sul suono. Per essere più sicuro delle sensazioni, dopo ogni aumento di angolazione, torna alla situazione immediatamente precedente e ascolta ancora con attenzione.
Per quanto riguarda il tuo innamoramento virtuale con le belle Larsen 4.2 ti consiglio di prestare attenzione, perché l'impostazione sonora è abbastanza diversa da quella delle tue Rega. Inoltre, l'abbinamento con le tue elettroniche NAD potrebbe accentuare il carattere delle Larsen che, come quasi tutti i diffusori a radiazione indiretta, hanno un modo tutto particolare di trattare le alte frequenze. Decisamente, la gamma alta non la definirei “vivace”. Se ti è possibile, fai un ascolto preventivo almeno con le tue elettroniche, se non - ancora meglio - in casa tua.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Filosofia prove su TNT-Audio
Caro Direttore,
La lettura della prova delle
AudioEngine A2+ mi ha dato lo spunto per porti una domanda che forse ti avranno già posto in tanti. Prima di tutto, ti parlo del contesto, la domanda verrà alla fine.
In questo momento mi sto divertendo a provare differenti soluzioni per sonorizzare il mio ufficio, tutte rigorosamente "budget" (sotto i 100€, più o meno). Qualche mese fa mi sono imbattuto nelle AudioEngine nell'ufficio di un mio collega e ad un primo ascolto (15 secondi di sfuggita) mi sono sembrate promettenti, quindi ho approfittato di un'offerta su eBay e le ho comprate (usate) a 1/3 del prezzo nuovo. Premetto che il modello è l'originale (A2) senza DAC. I drivers dovrebbero comunque essere gli stessi.
Le ho accese e collegate e suppongo siano rodate visto che sono usate. Le sto ascoltando con un paio di album di riferimento che ho rippato da CD in formato lossless e con radio streaming di alta qualità (audiophile jazz e classic, radio svizzera classica e jazz, Linn radio). Il punto è che il suono che ne esce secondo me (e sottolineo “secondo me” un paio di volte, visto che è il punto chiave di tutto) non combacia molto con la descrizione che leggo nella prova.
Io non lo trovo affatto caldo, semmai vagamente plasticoso ed in generale poco presente - il che secondo me vuol dire che certe medie frequenze sono messe in evidenza, ma non tutte. Di ciò il pianoforte e gli strumenti acustici in generale ne soffrono abbastanza (contrariamente a quanto affermato dal recensore).
Sugli alti mi trovo sostanzialmente d'accordo con la prova, ma i bassi sono quelli che sono, il sistema ha bisogno di un subwoofer altrimenti tutta la sessione ritmica (basso, rullante, cassa) uno la sente per “interpolazione cerebrale”. Oltre a ciò, e nonostante le piccole dimensioni, le casse fanno una certa difficoltà a “sparire”. L'emissione del suono è quasi sempre facilmente localizzabile, una scena anche bidimensionale viene fuori a fatica.
Tu mi dirai, beh, è hardware entry-level e ti do ragione. Ma in questo momento le AudioEngine sono a confronto non solo con le Philips di cui ti ho già parlato, ma anche con un paio di monitor attivi Microlab B77 che nuovi costano 70€ (le AudioEngine usate le ho pagate 80€, nuove stanno ben oltre i 200€) quindi ancora più entry level delle A2.
Il mio ufficio non è certo l'ambiente ideale, ma al confronto le B77 escono nettamente vincenti - la sfumatura nasale delle A2 sparisce, le casse iniziano a nascondersi mentre appare un po' di ricostruzione scenica (2D) e per ovvie ragioni fisiche sulle dimensioni del mid-woofer si guadagna qualche Hz nella parte sinistra dello spettro. Le B77 mi sembrano proprio più credibili.
La domanda che mi pongo è, prima di uscire le prove sono sottoposte a un qualche tipo di review (potrebbe essere “peer to peer”, o un comitato di redazione, o il tuo insindacabile giudizio...) oppure vanno on-line “sic et simpliciter”?
Capisco che una cosa del genere non sempre è possibile ma tra migliaia di appassionati magari qualcuno che possiede lo stesso hardware oggetto della prova lo si trova. Absit iniuria verbis, ma se qualcuno mi avesse chiesto di rivedere la recensione delle A2 io qualche modifica (anche sostanziale) l'avrei proposta. Come detto, forse tocco un argomento che avrai oramai affrontato un sacco di volte ma per quanto mi riguarda credo sia la prima volta che mi capita di poter provare un oggetto recensito da TNT. Tu che ne dici?
Grazie per l'attenzione, e tanti saluti dalla Germania,
Giulio - E-mail: maira71 (at) netscape.net

LC
Caro Giulio,
innanzitutto, mi spiace che le AudioEngine non ti siano piaciute. Per curiosità, sono andato a leggere qualche altra recensione e, seppur non identiche a quella da noi pubblicata, non mi sembra di aver notato differenze sostanziali. Alcuni riferiscono di una gamma medio-bassa un po' gonfia, un fatto ovvio che compensa la limitata estensione in basso del piccolissimo woofer. In generale, le tue impressioni di ascolto non mi sembrano trovare riscontro in altre recensioni su diversi siti audiophile (non parlo di recensioni su Amazon, naturalmente). Ho visto anche un grafico della risposta in frequenza, che non sembra possa corrispondere ai difetti da te lamentati. Non so quale possa essere stato il problema, magari la tua coppia era danneggiata, con gli altoparlanti un po' “cotti” o, più semplicemente, nella tua stanza e nel tuo sistema suonano così. Capita.
Per quanto riguarda la nostra policy, tipicamente selezioniamo con una certa attenzione i nostri recensori (infatti tanti vengono “bocciati”) facendo scrivere loro almeno un paio di recensioni di prova, che non vengono pubblicate, per valutare stile e capacità critica. Il resto della redazione esprime un giudizio su tali recensioni e si decide insieme se “assumere” il nuovo redattore oppure no. Dopo questo controllo preliminare non c'è alcun editing da parte del resto della redazione, a meno che non capitino dei casi eclatanti, nei quali il recensore è stato invitato a correggere alcune cose. Quindi no, non c'è un controllo peer to peer, tendo a fidarmi dei redattori che selezioniamo. Tieni conto che recensire un componente HiFi è sempre qualcosa di molto soggettivo: gusto personale, resto dell'impianto e sala d'ascolto influenzano abbastanza il risultato finale. Non siamo una rivista scientifica, che grazie a referee anonimi deve assicurarsi che ciò che pubblica sia originale e formalmente corretto. Stiamo dando semplici opinioni personali su prodotti audio. Poi, ti confido una cosa: il metodo peer to peer double-blind che usano le migliori riviste scientifiche non è affatto esente da errori, anche grossolani. Mi è capitato di aver ricevuto, sullo stesso lavoro, un giudizio diametralmente opposto dai due referee. Per uno l'articolo era scritto meravigliosamente, originale e interessante. Per l'altro era una porcheria immonda. E stiamo parando di articoli di matematica, dove l'opinione non è di casa!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

TDL, ancora valide?
Salve Lucio, possiedo un semplice impianto composto da un Cocktail Audio X35 e diffusori TDL Studio 0.5. Secondo te vale la pena utilizzare il Cocktail solo come preamplificatore abbinandoci un finale di potenza intorno ai 1000 euro nell'usato? Sono stato in un negozio hi-fi per valutare l'acquisto di un finale e il rivenditore mi ha detto che i miei diffusori sono datati e hanno un suono vecchio stile. Sempre in quel negozio ho ascoltato delle Thiel cs1.6 e delle Rega r7, usate. Entrambe i diffusori mi sono piaciuti, le Rega più vicine alle TDL mentre le Thiel, per me migliori delle Rega, hanno qualcosa in più sulla gamma medio-alta.
Personalmente, però, non mi sembra che le mie TDL 0.5 siano diffusori con un suono vecchio stile , ma tu sai com'è un suono vecchio stile?? Pensi che l'x35 riesca a pilotare bene le Thiel? In quale direzione vado per migliorare il mio impianto con 1000-1500 euro, cambio diffusori o aggiungo un finale (ma quale)? La stanza di ascolto è di 4,50 m x 3,70.
Grazie per la tua disponibilità.
Aldo - E-mail: kelvin.labs (at) libero.it

LC
Caro Aldo,
aggiungere un finale non servirà a niente, temo. Lo stadio finale del Cocktail X35 non è così male, potrebbe anche farcela a pilotare le Thiel 1.6. Secondo me, con la cifra che hai stanziato, meglio pensare ai diffusori. E, sempre secondo me, la differenza tra le tue casse e quelle che hai ascoltato non è piccola. Le hai ascoltate nella stessa stanza con lo stesso impianto? Sia le Rega R7 che le Thiel CS 1.6 sono un altro mondo rispetto alle pur onestissime TDL 0.5. Non so cosa intenda il tuo rivenditore quando dice suono “vecchio stile”. Probabilmente - secondo lui - il suono “nuovo” è quello iperdettagliato di molti componenti HiFi moderni. Di sicuro le 1.6 hanno un'impostazione di questo tipo (ma non eccessiva), mentre le Rega sono certamente più tranquille. Tra l'altro, le 1.6 sono tutto tranne che “nuove”, essendo un progetto di ben 17 anni fa (2002)!
Per darti un consiglio più preciso bisognerebbe capire quali siano i tuoi gusti, perché tra le Thiel e le Rega passa una distanza abbastanza evidente. A me piacciono entrambe, ma - bilanciamento timbrico a parte - i due diffusori differiscono molto come filosofia generale: più facili e da ascolti prolungati le Rega, più signorine vezzose le Thiel, capaci di grandi performance ma decisamente più esigenti, in termini di posizionamento e pilotaggio. Dovresti portatele a casa tua - se non l'hai già fatto - e ascoltarle a confronto per almeno un weekend.
Posso solo aggiungere questo: le Rega suonano anche senza impazzirci dietro, le Thiel ti imporranno via via upgrade a monte sempre più impegnativi: possono dare moltissimo, ma a caro prezzo. Forse, per non allontanarti troppo dai suoni cui sei abituato, dovresti ascoltare qualcosa di ProAC.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consigli su vecchio piatto Technics
Salve Lucio,
sono Marco, ci siamo sentiti più di un anno fa per consigli sulla sostituzione del mio vecchio lettore CD H/K, operazione felicemente riuscita nell'usato, finalmente con un bellissimo lettore Blue Ray Cambridge BD 752, e passando prima per un Oppo 103 che per la verità non mi aveva convinto del tutto nel suono (un grazie ad Audioquality per la disponibilità a farmi provare entrambi i modelli, sempre usati).
Il Cambridge suona benissimo con una catena composta da ampli Audiolab 8000SE + diffusori
Aliante Moda. Forse in futuro mi piacerebbe capire se non possa migliorare qualcosa sul fronte ampli (magari Rega Brio o modello superiore?).
Mi faccio vivo ora però per un consiglio su un vecchio giradischi Technics risalente agli anni 80, che mia nipote vorrebbe riesumare per assemblare un impianto audio. Sicuramente era un prodotto entry level il Technics SL-B200, di cui allego foto.
Sono emersi due problemi. Il primo: nell'intento di apportare qualche miglioria ho pensato si potesse sostituire la testina ed ho acquistato una testina Rega Carbon. Con mia sorpresa la testina non entra, i quattro connettori presenti sul braccio sono più stretti. Il braccio montava una testina Shure M99E.
Il secondo problema. Il braccio una volta posato sul vinile, arrivato a tre quarti del disco torna indietro. Oppure se voglio ascoltare direttamente l'ultima traccia non c'è modo, il braccio se ne torna in posizione di riposo prima ancora di riuscire ad abbassare la levetta. Avrai capito che non che non sono un esperto del mondo dei giradischi, per cui avrei le seguenti domande:

Il piatto al momento suonerebbe con una catena temporanea (un ampli Pioneer entry level di inizio anni 80 + casse HT Polk anch'esse entry level) ma in futuro forse potremmo reperire qualche pezzo migliore su entrambi i fronti.
Grazie infinite per i tuoi preziosi consigli.
Marco - E-mail: marco.penatti (at) outlook.it
[Technics SL-BD200]

LC
Caro Marco,
per l'upgrade della tua amplificazione, posto che l'Audiolab 8000SE è ancora un ottimo ampli, punterei a qualcosa di superiore, rispetto al Rega Brio, rischieresti di non ottenere un salto qualitativo sostanziale. Per quanto riguarda invece il giradischi Technics, diciamo che non è irresistibile neppure quando funziona bene :-) però alcune cose vanno precisate: la testina che hai acquistato non monta perché il braccio di questo giradischi utilizza l'infausto standard di attacco T4P, non quello solito. È stato per qualche anno di moda, poi caduto in disuso perché creava più problemi di quelli che si pensava risolvesse. Pertanto, dovresti acquistare una testina in standard T4P, esistono ancora. In alternativa potresti acquistare un adattatore, ma te lo sconsiglio.
Il fatto che il braccio non arrivi a fine corsa lato perno del piatto significa che è regolato male il fondo corsa, immagino si tratti di un sistema al quale si accede dal fondo, nella base del braccio. Essendo un semiautomatico, dovrebbe avere dei leveraggi che agiscono per interrompere la lettura ad una certa distanza dalla posizione di riposo. Prova a smontare il fondo e controlla. Non perderci la salute, comunque, il giradischi vale poco più della testina che hai acquistato. Meglio un Pro-Ject Elemental o Essential, nuovo. Molto meglio.
Spero di esserti stato utile, tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Uso del rame pieno
Gentile direttore, dando uno sguardo a TNT international ho visto i cavi
DIY di Colin Malecki e ho preso ispirazione per provare qualcosa di diverso dai consueti Monster Cable s16 standard che utilizzo. Ho recuperato quindi una piattina di circa 1cm di diametro, al cui interno scorrono due cavi monofilari in rame: ogni anima è 2mm di diametro. Ho spellato i fili, lucidato i terminali e collegato casse e ampli. Dopo alcuni ascolti non sono ancora riuscito a capire bene gli eventuali plus/minus; l'impressione è che i bassi siano più diffusi e morbidi, meno "violenti", e che in generale ci sia una, seppur leggera, maggiore definizione. Di contro, ho l'impressione che il suono sia leggermente meno caldo.
Mi interesserebbe approfondire sull'uso dei cavi ad anima singola, dato che non sono riuscito a trovare molto sull'argomento.
Grazie,
Rinaldo - E-mail: rinaldo.mattera (at) gmail.com

LC
Caro Rinaldo,
in effetti non c'è molto, perché usare rame senza guaina isolante è abbastanza pericoloso, se inavvertitamente il polo positivo e quello negativo dovessero entrare in contatto l'amplificatore si vedrebbe un bel cortocircuito alle sue uscite, in genere non gradisce :-)
Forse il cavo che hai usato tu è troppo sottile per sortire l'effetto dei mega-tuboni idraulici di Malecki, non resta che provare. Io non posso farlo, ho una configurazione tale che non riuscirei a tenere fisicamente separati i due conduttori con ragionevole sicurezza e non mi va di rischiare la vita dei miei amplificatori per un esperimento così. Sui cavi solid core, isolati, però, trovi tanto materiale in rete. Ci sono tanti audiofili che fanno sacrifici animali sull'altare dei cavi di potenza solid core. Trovi anche tante possibili spiegazioni degli eventuali vantaggi. Diciamo che, in generale, non esistono regole ferree, e che il successo dei cavi multifilari/multistrand è semplicemente dovuto al fatto che sono più facili da usare, essendo flessibili :-)
La legge di Ohm se ne frega del fatto che il rame sia a conduttore solido unico o multifilare.
Tienimi aggiornato nel caso faccia altri esperimenti!
Lucio Cadeddu

Torri o bookshelf?
Buongiorno direttore,
mi accingo a cambiare il mio impianto principale, alla ricerca di una timbrica calda ma dettagliata, non affaticante. Ho già acquistato una coppia pre e finale Naim (Nac 62 + Nap 140) e al momento possiedo un paio di Heco di fine anni 80 che, provate con i Naim, mi hanno dato un suono sicuramente più dettagliato ma talvolta spigoloso e squillante (per esempio sulle voci liriche femminili).
Dopo averle ascoltate mi sono innamorato del suono ProAC, per cui mi sono messo a cercarle sul mercato dell'usato con un budget di 1500€ circa. In particolare ho posto l'attenzione su due modelli, le Response D2 da scaffale, e le Response D15 da pavimento. Gli altoparlanti (come tipologia e disposizione) mi sembrano molto simili, entrambe due vie disposti nello stesso modo, quello che cambia sono le dimensioni e il posizionamento del foro reflex, per le D2 è sul frontale mentre sulle D15 è posteriore. L'ambiente d'ascolto è una salotto di circa 26 mq in cui ho modo di posizionare i diffusori lontano dalle pareti posteriori e laterali almeno 1 metro. La distanza tra loro è di circa 3,5 metri e il punto di ascolto è un divano posto a 3 metri dalla linea che congiunge i diffusori. Dietro il divano ho una parete.
Sarei tentato dalle D15 per eliminare il problema degli stand ma mi chiedevo se avesse consigli in merito, oppure altri diffusori da prendere in considerazione.
La ringrazio per la cortesia,
Claudio - E-mail: claudiodaeder (at) libero.it

LC
Caro Claudio,
visto che eri alla ricerca di un suono caldo e dettagliato, non affaticante, la prima mossa, quella dell'accoppiata Naim, è stata vincente. Avresti fatto ancora meglio a prendere un vecchio NAP250, al posto del 140. La differenza, credimi, non è piccola. Per quanto riguarda i diffusori, ottima anche la decisione di pensare a ProAC, e voto senz'altro a favore delle D15 da pavimento, per tante ragioni. Intanto la stanza non è piccola e l'aria da muovere è tanta. Un diffusore da pavimento, anche se non enorme come il D15, svolge certamente il compito molto meglio del bookshelf D2. La posizione del foro reflex, frontale o posteriore, è irrilevante, a maggior ragione se hai tanto spazio da lasciare libero tra il diffusore e la parete posteriore.
Mi chiedi di possibili alternative. Per non discostarti troppo dal British Sound ti consiglierei di ascoltare Tannoy, KEF, Rega e Spendor, in particolare queste ultime due. Appena potrai, però, un bel NAP 250...scusa se insisto, ma è veramente un gran bell'amplificatore, che occuperà per sempre un posto speciale nella classifica degli apparecchi che più mi hanno emozionato. Non ha tutti i parametri “giusti” di un amplificatore cosiddetto audiophile ma suona la musica in un modo dannatamente convincente e coinvolgente, senza tutte le classiche paranoie audiofile. Un vecchio NAP250, anche serie chrome bumper, meglio se già ricappato, si trova per poco in UK.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Doppio impianto, doppi problemi
Eccoci ancora qua.
Un po' di tempo e un trasloco dopo la mia ultima mail, debbo tornare ad approfittare della sua pazienza per qualche consiglio che riguarda non uno, ma ben due impianti. Sperando di non abusare troppo, cercherò di separare gli argomenti, così magari ha materiale per più settimane (anche se avendo imparato a conoscere noi lettori, non credo sia la mancanza di richieste il suo problema!) So che non sempre vede di buon occhio l'idea di un secondo impianto, per cui mi sembra di stare abusando ancora di più. :)
I consigli che le chiedo sono più delle “pianificazioni a lungo termine” considerato che per ora non ho emergenze audiofile in corso e nessunissima fretta di fare passi avventati.
Impianto secondario: (quasi) tutto in divenire. Finalmente, il sogno dell'audiofilo. Casa nuova e una stanza dedicata. Basta condivisione dell'impianto con il resto della famiglia che vuole vedere la tv. Basta con le richieste di abbassare il volume e i compromessi per il posizionamento: finalmente si può fare sul serio. L'impianto è posizionato in una mansarda/studio, come vede dalla foto. Saltuariamente ci lavoro, ma più realisticamente ci trascorro una o due sere a settimana o qualche domenica pomeriggio, pure perché quando sono a casa ho anche piacere di passare qualche ora con mia moglie e con quei due marmocchi che mi arrivano alle ginocchia, non solo rintanarmi in soffitta.
Nonostante ci siano tutte le premesse, quindi, per renderlo l'impianto principale in termini qualitativi, diciamo che mi basta raggiungere un soddisfacente livello che me lo faccia ascoltare con piacere senza rimpiangere troppo il fratello maggiore: non trovo abbia senso spendere migliaia di € per “parcheggiarli” in un impianto che viene usato poche ore a settimana. Complice anche un piccolo infortunio estivo e qualche prestito/vendita da fratelli e amici ho avuto modo di provare con soddisfazione i seguenti componenti:

Ho avuto modo di provare i diffusori anche in contemporanea e devo dirle che gli Elac (ma presumo lo immagini già) mi hanno scompaginato i piani. Il confronto diretto li vede perdenti in termini generali, con le torri che scendono agevolmente molto più in basso e hanno un suono più “presente”...però. Nel lungo periodo, vorrei costruire questo impianto con un suono molto dettagliato e d'impatto, il suono che sto cercando anche giù, nell'impianto principale.
In questo le Elac si sono dimostrate vincenti: con le b&w, appoggiate su feltrini di fortuna, ho avuto l'impressione che avrei dovuto lavorare troppo sull'ambiente. Rimbombi da tenere a bada, bassi fuori controllo alzando il volume. Dovrei probabilmente lavorare sull'ambiente, aggiungere cuscini, tende, tappeti (che però ci sono già).
Le Elac, invece, pur creando un minimo (ma poco poco) rimpianto in basso, si sono dimostrate delle “lame”. A volume medio-alto, in certi momenti mi sono proprio trovato a pensare “ecco, questo è il suono giusto”. Che punch micidiale e che palcoscenico. E niente rimbombi e bassi sbavati: asciutti e precisi. Veramente divertente, considerato poi che un impianto così si mette insieme, ampli e casse, anche ad acquistare tutto nel nuovo, con poco più di 400€.
L'idea iniziale, quindi era quella di mettere un paio di torri a pavimento in una stanza tutto sommato non piccola, da cercare nell'usato: pensavo fossero sempre e comunque meglio delle torri, rispetto a dei diffusori da scaffale, per quanto ottimi. Avevo (ho?) in mente delle B&W 683 o 603 (che a cercare bene si trovano intorno ai 5-600€), e le chiederei in quale altro brand potrei trovare un suono simile oltre a quelli a me noti Monitor Audio e B&W (forse mi piace il “british sound” a mia insaputa). Ho visto dei modelli interessanti (torri B&W 602.5 a meno di 400€) nell'usato ma non ho ancora avuto modo di ascoltarli. Kef? Elac F 5.2? E se invece, dopo l'esperienza d'ascolto che mi ha tolto certezza, la scelta giusta fossero proprio dei diffusori da scaffale, anche di dimensioni generose? Perché non un paio di Elac (magari le b6.2) o ancora dei B&W 602, che ho visto nell'usato qui in zona. Oppure...altro?
Meno tribolazioni con i bassi, meno paranoie audiofile e semplicemente musica. Devo dire che se da un lato non vorrei pentirmi della scelta e avere “rimpianti” sul lungo periodo, da un lato questa soluzione più facile mi attira molto. Tra qualche settimana restituirò le Elac e al loro posto rimetterò temporaneamente delle Scythe kro kraft di mia proprietà che ho già in casa ma a cui onestamente chiedere di sonorizzare questo ambiente mi sembra un po' troppo. Lei verso cosa si orienterebbe? Torri con probabile annesso lavoro di ottimizzazione ambientale (e mal di pancia fino al raggiungimento del risultato) o diffusori da scaffale e tanta musica, meno bassi, ma pronta e godibile subito?
[Sala d'ascolto]
[Sala d'ascolto]
Impianto principale: Arcam IRDacII, Arcam FMJ A-18, Monitor Audio Silver Rx-8 con cavi Supra Rondò per biwiring.
[Sala d'ascolto]
[Sala d'ascolto]

L'impianto mi accompagna ormai da una decina d'anni (Dac a parte) e ci sono quasi legato “affettivamente”, essendo il mio primo impianto hi-fi “serio”. Come sorgenti uso un buon lettere Blue-Ray Yamaha per i cd (collegato a uscita coassiale al Dac) oppure lo smartphone con Tidal HI-FI (non quella base), tramite Google Chromecast Audio, collegato via uscita ottica al DAC). L'impianto è sistemato come vede in foto e collegato anche alla tv per film e altro. Per ascolti più mirati, le casse sono spostate avanti grazie alle lastre scorrevoli, altrimenti si trovano nella nicchia (dove rimangono per ascolti di “sottofondo” oppure film).
Complice probabilmente la nuova disposizione, dopo il trasloco, presomi il mio tempo per riabituarmi a conoscerlo ho notato un certo ammorbidimento dei bassi che persegue anche dopo aver tappato i reflex posteriori con apposite spugne. A sentirlo bene si fa fatica a trovare un “difetto” vero e proprio: il suono è naturale ma non c'è “punch”. Siccome credo di conoscere i diffusori e ho avuto modo di sentirne di uguali in giro per negozi con amplificazioni diverse (classi D, Cambridge audio) credo purtroppo di essere giunto alla conclusione che forse non mi piace più il suono del mio amplificatore o sono cambiati i miei gusti.
Anche l'immagine e il palcoscenico mi paiono un po' ristretti, con un suono che “non si apre” e spesso resta lì dove sono i diffusori. Insomma, manca l'effetto “wow” che mi accompagnato per anni ascoltando questo impianto. Sono molto indeciso sul da farsi perché l'impianto è usato molto dalla famiglia anche per ascolti di sottofondo e lunga durata: il tipo di suono che c'è ora è forse l'ideale, “piacione” e non disturba, solo che non “mi emoziona” più (siamo oltre al first problem, non nego di provare un certo imbarazzo).
Pensavo di provare a cercare nell'usato e senza fretta un Cambridge audio CXA-60 (molto difficile da trovare e comunque forse un sidegrade) un Cambridge Audio Azur 851A o un Naim Nait 5Si. Il budget non è preciso, diciamo sotto i 1000€ per non rendere, a quel punto, i diffusori un collo di bottiglia (è un gioco al massacro, questa audiofilia!)
Ovviamente potrei mitigare lavorando un po' sui controlli di tono dell'Arcam: togliere la funzione “direct” e sto facendo qualche prova in questo senso. Oppure trovare dei diffusori meno generosi per questo impianto e, magari, portare i Monitor Audio in quello secondario. Quale altra strategia (anche senza cambiare ampli) o prodotto consiglia per ridare quel “punch” in più ai diffusori o all'impianto?
Sono stato molto lungo e noioso, spero non troppo.
La ringrazio in anticipo per il tempo che vorrà e riuscirà a dedicarmi.
Grazie,
Giordano - E-mail: giovaneskywalker (at) gmail.com

LC
Caro Giordano,
per il secondo impianto starei tranquillo e punterei a dei bookshelf, che potrebbero essere i Debut B6.2. Per l'impianto principale, posto che il problema credo sia la disposizione conseguente al trasloco, visto che prima ti soddisfava maggiormente, io proverei con un amplificatore meno sornione del tuo Arcam. Sto pensando a Rega Brio o Naim Nait 5si o XS (usato). Se neppure in questo modo il coinvolgimento dovesse ritornare, allora forse anche i diffusori sarebbero da sostituire con qualcosa di più vivace, tipo Triangle, Klipsch, Focal, Cabasse etc. Proverei, prima, con il nuovo amplificatore. Naturalmente, l'ideale sarebbe poterlo provare nell'impianto prima di acquistarlo, vedi se ti riesce di trovare qualcosa di usato che il venditore o il negozio non faccia troppa resistenza a lasciarti in prova per almeno un weekend. Senza una prova di questo tipo, ovviamente, si tratta di un azzardo. Rischio calcolato, certo, ma sempre rischio.
La prossima volta che scrivi, però, legati le mani, perché per i concetti che hai espresso sarebbe stato sufficiente un terzo dello spazio ;-)
Commento a latere: non sono d'accordo con questa strana filosofia di investire di più nell'impianto “condiviso” che in quello ad uso esclusivo della musica. Lo ritengo assolutamente insensato ma, ovviamente, i soldi sono tuoi e decidi tu come sia meglio spenderli!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Giradischi Auna TT Massive
Caro Lucio,
alcune settimane fa ti avevo scritto preannunciandoti, tra le altre cose, una recensione del giradischi Auna TT Massive. Come promesso, torno a scriverti per darti le mie impressioni sull'oggetto, che purtroppo non sono esaltanti, tanto è vero che dopo un paio di giorni di test, ho preferito restituirlo di gran carriera.
Intendiamoci: il giradischi faceva la sua figura. Un bel braccio, molto simile a quello del Project Debut, se non addirittura migliore, e anche se privo di antiskating, il contrappeso dava l'impressione di maggiore solidità. Un bel piatto in ghisa abbastanza pesante e una costruzione generale abbastanza robusta. La testina, che a prima vista sembrava una Audio Technica AT91, era un effetti una AT 3600, più indicata per un utilizzo DJ che non per il solo ascolto Home, dato il peso di lettura suggerito, tra 3 e 4 grammi. Ma la testina può essere sostituita. Gli unici due (grossi) nei, che mi hanno fatto optare per la restituzione, sono stati:

Insomma, una delusione. È il caso di dirlo, i progettisti si sono persi in un bicchiere d'acqua. Un vero peccato.
Un caro saluto,
Stefano - E-mail: stefrico (at) alice.it

LC
Caro Stefano,
grazie per il prezioso feedback! Peccato, sarebbe stato bello se tutto avesse funzionato alla perfezione! Magari sei incappato in un esemplare difettoso. A me accadde una cosa analoga con un lettore CD Auna: il primo esemplare in prova aveva un difetto evidente, il rumore del motore e della meccanica passava attraverso il segnale e andava dritto nei diffusori. Chiesi un secondo esemplare, confidando nel fatto che il primo fosse danneggiato o difettoso per qualche motivo. Anche il secondo esemplare presentava lo stesso tipo di difetto, di conseguenza rispedii tutto indietro. Peccato, perché invece l'
amplificatore integrato che avevo recensito qualche tempo prima andava veramente bene. Ovviamente, se qualcuno avesse provato questo giradischi e non avesse riscontrato gli stessi problemi, è pregato di segnalarlo qui su questa Rubrica.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Caro Direttore,
i famigliari di un audiofilo che non è più tra noi mi hanno regalato le sue AR11. Versavano in pessime condizioni, tuttavia gli altoparlanti erano originali. Effettuata ribordatura woofer, pulizia, disossidazione, controllo dei valori dei condensatori del cross, una lucidatina al mobile (bello pesante e sordo) e sono risorte. Qualcuno le chiama le AR 10 pigreco dei poveri, sono sostanzialmente identiche ma senza gli autotrasformatori per il controllo dei woofer. Le ho connesse al mio impianto, posizionate su stand da 40 cm a circa 20 cm dalla parete di fondo, e amplificate da un Mc Ma7000 e un Oppo D103d con dac project pre box S2 come sorgente. Il suono, dopo un opportuno rodaggio dei woofer, mi ha subito colpito per la luminosità e presenza della gamma media che tuttavia, in quanto un po' protagonista, è stata regolata a -6 dB.
Il basso è frenato, ma non talmente frenato da non essere percepibile come quello di alcuni diffusori moderni e asfittici, ed è altresì profondo e potente. La gamma media precisa e in evidenza, la gamma acuta estesa quanto basta e molto pulita. A metà anni 70/inizio 80 gli aggettivi per definire il suono AR erano perlopiù “dure” “asciutte” “vanno bene solo per la classica” e via dicendo...
Niente di tutto questo, mi sono divertito per un paio di mesi e anche quando erano chiamate a riprodurre l'audio di un film catastrofico, come quelli che piacciono a mio figlio, i woofer riproducevano un basso tellurico e profondissimo. Certo con la musica classica e con il jazz decollano, tuttavia sono ascoltabili con gusto anche con il rock dove però, complice una gamma media molto “avanti”, alla lunga potrebbero risultare un po' affaticanti.
Le definirei con un solo aggettivo “naturali”, si fanno ascoltare per ore e ti fanno dimenticare l'impianto mentre ti godi solo la musica. Certo, scordiamoci parametri tipo il dettaglio esasperato, la profondità e la larghezza della scena acustica, la separazione tra gli strumenti, il nero infrastrumentale e tutte le menate audiofile che tanto amiamo, qui c'è solo tanta sostanza elegantemente ingentilita.
Ai loro tempi con il loro modulo dell'impedenza minimo a 3 ohm e con un andamento piuttosto tormentato delle rotazioni di fase, non esistevano molti amplificatori in grado di farle cantare a dovere, motivo per cui sono dell'idea che molti vecchi diffusori, con le amplificazioni di oggi, semplicemente decollano! O perlomeno con questa scusa acquisto ciò che non ho potuto possedere in gioventù! Ho riconnesso i diffusori “residenti”, una coppia di Klipsch Palladium p37f, ed ovviamente sono subito emersi tutti i parametri audiofili di cui si diceva poc'anzi, eppure qualcosa mancava...forse il suono ciccione degli anni d'oro o la nostalgia dei miei 20 anni! Io penso che se l'ascolto di un diffusore sia in grado di smuovere le nostre emozioni, chissenefrega del suono “fighetto” che tanto va di moda ed è pur sempre un suono riprodotto. Ma poi, tutta questa analiticità, dettaglio e ampiezza della scena, esistono nella realtà direttore?
A presto con una mia piccola e umile recensione delle ESB 2010 DCM appena arrivate!
Marco - E-mail: marco.gatti (at) ircc.it

[AR 11]
[AR 11]
[AR 11]

LC
Caro Marco,
grazie per l'ottima e gustosa recensione delle “vecchiette” e per le belle foto! Sia le 11 che le 10pigreco hanno da sempre popolato i miei sogni audiofili. Per tante ragioni tali sogni non si sono mai realizzati, alla fine ho preferito collezionare elettroniche e non diffusori! Attendo con ansia le tue impressioni sulle vecchie ESB!
Per quanto riguarda la tua domanda finale...certo che l'analiticità e la precisione di certi apparecchi o diffusori “moderni” esistono soltanto nella fantasia malata degli audiofili.
Grazie per il feedback e buon ascolto!

Suggerimento musicale della settimana

Liam Gallagher è tornato e continua a litigare col fratello maggior Noel, anzi non ha mai smesso, fin dai tempi in cui erano quella grande band di BritPop nota come Oasis. Qualche giorno fa il fratello Noel ha rilasciato un'intervista nella quale dichiarava che “Come fratello meglio avere Boris Johnson che Liam” :-) Questa è “One of us”, estratta dall'ultimo album di Liam, risalente allo scorso 20 settembre, intitolato “Why me? Why not?”. Per fortuna entrambi i fratellini terribili continuano anche a saper scrivere belle canzoni, anche se il momento d'oro Oasis non tornerà più.

Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!

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