Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 2/10/2021 - 9/10/2021

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  1. Cassa con 50 altoparlanti da 8 cm?
  2. Upgrade dell'impianto
  3. Sorgente "Tuttofare"
  4. Suggerimento musicale e fonometri
  5. MayRecords Cork Mat feedback
  6. Finali ZeroZone?
  7. Re: Diffusori mini ma non troppo
  8. Upgrade amplificatore
  9. Nuovo DAC Pre
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Cassa con 50 altoparlanti da 8 cm?
Buongiorno TNT-Audio e professor Lucio Cadeddu,
vi seguo dalla seconda metà o fine anni '90 (non ricordo) e desideravo sapere per curiosità se creando una cassa elettroacustica con 50 altoparlantini (di buona qualità e ad equipaggiamento mobile molto leggero per cono ed avvolgimento di rame fino: pochi watt ciascuno) dal diametro di 8 cm l'uno, tutti eguali, fissati su pannello di un metro per 50 cm circa, posteriormente caricato come si voglia (cassa chiusa, leggermente a tromba, a labirinto ecc.), si otterrà una piena banda acustica reale poiché ogni singolo altoparlantino restituirà bene gli acuti e medio-acuti per il fatto della sua leggerezza inerziale mentre l'insieme della superficie di tutti e cinquanta gli altoparlantini sarà eguale a due altoparlanti da 40 cm di diametro, considerato, da un audiofilo non italiano di cui non ricordo il nome, il mezzo minimo per ottenere degli autentici bassi acustici.
Se sì, sono già state già approntate in commercio casse di questo tipo, a decine d'altoparlanti, un po' come negli amplificatori a valvole senza trasformatori d'uscita ci sono decine di piccole valvole poco potenti? Se no, perché mi sbaglierei?
Potreste descrivere in un articolo il principio di questo "miracolo" della fisica, se tale è?
Adoro l'onestà intellettuale (che rima colla sua indipendenza intellettuale) del professor Cadeddu; un riferimento in un panorama di gente venduta al potere ed al denaro.
Grazie e cari saluti.
Marco - E-mail: marco.cosentino (at) gmx.fr

LC
Caro Marco,
mettiti comodo, inizio con un consiglio generale. Premessa: la storia dell'elettroacustica è vecchia di oltre un secolo. Se in tutto questo tempo un'idea del genere non si è fatta strada, non dovrebbe venirti il ragionevole dubbio che, forse, non possa funzionare? Perché non mettere 200 piccoli motori da 1 CV al posto di un motore solo da 200 CV? Te lo sei mai chiesto? Allora, cominciamo da un assunto, che viene dalla fisica: la sorgente ideale è puntiforme. Quindi già mettere insieme 50 sorgenti tutte uguali non deve essere un'ottima idea, perché è quanto più distante ci possa essere dall'ideale fisico. Secondo aspetto: un altoparlantino da 8 cm ha limiti fisici che non possono essere superati: può riprodurre solo un limitato range di frequenze, e non può scendere né troppo in basso né salire troppo in alto. E 50 di questi non potranno fare di meglio, visto che sono tutti e 50 con le stesse limitazioni meccaniche. Altrimenti, portando il ragionamento agli estremi, potrei pensare di mettere insieme 100 tweeter e ottenere un basso da subwoofer. O, perché no, tanti woofer e ottenere la gamma altissima. Inoltre: perché limitarsi a 50 altoparlantini? Se aumentare il numero equivale a ottenere un suono migliore, perché non metterne 100 da 4 cm, ad esempio? O 200 da 2cm?
Per lo stesso motivo non si fanno squadre di basket composte da 40 nani.
Terzo aspetto: chi dice che serve un woofer da 40 per sentire dei veri bassi non ha mai ascoltato dei buoni woofer di dimensioni più piccole. Esempio famoso: le Klipsch Heresy hanno un woofer da 30 cm, dovrebbero scendere agli inferi con una potenza devastante, eppure producono bassi meno profondi di diffusori con woofer molto, molto più piccoli. Poi, certo, capisco che vedere dei padelloni giganti, così come degli amplificatori molto grossi, possa indurre, psicologicamente, di essersi messi al sicuro da eventuali mancanze. Qualcuno crede che la stessa cosa sia vera per le dimensioni del pene. Eppure...
Facciamo chiarezza con qualche dato geometrico ed elettroacustico: il diametro di un woofer è solo uno dei parametri importanti. Un woofer deve spostare una colonna d'aria (superficie di base x altezza). Per farlo, il diametro (ossia la superficie di base della colonna) non basta: serve l'altezza, ovvero l'escursione della membrana. Grandi woofer hanno, in genere, un'escursione limitata, quindi la colonna d'aria che riescono a spostare potrebbe essere identica, o inferiore, a quella spostata da un woofer più piccolo ma dalla grande escursione. E questo è il solo fattore “geometrico”. Poi c'è quello elettromeccanico: pensa all'altoparlante come a un'automobile e al complesso magnetico come al suo motore: un'auto grande ma pesante spinta da un motore potente ha prestazioni inferiori a una piccola auto spinta da un motore meno potente (come ben sanno i progettisti di Formula 1 o di auto come le Caterham o certe Lotus). Per questo spesso si usano due o tre woofer insieme, anziché uno solo più grande: i motori che spingono queste membrane più leggere possono fare meglio del singolo motore che spinge il padellone che non solo è pesante, ma essendo grande è per forza di cose meno rigido e quindi disperde più energia meccanica quando sollecitato. Ovviamente non bisogna esagerare e arrivare all'estremo di 10 o più woofer tutti insieme!
Tra l'altro, se fosse vera questa idea che hai letto, sul mercato esisterebbero solo casse con woofer da 40 cm, non credi? Purtroppo o per fortuna non è così. E chi afferma il contrario o mente sapendo di mentire o non ha mai ascoltato buoni amplificatori o buoni diffusori di dimensioni umane. Oppure, come è più probabile, non ha mai studiato fisica. Purtroppo la rete pullula di esperti che non vanno oltre la terza media o un diplomino stiracchiato preso a calci nel sedere all'istituto tecnico o, peggio, che hanno studiato alla Scuola Radio Elettra per corrispondenza. Poi in rete diventano tutti esperti di elettronica, di fisica, di virologia, di diritto costituzionale e quant'altro. Se questi esperti avessero trovato la soluzione a tutti i problemi dell'elettroacustica (o dell'umanità, in generale) che progettassero il miracolo e che lo regalassero al mondo. O che lo brevettassero e lo mettessero in vendita, diventerebbero miliardari. Purtroppo le scoperte vere sono frutto di anni, decenni di studio prima e di ricerca scientifica durissima e faticosa poi, ricerca costellata spesso da infiniti trials and errors, ricerca non pubblicata sul web, ma su riviste scientifiche internazionali che sottopongono ogni singola riga scritta al giudizio di un panel di esperti (anonimi) del settore e a test di laboratorio.
Quando si capirà questo, si riuscirà a sfrondare la rete di tutta la fuffa che circola. In questo settore e in altri. E vivremo tutti molto meglio. Non basta avere una tastiera, un modem e un ego ipertrofico, servono competenze vere, ormai sempre più rare, in questo mondo di laureati sul web.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade dell'impianto
Salve Direttore.
Sono felice di ritrovarla sempre assieme a TNT-Audio, il mio sito di riferimento principale per l'Hi-Fi. Il mio impianto, in esercizio in salotto da oltre 13 anni, è così composto:

Seguendo il suo consiglio di un paio d'anni fa, per un upgrade dell'impianto sono partito dai diffusori. Ho sostituito le vecchie Sonus Faber Concerto (bookshelf) con dei diffusori da pavimento Sonus Faber Lumina III. Con mia enorme gioia la qualità sonora del mio impianto è decisamente migliorata, per cui la devo ringraziare.
Ora, mi servirebbe un buon DAC USB per collegare un emulatore di Squeezebox che ho composto a partire da una scheda-pc Raspberry, che ospita il "rip" di tutti i miei CD. Poi, il lettore CD mi sembra diventato intollerante alle ingiurie che il tempo ha inflitto ai miei CD. Infine, quasi quasi l'amplificatore Scythe SDA-1100 Kro kama bay amp, temporaneamente "rubato" ad un impiantino secondario in camera da letto, per certi aspetti mi era piaciuto più dell'ampli titolare (ovviamente a volume moderato).
Per cui pensavo di sostituire quanto sopra con una coppia mono-marca ed esteticamente accettabile (nel salotto regna mia moglie) composta da un amplificatore con un buon DAC USB integrato e da una meccanica CD. Avrei adocchiato due coppie, incidentalmente dal costo simile (ca. 1.500/1.600€): Quale mi consiglierebbe come degna compagna delle Sonus Faber Lumina III? Sono benvenuti anche consigli diversi. A suo avviso questo upgrade porterebbe ad un aumento sensibile della qualità sonora, o per quello va alzato il budget? I miei generi spaziano dalla musica classica (specie per organo) a rock e pop, perlopiù anni 70-80 e quindi talvolta con qualche difetto di incisione da farsi perdonare.
La ringrazio ancora una volta per il tempo che potrà accordarmi.
Cordiali saluti,
Michele - E-mail: michele.filippi (at) tiscali.it

LC
Caro Michele,
tra le due coppie che hai individuato la mia preferenza andrebbe a quella Cambridge, anche tenuto conto del fatto che in questo modo non ti discosteresti troppo dal tipo di impostazione cui sei già abituato. Non esistono molte altre accoppiate monomarca dove si possa contemplare una meccanica di lettura, ormai un po' cadute nel dimenticatoio, per cui non vedo tante alternative possibili. Potresti valutare una coppia lettore CD + amplificatore con DAC (NAD e Rotel, ad esempio, sarebbero candidabili), una scelta che renderebbe il tutto più facilmente rivendibile nel caso di ulteriore upgrade. Una meccanica CD stand-alone è quasi impossibile da rivendere, infatti, mentre un lettore CD integrato si vende con relativa facilità. Naturalmente saresti libero di utilizzare il DAC interno al lettore CD oppure quello integrato nell'amplificatore, dubito riusciresti a sentire differenze apprezzabili. Certo, acquistare un lettore integrato e poi usarlo solo come meccanica di lettura è uno spreco, ma non è detto che tu debba farlo per forza. Puoi tranquillamente utilizzare il lettore CD come sorgente stand-alone e collegare le altre sorgenti agli ingressi digitali dell'amplificatore. Se ti va questa opzione valuta dunque altre accoppiate lettore CD + ampli con DAC integrato dei marchi che ti ho indicato, offrono diverse soluzioni certamente compatibili con il tuo budget. Il passo avanti in termini qualitativi dovrebbe esserci, ma non aspettarti visioni paradisiache.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Sorgente "Tuttofare"
Caro Direttore, prima di porle il mio quesito volevo complimentarmi con lei per una sua recensione di tempo fa del libro "Hi-Fi forever" di Bruno Fazzini, che in questi giorni ho riletto. Ho apprezzato molto lo stile chiaro, critico e garbato come sempre con il quale ha recensito il libro. In seguito alla lettura di quel libro decisi di provare la preamplificazione a valvole abbinandola ad un finale a stato solido e così acquistai nel mercato dell'usato un Lector M.L.A. + Lector Phono Amp (serie fine anni 90), due finali monofonici costruiti da un ingegnere (utilizzano gli LM3886 in una configurazione simile al Jeff Rowland Model 10). Come sorgenti già possedevo un Thorens TD 318 e un Denon UCD10 e dei diffusori bookshelf Cabasse MT-30 Antigua. Con questo impianto ho trovato un mio equilibrio (ammetto che il risultato ottenuto è stato frutto più del caso che di un ascolto, come razionalmente si dovrebbe fare) ed ho spento i bollenti spiriti della infinita ricerca della soddisfazione ma chiaramente resta sempre quello della sperimentazione!
Adesso però avevo intenzione di sostituire la sorgente Denon UCD10 con un apparecchio multifunzione (con radio internet, lettore cd, un ingresso digitale, ma purtroppo per motivi di spazio devo ricercarlo tra i componenti "mid-size" (inferiore insomma ai classici 43 cm di larghezza). Nel panorama Internet ho trovato YAMAHA CDNT670DSI, ADVANCED ACOUSTIC SMART UX1 e volevo chiederle se aveva qualche suggerimento anche su altri tipi di marchi o nel caso se addirittura mi sconsiglia questi tipi di apparecchi che fanno un po' tutto accettando un forte compromesso sulla qualità.
Grazie per la sua cortese attenzione che ci dedica.
Gianpaolo - E-mail: rossomina (at) email.it

LC
Caro Giampaolo,
ai componenti che hai indicato prova ad aggiungere i classici tuttofare di Cocktail Audio. Puoi provare a cercare il modello X12, da poco uscito di produzione ma già dotato di lettore CD, oppure il più recente X14, cui abbinare un CD drive con uscita USB. Non conosco bene i prodotti che hai segnalato, impossibile star dietro a tutte le nuove uscite. I marchi sono sinonimo di qualità per cui non credo dovresti avere sorprese. Non credo che dovrai accettare chissà quale compromesso sulla qualità sonora, non è che il tuo Denon attuale sia una macchina di qualità stratosferica. Anzi, guarda, potrebbe anche darsi che queste macchine tuttofare, utilizzando tecnologie più recenti, suonino persino meglio del Denon precedente. Alla peggio, per un successivo upgrade, potrai pensare di affiancare al tuttofare un buon DAC esterno.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Suggerimento musicale e fonometri
Caro Direttore,
che peso questi 2 mesi senza la rivista! Credo che sentiremo la mancanza di Chris...
Vorrei ringraziare per la scelta del suggerimento musicale, gli Iron Maiden hanno prodotto un album di assoluto rispetto, mi ricorda molto il periodo di Somewhere in Time debitamente rinnovato, quindi sia lo zoccolo duro che il nuovo ascoltatore credo potranno solo beneficiarne. Mi permetto di consigliare l'ultimo album di Marty Friedman “Tokio Jukebox 3”, una miniera di preziose cover J-pop in chiave neoclassica che sto ascoltando molto e stupisce sempre di più.
Vorrei poi rispondere a Giovanni riguardo le misurazioni in ambiente; ho notato che il limite dei fonometri non esplicitamente dedicati all'audio ma al rumore (industriale) è circa 8kHz. Ne ho uno anche io, di livello professionale e purtroppo ha lo stesso limite, se anche quello di Giovanni fosse simile, allora il calo improvviso dopo i 5kHz potrebbe essere dovuto a quello.
Per valutare la pressione sonora cui si ascolta va bene, per tracciare la risposta in frequenza del proprio impianto in ambiente probabilmente meno. Senza spendere cifre considerevoli per strumenti migliori, si può passare alle app, ho usato con soddisfazione “Spectroid” per Android e l'ho trovata più vicina alle misurazioni del fonometro in mio possesso, rispetto a quella JBL.
Chiudo con altri ringraziamenti per il lavoro egregiamente svolto, soprattutto nella rubrica della posta. A presto,
Salvatore - E-mail: s.lamberti (at) jtore.com

LC
Caro Salvatore,
sono felice abbia gradito il suggerimento musicale del nuovo lavoro degli Iron Maiden, che anche a me sembra notevole. Grazie per lo scambio di suggerimenti, ascolterò con attenzione.
Per quanto riguarda i fonometri sì, le alte frequenze sono un problema, e lo sono anche con gli smartphone, che si affidano a microfoni integrati che difficilmente salgono bene oltre 10 kHz. La cosa ha poca importanza, in fondo i problemi maggiori in ambiente si hanno in basso, non in alto. Per la pressione sonora, ci accontentiamo di una stima anche grossolana, per i nostri scopi. Diciamo che serve principalmente per capire quanti watt siano realmente necessari nel nostro ambiente per un ascolto realistico. In genere, sono molti, molti meno di quelli che pensiamo.
Grazie infine per il consiglio su Spectroid, l'ho installato, sembra ben realizzato, anche se la suite JBL Tools è decisamente più completa e, forse, facile da usare.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

MayRecords Cork Mat feedback
Ciao, ho letto la posta di
questa settimana e in particolare la lettera relativa all'oggetto, in cui chiedevi feedback, ed eccomi qui! Ovviamente ho comprato anche io il mat, e ne sono molto soddisfatto: prima ascoltavo con una riproduzione del Ringmat (sempre con ricetta TNT!) di cui ero soddisfatto, ma questo lo ha soppiantato perché mi sembra proponga un suono più corposo, meno asciutto Per quanto riguarda i residui, ho notato anch'io la comparsa di una sorta di una polvere di sughero sul lato appoggiato, niente però che non si possa togliere con la solita spazzola con setole in carbonio (ti allego foto).
Credo che aspirare il tappetino con un aspirapolvere non serva a granché, perché immagino che sia un residuo dovuto ad un qualche degrado del sughero, quindi si riproporrebbe di nuovo dopo l'aspirazione ma ci proverò; mentre non ho ben idea di cosa possa succedere spruzzando un leggero strato di un mix di colla vinilica e acqua, se dovessi provarlo in futuro ti farò sapere.
Saluti e sempre grazie per il tuo/vostro lavoro.
Luca - E-mail: panluca (at) gmail.com

[MayRecords Cork Mat]

LC
Caro Luca,
grazie anche a te per il feedback! Strano, sull'esemplare che ho recensito non ho notato residui di lavorazione, magari basta anche solo un lavaggio con acqua e sapone e panno in microfibra. Quelli che vedo in foto mi sembrano i soliti pelucchi che il vinile attrae quando c'è elettricità statica, non mi sembrano granelli di sughero. Certo, se il fenomeno dovesse ripresentarsi ripetutamente sarebbe antipatico! Chissà, magari dipende anche da quanta elettricità statica si carica sul piatto del giradischi, sul mio in effetti ce n'è poca. Prova eventualmente la soluzione che hai pensato tu e tienici aggiornati!
Grazie per il prezioso feedback!
Lucio Cadeddu

Finali ZeroZone?
Caro Lucio,
ogni tanto ci risentiamo dato che lei è un riferimento per me imprescindibile e il mio set up è migliorato anche grazie a sue piccole considerazioni sempre preziose. Ultimo contatto nel
Vol. 783 dove stavo valutando di cambiare diffusori. Per i tuoi lettori l'impianto è il seguente:

Ora le Amator sono su piedistalli da me costruiti (mi son divertito a copiare gli originali) e non più sulle slitte come in passato e il suono e l'estetica ne hanno beneficiato non poco, soprattutto il primo. Come le dicevo, sono molto soddisfatto se ascolto jazz, blues puro, alcune tipologie di classica. Andando sul rock o sull'ampio orchestrale invece l'impianto mi sembra troppo seduto, non abbastanza dinamico e poco dettagliato. Incisioni pessime a parte, anche quelle un poco più più sofisticate non rendono, secondo me, come dovrebbero.
L'ambiente non è dedicato e non escludo potenziali impatti ma in linea generale non mi sembra cosi malvagio (il tappeto mia moglie non lo vuole, è allergica). Poiché l'opzione cambio diffusori si sta allontanando, considerando la difficoltà di poterli ascoltare nel mio ambiente e per l'amore sviscerato che ho nei confronti degli attuali (che spesso mi fanno ancora venire la pelle d'oca), mi sta venendo la curiosità su questi monofonici ZeroZone ammazzamostri, a leggere la tua recensione. Userei il Marantz come Pre.
Pensi possa aiutarmi a migliorare l'impostazione generare con punch e dettaglio da me ricercati o sarebbe una castroneria rispetto alla configurazione attuale anche considerando la differenza sulla carta degli apparecchi? Dirai, per 300€ pigliali, provali e non rompere a me! Effettivamente non sarebbe una risposta tanto peregrina se non fosse che su questo fronte mi muovo sempre più cautamente e il metti-togli raffazzonato mi stanca un po' come idea, soprattutto per progetti che potrebbero non essere né in cielo né in terra. Quindi una tua pre-considerazione a riguardo mi farebbe molto contento. Certo accendere 4 apparecchi e complicazione cavi non sarebbero il massimo ma se il beneficio supera, perché no.
Grazie per quello che fai da anni, spero di non arrecare fastidio o noia (altrimenti, semplicemente, ignorami anche se non è nel tuo stile ;-))
Un carissimo saluto,
Luca - E-mail: morettomail (at) gmail.com
[Sala d'ascolto]

LC
Caro Luca,
l'ambiente non è malvagio, in effetti, e quel che senti è un cocktail di impostazioni simili: sia le Amator che il Marantz non sono esattamente pimpanti per i generi musicali più ritmati e impegnativi. Ai finali ZeroZone non manca certo lo sprint con questi generi musicali quindi sì, secondo me sarebbe un bel passo avanti. Diciamo che se anche con gli ZeroZone il suono non dovesse svegliarsi, i problemi sarebbe da cercare altrove!
Usare il PM17 come pre però sarebbe uno spreco, meglio abbinare un pre puro e semplice, anche passivo, meglio se a trasformatori. In tanti mi chiedete quale pre acquistare per questi finali, come se ci fosse necessità di un pre specifico. Qualunque pre andrà benissimo, purché non ne mortifichi le prestazioni. Infine sì, sono d'accordo con te che l'impianto si complicherebbe e non poco, però qualche settimana fa un lettore parlava di una versione stereo (o addirittura integrata!) degli ZeroZone, che mi sembrava di aver visto mesi fa ma che ho cercato ora senza successo. Questa ti eliminerebbe un componente di troppo. Tieni conto che comunque sono molto piccoli, stanno facilmente ovunque, affiancati o impilati uno sopra l'altro.
Prima che mi dimentichi: bellissimi i cloni degli stand SF originali, bravissimo!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Re: Diffusori mini ma non troppo
Faccio riferimento alla sua risposta a Renato
Diffusori mini ma non troppo (Vol. 974) e sono dell' avviso, per la stima del lavoro svolto da lei e dalla sua rivista on line, che una stroncatura così perentoria per i diffusori entry level della Polk (T15) che possiedo, meriterebbe un approfondimento.
Infatti tutte le condizioni iniziali sono a favore del Polk: a parità di dimensioni (circa) pesano infatti più del doppio dei Lonpoo LP42, hanno una potenza massima di uscita in watt maggiore (100 contro 75) con altoparlanti tecnologicamente equiparabili (pur con dimensioni diverse) e sono prodotti da una casa costruttrice conosciuta (che tra l'altro offre una garanzia di 5 anni).
Fra l'altro nel database dei diffusori testati dalla rivista ho trovato la recensione abbastanza lusinghiera di un Polk RT15, che monta i soliti altoparlanti del T15. Stante le premesse, la loro qualità acustica inferiore potrebbe essere conseguenza di una progettazione inadeguata (o non particolarmente audiophile), forse per non cannibalizzare i suoi prodotti di classe superiore?
Sul suo sito, la Polk dichiara tra l'altro di aver preso per tali diffusori il DNA della serie Monitor per adattarli all'audio moderno (è solo pubblicità?).
Cordiali saluti,
Angelo - E-mail: parmangy (at) gmail.com

LC
Caro Angelo,
il mio scrivere che le Lonpoo sono di altra categoria non equivale a una stroncatura delle tue Polk T15! E la nostra recensione delle RT15 risale a ben 20 (venti) anni fa. Il mondo cambia. Queste tue Polk non hanno niente di particolarmente sbagliato, sono le Lonpoo ad essere completamente fuori mercato. È inutile confrontare prezzi, cm, diametri degli altoparlanti e quant'altro: questi microbi montano dei driver che, forse per puro caso, forniscono una prestazione sonora assolutamente al di sopra della concorrenza, e non solo di quella di pari prezzo. Parlo di diffusori che costano diverse volte il prezzo di questi diabolici minidiffusori. Qualcuno ha venduto delle Sonus Faber Electa per tenersi le Lonpoo. Qualcun altro ha dato via le SF Minima. E altri confronti li avrai letti qui sulla Rubrica della Posta. Non credo siano tutti vittima di un'allucinazione. Poi, certo, qualche negazionista si trova sempre.
Ti rivelo un piccolo segreto/anticipazione: sto provando la versione attiva, le LP42X. Per metterle a dura prova le ho confrontate fianco a fianco con le M-Audio BX8 D3, ultima incarnazione di un monitor attivo che suona bene e che ha un ottimo rapporto qualità/prezzo, osannato dagli studi di registrazione e dai musicisti di tutto il mondo. Mi aspettavo una debacle delle piccoline. Ebbene, profondità della gamma bassa a parte (e vorrei vedere!) su tutto il resto le Lonpoo vincono a mani basse: dinamica, velocità, trasparenza, dettaglio, pulizia, naturalezza, immagine. Tutto. Persino la gamma bassa, pur meno estesa, ha più articolazione, controllo, dinamica e realismo (a patto di tenere i diffusori abbastanza vicini alla parete di fondo). Il mio amico musicista, docente al conservatorio e compositore, proprietario delle M-Audio, ha deciso di metterle in vendita ed era visibilmente urtato. È uno che per lavoro è abituato a sentire i suoni reali degli strumenti, non un audiofilo facilmente impressionabile o con pregiudizi. Tra l'altro, il suo giudizio sul confronto era persino più spietato del mio, e tutto a favore delle Lonpoo, mentre io cercavo di correggere il tiro :-)
Le M-Audio costano circa 280/300€ la coppia, hanno un woofer da 20 e un'ottima amplificazione interna. Le LP42X costano 89€ la coppia, montano un wooferino minuscolo e una schedina in classe D con un TPA3116 sottoalimentato che ne limita un po' le performance. Devo aggiungere altro?
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Upgrade amplificatore
Buongiorno Direttore,
le scrivo nuovamente per qualche consiglio circa il miglioramento del mio attuale impianto. Seguendo i suoi consigli, il mio orecchio e la voglia di sempre presente di migliorare la configurazione iniziale sono arrivato a questo punto:

Ho iniziato anche ad inserire bass trap e altri correttori per migliorare l'acustica della stanza di ascolto. Sono molto contento del Rega e delle Elac, a cui sono arrivato passando da delle Sonus Faber Concertino e Lonpoo. Vorrei ora valutare delle alternative al Rotel, amplificatore che inizia ad avere una ventina di anni per avere un integrato più moderno che mi consenta di ascoltare vinili e musica liquida. Non ho l'esigenza di altre 1000 connessioni. Mi piacerebbe un prodotto con già un DAC interno per ascoltare musica liquida da Tidal/Spotify con il cellulare come controller. Budget indicativo 1000/1300€.
Per quando riguarda lo stadio phono non so se, in amplificatori di questa fascia, ha senso vendere il Black Cube e usare lo stadio MM interno, al momento non vorrei passare ad una MC (ma accetto sempre suoi suggerimenti).
Vorrei rimane sul nuovo se possibile, secondo lei quali potrebbero essere dei prodotti equilibrati rispetto alla mia configurazione?
Grazie mille per il suo aiuto, non sa quanto mi è mancata la sua rubrica nei mesi estivi!!!
Un saluto,
Renzo - E-mail: renzo_lazzarini (at) hotmail.com

LC
Caro Renzo,
sono d'accordo che le Debut Reference meritino qualcosa di più. L'idea dell'integrato mi piace, ma non non lo cercherei con ingresso phono, visto l'ottimo Black Cube. I nuovi integrati Rotel hanno tutto ciò che ti serve, ad esempio - per la cifra che hai indicato - ci sarebbe l'A14, dotato di DAC integrato con ingressi elettrico/ottico SPDIF LPCM (fino a 24-bit/192kHz), PC-USB con MQA, Bluetooth AAC aptX, è pure Roon Ready e quant'altro. Ha anche un ingresso phono, magari puoi provarlo a confronto con il Black Cube, ma dubito possa suonare altrettanto bene.
In alternativa, qualora desiderassi un'impostazione forse un po' meno vivace, potresti valutare un integrato NAD come il C 368, intorno ai 1000€, anch'esso dotato di connettività digitale spinta. Vedi se ti riesce di ascoltare qualcosa direttamente coi tuoi diffusori. Non aspettarti grandi stravolgimenti, ma di sicuro qualcosa dovrebbe migliorare, almeno in termini di dettaglio e trasparenza. In più avresti il vantaggio di un sistema più semplice da usare, con meno componenti e quindi con un percorso del segnale molto più breve.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Nuovo DAC Pre
Gentilissimo direttore, Le chiedo un consiglio su un DAC pre che dovrebbe sostituire il mio Cyrus DAC pre XP (si surriscalda anche in stand-by). Sulla scorta della sua recensione ho acquistato d'impulso una coppia di ZeroZone IRS 2092 e quindi dovrebbe interfacciarsi con questi ampli. Gli altri componenti sono:

Il budget non dovrebbe superare i 5/600 indifferentemente tra nuovo e usato.
La ringrazio anticipatamente con i complimenti per la qualità e correttezza della sua rivista.
Roberto - E-mail: robertomuratore59 (at) gmail.com

LC
Caro Roberto,
qualche tempo fa ho positivamente recensito il DAC/pre
NuPrime DAC9, ora disponibile in versione SE, a circa 1000€. Potresti fare uno sforzo e prendere questo oppure cercare il precedente DAC9 usato. Ancora nell'usato recente, potresti cercare un NAD C510. Sono interessanti anche il Pro-Ject Pre Box DS2 Digital e il Rotel RC-1572 MKII, che hanno ingressi digitali e analogici. Sforano entrambi il budget che ti sei prefissato, ma potresti cercarli usati, nel caso. Vedi cosa riesci a reperire e sentiamoci di nuovo per una scelta finale.
Non ci hai detto come hai trovato i finali ZeroZone, credo che in tanti sarebbero stati interessati alla tua opinione. Più pareri e abbinamenti riusciamo a collezionare e più si ha un'idea precisa del carattere e delle prestazioni di questi piccoli gioiellini. È vero che c'è la mia recensione, ma pareri diversi, di appassionati con gusti diversi e impianti diversi possono essere molto utili. Come dico sempre: mai credere troppo alle recensioni! Più pareri - purché di persone che sanno come si ascolta - danno una garanzia maggiore. Questo che segue ne è un esempio perfetto.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Ho finalmente provato i nuovi ampli
ZeroZone irs2092 da Lei così entusiasticamente recensiti poco più di un mese fa. È stato l'acquisto più sorprendente della mia vita audiofila. Ebbene, dopo le prime, poche, ore nelle quali suonavano un po' cupi e frenati, hanno fatto in brevissimo tempo quasi scomparire il mio riferimento (Musical Fidelity A300) con le mie Magneplanar 1.4. Difficile raccontare le sensazioni provate (parafrasandoLa potrei descrivere il mio sorriso beato): come non aver mai ascoltato un "vero" amplificatore fino ad oggi. Ogni parametro migliorato di diverse spanne.
Il suono che sono in grado di esprimere è davvero di primissima qualità: la sensazione di ascoltare il nastro master è tangibile e a tratti sbalorditiva, il dettaglio c'è tutto anche nelle situazioni più complesse che vengono affrontate con totale naturalezza. Altrettanto incredibile la dinamica: paradossalmente i diffusori sembrano sforzarsi di meno nonostante stiano suonando forte come non mai, probabilmente grazie al fattore di smorzamento che è certo molto alto, le membrane dei diffusori sono governate con totale fermezza e mai lasciate andare a incontrollate oscillazioni. Ci troviamo di fronte certamente a bestie in grado di pilotare con estrema disinvoltura qualsiasi diffusore esistente. La qualità è davvero altissima. Francamente non riesco a trovare difetti evidenti. Ogni mio CD o file SACD suona molto meglio di prima, e questo mi ha un po' stupito: mi aspettavo di sentire suonare "peggio" alcune registrazioni che ritenevo un po' scarse, invece niente. Tutto migliorato. Certo che si percepisce ora molto molto bene, invece, il livello di compressione della registrazione originale. Attendo con curiosità altre prove più tradizionali per vedere dove potranno essere trovati i difetti, ma francamente mi aspetto recensori alquanto imbarazzati. Sarei quindi altrettanto curioso di sentire confronti seri con apparecchi dai prezzi magari a 4 zeri.
Qualche mese fa avevo avuto l'occasione di provare i decantati Hypex mc400, e anche degli Icepower della Rouge, tanto per rimanere in classe D, ma qui siamo davvero su un altro pianeta.
Ho fatto benissimo a fidarmi della Sua splendida recensione. Grazie di cuore. Grazie ancora.

Gentile Direttore,
dopo altri 20 giorni di ascolti attenti, vorrei aggiungere qualcosa alle già ottime sensazioni iniziali, e non posso che ribadirle accentuando ancor più alcuni aspetti. Con le Magneplanar questi stupendi ZeroZone sono davvero pazzeschi. Riescono a "governare" i pannelli delle Maggie in modo impressionante, dimostrando ancor più quanti questi diffusori, se pilotate a dovere, non hanno alcun bisogno di un sub affiancato e sono in grado di esprimere una gamma bassa granitica e molto ben articolata. Dopo un mese la gamma più acuta si è fatta ancor più raffinata e sembra aver perso quella lieve rugosità che all'inizio lasciava trapelare. La dinamica è assolutamente reale tanto che mi trovo a confermare appieno l'osservazione, nella Sua recensione, per cui questi ampli permetterebbero davvero di poter sentire in modo chiaro le diverse tipologie di ripresa sonora e di registrazione. Aggiungo per concludere che anche la scena, i primi giorni un po' poco profonda, sembra aver acquistato le giuste dimensioni, tanto da far sentire con facilità i diversi piani sonori.
Ho programmato sedute di confronto con ampli molto quotati, e sarà mia cura aggiornarLa sui risultati.
Klaus - E-mail: klausspo (at) iol.it

LC
Caro Klaus,
grazie per il dettagliato resoconto delle tue prove, ancor più interessanti perché eseguite con dei diffusori non difficili da pilotare ma molto, molto trasparenti, che quindi non perdonano eventuali mancanze dell'amplificazione. Ebbene sì, questi giocattolini sono davvero così straordinari. Via via che pubblicherò le vostre impressioni capirete come nella mia recensione abbia usato toni quasi contenuti, rispetto a ciò che questi finali riescono a fare. Non è tanto una questione di costo, il prezzo ridicolo di questi finali ce lo possiamo tranquillamente dimenticare e giudicarli in maniera assoluta, come qualche altro lettore ha fatto e del quale vi riferirò. Tu ti aspetti “recensori alquanto imbarazzati” ebbene no, non accadrà. Perché? Per due ragioni: 1) non si può fare uno sgarbo simile al mercato e 2) nessuno corre il rischio di perdere la propria credibilità di esperto di prodotti ultracostosi con dei giocattoli così economici. E c'è pure un terzo motivo, latente, persino inconscio: se io recensore scrivo che questi amplificatori sono niente di che, automaticamente passa il messaggio che io recensore ho gusti più raffinati degli altri. Non solo, ma mi attiro le simpatie e guadagno punti di credibilità nella platea degli audiofili con la puzza sotto il naso che mai e poi mai ammetterebbero che i loro finali ultracostosi sono bastonati da questi mostriciattoli economici. Quindi no, non leggerai firme ufficiali recensire questi finali, credimi. La cosa ha importanza? No, perché queste firme ufficiali fanno parte del vecchio carrozzone HiFi, prono schiavo umile di un mercato che non ha più alcun senso di esistere. Si spalleggiano a vicenda. Finché dura.
Ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Suggerimento musicale della settimana

Esce il terzo album in studio di Alessia Cara (al secolo Alessia Caracciolo), artista canadese di chiare origini italiane, calabresi per la precisione. Vincitrice del Grammy per il miglior artista esordiente nel 2018, questa 25enne ha talento da vendere. Dall'album In the meantime ascoltiamo questa dolcissima “Best days”.

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