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Lettere alla Redazione di TNT-Audio

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I volumi della posta precedente

  1. Primo impianto con circa 1000 €
  2. Problemi di acustica
  3. Razzismo finanziario?
  4. Garanzie e serietà
  5. Voglia di upgrade totale
  6. Sulla Classe D
  7. Ancora sui prezzi italiani dell'HiFi
  8. Re: Impostazione timbrica delle B&W
  9. Diffusori Avalon
  10. Value for money, test di Turing, principio d'indeterminazione di Heisenberg

Primo impianto con circa 1000 €
Gentile Direttore,
mi permetto di richiedere ancora i suoi consigli per l'acquisto di un ampli più casse.
Le riassumo brevemente le mie aspettative: ascolto prevalentemente musica classica anche e non disdegno il jazz ed il rock. Prediligo (nei limiti di un budget limitato all'entry level) un ascolto non affaticante, trasparente, a volumi tranquilli e con un suono che riuscisse a ricostruire lo stage sonoro e in più che non vada in crisi in maniera evidente in prossimità dei "forti" orchestrali (belle pretese!! ....dirà certamente Lei!).
Sono consapevole del fatto che queste preferenze dovrebbero farmi optare per l'ascolto di ampli in classe T come T-power e Kingrex (ho letto le recensioni su TNT) che Lei mi aveva consigliato prima delle festività ma mi sono trovato di fronte all'impossibilità di ascoltarli in quanto tutti i rivenditori hanno storto il naso bollandoli come "giocattoli" e quindi disponibili solo su ordinazione (su Playstereo per il Kingrex e sul sito proprietario per il T-Power). Ho quindi fatto un giro per rivenditori hi-fi per potere effettuare qualche sessione di ascolto con componenti più noti.
Ho constatato purtroppo quanto sia difficile potere ascoltare "di persona" in quanto, nonostante la gentilezza di qualche rivenditore (la maggior parte di questi paradossalmente mi avrebbe permesso un ascolto solo se li avessi poi effettivamente comprati!!), è stato impossibile avere a disposizione tutti i componenti che avrei voluto ascoltare nello stesso negozio. Inoltre l'ascolto è stato sempre fatto in condizioni ambientali improbabili (è stato possibile riprodurre solo il triangolo di ascolto ma non essendoci una saletta dedicata l'ambiente era quello del negozio stesso con gente che entrava ed usciva senza la possibilità effettiva di potere assaporare tonalità, ricostruzione scenica etc. se non in maniera del tutto approssimativa.
Un primo rivenditore mi ha fatto sentire in sequenza tre ampli: Rotel RA-04, Nad c315bee e Nad c325bee con diffusori tower Tannoy (che a me non interessavano soprattutto per il prezzo) e tra questi ampli il mio orecchio (non allenato all'ascolto del "suono") mi ha fatto propendere per i NAD e tra questi il più piccolo c315bee.
Un secondo rivenditore mi ha invece consigliato e fatto ascoltare come ampli il nadc320bee e come diffusori PSB AlphaB1 (una leggera carenza di "alti"?), B&W686 (leggermente tendenti ad enfatizzare gli alti e poveri di medi?) consigliandomi inoltre, anche se non le aveva a disposizione, le Focal Chorus 705V in quanto per il "mio" ascolto, a detta sua, sarebbero state indicatissime per la "neutralità" e la "definizione".
Ribadisco che in quelle condizioni ambientali di ascolto, se aggiungiamo anche il fatto che è stata la prima volta che ho cercato in vita mia di ascoltare il "suono" e non la "musica" la confusione dopo gli ascolti è stata maggiore di prima. E' per questo che torno a chiederle un consiglio affidandomi alla Sua pazienza ed esperienza.
Avrei limitato alla fine la scelta alle seguenti alternative per fascia di prezzo.

  1. 1° configurazione: ampli Nad C315bee (40+40w, EUR339) con diffusori Psb Alpha b1 (effic.91dB, EUR269) o B&W686 (effic.84dB, EUR399) o Focal Chorus 705V (effic.89dB, EUR315). Questa configurazione mi permetterebbe con il budget di acquistare anche un Lettore CD Nad c525.
  2. 2° configurazione (un upgrade che ho pensato solo se portasse miglioramenti qualitativi audio e non per aumentare la pressione sonora) ampli Nad C325bee (50+50w, EUR439) con diffusori Psb Alpha b1 o B&W685 (effic.88dB, EUR529) o Focal Chorus 706V (effic.90dB, EUR399).
    Questa seconda configurazione mi permetterebbe di acquistare unicamente un lettore CD JVC XV-N322 (EUR80) (adocchiato e ben recensito su Playstereo)
Cosa mi consiglierebbe?
Mi è stato proposto da un altro negoziante l'accoppiata ampli AudioVideoResearch A-84P (valvolare 13w a canale, EUR399) con casse Proson Conquest 4050 MKII (effic.90dB, EUR350) ma non ho potuto ancora ascoltarla, La conosce? Che ne pensa?
Grazie ancora!!!!!!
Carmine - E-mail: cesposito (at) enav.it

LC
Caro Carmine,
i negozianti che sostengono che le amplificazioni in Classe D siano "giocattoli" vorrei interpellarli da qui ad un paio d'anni, quando non parleranno d'altro e quando non potranno vendere altro. In ogni caso, mi pare poco serio dare giudizi su apparecchi che non hanno mai ascoltato. Va bene tirare l'acqua al proprio mulino, ma c'è un limite a tutto.
Quando ti dovesse capitare di nuovo, prova a far notare che non solo Rotel sta usando moduli in Classe D per i suoi nuovi finali, ma che anche Yamaha, Monrio, Audio Research, Bel Canto, Kharma ed adesso persino Mark Levinson hanno a catalogo prodotti con questa tecnologia. Se fosse tecnologia per "giocattoli" difficilmente sarebbe utilizzata da tali giganti.
Comunque sia, le proposte "alternative" che ti hanno fatto sono tutte mediamente valide, in particolare mi sembra interessante la prima, coi diffusori da decidere in base ai tuoi gusti. Tuttavia, se già ad un primo ascolto i B&W ti sono sembrati troppo enfatizzati in gamma alta, forse non è il caso di correre il rischio. Meglio orientarsi verso i PSB, che hanno un carattere più "docile" e tranquillo. Purtroppo non conosco gli altri apparecchi che ti hanno consigliato ma, in generale, per chi comincia, forse sarebbe meglio orientarsi su prodotti di marche diffuse, così da poter effettuare upgrade e rivendite conseguenti con più facilità...a meno che la convenienza dell'acquisto di marche "nuove" o minori non sia estremamente allettante dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo. Questo, ovviamente, puoi valutarlo solo di persona.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Problemi di acustica
Salve sono Marco da Cuneo, le avevo già scritto per esporle un problema di acustica che purtroppo penalizza l'ascolto nel mio soggiorno. Il mio soggiorno è una stanza di 5m x 3m caratterizzato in prima battuta da una volta a vela che parte 3m di altezza e al centro arriva 3,30 m.
L'ambiente ha inoltre un'apertura piuttosto grande (1,70 m) sul lato lungo. Il problema è il seguente: se io mi siedo sul divano e mi sporgo come dovessi legarmi le scarpe e batto le mani (per intenderci in questa posizione ho le orecchie vicine al tappeto e sono al centro della stanza) si crea una eco metallica veramente intensissima e pungente.
Io per il momento ho costruito una trappola acustica seguendo i consigli da lei indicati e l'ho posizionata nell'angolo secondo me più impestato della stanza, poi ho comprato della rete metallica (una striscia di un metro per tre di lunghezza che ho posizionato trasversalmente al centro della stanza fissata appena sotto la volta. Su questa rete metallica ho posizionato dei pannelli fonoassorbenti piramidali con i coni rivolti in su (verso la volta).
Ho inoltre provato a posizionare dei cuscini negli angoli della stanza in alto vicino all'inizio della volta ed, in ultimo, ho chiuso temporaneamente con delle tende le aperture della stanza. Una volta predisposto il tutto ho riprovato a battere le mani nell posizione sopracitata e il miglioramento, se pure mi sembra ci sia stato, mi sembra minimo. Cosa mi consiglia di fare? E' POSSIBILE CHE LA VOLTA SIA MAL COIBENTATA DA SOPRA (SOPRA C'E' SOLAMENTE UN SOTTOTETTO NON ABITABILE) E PER QUESTO SI CREI UN'ECO NEL MIO AMBIENTE?
La ringrazio anticipatamente della sua disponibilità e le faccio i miei migliori auguri.
P.S. Ancora una curiosità: io ho un audio note m2 collegato ad un mark levinson n29 attraverso dei camac. Questa connessione asimmetrica è buona o sarebbe preferibile cambiare pre per avere una connessione bilanciata (xlr)?
Grazie ancora,
Marco - E-mail: sara.merlino (at) fastwebnet.it

LC
Caro Marco,
il fatto che la volta sia mal coibentata lato tetto dubito possa avere una qualche influenza sulle riflessioni in gamma medio-alta. Certamente ha qualche effetto in gamma bassa, ma trascurabile, almeno rispetto all'entità dei disturbi cui ti riferisci.
Uno dei problemi è senza dubbio dovuto al fatto che due lati della stanza sono di egual lungezza (soffitto e lato corto). Questo certamente non aiuta molto l'acustica del locale. Un altro problema potrebbe essere la tipologia e la quantità di arredo all'interno della stanza. Non descrivi e non fornisci una pianta...mi è dunque difficile fare qualche ulteriore ipotesi. Se, comunque, gli interventi che hai effettuato hanno sortito degli effetti, magari anche minimi, significa che quella è la strada da battere.
La volta a vela, piuttosto che abbruttirla con il trattamento che hai descritto, l'avrei fatta controsoffittare con pannelli ad alto coefficiente di assorbimento acustico. In questo modo non solo avresti "rotto" la simmetria delle due pareti uguali ma avresti ottenuto anche dei benefici termici, oltre che acustici. Ti basta cercare un po' con Google alla voce "pannelli acustici per controsoffitto", evitando i trattamenti di isolamento vero e proprio (che non ti serve) e prediligendo le soluzioni ad alto assorbimento, pensate per migliorare la conversazione in luoghi di lavoro ecc. Ce ne sono di tante tipologie diverse, a seconda della frequenza a partire dalla quale iniziano ad essere efficaci. Con un soffitto a tre metri puoi abbassare di 20-30 cm senza problemi.
Infine, per quanto riguarda la connessione CAMAC, sarebbe piuttosto inutile sostituire un pre come l'Audio Note M2 semplicemente per usare una connessione bilanciata. Per una sostituzione di componente ci DEVONO essere motivi più seri.
Non mancare di tenermi aggiornato,
Lucio Cadeddu

Razzismo finanziario?
Buongiono,
da lettore affezionato le scrivo per sottoporle una questione che inizia a darmi fastidio, sperando in una sua illuminante spiegazione o quantomeno in una sua conferma a riguardo.
Alla morte del mio caro lettore Cd Rotel, e dopo aver acquistato delle casse Aliante cnm ho preso la decisione di sostituire un vecchio amplificatore Rotel e di acquistare un giradischi per completare il mio Hi-fi.
Dopo aver letto molte recensioni in rete e su diverse riviste, mi sono incuriosito verso i prodotti NAD, timbrica simile al rotel nome storico etc. etc.
E qui viene il punto della situazione: pur abitando nella grande ed avanzata Milano, non riesco a trovare un rivenditore / venditore che mi faccia ascoltare i suddetti prodotti!
Faccio notare come per le casse, l'unico rivenditore che io sappia di Milano, sia stato gentilissimo a prepararmele e farmele ascoltare. Ma i prodotti NAD no! sono troppo economici!
Non scherzo, questa la risposta di più di un rivenditore! Facendo i nomi, Spinelli ora fa solo ascoltare i modelli Rotel contenuti nell'offerta del rivenditore, neanche tiene più fisicamente prodotti NAD.
MU altro negozio mi ha spiegato come per prodotti di un così basso profilo non si facciano prove, idem il sito internet VideoSell, da Buscemi quasi ti guardano male se chiedi qualcosa a meno di 6 cifre.
Cosa succede?
Un complotto contro la NAD?
Mi sono perso qualcosa ed ora la Nad fabbrica le sorprese per gli ovetti kinder?
O ormai l'Hi-fi è talmente sdoganato che se non si chiede di ascoltare un ampli valvolare da 20.000 euro manco ti fanno entrare in negozio?
Ringraziandola per l'attenzione la saluto affettuosamente, sperando in una sua comprensiva risposta!
Un saluto
Andrea - E-mail: spedite (at) tiscali.it

LC
Caro Andrea,
il sito del distributore ufficiale per l'Italia (www.audioclub.it) elenca molti rivenditori NAD nella tua regione e persino a Milano! E' poi normale che chi vende un marchio concorrente diretto (Rotel) non abbia alcun interesse a parlar bene di NAD, questo mi pare ovvio.
Trovo preoccupante che si dichiari apertamente che per prodotti di fascia medio-bassa non si possano fare prove d'ascolto....forse si ha paura che l'acquirente scelga il prodotto grazie alla disponibilità del negozio e poi vada a perfezionare l'acquisto online, dove ha maggiore sconto? O, forse più semplicemente, per prodotti di basso impegno economico (rispetto ad altri) il "servizio" inciderebbe troppo sul prezzo d'acquisto? E' vero che esiste la figura classica del cliente perditempo, quello che vuole ascoltare tutto e non acquista mai però fino a prova contraria siamo tutti innocenti, almeno una prima chance dovrebbero concedercela. D'altra parte non si può certo pretendere che il cliente diventi "tale" dopo una sola prova d'ascolto.
La tentazione, neppure tanto velata, è evidentemente quella di spostare il target verso l'alto dove i guadagni sono maggiori e le seccature inferiori.
Possiamo anche dire di non essere d'accordo ma alla fine ogni negozio è libero di scegliersi la clientela che preferisce e non li possiamo biasimare se optano per pochi clienti, ma "danarosi", piuttosto che tanti con un budget limitato.
E' un discorso che ho affrontato tante volte e per il quale non vedo una semplice via d'uscita. Per quanto riguarda il caso specifico NAD, non direi che sia oggi l'ombra di ciò che era ieri. Semmai è il contrario, visto che proprio in questi ultimi anni ha realizzato importanti serie di prestigio come la S o la M.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Garanzie e serietà
Ciao Lucio.
Volevo allacciarmi un attimo alla questione "feedback su playstereo" e sull'argomento inerente alla garanzia. Il sito Playstereo.com è composto da persone oneste, oneste perchè applicano la legge (io anche ci ho speso comprando un TA 10.1). Purtroppo oggigiorno questa è, ahimè, proprio un'eccezione che non conferma la regola. Potrebbe pertanto risultare utile la mia esperienza.
In molti, anzi, in tutti i grandi megastore odierni (Trony, Euronics, Unieuro, PcCity, ecc...ecc...che spesso vendono componentistica Hi-Fi) è presente una strana e bizarra regola interna che scavalca, tranquillamente, la legge dello Stato per la tutela del consumatore.
Dirò della mia esperienza. Mio cugino acquista un lettore CD da tavolo della Yamaha in uno di questi centri. Dopo 2 mesi non funziona più. Lo riportiamo al negozio. Il commesso ci parla di una presunta regola (che conoscevo già, visto che è in vigore in TUTTI questi centri) la quale asserisce che loro non possono prendere in consegna il prodotto difettoso perchè sono passati 7 giorni dall'acquisto. Molto strano.
Il commesso dice che questa nuova "normativa" (haha) prevede che il venditore può cambiare il prodotto solo entro 7 giorni dall'acquisto altrimenti bisogna usufruire della garanzia del produttore. Ora, siccome il più vicino centro della Yamaha è in realtà lontanuccio, di avvalerci della garanzia del produttore non era tanto conveniente. Decido quindi di informarmi precisamente sulla legge della garanzia italiana.
La legge italiana sull'argomento ci dice che il consumatore può avvalersi di 2 tipi di garanzie: del produttore e del venditore, entrambe valide per una durata di 24 mesi. Sono ritornato al centro commerciale con la legge alla mano.
Dopo un po' di insistenza i commessi mi mandano dal direttore, il quale, comincia a parlare di strani regolamenti interni e strane normative. Rispondo, semplicemente, che se non vorrà sostituire il lettore sarò costretto ad inviare una raccomandata A/R di messa in mora. Alla minaccia di una messa in mora, prende immediatamente il lettore CD e ce lo sostituisce con uno nuovo. Qualche tempo dopo vengo a sapere da un amico che lavora in uno di questi grandi centri che loro sanno benissimo di infrangere la legge sulla garanzia, ma si basano sulla buona fede (e sull'ignoranza, non intesa come termine dispregiativo) degli acquirenti.
Morale della favola? Insistenza, una minaccia di messa in mora, due viaggetti dal centro commerciale e un discorsetto al direttore di turno per ottenere un qualcoa che ci spettava nel più pieno diritto delle leggi dello Stato italiano.
Un saluto.
Vincenzo - E-mail: vinfer80 (at) tin.it - www.HardnHeavy.it

LC
Caro Vincenzo,
credo che in effetti ci sia un po' di confusione tra garanzia di 24 mesi e diritto di recesso. Su questa confusione i furbetti ci marciano. Come dici giustamente tu, tutti i prodotti venduti all'interno dell'Unione Europea sono tutelati da una garanzia di 24 mesi. Tale garanzia, a seconda dei casi ed a discrezione del produttore e/o venditore può contemplare la completa sostituzione di un apparecchio riconosciuto guasto per motivi indipendenti dall'uso che ne è stato fatto.
Molto raramente si riesce ad ottenere la sostituzione, ma la riparazione è obbligatoria. Ora, diciamo pure che certi apparecchi economici è più conveniente sostituirli che ripararli, anche semplicemente ragionando in termini di costo orario di manodopera di un tecnico specializzato. E' quel che mi aspetto mi sarà applicato quando porterò in riparazione un lettore DVD al quale, senza motivo apparente, sono esplosi tutti i condensatori. Per me, che conosco il tipo di danno e la sua eventuale "riparazione" (non basta sostituire i condensatori, bisogna capire per colpa di chi siano esplosi) mi pare ovvio che la strada più facile sia quella della sostituzione dell'apparecchio. Vedremo cosa accadrà...sto rimandando sine die la battaglia - che ci sarà inevitabilmente - col centro assistenza.
In ogni caso, insisto nel dire che dobbiamo sottolineare i comportamenti NON virtuosi, affinché diventi chiaro che si tratta di eccezioni e non di "regole". Se invece continuiamo a stupirci per professionisti che applicano correttamente la legge...be', che possiamo aspettarci di buono?
Grazie per il prezioso spunto,
Lucio Cadeddu

Voglia di upgrade totale
Gentile Direttore,
ricorro al suo autorevole e cortese parere per avere un consiglio utile su alcuni miglioramenti che vorrei apportare al mio impianto, collocato in una stanza dedicata di mt. 5x4, e attualmente così composto:

Dopo diversi anni di molto onorato servizio mi piacerebbe incrementare la qualità complessiva dell'ascolto, ricorrendo non necessariamente alle ultime novità proposte sul mercato, ma anche- come credo si comprenda dalla composizione dell'impianto- a prodotti meno recenti, se più appropriati.
In particolare: La ringrazio della tanta pazienza e la saluto molto cordialmente. Buon 2008!
Ignazio - E-mail: citolo (at) virgilio.it

LC
Caro Ignazio,
per decidere un upgrade bisogna PRIMA capire COSA vorremmo migliorare ed in quale direzione e POI quanto saremmo disposti ad investire per questa voglia di miglioramento. Senza questa analisi e questa sintesi temo che si brancoli nel buio e basta. E, ovviamente, questa analisi e questa sintesi non può essere demandata a terze persone.
Migliorare di molto le elettroniche a monte delle LS 3/5A ha senso fino ad un certo punto, visto che ti interessa avere più impatto e punch, due cose che le piccole LS3/5A, pur aiutate dai sub AB1, non potranno mai darti.
Ad un certo punto bisogna rendersi conto che gli oggetti non hanno un'anima e, finito il loro ciclo, incontrate nuove esigenze...bisogna aver il coraggio di metterli da parte. Acquistare una seconda coppia di diffusori da "affiancare" è una pratica perversa e priva di qualunque fondamento logico/pratico. Cambiare impianto a seconda della Musica che si ascolta o, peggio, del "suono" che si vuole ottenere è l'aberrazione più evidente del concetto di HiFi. E' la negazione stessa del concetto di alta fedeltà, quando ricerchiamo ciò che vorremmo ascoltare e non ciò che c'è nei dischi.
Sono sicuro che puoi trovare dei diffusori che non solo fanno meglio delle Rogers nelle aree dove queste fanno bene, ma che saranno in grado di darti un suono finalmente completo e realistico in tutte le altre gamme di frequenza sconosciute alle 3/5A. Alcuni dei diffusori citati, infatti, sarebbero degli ottimi candidati. Dalle Magneplanar alle Quad, passando per Kharma, ProAC e Thiel, magari. Le nuove JBL non le ho ascoltate, ma stiamo parlando di livelli di costo molto impegnativi (circa 13000 €), che richiederebbero uno sforzo equivalente anche lato elettroniche.
Quindi: io sostituirei i diffusori con qualcosa di più "generoso", da far pilotare inizialmente al buon Exposure e poi, passo passo, upgraderei anche l'amplificazione, dopo una serie di ascolti attenti.
Per le sorgenti, al momento prevederei soltanto il giradischi analogico, a patto di avere già un numero sensato di vinili. E' vero che la disponibilità sta lentamente aumentando ma ancora siamo lontani dal poter dire che il vinile possa essere LA scelta di software "principale".
Ovviamente, anche per il giradischi, serve capire di che cifre stiamo parlando. 500, 2500, 5000 € o cosa?
La sorgente digitale, al momento, può stare al suo posto...in futuro si valuterà una macchina integrata più moderna, magari. Discorso analogo per i cavi.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Sulla Classe D
Caro direttore,
seguo sempre con interesse e attenzione TNT e rinnovo i miei complimenti a lei e all'équipe della rivista (un'interlocutrice sempre affidabile per la mia maturazione audiofila). Oggi le scrivo riferendomi al suo ultimo editoriale sulla Classe D degli ampli.
Oltre al nuovo ML, ho visto che altre case di rilievo del digitale si sono affacciate alla nuova frontiera. Mi riferisco ai mono Castor da 600 watt della Weiss. Sarebbe bello arrivare a una mappa delle amplificazioni di alto livello in classe D. Personalmente ho posseduto per un certo periodo come amplificazione alternativa una coppia di mono Flying Mole, DAD 310: ebbene, in confronto all'ampli titolare, un Pass X250.5, erano inferiori, ma solo rispetto ad alcuni parametri. Rispetto ad altri erano quasi appaiati. Davvero sorprendenti in rapporto al loro prezzo.
Complessivamente il suono del Pass era più florido. Specificamente era soprattutto sull'articolazione (non sul controllo o sull'estensione) del basso che il Pass distanziava i mono digitali in modo marcato.
Sono note senza pretese, spunti da una esperienza per dirle che sono dunque quasi pienamente d'accordo con lei. Quasi perché certe amplificazioni tradizionali di alto livello mi paiono leggermente più complete, però, se penso che la classe D è così recente, chissà, forse il sorpasso è davvero alle porte.
Credo anch'io comunque che la strada sia quella per le ragioni che lei ha esposto: la tendenza a miniaturizzare, a economizzare i consumi. E' anche vero che forse non è più epoca di indirizzi univoci e lineari (mondo unico o mondo multiplo?) per cui magari i registri caldi e freddi convivranno e si intersecheranno variamente.
Cordialmente,
Sergio - E-mail: s.soriani1 (at) tin.it

LC
Caro Sergio,
ti ringrazio per il prezioso contributo. Quel che vorrei però far notare è come mai i confronti con le amplificazioni in Classe D siano sempre clamorosamente impari: abbiamo voglia di provare a confrontare due finali di pari prezzo, uno in tecnologia tradizionale ed uno in classe D? Vogliamo scrivere nero su bianco che i Flying Mole DAD 310 che hai provato erogano 180 watt su 8 Ohm (e 300 su 4) e che costano 2000 € la coppia di listino, contro il Pass che costa, sempre di listino, 8340 € per una potenza grosso modo simile? Stiamo parlando di un rapporto di 1 a 4...è come confrontare una Mercedes S 350 (circa 80.000 €) con una Fiat Punto MJTD 120 (circa 20.000 &euro, listino contro listino). Nessuna persona sana di mente si sognerebbe di fare confronti simili e trarre conclusioni da questi. Invece, quando c'è in ballo la Classe D, qualunque confronto, anche il più insensato (e sempre a sfavore) diventa proponibile ed addirittura "base" per estrapolare teorie generali sul suono e le caratteristiche della classe D.
Vogliamo vedere quanti finali tradizionali di PARI PREZZO sono in grado di competere, per esempio, coi NuForce REF9SE? Questo è ciò che ha senso analizzare, per capire cosa una nuova tecnologia possa fare rispetto ad una vecchia! Il progresso è tale solo quando porta qualità superiore a prezzi inferiori.
Tra l'altro, si continua ad insistere sull'ennesimo pregiudizio, completamente destituito da fondamento o basato su una singola prova: la classe D suona "fredda". Be', personalmente trovo i REF9SE di NuForce persino troppo caldi! E anche il TA 10.1 certamente non può essere definito freddo.
La questione di fondo non è dunque mondo unico o mondo multiplo ma saper riconoscere le VERE innovazioni ed accettarle per quel che sono, con mente aperta. Troppe volte ci sono state proposte innovazioni che di nuovo avevano soltanto il nome.
Grazie per il contributo alla discussione,
Lucio Cadeddu

Ancora sui prezzi italiani dell'HiFi
Caro direttore,
volevo dare, se utile, un contributo alla discussione sui costi dell'alta fedeltà. Mi trovo in Taiwan da qualche mese e avevo la necessità di comprare una coppia di diffusori da abbinare a cd e ampli rotel, con o senza Trends Audio 10.1. L'intenzione era di trovare qualche buon prodotto locale (ti avevo anche scritto per una tua eventuale "dritta").
Per farla breve, setacciata un po' internet, scopro il produttore Usher, taiwanese, molto decantato in siti USA e anche in alcuni siti italiani. Mi decido per comprare una coppia di diffusori da pavimento CP 730. Prezzo in Italia (dichiarato sui vari siti di cui sopra) 1800 € la coppia. Qui in Taiwan, li ho pagati 19800 dollari di Taiwan. Al cambio attuale il loro costo qui equivale a 421,28 €!!! 4 volte meno che in Italia. E suonano davvero bene, anche se appena in rodaggio. Su Tnt in inglese la settimana scorsa ho letto la prova di una coppia di piccoli diffusori anche questi di produzione taiwanese, secondo la recensione molto ben suonanti, anche se costosi (ma purtroppo non veniva specificato il prezzo preciso). Ho individuato chi li vende qui in Taiwan: appena ho tempo vado, li ascolto e chiedo il prezzo: sarà un'altra sorpresa?
Giulio - E-mail: viarestiservita (at) yahoo.it

LC
Caro Giulio,
i diffusori recensiti "senza prezzo", dovuto ad un disguido nella pubblicazione, costano 620$ la coppia, secondo quanto "consigliato" dal Costruttore. L'importatore americano li vende a 700$ la coppia. Sarebbe interessante vedere quale sia il prezzo reale nel Paese d'origine.
La nostra azione "contro" i listini italiani, gonfiati spesso oltre ogni ragionevolezza, la stiamo estendendo a livello internazionale, visto che già la settimana scorsa abbiamo pubblicato alcune storture anche in un equivalente editoriale inglese...e non mancheranno le sorprese. E' bene che a questi fenomeni sia dato il maggior risalto possibile perché davvero, pur adducendo tutte le possibili giustificazioni di questo mondo, non si riesce a capire come certi prezzi possano aumentare del 200% rispetto al prezzo al pubblico nei Paesi d'origine e, cosa ancora peggiore, di circa il 40-50% rispetto ad altri Paesi europei. Sarà ora che gli audiofili italiani si tolgano l'anello al naso. Ora non regge neanche più la scusa della moneta debole contro il dollaro!!!
Per tornare all'esempio della lettera precedente, il finale Pass X 250.5 costa, di listino negli USA, 7500$ ossia circa 5000 € al cambio attuale. In negozio si trova per 6000$, il che sfata clamorosamente la leggenda che qui in Italia i prezzi sono alti perché poi "si fa lo sconto"...come se questo si praticasse - misteriosamente - solo qui da noi. Da 5000 € a 8340 € il pass(o) NON è breve (è oltre il 65% in più).
E sempre a proposito di sconto e di prezzi "strani", riferendomi all'
editoriale di Novembre vorrei aggiungere una notizia fresca fresca che mi è arrivata dal Giappone. In quell'articolo prendevo ad esempio il prezzo della testina Shelter 501 (550 € su un negozio Ebay giapponese contro i 1500 € del listino italiano). Ebbene, mi ha scritto un audiofilo per spiegarmi che il prezzo di listino della Shelter 501 in Giappone è di 570 € ma si trova nei normali negozi per meno di 400 €, oltre il 20% di sconto sul listino. Anche qui, il salto è....quantico e lo sconto sul listino pari o superiore alla media che si pratica nei negozi italiani (10%).
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Re: Impostazione timbrica delle B&W
Caro Lucio,
leggo sempre con molto interesse la posta di TNT-AUDIO e volevo cogliere la tua disponibilità per effettuare pubblicamente due riconoscimenti (il terzo che va alla tua rivista è sottinteso):

  1. Ho comprato nelle passate festività una copia di diffusori da pavimento (illuminato dai tuoi consigli): i nuovi B&W 684. Un ottimo prodotto offerto a un prezzo umano e completo di tutti gli accessori (punte, pedane, piedini morbidi e tappi totali o parziali per i reflex) per una corretta installazione; tutti oggetti che se comprati a parte farebbero lievitare un prezzo magari più invitante ma eventualmente non definitivo.
    Sorpreso, leggo sulla tua posta che l' accopiata Rotel-B&W non da i risultati sperati: io le piloto con un NAD C320 BEE e mi trovo soddisfttissimo. Certo, è bello quello che piace, ma essendo i Rotel ottimi ampli mi sembra strano che accoppiati alle B&W suonino così male. Comunque per quel che mi riguarda riconosco alla B&W la serietà che da sempre la contraddistingue.
  2. Se posso permettermi di farlo vorrei riconoscere al negozio UNELCO di Sanremo (dove ho effettuato l'acquisto) competenza, cortesia e tanta passione per questo lavoro; caratteristiche oggi forse passate di moda ma che noi audiofili di lungo corso non abbiamo mai smesso di apprezzare.
Grazie e un cordiale saluto,
Bruno - E-mail: bruno.siri59 (at) alice.it

LC
Caro Bruno,
certamente l'accoppiata NAD + B&W è meno caratterizzata di quella Rotel + B&W che diversi lettori hanno recentemente criticato. Il carattere più accondiscendente e caldo dei NAD trova nella vivacità delle B&W un ottimo controbilanciamento. Inoltre, gusti personali ed ambienti d'ascolto molto riflettenti possono far pendere l'ago della bilancia ancor più a sfavore di un accoppiamento orientato verso tonalità brillanti.
Sul fatto che B&W sia un'Azienda seria nessuno ha mai dubitato, comunque. Grande tradizione, capacità di ricerca, ottima ingegnerizzazione e design, grande diffusione ed assistenza sono i suoi punti di forza che ne fanno certamente un leader nel mercato. Non è un caso che spesso io stesso consigli diffusori di questa Azienda, pur non sposandone completamente il "nuovo corso" e le nuove sonorità.
Infine, fa piacere, per controbilanciare i vari audiofili che si lamentano dei negozianti poco amichevoli, pubblicare un apprezzamento sincero come il tuo verso un negozio serio, competente e disponibile.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Diffusori Avalon
buonasera Direttore,
parto dalla composizione del mio impianto:

Avevo le PROAC STUDIO125 e sinceramente non erano male ma mi ero promesso che alla 1 occasione avrei fatto un upgrade, un mio amico sostituiva le AVALON ARCUS (come nuove) con delle AVALON superiori, dopo averle sentite suonare a casa sua mi son detto questa è occasione che fa x me.
Portate a casa mia (sapendo che non potevano suonare come dal mio amico perchè lui ha un impianto di livello decisamente superiore al mio) mi hanno fatto subito una grande impressione rispetto alle STUDIO 125 molto + dettagliate e precise così ho deciso di prenderle. Ma + l'ascolto e + mi sto convincendo che il suono che ne viene fuori si è bello ma non è quello che vorrei. Ne esce un suono piuttosto aperto/asciutto e leggermente acido con un basso preciso ma debole, questo problema dell'acidità sinceramente l'avevo notato anche con le PROAC ma riuscivano a mascherarlo perchè avevano un basso un po' + pieno. Il mio sospetto è caduto subito sul pre ibrido ARCSP9MKII perchè notoriamente si sa che è un po' acido.
Andando da AUDIONATALI gli ho esposto il problema e lui mi ha consigliato un ARC SP16L perchè è un valvolare puro e mi dovrebbe uscire un suono + caldo, lei in base alla sua esperienza e competenza cosa ne pensa?
Grazie infinite,
Giacomo - E-mail: sarapist (at) tin.it

LC
Caro Giacomo,
molte sono le variabili sconosciute nel tuo impianto, pertanto è molto difficile fare una diagnosi attendibile. Mi sto riferendo, ad esempio, alle elettroniche autocostruite sulle quali è azzardato fare qualunque ipotesi. Certo è che le Avalon sono esigenti, anche in termini di pilotaggio. SI tratta infatti di diffusori di impedenza nominale di 5 Ohm, con un minimo a 4.5. Non so come sia l'ibrido autocostruito...però le Arcus hanno bisogno di amplificatori potenti e generosi in corrente, anche su carichi bassi. La risposta in gamma bassa, poi, non è estesissima, arrivando a 45 Hz (a -1.5 dB). Queste informazioni, unite al fatto che le ProAC Studio (tutta la serie) sono molto generose in gamma bassa e "docili" in gamma medio-alta, giustificano probabilmente il tipo di suono che senti. C'è da dire che anche il pre SP9 non è esattamente generosissimo in gamma bassa. Prima di cambiarlo, però, mi farei prestare (per esempio dall'amico che te le ha vendute) un finale diverso, giusto per capire in quale anello stia il problema maggiore. In un secondo momento farei anche un pensierino al cavo di segnale, invero "sottodosato" rispetto al resto dell'impianto. Un Transparent Super di segnale sarebbe una scelta più omogenea ed opportuna, visto anche il cavo di potenza in uso.
Più in generale, vorrei ritornare su un discorso che ho fatto altre volte su questa rubrica: quando si acquistano "cavalli di razza" di classe molto superiore al resto dell'impianto, specie se si tratta di diffusori, si deve mettere in conto che poi questi richiederanno esborsi economici "equivalenti" per pareggiare i conti, tra sorgente, amplificazione e cavi. I "cavalli di razza" sono esigenti e molto, molto rivelatori: perdonano pochissimo e mettono in spietata evidenza gli eventuali deficit dei partners.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Value for money, test di Turing, principio d'indeterminazione di Heisenberg
Carissimo Direttore,
col motore di ricerca TNT-Audio ho trovato nel
vol.86 una interessante argomentazione di carattere filosofico sulla realtà e la riproduzione, che ben s'inquadra in questa introdotta da Orazio de Giulii. Era stata introdotta da Fabio Lanzi ed era stata seguita da una pertinentissima risposta di Lucio Cadeddu, sintetizzata poi nel sintagma "l' Hi-Fi è una fotografia della Musica" che a mio parere spiega tutta la problematica, riportando il paragone fra realtà e riproduzione in un campo dove è abbastanza corrente e molto più intuitivo percepirne la differenza, anche nelle varie situazioni per le quali la riproduzione viene messa idealmente a confronto con la realtà.
Infatti diverse analogie si possono fare fra una fotografia e un brano di musica ascoltato su Hi-Fi. Per entrambe lo sviluppo tecnologico prende origine dall' obbiettivo comune di riprodurre più fedemente possibile la realtà, scopo che poi, con l' evolversi degli eventi, ha preso anche risvolti inizialmente impensati. Per entrambe l' incremento della perfezione relativamente all' obbiettivo è stata raggiunta da molti decenni, per l' immagine già dagli inizi del 1900 (le famose foto dello studio Alinari di Firenze), per il suono verso gli anni 1960 con l' avvento dei 45 e 33 giri in vinile, immediatamente prima del perfezionamento con la stereofonia (chi ha vissuto quel periodo ricorda con emozione i mitici mobili radiogrammofonici della Grundig che non erano stereo), seguita poi dalla Hi-Fi che, pur costituendo un ulteriore significativo perfezionamento, mi sembra che sia stato inferiore a quello immediatamente precedente, in termini d' incremento marginale.
Per quanto riguarda la fotografia, è abbastanza corrente pensare per una foto, che se da una parte, per quanto sia perfetta nella riproduzione della realtà, non possa mai essere confusa con la realtà stessa, d' altra parte sia adatta sia a far vedere cose reali altrimenti impossibili rilevare direttamente, sia a farsi apprezzare per il valore intrinseco proprio come opera d' arte, ben al di là del soggetto naturale che rappresenta. Pertanto rientra abbastanza bene nella percezione comune che la realtà e la foto si muovono su due piani complementari ma distinti.
E' anche ben recepito il fatto che i criteri per i quali vengono fatte le foto sono molteplici: foto fedelissime a quello che l' occhio potrebbe vedere, foto elaborate che vogliono far esaltare alcuni particolari rispetto agli altri, foto che fanno vedere realtà che non si sarebbe capaci di vedere, foto artistiche che fanno astrazione del loro contenuto reale, foto finalizzate a mille altri usi utilitari. Da tener conto che spesso la foto che "piace" può essere mille miglia lontana dalla realtà che dovrebbe rappresentare.
Per analogia, per quanto riguarda il suono e la Hi-Fi in particolare, la cosa è simile ma più complicata già in relazione alla determinazione della realtà che si percepisce e che si dovrebbe riprodurre fedelmente; basti pensare all' indeterminazione della realtà introdotta dalla curva audiometrica fisiologica che anche per l' orecchio più perfetto, non può scappare all' effetto di distorsione naturale per l' attenuazione del suono dovuto alla distanza dal punto di emissione. A che distanza dal punto di emissione si suppone di essere? Per il resto mi sembra che "mutatis mutandis" le considerazioni si possano fare in parallelo a quelle sopra per le foto.
Credo che il concetto di "fotografia della musica" sia proprio quello da approfondire perchè potrebbe permettere di dare a molti interrogativi risposte più soddisfacenti di quelle finora date sul problema qualità/costi basata sulla fedeltà di riprodizione di un reale naturale spesso inesistente.
E per terminare con battute scherzose sulle ostiche considerazioni avanzate tirando in ballo Turing e Heisenberg, che sono riuscito ad apprezzare dopo averci studiato non poco sopra e che spero di aver capito, credo che sotto questo modo di vedere la problematica: da una parte il povero Turing (verso il quale gli inglesi sono stati tanto ingrati) prenderebbe un abbaglio a pensare di poter confondere quello che viene fuori da un impianto Hi-Fi con quanto potrebbe sentire direttamente da un tenore con orchestra al seguito, perchè sono cose che viaggiano su piani diversi; d' altra parte Heisenberg si sentirebbe ancora più indeterminato nel suo principio se si rendesse conto che il "misuratore" misura costi e benefici su grandezze incongruenti fra di loro: da una parte i costi abbastanza ben individuabili, d' altra parte "sensazioni" da definire, che hanno poco a che vedere con la riproduzione della realtà.
Saluti da
Marcello - E-mail: marcello.orazio (at) libero.it

LC
Caro Marcello,
ti ringrazio molto per il sostanzioso contributo alla discussione. Vorrei soltanto aggiungere qualche osservazione. L'orecchio del "misuratore" non entra nel gioco delle variabili perché è lo stesso strumento che valuta realtà e realtà riprodotta. Come dico sempre ad un amico che ha qualche piccolo problema uditivo, valuta l'HiFi come valuteresti la realtà, perché quella che ti propone il tuo orecchio è la TUA realtà. Inutile cercarne delle altre.
Per questa ragione sono sempre molto cauto nei consigli: ogni orecchio sente la realtà in maniera diversa. Questa pertanto non è "indeterminata" per via della curva di risposta dell'orecchio: quella curva di risposta, con tutti i suoi limiti e difetti, è il punto di partenza! Con quella si valuta la realtà e QUINDI la riproduzione.
Per quanto riguarda poi l'acuta osservazione sulle grandezze incongruenti c'è poco da aggiungere ma ho sempre pensato che le due (costi e benefici) siano legate da una legge di tipo logaritmico/sub-lineare: la crescita dei benefici è inizialmente piuttosto ripida, poi inizia a piegarsi e per incrementi di costo anche significativi i benefici iniziano a diventare sempre più "piccoli" (il log (x) cresce più lentamente di x). Tutta la discussione, infatti, verteva sul fatto soggettivo del "quando" la curva inizi a piegarsi in maniera significativa. Tra l'altro, queste osservazioni sono ben note a chiunque si occupi di economia.
Grazie per lo stimolante spunto di riflessione!
Lucio Cadeddu

ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!
Potete anche unirvi al nostro gruppo di discussione sull'HiFi!!!

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