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Lettere alla Redazione di TNT-Audio

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I volumi della posta precedente

  1. (Ri)scoperta del vinile
  2. Acustica ambientale
  3. Integrato come finale
  4. Soggettività in HiFi
  5. Re: Prodigy, woofer fuori dalle casse
  6. Noia da stereofonia
  7. Autocostruire TA2020 vs Trends TA-10.1
  8. Re: Impostazione timbrica delle B&W
  9. HiFi e fotografia
  10. Ancora su confronti improbabili

(Ri)scoperta del vinile
Egregio Direttore, torno a scriverLe solo due settimane dopo la mia lettera pubblicata nel
vol. 451 (Re: Impostazione timbrica delle B&W & apparecchi definitivi). La ringrazio per la risposta e mi fa piacere che l'argomento sia stato d'interesse generale avendo stimolato anche altri lettori audiofili.
Questa volta invece Le scrivo per comunicarLe le impressioni sul mio ritorno all'analogico dopo undici anni. Sopraffatto dalla tempesta digitale vendetti un Thorens TD 165 mkII, lasciando così inanimati per anni i dischi di vinile. Qualche settimana fa mi è capitato di ascoltare da un amico un giradischi Moth con braccio Rega RB300 e testina Goldring Elektra. Mi ha fatto ascoltare la stessa registrazione (Led Zeppelin) prima su Cd (Rega Planet) e poi su vinile. Sono rimasto a bocca (orecchie) aperta(e)!!! Un suono che il mio amico definisce diverso, ma che ritengo più naturale, più vicino alla realtà, quindi più fedele (altrimenti perché si chiama Alta Fedeltà?).
Decido così di acquistare un giradischi e su consiglio del negoziante di fiducia, il professionale e disponibile Cherubini di Roma (dove si prenotano ascolti veri in salette dedicate), ho acquistato un Project RPM 5 con testina Ortofon Super OM20 (braccio di serie Project 9C).
Seguendo le sue preziose istruzioni risalenti ormai al 1997, sono riuscito a montare da solo il giradischi, utilizzando livella, dima (fornita dal costruttore), specchietto, etc. Sotto gli ho messo una base in travertino di 4 cm. di spessore (ho fatto bene?) e ho sostituito i cavi di segnale in dotazione, secondo me troppo asciutti, con una coppia di VDH The Name, più morbidi.
L'oggetto oltre che bello, suona benissimo. Messo sul piatto Blue Train di J.Coltrane ho (ri)sentito tromba e sassofono come colpevolmente da tempo non ascoltavo: timbro dello strumento e profondità/altezza della scena sonora eccellenti, coinvolgenti, avvolgenti, caldi e veri, reali, naturali. Emozionanti. Mi sembra che le sorgenti digitali, generalizzando, abbiano una "freddezza" figlia non di un suono faticoso, tagliente, o dettagliato sulle alte frequenze, ma piuttosto di una eccessiva perfezione senz'anima.
Tra l'altro la messa a punto di una sorgente analogica consente all'audiofilo uno stimolante intervento diretto, quasi artigianale, sul proprio impianto che le altre componenti (ad eccezione dell'autocostruzione) non consentono. Un lettore CD si compra, si tira fuori dall'imballo, al massimo gli si piazzano sotto punte coniche, e basta. Vedere poi (ri)girare i dischi neri solcati dal sistema braccio/testina che oscilla lievemente come una barca che viaggia sicura su un mare calmo mi ha ridonato emozioni audiofile dimenticate. Anche il mio vivace figliolo di otto anni dopo aver seguito quasi in contemplazione le fasi di montaggio, ha mostrato un interesse superiore al solito (che è comunque elevato), rimanendo quasi ipnotizzato dal giradischi in funzione. Mi ha fatto mille domande e ha già imparato a poggiare la testina sul disco.
Tutto ciò non significa che ora abbia virato solo verso l'analogico, anzi....i due formati digitale/analogico possono convivere felicemente, ma mi chiedo: se un semplice giradischi di livello appena superiore all'entry-level se la batte tranquillamente con il lettore Cd inserito nel mio impianto, un ottimo Densen B400-Plus da oltre 2000 Euro di listino (ampli Densen B100 - diffusori, come noto, B&W P6 - Registratore a cassette, ma si mettiamoci anche questo, Aiwa XK 007 Excelia) cosa può fare un'apparecchiatura di livello superiore?
Grazie,
Andrea - E-mail: albicocco.curaro (at) libero.it

LC
Caro Andrea,
la risposta alla tua ultima domanda è molto. Un ottimo sistema analogico può fare veramente MOLTO. Richiede impegno e fatica, certamente, ma alla fine ripaga ampiamente degli sforzi. Per molti audiofili quel che tu ritieni un pregio del vinile (l'intervento "umano") è il più grosso difetto. Tante persone vogliono poggiare il lettore su un ripiano, infilarci dentro il dischetto e scordarsi dell'impianto. Non posso dar loro torto, ovviamente. Il problema (e la stridente contraddizione) nasce quando ci si accanisce sul sistema digitale di più e peggio che con un giradischi analogico: vai di ottimizzazioni fini, trattamenti isolanti, filtri, piedini d'ogni fatta, scatoline magiche, buffers e tanto altro ancora. A questo punto, ovviamente, la presunta maggiore e più facile fruibilità di un lettore CD rispetto ad un giradischi tradizionale viene un po' a mancare ma, si sa, gli audiofili sono strani :-)
Per quanto riguarda infine la tua domanda sul ripiano in marmo per il tuo giradischi...io proverei ad ascoltare anche senza di esso. A seconda del giradischi un siffatto appoggio può essere più deleterio che benefico.
Buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Acustica ambientale
Gentile Lucio,
le chiedo un consiglio sul miglioramento della mia sala di ascolto. Sto seguendo i suoi consigli molto efficaci contenuti nel suo articolo in TNT. Una cosa che non sono riuscito a comprendere è: Quali interventi si possono fare se la nostra stanza è piuttosto bassa. Le dimensioni (altezza a parte sono buone, 5x6,5 mt, ma l'altezza è 2,2 mt.
La via teorica è di rendere il più possibile non riflessivo il soffitto o comunque lasciare solo una fascia assorbente in corrispondenza del punto in cui, con uno specchio, dal punto d'ascolto si veda il diffusore?
Per il resto delle pareti riesco a inserire dei tube traps agli angoli per le risonanze dei bassi e, alle pareti, dei traps in corrispondenza della metà e dei due terzi della lunghezza della parete.
Ha qualche consiglio da darmi?
La ringrazio in anticipo.
Mauro - E-mail: mauro.forlani (at) metae-italy.eu

LC
Caro Mauro,
l'altezza ridotta, in genere, causa problemi di risonanze in gamma bassa. Trattare acusticamente il soffitto per renderlo più assorbente abbasserebbe il tempo di riverbero, ma i problemi in gamma bassa temo resterebbero quasi identici. Tuttavia, non è scontato che questi ci debbano essere per forza, del resto le dimensioni del locale non sono in alcune modo multiple le une delle altre, quindi potrebbe anche andar bene così. Piuttosto che fasciarsi la testa troppo in anticipo, io metterei dentro l'impianto, senza tube traps o altri accorgimenti e procederei per tentativi successivi. Potresti anche scoprire di non aver bisogno di trappole agli angoli o di non averne bisogno affatto!
Il trattamento acustico non può essere "preventivo": prima si installa l'impianto (che, già di suo, influenza l'acustica della sala, con la sola presenza), si valuta il risultato ottimizzando il posizionamento dei diffusori e poi si va a risolvere eventuali problemi.
Insomma, sarebbe come acquistare un assetto (molle ed ammortizzatori) per la nuova auto prima ancora di guidarla. E se scoprissimo che ci va già benissimo così?
La Audio Physics, costruttrice degli omonimi diffusori, ha pubblicato sul suo sito un interessante
tutorial sul posizionamento dei diffusori e sugli effetti sonori di ogni singolo "spostamento". E' in inglese, ma ci sono molti disegni che aiutano. Secondo me è un buon punto di partenza...solo dopo procederei ai trattamenti acustici.
Non mancare di tenermi aggiornato,
Lucio Cadeddu

Integrato come finale
Gentilissimo Direttore,
Ti scrivo per un consiglio riguardo l'eventuale utilizzo di pre+finale. Ho scoperto qualche settimana fa, grazie ai tuoi consigli ed alla mia mancanza di pregiudizi, le meraviglie del Trends Audio 10.1. Una volta collegato alle mie Klipsch RF-5, sono rimasto folgorato dalla qualità del suono e dalla presenza scenica della riproduzione musicale.
Dopo qualche giorno in cui ho potuto apprezzare le qualità del piccoletto, ho dovuto ricollegare il mio solito ampli, un Arcam A65, che comunque ho sempre considerato un ottimo amplificatore, perché avevo bisogno di poter controllare diverse sorgenti.
A questo punto ho utilizzato il TA 10.1 solo come finale, utilizzando i ponticelli interni. Non so se è stata una mia falsa impressione o altro, ma sembrava che comunque la qualità generale non raggiungesse i livelli rispetto a quando avevo il solo TA collegato: è solo una mia impressione oppure può essere vero?
Poi mi chiedo: se è vero che qualità e timbrica sono determinate dal pre non è un controsenso utilizzare il TA solo come finale, vista la sua scarsa potenza?
Grazie per l'eventuale risposta e complimenti per la dedizione e la serietà mostrata.
Raffaele - E-mail: lupetto_73 (at) hotmail.it

LC
Caro Raffaele,
il Trends Audio, così come molti altri amplificatori integrati moderni è, di fatto, un finale di potenza, con a monte un potenziometro del volume. Non possiede una sezione pre vera e propria nel senso che il segnale non è in alcun modo "trattato" prima di essere amplificato dai dispositivi finali. E' come se fosse un finale con annesso un pre passivo a guadagno zero. Tutto dipende dunque dalla qualità del potenziometro di volume e del cablaggio. Nel caso del Trends Audio TA 10.1 il percorso del segnale è invero minimo, la qualità del potenziometro del volume non è stratosferica ma adeguata alle necessità del piccoletto. Utilizzando il TA 10.1 come finale puro (spostando cioé i jumpers all'interno, per escludere dal circuito il volume) tutti hanno riferito di notevoli vantaggi in termini sonori. Io al momento lo tengo collegato ad un pre Burson Audio (circa 1000 euro) ed il miglioramento è evidente.
Mi è difficile capire cosa sia successo nel tuo caso, se un mismatch tra impedenze dei due apparecchi (stadio pre dell'Arcam con ingresso "finale" del TA 10.1) oppure se la qualità del cavo di segnale che hai usato (che, ti ricordo, è comunque un passaggio in più) sia tale da compromettere il risultato. Potrebbe anche essere che lo stadio pre dell'Arcam non sia all'altezza del compito, ma ne dubito. Dal punto di vista elettrico c'è da dire che l'uscita pre dell'Arcam non è elevata, anzi direi tutt'altro, visto che si attesta sui 480 mV dichiarati. L'impedenza d'uscita invece è buona, inferiore ai 50 Ohm, quindi non dovrebbe creare problemi di sorta.
Farei una prova con e senza pre, nuovamente, per determinare se quelle che senti siano solo "sensazioni" (sempre fallaci) oppure se c'è qualche fondamento più concreto. Se così fosse, potresti pensare ad un buon pre (solo pre) usato da abbinare al TA 10.1. Si trovano tante offerte, sia tra quelli attivi che tra quelli passivi. Certamente un pre "dedicato", oltre che più "logico", sarebbe un abbinamento musicalmente meglio ottimizzato. Dubito che all'Arcam si siano preoccupati troppo dell'uscita pre, pensando che, comunque, l'utilizzo di un integrato come semplice preamplificatore è sempre una scelta di forte compromesso. E' chiaro infatti che, a parità di spesa, la qualità di un pre "puro" sia di gran lunga superiore a quella della sezione pre di un ampli integrato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Soggettività in HiFi
Carissimo Lucio,
prima di tutto tanti complimenti per la bellissima rivista online che non manco mai di leggere. Del tuo ottimo lavoro apprezzo moltissimo l'equilibrio, e la capacità di dire anche cose scomodissime (come quello che pensi sulla classe D) che tu consideri vere. Questa tua evidentissima onestà intellettuale mi porta a scriverti per avere la tua opinione su di un aspetto che da qualche tempo ho deciso di approfondire, aspetto che - da uomo di scienza e non solo esperto audiofilo - saprai sicuramente considerare in maniera estremamente costruttiva.
Tutto nasce da una casualità: ho un impianto che ho messo insieme negli anni (Wadia 581s- pre e finale VTL- diffusori Quad 63) del quale sono molto soddisfatto. Mi serviva un nuovo DVD player per vedermi i dvd delle opere (ho la tv tra i due diffusori) ed ho acquistato un lettore del quale avevo letto molto bene, l'Oppo DV980. Non appena mi è arrivato l'ho provato, e mi è sembrato del tutto insoddisfacente come qualità di riproduzione sonora, e non mi sono più posto il problema. Il problema si è posto qualche sera dopo quando mi sono seduto ad ascoltare un disco di jazz messo dalla mia gentile consorte e mi sono compiaciuto del bel suono del mio impianto. Ebbene, la sorpresa è stata grande quando ho capito che era l'Oppo e non il Wadia a suonare.
Da quel momento mi sono iniziato a porre il problema (che conosco bene per altri aspetti, essendo un medico che ha incarichi direttivi nella pianificazione della sperimentazione clinica di una azienda farmaceutica svizzera) dell'effetto "placebo" in audiofilia. Ho iniziato a divertirmi con alcuni amici (abbiamo dato vita ad un blog, "il galileo audiofilo") e ci siamo accorti che giudicando gli apparecchi alla cieca (non in doppio cieco, ma solo alla cieca, ovvero senza sapere cosa si sta ascoltando) ha portato a notevoli sorprese.
Ho raccontato questa esperienza in altri forum, ma la reazione di molti appassionati (e dei gestori stessi, giornalisti professionisti) è stata a dir poco violenta. Mi farebbe piacere sapere la tua opinione sulla opportunità di un giudizio alla cieca (che ovviamente ha difficoltà pratiche, ma non discutiamo di questo ma del concetto di fondo) soprattutto quando, come è accaduto recentemente, escono apparecchietti del costo molto basso ma dalle prestazioni tali da impensierire aggeggi ben più costosi.
Grazie per il tempo e per l'attenzione, e complimenti ancora per la bellissima rivista.
Cordialmente,
Gualtiero - E-mail: malde3718 (at) yahoo.it

LC
Caro Gualtiero,
sulle prove in cieco e doppio cieco si è letto e scritto tutto ed il contrario di tutto. Certamente l'ansia da prestazione che causa una prova in doppio cieco inficia il risultato, così come il fatto di utilizzare o no panel di ascoltatori "esperti". Detto questo, non faccio fatica a credere che l'Oppo DV980 ti abbia sorpreso così tanto. Allo stesso modo non mi sorprende che ci sia un vero e proprio "muro" di ostracismo da parte di certa stampa, sempre pronta a difendere gli orticelli degli amici degli amici, e di tanti audiofili, sempre pronti nel difendere le (spesso ingiustificabili) spese sostenute. Io me ne sono fatto una ragione...fa parte della vita (nel primo caso) e della psicologia spicciola (nel secondo).
Sulla stampa specializzata ho già detto tante volte come la penso e non mi ripeterò.
Per quanto riguarda gli audiofili è chiaro che chi ha speso tanto non può sopportare che esistano apparecchi che, costando una frazione di quelle cifre, si permettano quantomeno di "non sfigurare" a confronto. Non è questo tuttavia l'aspetto che li spinge a mostrarsi aggressivi, come hai sperimentato di persona.
La ragione è più sottile. Per molti raggiungere un certo "status", quello di audiofilo possidente di grande e costoso impianto, rispettato dagli altri appassionati e magari invidiato, è costato tanta, ma tanta fatica. Spesso chili di cambiali, anni di rate, di enormi bugie in famiglia e Dio solo sa cos'altro ancora. Tale "status", così faticosamente raggiunto, non può essere messo in dubbio da quelli che considerano solo giocattoli. Non può essere, perché significherebbe che altri, con molta meno fatica, potrebbero raggiungere risultati simili. Gli apparecchi in loro possesso, automaticamente, perderebbero di valore ai loro occhi ma, quel che è peggio, agli occhi degli altri. Lo status, raggiunto a costi inimmaginabili, crollerebbe come un castello di carte. Non può accadere!!! Quindi ecco il perché della violenta reazione, dello sbeffeggiamento, del sarcasmo e dell'ironia.
L'audiofilo è, per sua natura, psicologicamente fragile ed instabile, ha bisogno di certezze. Queste situazioni anomale sono pertanto pericolose e vanno osteggiate il più possibile. E' un problema tipicamente italiano, dove il mercato dell'HiFi è piccolo e malato di provincialismo. Basta fare un giro sui forum inglesi per accorgersi che, ad esempio, nessuno si vergogna di fare un downgrade all'impianto, passando da componenti più costosi ad altri meno impegnativi, scoprendo così che il costoso upgrade fatto in precedenza non era poi così "fondamentale" come era sembrato inizialmente.
Per tornare al discorso delle prove in cieco o doppio cieco...ebbene, queste sarebbero inutili se le persone riuscissero a liberarsi dai pregiudizi e fossero in grado di riconoscere l'effetto placebo dovuto al costo o al marchio di un apparecchio. Personalmente ho un approccio quasi diametralmente opposto. Mi infurio sì, ma quando apparecchi costosi non riescono a giustificare il loro prezzo a confronto con apparecchi più economici. Quando incontro apparecchi che costano pochissimo e vanno bene, invece, ne sono felice perché questo significa che più persone possono godere di un buon suono senza vivere a rate per tutta la vita, pagando con quelle stesse rate la Porsche di altre persone più furbe. Mi dirai: contenti loro, contenti tutti. Il problema è che contenti per davvero non lo sono mai. Ed è questo il vero problema alla base di tutto.
Grazie per il prezioso spunto (leggi anche l'ultima lettera di questo volume),
Lucio Cadeddu

Re: Prodigy, woofer fuori dalle casse
Egregio direttore,
purtroppo nel mio
precedente messaggio non sono stato molto chiaro. I woofers dei diffusori (Sonus Faber Cremona Auditor) hanno proprio smesso di funzionare. Uno di essi è fisicamente "saltato fuori". Dalla tipica forma concava ha assunto una forma completamente convessa. Non solo. In alcuni punti il woofers si è scollato dall'anello di gomma che lo tiene attacato al cestello. E in diversi punti si è addirittura fuso il filo di rame dellla bobina.
Il volume era alto, molto alto (l'attenuatore segnava +3). Il bello è che non si è sentita la pur minima distorsione. Suonavano alla grande, poi di colpo i woofers hanno smesso di suonare ed hanno continuato i tweeters in solitaria. Non penso sia stato l'amplificatore NAD M3 perchè è provvisto di clipping. In aggiunta avrebbe dovuto rompere anche i tweeters, immagino. Forse il voume troppo alto e troppi bassi ....
Ora le chiedo un consiglio. Se limito i bassi in uscita dalla sezione pre a solo 40 hz. Pensa che questo possa proteggere i diffusori? Pensa che la qualità del suono riprodotto ce ne rimetta? I Cremona Auditor non riproducono comunque frequenze più basse di 50Hz. Cosa ne dice se aggiungo un subwoofer? Ho uno Yamaha YST-SW45 inutilizzato da anni che potrei rispolverare. Oppure mi conviene pensare di passare a diffusori più "forti"?. A me piace ascoltare la musica a volume molto alto e sentirla nel corpo. E ora purtroppo ho paura ad alzare nuovamente il volume con i diffusori che ho appena fatto riparare.
Cordiali saluti,
Daniele - E-mail: danielevania (at) alice.it

LC
Caro Daniele,
ora il quadro è più chiaro. Semplicemente, il volume era troppo alto per quel disco. Tieni conto di una cosa: anche se i diffusori non riproducono tutte le frequenze di quel disco (non arrivano tanto in basso) l'energia trasmessa dall'amplificatore la ricevono comunque e, ovviamente, fanno di tutto per cercare di riprodurre tutte le frequenze. Le escursioni dei woofers, a 30 Hz "pieni", sono molto grandi. Potresti anche non sentire la frequenza, ma il woofer cerca comunque di riprodurla. Questo superlavoro ha cotto le bobine e staccato fisicamente i drivers.
Soluzioni? Il subwoofer non è una soluzione, a meno che non esegua un taglio su quelli che a quel punto diventerebbero satelliti. Operazione complessa da realizzare e dai risultati molto discutibili. Tagliare in basso le povere Cremona sarebbe ancora peggio. Se è vero che riproducono i 50 Hz a -3dB è altrettanto vero che riproducono (o tentano di riprodurre) anche le frequenze inferiori che, certamente più attenuate, ci sono.
Per ascoltare la Musica ad altissimo volume e sentirla col corpo hai, palesemente, scelto i diffusori sbagliati. Da un woofer da 15 cm (che in realtà è un midrange, vedi Cremona da pavimento) montato in un cabinet di piccole dimensioni non ci si può aspettare che riesca a riprodurre intatta tutta la "furia" di basse frequenze presente in quel disco. Ti servono diffusori da pavimento, piuttosto generosi, con woofers di buone dimensioni. Le Cremona da pavimento, ad esempio, sarebbero più indicate. Oppure, se davvero ami le sensazioni forti, potresti provare con Klipsch, magari i modelli grossi della serie RF. Ancora, qualche vecchio Dual Concentric della Tannoy oppure qualche anziana JBL dei bei tempi andati.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Noia da stereofonia
Salve sig Cadeddu
il mio nome è Nino, ma tutti mi conoscono come ninosabbath, ho frequentato due forum importanti dedicati all'alta fedeltà ma sono stato espulso in entrambi per aver sostenuto in toni diciamo pure agguerriti la causa dell'altezza sonora, il mio cavallo di battaglia, per dir cosi, ma lasciamo stare.
Le scrivo per comunicarle la delusione che mi sta dando l'hi fi, sono in questo mondo da meno di un anno, ho un Cayin 265 a, un lettore Cayin 153 e diffusori da scaffale Usher 718, pluridecorati e taiwanesi da morire.
Passo subito al dunque: in meno di un anno ho raggiunto un risultato non ragguardevole, non ottimo, ma eccellente, tutti i parametri di cui parlano le riviste ci sono tutti: focalizzazione perfetta, altezza credibile dei cantanti, timbro, assenza di fatica d'ascolto, dinamica, insomma è un risultato davvero eccellente, finora a parte un caso non ho mai sentito un impianto suonare cosi irreprensibilmente, eppure...c'è un però. Mi annoio.
Ho capito che l'hi fi è una passione frustrante, perchè più che darti un illusione di realtà, ti avvilisce per la spudoratezza con la quale ti accorgi che mente davanti ai tuoi occhi, alla fine che senso ha stare al centro? Puoi sentire una voce focalizzata a un metro e 72 piuttosto che un metro e 73, ad esempio, ma questo, per me, non è coinvolgente, perchè mi piacerebbe "vedere" la faccia di colui che canta, potergli disegnare un corpo intorno, e invece questo non è possibile.
Le è mai capitata una sensazione simile? Essere a un passo dalla "realtà" senza tuttavia poterla materializzare.
Forse io mi faccio troppe paranoie, perchè il risultato che ho in casa molti audiofili se lo sognano, e non credo affatto di esagerare, eppure..ah! è come quando Michelangelò lanciò lo scalpello a Mosè, dicendogli: perchè non parli???
Io scaglio la custodia del cd sulla faccia di colui che canta dinanzi a me, focalizzato e stabile, gridandogli: perchè non ti materializzi?
Spero che pubblicherà la mia mail,
Grazie,
Antonino - E-mail: ninosabbath (at) hotmail.it

LC
Caro Antonino,
la risposta breve alla tua domanda sarebbe "no, non mi è mai successo". E sai perché? Perché amo distinguere la realtà dalla finzione e quando voglio la prima vado ai concerti (dove, spesso, la scena sonora non è né alta né bassa, è proprio inesistente, diciamolo chiaro una volta per tutte) mentre quando voglio la seconda - perché non posso permettermi la prima - mi siedo davanti al mio impianto che mente sapendo di mentire mentre io sono ben conscio di assistere ad una rappresentazione, talvolta artificiosa talvolta molto realistica, di qualcosa che nella realtà non è mai avvenuto. Ne sono conscio e non mi aspetto altro.
Più concerti e meno HiFi, mi verrebbe da dire. Agli audiofili, però, l'evento reale non interessa o interessa poco, vuoi perché spesso è scomodo andare a concerto, vuoi perché non c'è l'immagine o la pulizia (finta) dei nostri impianti HiFi, vuoi perché la Musica, per molti, è un mezzo, non un fine: un mezzo per poter sentire l'impianto e non viceversa, come dovrebbe essere. Quanti mi hanno scritto dicendo di preferire l'impianto ad un concerto live!
Qualche mese fa nella mia città c'è stato un concerto di Musica classica con ospite un trio di solisti della Berliner Philharmoniker, la più famosa orchestra al mondo. Ensemble Berlin: Cristoph Hartmann (oboe), Walter Küssler (viola) Marion Rheinardt (fagotto), prima in trio da soli e poi insieme ad un'orchestra locale (l'Orchestra del Mediterraneo). L'evento era di quelli da non perdere, si poteva stare a pochi metri dai solisti, tra i più bravi a mondo.
Ho ovviamente pensato di invitare tutti i miei amici audiofili (esiste una consistente mailing list di audiofili "locali"), tra l'altro il costo del biglietto era abbordabilissimo (meno di 15 €). Sai quanti audiofili sono venuti al concerto? Zero. Però quando si incontrano si dilettano in dotte dissertazioni su quale edizione della Sinfonia XYZ sia migliore, su quale direttore preferire ecc ecc. Ti capita un evento così e cosa fai? Stai a casa, ovviamente davanti all'impianto o al PC.
Non capirò mai come ci si possa rinchiudere dentro il segreto della propria sala d'ascolto, al riparo da occhi indiscreti, convincersi di possedere l'impianto migliore di quello degli altri, sentire il bisogno di gridarlo ai quattro venti, come se l'impianto fosse una proiezione di noi stessi, costruirsi in definitiva un'immagine virtuale della realtà così come noi vorremmo che fosse. E' tristissimo e, secondo me, è il sintomo di un disagio psicologico forte ed allarmante. Quando qualcosa diventa il surrogato di una realtà che ci fa paura (sia esso la TV o l'impianto HiFi o la second life su internet) forse è il caso di prendere adeguate contromisure, uscire fuori ed aprirsi alla vita, che è fatta di rumori, distorsioni, immagini sfuocate, colpi di tosse dei vicini di posto o sgomitate sotto il palco (ricordo ancora quelle che presi per stare a ridosso del palco dei Jesus and Mary Chain, tanti anni fa a Milano).
L'unico consiglio che mi sento di darti è dunque: spegni l'impianto e, magari, anche il PC. Non conosco i fatti ma se mi dici che sei stato espulso da più forum del settore mi viene il sospetto che il tuo approccio non sia quello giusto (leggi: sereno). Conosco solo un'altra persona che è stata espulsa più o meno da tutte le comunità virtuali di questo settore...ed è un negoziante :-)
Per chiudere in bellezza, mi aiuto con il titolo di una canzone: Get a life! Per chi non la dovesse ricordare...un piccolo capolavoro funky, con un testo molto intelligente ed una registrazione di livello assoluto (per quel che conta :-)).
La trovate su
YouTube (la qualità del video è quel che è). Ti saluto con le loro stesse parole: A Happy face a Thumping bass for a Lovin' race...Peace!. Grande Jazzie B. e grazie per l'assist...
Lucio Cadeddu

Autocostruire TA2020 vs Trends TA-10.1
Buongiorno Lucio,
non è la prima volta che scrivo a TNT Audio per raccontare le mie esperienze con l'amplificazione Tripath, e vorrei riportare le impressioni di ascolto comparativo tra questi due ampli "Tripath inside".
Prendete questa valutazione con le pinze, io non ho certo l'orecchio e l'esperienza di un recensore, e il mio impianto non è il massimo per mettere bene in luce differenze di amplificazione, tuttavia spero possa essere utile a chi, come me, possiede un ampli tripath delle prime generazioni e sta valutando un upgrade.
Il mio buon
Autocostruire TA2020 è rimasto per ben 2 anni al centro di una catena composta da lettore CD Onkyo, cavi segnale autocostruiti e cavi potenza TNT Triple T, diffusori Indiana Line Arbour 5.02. Non appena il TA10 ha iniziato a suonare, a tutta prima ho pensato "lo sapevo, suona uguale all'Autocostruire, ho buttato 150€".
Ma bando ai giudizi affrettati, continuando nell'ascolto mi sono reso conto che c'era qualcosa di diverso, la voce di Rachel Farrel era più... come dire, più presente, più viva, e anche Marc Cohn per la prima volta non mi appariva graffiante, ma decisamente più ascoltabile; ho ricollegato l'autocostruire e la prova ha confermato questa sensazione: le voci nel mio vecchio ampli non hanno la stessa naturalezza e presenza.
La differenza con l'Autocostruire non è marcata, si tratta di finezze, ma sono quelle finezze che messe insieme hanno un certo peso nel rendere il suono più musicale, più...emozionante?
Per dire un'eresia, ho sempre trovato il suono dell'ampli Onkyo più caldo e rilassante, seppure decisamente meno dettagliato e raffinato, al punto che potevo lasciarlo acceso per ore senza provare il desiderio di spegnerlo, come invece poteva accadere con l'autocostruire, con il quale potevo ascoltare al massimo un'ora di musica prima di sentire il bisogno di una pausa.
Con il 2020 ho sempre avuto una sensazione strana, non trovo le parole adatte per descriverla, ma ho sempre trovato il suo suono, seppure splendidamente dettagliato, poco coinvolgente, meno "pieno" e a volte leggermente duro e stridente, specialmente nella riproduzione delle voci sul registro medio alto.
Parlando del basso invece, mi pare che profondità ed estensione siano totalmente comparabili, ma anche qui il TA10 ha un qualcosa in più, sembrano più nitidi, vibranti, e più ricchi di armoniche.
Se suona così bene con l'alimentatore switching fornito di serie, chissà quali meraviglie può produrre con uno stabilizzato da 5A a 13.8 V, con tanto di trasformatore toroidale e batteria di condensatori in uscita.
Detto fatto e .... resta di stucco, non avverto alcun miglioramento, anzi, direi che vi è una leggera distorsione sui toni alti, forse a causa di una tensione leggermente superiore al valore nominale per il TA2024, ma sta di fatto che ho l'impressione che suoni meglio col suo alimentatorino di serie.
Ascoltando la musica fluire con nuova vita da questo sorprendente giocattolino, riflettevo compiaciuto di come l'amplificazione di qualità si è finalmente decisa a seguire il naturale trend del mercato dell'elettronica, divenendo accessibile a prezzi umani, e tutto questo grazie a un costruttore di chip da pochi dollari che probabilmente non aveva idea che stava per dare vita a una nuova generazione di amplificatori hifi, ma si sa, spesso le più grandi scoperte avvengono per caso.
In definitiva il mio Autocostruire è tornato sul bancone da lavoro, e ho intenzione di effettuare qualche modifica, come rimuovere i diodi della rete di Zobel e sostituire i condensatori di ingresso in poliestere con qualcosa di più alto livello, e stare a vedere (o meglio a sentire) cosa succede.
Parlando dei diffusori invece, sto valutando la possibilità di mettere qualcosa di più alta sensibilità per fare esprimere al meglio il mio nuovo gioiellino, come le Klipsch Synergy F2, e qui vorrei chiedere un parere a Lucio se possano essere un reale miglioramento rispetto alle mie Indiana Line in linea generale e non solo in termini di efficienza acustica.
Grazie dell'attenzione
Roberto - E-mail: rcolombo (at) porini.it

LC
Caro Roberto,
le tue impressioni non fanno altro che confermare alcune mie convinzioni, che si stanno facendo via via sempre più forti. La prima, che il chip 2024 di Tripath è probabilmente quello riuscito "meglio" della serie, probabilmente per puro caso. Ha l'handicap della bassa potenza, ma ha quella magia (che si poteva intuire anche nel T-Amp originale) che gli altri chip non posseggono in egual misura. Secondo, che il Trends Audio TA 10.1 è un pessimo cliente per i suoi concorrenti, un oggettino molto scomodo ed imbarazzante anche per Classe D più potenti. Terzo, che l'alimentatore originale del TA 10.1 non è così malvagio. Mi riferiscono di grandi miglioramenti nell'uso con batteria, ma io non ho ancora avuto tempo (e voglia) di provare. Il fatto è che il TA 10.1 è bello così com'è e non mi vien voglia di metterci le mani.
Infine, visto che mi chiedi un parere sul cambio di diffusori, credo che le F-2 possano far esprimere il TA 10.1 meglio delle 5.02, specie se hai necessità di pressioni sonore più elevate. Poiché trattasi di un side-grade e non di un vero e proprio upgrade, un ascolto attento delle F-2 è comunque obbligatorio.
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Re: Impostazione timbrica delle B&W
Caro Lucio,
dopo svariati ascolti, e nonostante abbia anche letto di parecchi utenti TNT che si lamentano della timbrica fredda di B&W, ho ordinato le 803D. Dopo tante rinunce, ho deciso di spendere questa grande (per alcuni folle) cifra per le casse, sperando che almeno quelle durino tanto tanto tempo.
Confermo che la timbrica di questi ultimi modelli B&W è forse troppo votata ai medio/alti, lasciando la sezione bassi un po' povera, anche considerando dimensioni e numero woofer; insomma un suono un po' freddo a volte, per alcuni non troppo musicale.
Proprio per questo chi me le ha fatte ascoltare ha usato ampli super costosi come Mark Levinson e McIntosh, per tirar fuori probabilmente il massimo dalla cassa e nello stesso tempo addolcire il suono; ma io ampli come quelli non me li posso permettere. Posso arrivare al massimo ad altri 3000/4000 euro.
Adesso che ho voluto la bicicletta...e che trattasi di bicicletta abbastanza particolare e forse difficile, vorrei tanto avere un suo gentile consiglio su quali marchi andare a cercare e sentire.
Un nome buttato lì provo a farlo io: leggendo alcune recensioni di TNT, la mia attenzione si è soffermata casualmente su un prodotto americano, il Krell 300, che però vedo non fanno più, adesso c'è la versione 400. Non so se è adatto alle 803D (su alcuni forum affermano che i Krell hanno tanta birra sui bassi ma una timbrica fredda sugli alti) però mi ha semplicemente colpito l'articolo.
Un grandissimo ringraziamento per il tempo che sicuramente spendi per darci retta in queste nostre tante richieste, che sommate alla passione per la musica che cerchi di trasmetterci, fanno di TNT un sito unico ed inimitabile. Ciao ciao
Anonimo - E-mail: capitanroy (at) libero.it

LC
Caro Capitanroy (firmarsi è troppo faticoso?)
questo dell'acquistare diffusori difficili senza avere il budget necessario a fornir loro dei partners adeguati sembra una moda molto diffusa, della serie "...intanto mi faccio le casse belle" senza pensare che spesso tali primedonne impongono investimenti di pari livello lato elettroniche.
Tanti anni fa, ancora TNT-Audio non esisteva se non dentro la mia testa, capitai a casa di un signore che aveva un midi Technics da pochi soldi (e ancor più bassa qualità) collegato a delle splendide Sonus Faber Electa Amator, sull'etichetta in ottone delle quali aveva fatto incidere il suo nome (astenersi commenti, please). Le casse, manco a dirlo, erano state infilate dentro un ripiano di una terrificante parete attrezzata in truciolare laminato bianco. E' passato tanto tempo, ma l'orrore del tutto ha lasciato tracce indelebili nella mia memoria.
Il signore però sembrava molto soddisfatto. Questo è infatti il punto: uno è conscio che sta facendo il passo più lungo della gamba...ma si accontenta così e non cerca l'impossibile. Perdonami per la digressione.
Nel tuo caso, se ti rivolgessi all'usato, un integrato di classe o un pre-finale adatti alle tue B&W li puoi trovare. Sto pensando, con un po' di fortuna, ad una coppia Mark Levinson 28 + 29, a qualche pre+finale ElectroCompaniet, a qualche vecchia accoppiata Classé o Jeff Rowland. Vedi cosa riesci a reperire. Eviterei Krell, se non forse qualche vecchio KSA50/80/100, ormai abbastanza difficile da trovare in buone condizioni (gli ampli che scaldano molto come i Classe A "cuociono" presto la componentistica, in particolar modo i condensatori). Nel nuovo farei un pensierino a qualche integrato superpotente di Musical Fidelity o Classé. Guardati un po' intorno e non appena ti sembra di aver trovato qualcosa di interessante sentiamoci di nuovo.
Cura molto l'ambiente e l'installazione, sono due parametri che possono fare GRANDI differenze.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

HiFi e fotografia
Ciao Lucio.
Ho letto le questione sulla fotografia e l''hi-fi. Non potevo astenermi dal mandarti una email in merito. Parlo da fotografo amatoriale (ma con un'esperienza abbastanza lunga alle spalle, avendo lavorato, durante gli studi universitari, per molti anni presso uno studio fotografico).
Il connubio fotografia/hi-fi non è, secondo me, molto pertinente. Mi spiego meglio: L'Hi-Fi riproduce un'arte: la Musica. La fotografia è il pennello di un'arte: l'Immagine. Secondo me l'Hi-Fi andrebbe più che altro paragonato ad un qualcosa di analogo che non è la fotografia: infatti l'Hi-Fi riproduce, la fotografia crea. Cosa riproduce quindi la fotografia? Stampe, inchiostri, stampanti, carte fotografiche (e, oggi come oggi, anche monitor LCD) ecc...Quando si evidenziano o creano particolari foto per risaltare particolari aspetti di un'immagine, è un processo tecnico/creativo che vedrei più abbinato, in un'ipotetica analogia, al concetto di produzione di un disco...mentre l'arte di comporre e suonare è una cosa che vedrei meglio abbinata all'abilità dello scatto fotografico.
L'Hi-Fi è una fotografia della musica...fotografia intesa come stampa finale, allora si, tutto quadra. L'Hi-Fi, secondo il mio discutibilissimo punto di vista, serve come strumento per godere al meglio di una splendida forma artistica, ma, in sè, è solo un mezzo. La fotografia, invece, in se, è un'arte, sullo stesso piano (sebbene diversissima) di quella della Musica (e una macchina fotografica è come un pennello, o come una chitarra, strumenti non di riproduzione, ma di creazione). La musica e la fotografia viaggiano parallele sul livello artistico, mentre Hi-Fi e stampe (album, poster, proiezioni, stampanti ecc..) viaggiano paralleli sul livello del mezzo che le riproduce. Questo è il mio pensiero, opinabilissimo, per carità.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma la fotografia come l'Hi-Fi (che riproduce Musica) riproduce la realtà...bhe, ma la realtà, sebbene spesso più bella dell'arte, non è un'arte..è la realtà. La fotografia trasforma frammenti di realtà in arte. Dopotutto anche un pittore, come un fotografo artistico, riproduce la realtà di un paesaggio e la pittura è anch'essa un'arte.
Ma sarei curioso di sapere cosa ne pensi a riguardo.
Un saluto.
Vincenzo - E-mail: vinfer80 (at) tin.it - www.hardnheavy.it

LC
Caro Vincenzo,
il mio parallelo fotografia/hifi era semplicemente riferito alla fotografia "descrittiva" (se così si può dire), non a quella "artistica". Prendi un paesaggio e lo fotografi, senza metterci troppo del tuo. Il risultato è una rappresentazione della realtà tramite un mezzo meccanico/elettronico. La registrazione è una fotografia (più o meno artefatta in studio) della realtà del suono "vero". Siccome l'HiFi dovrebbe essere la corretta e perfetta trasposizione di ciò che c'è sul disco, per la proprietà transitiva, anche l'HiFi è una fotografia della realtà. Tanto più la registrazione è veritiera, tanto più l'impianto sarà in grado di ricreare l'illusione. Il limite, ovviamente, come detto più volte, sta tutto nella qualità del disco e della registrazione. Tale qualità è estremamente variabile.
Un impianto HiFi, se è tale, lo riconoscete dal fatto che mette in evidenza tutte le differenze tra le registrazioni. Tenderei a diffidare da impianti che fanno suonare tutto uguale, perché evidentemente ci stanno mettendo molto del "loro" nella riproduzione. Poi, certo, a molti può anche piacere un suono "interpretato" ma lo scopo dell'HiFi è ben altro. Può ancora starmi bene un impianto che interpreta ma che alla fine riesce ad "illudere" molto bene i nostri sensi. Tale intepretazione, tuttavia, non può arrivare all'assurdo di far suonare i dischi tutti uguali, come se passati in una sorta di omogeneizzatore tonale e dinamico che appiattisce le differenze. Il successo di tanti impianti "scorretti" sta proprio in questo! Fateci caso: tutti i dischi tendono ad assomigliarsi molto, quando invece le differenze sono di qualche ordine di grandezza superiore a quelle tra un componente HiFi e l'altro. E questo si DEVE sentire!
Grazie per il prezioso spunto,
Lucio Cadeddu

Ancora su confronti improbabili
Gentilissima redazione TNT.
Sono un neoaudiofilo che legge le vostre rubriche sull'alta fedeltà come vangelo. Io ho un impianto hi-fi cosi costituito:

Vi scrivo perché ho provato a fare la prova del nove al mio impianto, per capire fine a che punto spendere tanti soldi potesse essere effettivamente motivato. La prova è la seguente: Bene fatto tutto ciò, seduto comodamente davanti al mio impianto, comandavo con il telecomando dell' amplificatore i due lettori, sentendo prima l'uno e poi l'altro.
Meraviglia delle meraviglie, i due lettori si sentono nello stesso identico modo, non riesco a notare nessuna differenza sensibile ad orecchio umano. Anche se sono un neoaudiofilo non mi ritengo incapace di notare eventuali differenze e a maggior ragione in questo caso, dove le differenze sarebbero dovute essere eclatanti.
Ho anche un altro impianto home theater, dell' ARCAM che comanda tutta la serie XQ della KEF, che mi da soddisfazione e che mi ha permesso di allenare il mio orecchio. Bene le mie domande sono le seguenti: Sinceramente attualmente sono molto deluso e spero che una vostra risposta possa farmi luce sulla mia situazione e farmi ritornare l'entusiasmo per questo complicato mondo dell' alta fedeltà.
Grazie del vostro lavoro e spero che troviate il tempo per potermi rispondere.
Giuseppe - E-mail: rossgiuseppe (at) libero.it

LC
Caro Giuseppe,
intanto ti invito - qualora non l'avessi già fatto - a leggere la lettera N.4 "Soggettività in HiFi" dove si racconta un'esperienza analoga alla tua (un Oppo DV980 che se la vede contro un Wadia 581s, 200 € contro 16.000 €).
Vorrei fare qualche riflessione. La prima riguarda la difficoltà, per il nostro orecchio, di rilevare differenze, anche grandi, in ascolti rapidi in commutazione diretta. Orecchio e cervello hanno necessità di un certo periodo di "adattamento" che il confronto A-B annulla. Quel che dovresti fare è chiedere a qualcuno di aiutarti nella prova in cieco. Ascolti un brano intero su un lettore (senza sapere quale stia suonando) e poi ascolti lo stesso brano sull'altro lettore. Ripeti l'esperimento con qualche altro brano e solo quando credi di aver riconosciuto uno dei due lettori fatti svelare quale è. Non è una prova attendibile al 100% ma almeno ti permette di capire SE riesci a sentire differenze.
Seconda osservazione. Il tuo impianto è di ottima qualità, se anche ambiente ed installazione sono adeguati qualche differenza, almeno di impostazione, dovresti riuscire a sentirla.
Terza ed ultima osservazione. Perché dici di aver perso l'entusiasmo? Io davvero non capisco. Se dopo tutte le prove che potrai fare, il tuo DVD economico Teac dovesse ancora suonare indistinguibile dal McIntosh...ci sarebbe da far festa! Pensa a quanti dischi (o biglietti di concerti) potresti acquistare rivendendo il costoso McIntosh!!! Certo che l'audiofilo è proprio strano: invece di essere felice di aver trovato un componente che costa meno e suona ugualmente bene...va in depressione. E' un meccanismo psicologico davvero molto, molto curioso. Se trovassi un'auto che ha lo stesso confort e le stesse prestazioni di una BMW serie 5 ma che costa 1/4 di questa...non ne saresti felice? Io sì.
Non mancare di tenermi aggiornato!
Lucio Cadeddu

ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!
Potete anche unirvi al nostro gruppo di discussione sull'HiFi!!!

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