[ TNT | Redazione | HiFi Shows | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]

Lettere alla Redazione di TNT-Audio

Voi siete qui > Home > Rubrica della Posta > Lettere della settimana

ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!
Potete anche unirvi al nostro gruppo di discussione sull'HiFi!!!

I volumi della posta precedente

  1. Punte alternative
  2. Re: Biwiring
  3. Re: Audio Nirvana e CAT5 Modificati
  4. Ingiallimento della cupola del midrange
  5. Re: Valvole NOS
  6. Nuovo pre attivo
  7. Multiamplificazione
  8. Nuovo impianto con 1600 €
  9. HiFi moderno affaticante?
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Punte alternative
Ciao Lucio, ti scrivo nuovamente per rendere pubblica una mia esperienza ed aiutare coloro che hanno il mio stesso "problema", ora perfettamente risolto.
Dopo l'acquisto degli ottimi diffusori a torre Cabasse Java MC 40 il fattore WAF è crollato miseramente a zero, per salvare la pace familiare l'unica soluzione possibile era: casse nascoste a riposo e spostamento solo per l'utilizzo! Le punte installate erano le Soundcare Superspikes, ottime, ma purtroppo il mio pavimento in cotto corrugato non favoriva lo "strisciamento" per 4 metri dei 25 Kg per diffusore, provocando raggelanti vibrazioni soprattutto nel mio cervello, urgeva una soluzione definitiva!
Sono andato in un Briko e dopo lunga scelta ho acquistato otto rotelle snodabili in gomma morbida dal costo di 2,20 euro cadauna, installate sotto i diffusori ed acceso l'impianto ho capito di avere fatto centro. Le gamme alta e medio-alta erano identiche a quelle prodotte dalle Soundcare ma le gamme medio-bassa e soprattutto la bassa si sono arricchite di quelle armoniche (senza produrre code o sbrodolamenti anche ad alti volumi) che non riuscivo a captare con le Soundcare, che essendo accoppianti rendevano le basse tese e precise ma troppo asciutte per i miei gusti.
Questo risultato forse lo avrei ottenuto anche con i piedini Upim ma non avrei mai avuto questa libertà di spostamento! E' sottinteso che si possono provare rotelle in materiale morbido, duro ed addirittura con biglie in acciaio a seconda dei propri gusti. Per la stabilità e la regolazione fine oltre ad agire sulle viti è sufficiente allargare le ruote come nella foto. Credo di essere il primo a suggerire una soluzione simile, se qualcuno lo ha fatto prima di me chiedo scusa anticipatamente.
Invito tutti a sperimentare e comunicare i risultati, spero che questa soluzione entri nell'Angolo del Tweak in bella compagnia dei prodotti che hanno aumentato il grado di soddisfazione senza svuotare il portafoglio. In onore di mia moglie, che ha involontariamente originato la soluzione, le chiamerò "Le puntone di Anna Maria".
P.S. Ho costruito il cavo di segnale 007 come proposto dal sito Royal Device al prezzo di max 10 euro, semplicemente favoloso, è al livello di cavi molto, molto costosi e sfido chiunque a trovare differenze.
Un cordiale saluto a te Lucio ed a tutti i lettori di TNT-Audio.
Antonino - E-mail: a.dilizia (at) tin.it

[Diffusori a rotelle]

LC
Caro Antonino,
sono felice che abbia trovato questa soluzione così efficace ma consentimi di frenare un po' gli entusiasmi della "scoperta". In realtà le rotelle sotto ai componenti HiFi (rack, stand per diffusori e diffusori) si conoscono e si usano sin dalla notte dei tempi. La Prandini Mobili, ad esempio, già negli anni '70 aveva una ricca offerta di supporti semoventi su rotelle in gomma. Il perché non abbiano mai goduto delle simpatie degli audiofili è presto detto: la rotella è nata per...ruotare! Ora, quando i woofer di un diffusore si muovono "in avanti" si genera una reazione uguale ed opposta all'indietro. Se il diffusore è fermo (su punte o supporti elastici) non succede niente di grave, se è su rotelle ci sono buone possibilità che si muova, magari impercettibilmente, vanificando - ad esempio - la precisione della scena sonora e la messa a fuoco.
Una soluzione di buon compromesso è quella che ho indicato nell'articolo dei
Glisdome sliders, dei dischi in Teflon® nati apposta per far scivolare facilmente i mobili sul pavimento senza graffiarlo. Essendo semirigidi non presentano l'inconveniente delle rotelle e sono pure più belli a vedersi (di fatto non si vedono, restando nascosti sotto i diffusori).
Consentimi infine di suggerire particolare cautela nell'utilizzo di rotelle con le biglie d'acciaio: vibrano e rigano i pavimenti, per colpa dello strisciare dell'acciaio sulle particelle di polvere inevitabilmente presenti sulle piastrelle o sul parquet. Già provate e senz'altro bocciate.
Grazie per il feedback,
Lucio Cadeddu

Re: Biwiring
Lucio buonasera,
grazie per la tua efficace
risposta nella rubrica della posta, e come da tuo suggerimento, oggi, approfittando della domenica di libertà, mi sono "messo al lavoro" con casse e cavi......per scoprire che avevi ragione tu, come al solito. Altrimenti, se fossimo tutti già "imparati", dove starebbe il senso di romperti le scatole?
In effetti, tolto il mio bi-wiring improvvisato della scorsa settimana, ho ripristinato solo gli Straight Wire(TMC) a forcella nei medio-alti con ponticelli rifatti in rame puro, togliendo i Supra....ecco, il fatto che tutto sembrasse più dettagliato e potente, era dovuto al fatto che gli alti risultassero "pompati", eccessivamente squillanti, quasi stridenti, cosa che con ascolto prolungato stancava.....rimessi gli Straight (solo loro) al loro posto, è tornato tutto neutro, dolce, misurato.
Senza dubbio un'esperienza che è servita, per "farsi l'orecchio" sui suoni "vitaminizzati" o colorati dai differenti conduttori......Ho usato un paio di amici come cavie, e sono rimasti impressionati dal colore che davano i Supra agli alti, tenendo conto che già le MA RS8 in quelle frequenze si fanno sentire........
Ho imparato molte più cose in questi mesi, che in anni di ascolto semplice, e di tante chiacchiere di "esperti"....e questo è solo l'inizio.
Grazie come sempre.
Un saluto,
Alessio - E-mail: alann69 (at) hotmail.it

LC
Caro Alessio,
siamo tutti qui per imparare e più si impara e più si scopre quanto ci sia ancora da fare. L'importante è avere l'approccio giusto, senza pregiudizi e libero da dogmi di fede. E, soprattutto, mai tentare generalizzazioni partendo da esperienze singole del tipo "ho ascoltato una buona sospensione pneumatica", conclusione: tutte le sospensioni pneumatiche sono meravigliose. Oppure "ho ascoltato un buon ampli a valvole", conclusione: tutti gli ampli a valvole sono meravigliosi e così via con tutto il ben noto campionario di luoghi comuni audiofili e di fantasiose ed infondate leggende metropolitane.
Ora, che i cavi Supra colorino il suono è un'altra cosa che mi sentirei di correggere: secondo me sono cavi sostanzialmente neutri. Può essere però che in certi sistemi e sotto alcune condizioni prediligano la gamma alta a quella bassa, come sembrerebbe emergere dalle tue prove. Io li ho provati un po' in tutte le salse e questa esaltazione della gamma alta non è mai venuta fuori. Precisi, aperti, chiari...questo sì, ma colorati proprio direi di no.
Hai mai provato - così, tanto per fare esperienza - a costruirti qualcuno dei nostri cavi di potenza? Non serve saper saldare, basta saper usare le forbici. Potresti imparare altre cosucce interessanti :-)
Buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Re: Audio Nirvana e CAT5 Modificati
Gentilissimo Lucio,
faccio seguito alla mia precedente email pubblicata sul tuo stupendo sito qualche settimana fa (
Vol. 505) sono passate diverse settimane e ho letteralmente divorato la mia collezione di dischi.
Sono convinto: i miei tanto amati Chario Syntar 100T non mi piacciono più. Ho fatto come hai suggerito, lungue sedute di ascolto con gli Audio Nirvana a diversi volumi, pausa di qualche giorno, riascoltare i Chario ed ogni volta il responso è stato lo stesso. Ancora oggi, "Su e Giu da un Palco" di Ligabue, Album Live, i Chario con i bassi troppo presenti addirittura fastidiosi tanto da farmi controllare se per caso avevo lasciato il "tone defeat" disattivato e quelle voci e gli strumenti lontani; poi cambio speakers (li ho entrambi collegati basta premere un pulsantino e switcharli) ed ecco il ritorno della Musica, col palco sotto al mio naso, con Ligabue che canta in salotto.
Per i cavi ho provato a cambiarli diverse di volte e mentre sui Chario mi sembra di sentire qualche lieve differenza (più brillanti quelli nuovi "sguainati"), sugli AN mi sembrano assolutamente uguali, può essere che dipenda dal tipo di driver o dai crossover dei Chario che magari sentono di più il cavo? Comunque sia la differenza per le mie orecchie è cosi esile che passati 10 secondi me ne sono già dimenticato quindi la scelta finale la faccio sulla base del WAF e mi tengo quelli nuovi.
Ritornando agli AN, ti dicevo che ho riscoperto parecchi dischi che da parecchio non ascoltavo più, ho però qualche considerazione da fare:

Cambiando argomento, volevo domandarti una cosa circa i giradischi: è molto importante che abbiano il piatto sospeso (Thorens TD150, il mio, per esempio)? Ho dato una occhiata ai vari Project, Rega fascia fino a 500 euro e mi sembra che siano tutti a telaio rigido. Il mio vecchio Thorens necessiterebbe di una bella revisionata data l'età; va benino, per carità, ma ha qualche acciacco e pensavo di regalarmi un upgrade con qualche cosa di "buono" e un po' meno vintage.
Qualche suggerimento?
Come sempre i tuoi commenti saranno graditi.
Un saluto cordiale dalla terra di Albione.
Angelo - E-mail: am (at) excellence-electronics.com

LC
Caro Angelo,
che l'approccio "full range" sia più problematico e bizzoso è cosa ben nota, per questo o lo si ama o lo si odia. Il fatto che gli AudioNirvana sentano meno "i cavi" si può spiegare pensando al carico che vede l'amplificatore: è probabile infatti che sia l'amplificatore a "sentire" i cavi e non le casse. Un fullrange è privo di crossover pertanto è un carico facilissimo per l'amplificatore. Un diffusore tradizionale, viceversa, offre capacità ed induttanza "aggiuntive". Se a queste aggiungiamo quelle di un cavo di potenza (ed alcuni cavi con il CAT5 sono estremamente capacitivi) può essere che si vada oltre la soglia di buon funzionamento dell'amplificatore, che reagisce suonando in maniera diversa.
Per quanto riguarda il giradischi non vedo ragione per upgradare il tuo Thorens TD150 pensando semplicemente alla questione della "sospensione"! Il fatto che i giradischi moderni di fascia medio-bassa siano tutti a telaio rigido si spiega facilmente pensando ai costi: un telaio rigido costa molto meno di uno sospeso! Di conseguenza, per certe fasce di prezzo, la soluzione rigida è quasi obbligatoria. Piuttosto che prendere un giradischi nuovo, considerando che sei in UK, perché non cerchi un bel Linn Sondek o un Michell Gyrodec usati? E magari anche un glorioso Ariston RD80 (ma anche RD40) o un Dunlop Systemdek! Le prime serie si trovano facilmente a prezzi interessanti e costituirebbero un bel balzo in avanti rispetto al tuo TD150, soprattutto per via del fatto che possono usare bracci di ben altra caratura rispetto a quello, invero molto modesto, di serie sui Thorens di fascia entry-level.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ingiallimento della cupola del midrange
Ciao Lucio.
Non ci conosciamo (è la prima volta che ti disturbo) ma non mi considero un "estraneo" visto che seguo la rivista on line da sempre. Tralascio i complimenti di rito (ma indirettamente te li faccio ... in questo modo) per cercare di rubarti meno tempo possibile: sono comunque molto spesso in sintonia con il tuo modo di pensare e con le tue "crociate" come per esempio quella denominata "loudness WAR".
Spero solo di poter rivivere tempi migliori quando gli audiofili non erano una categoria di eletti in via di estinzione, esistevano moltissimi musicisti degni di tale epiteto (esistono anche ora ma sono molti meno) e anche i network offrivano programmi musicali di qualità che ora sono rarissimi. Sono convinto però che sono cicli della vita e il futuro non potrà che ripresentarci situazioni di nuovo soddisfacenti.
Vengo al quesito che mi ha spinto a scriverti: posseggo felicemente da anni dei diffusori della INFINITY: le 7.2K serie II che mi hanno dato soddisfazioni. Tu non sei stato molto tenero con la serie KAPPA anche se ti riferivi però alle prime realizzazioni e cioè quelle dotate di driver EMIM & EMIT. A confronto, a mio giudizio, l'EMIT-R e il medio POLYDOME sono di un'altra pasta ... Sei d'accordo?
Il dubbio risiede proprio sul POLYDOME (allego foto di come era) che con il tempo ha perso la sua bellissima trasparenza nella cupola ingiallendosi (entrambi i diffusori manifestano questo fenomeno).
Devo preoccuparmi? Devo temere un consistente mutazione del materiale con rischio di rotture (disastrose visto che non mi risulta di facile sostituzione essendo il componente fuori produzione). Visto che non si tratta di una normale riconatura ma della stessa membrana cosa mi consigli?
Grazie in anticipo.
Roberto - E-mail: Roberto.Marin (at) mail.wind.it

[Diffusori a rotelle]

LC
Caro Roberto,
mi piace la tua visione "vichiana" (da G. B. Vico, cioè) del mercato della Musica e dell'HiFi. Mi piace pensare che una volta toccato il fondo (e l'abbiamo toccato) ci debba per forza essere un rimbalzo. Una volta che ci siamo abituati alla comodità (MP3) potremmo anche ambire nuovamente alla qualità. Speriamo bene, qualche timido segnale c'è: molti che tornano al vinile dopo l'abbuffata tecnologica del digitale e tanti artisti che si ribellano alla compressione dinamica selvaggia.
Concordo con te anche sul giudizio circa le diverse serie di Infinity Kappa: decisamente più "addomesticata" la seconda, quella in tuo possesso. Purtroppo temo che il processo di invecchiamento del materiale che compone le cupole dei Polydome sia inevitabile ed irreversibile. Per fortuna si trovano ancora i ricambi (o i cloni) e costano cifre ragionevoli, come puoi facilmente vedere su
www.speakerrepair.com: ci sono TUTTI i diaframmi di tutti i driver Infinity, dal Polycell al tuo Polydome passando per i nastri di ricambio per l'EMIM, l'EMIT etc. Per il Polydome da 3" (che dovrebbe essere il tuo) propongono un clone equivalente che dovrebbe essere della VIFA. Non sarà la soluzione perfetta (è un "drop-in" pur se elettricamente un po' diverso) ma almeno ti consente di continuare ad ascoltare le tue casse per ancora lungo tempo, nel caso i tuoi drivers dovessero cedere.
Tuttavia, prima di correre ai ripari, continuerei ad ascoltare coi diaframmi un po' ingialliti dal tempo :-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Re: Valvole NOS
Ho letto sulla rubrica della posta l'avventura di un retubing con valvole nos. Premetto che sono un appassionato del suono degli apparecchi a valvole ma credo che la mania delle nos abbia oltrepassato tutti i limiti.
Frequentando e-bay vedo prezzi da matti per normali valvole audio provenienti da chissà dove e dico una cosa folle: di solito le valvole costruite adesso hanno tolleranza più strette, metodi di costruzione più moderni, un vuoto interno migliore e realizzazioni più accurate. Molte volte ho provato a sostituire una "cinese" con l'equivalente nos e, salvo pochi casi, ho notato un aumento della microfonicità e del rumore e un aumento della distorsione; inoltre è spesso quasi impossibile trovare due esemplari uguali - questo per quello che riguarda valvole per gli stadi a basso livello e per gli stadi di linea (per gli stadi di potenza non ho grandi esperienze in merito).
Sto realizzando un
Simpre PSE e per curiosità ho provato diversi tipi di valvole sia nuove che nos (adesso che il pre è ancora a livello di gomitolo di fili sul banco di lavoro). Ho testato delle ECC88 Philips nib presumibilmente degli anni '60, delle 6DJ8 cinesi moderne e delle ECC88 recuperate da un oscilloscopio Tektronik; le migliori sono risultate le cinesi: basso rumore, guadagno identico e bassa distorsione seguite inspiegabilmente dalle Tektronik che dovrebbero avere moltissime ore di funzionamento sulle spalle e che però presentano tra loro una differenza di guadagno molto marcata.
Le nib Philips hanno dato risultati penosi - microfonicità, rumore e distorsione oltre al guadagno diverso. Una esperienza analoga mi è capitata una decina di anni orsono - un collega di lavoro appassionato autocostruttore aveva problemi con un amplificatore single ended con valvole 300B. Riassemblai l'alimentatore dei filamenti e lo aiutai a razionalizzare il cablaggio e l'amplificatore funzionò bene; dopo qualche tempo l'amico acquistò da un rivenditore una coppia selezionata di 300B d'epoca, credo Western Electric o RCA (non ricordo esattamente) pagandole una fortuna.
Il suono dell'amplificatore acquistò un palese sbilanciamento del guadagno tra un canale e l'altro e dopo alcuni mesi d'ascolto una delle 300B andò fuori uso (perse il vuoto a causa di una crepa dell'involucro) e il mio amico rimontò le valvole russe con le quali aveva costruito l'amplificatore ...
Secondo me il "suono delle valvole" è soprattutto il suono di tutto il dispositivo - amplificatore o preamplificatore che sia - dipende dalla topologia circuitale, dalla realizzazione e dalla qualità di tutti i componenti - non solo dei tubi - e dal perfetto adattamento di tutti gli apparecchi della catena di riproduzione. Occorre tener presente che il tempo passa e la tecnologia va avanti - anche quella valvolare.
Inoltre non sarebbe meglio investire nell'acquisto di buona musica che in quello di fondi di magazzino (collezionismo a parte)?
Saluti e buon ascolto,
Stefano - E-mail: stefano (at) stefanocairoli.com

LC
Caro Stefano,
ti ringrazio per il feedback e l'esperienza diretta che hai voluto condividere con noi. Che la faccenda NOS sia in gran parte una mania è assodato, però qualche vantaggio sonoro, forse statisticamente non significativo, c'è. E, ovviamente, a fronte di qualche possibile miglioramento, ci sono anche tanti peggioramenti. Ho già scritto, agganciandomi a ciò che sostiene Jim Smith nel bel libro "Get better sound", che spesso i miglioramenti nel cambio di valvole sono tali solo perché si sta sostituendo valvole già vecchie con altre nuove. Lui arriva a sostenere che le differenze si possono iniziare a sentire anche dopo soli 6 mesi di utilizzo.
Tieni conto però che gli appassionati di valvole sono, spesso, degli appassionati del "vecchio" in quanto tale...quindi l'attrattiva esercitata da dispositivi NOS è troppo forte. Aggiungi che si tratta di un upgrade o semplice modifica che possono fare davvero tutti (basta sfilare e reinfilare) ed ecco che il "tube rolling" diventa una delle procedure più popolari.
Sono d'accordo con te che il suono debba essere quello del dispositivo, per questa ragione non capisco come si possa convivere con apparecchi che cambiano personalità ad ogni cambio di valvola...si finisce per non capire davvero che cosa si ha di fronte. Sarebbe come essere sposati con una donna che cambia umore e personalità ad ogni cambio d'abito! (qualcuna lo fa davvero, temo). Così, mentre per i preamplificatori o i CD players la cosa potrebbe essere tollerabile (la durata di un tubo di segnale è molto lunga) faccio fatica ad accettare l'idea di un finale di potenza a valvole, magari pure "tirate per il collo", che quando hanno finito il rodaggio è già arrivata l'ora per sostituirle perché troppo consumate :-)
Esagero, però l'idea è quella: prima hai il dubbio che non siano rodate a sufficienza, poi quello che sia già "stanche". Per farsi del male mi sembra un ottimo sistema ;-)
Grazie per il prezioso feedback,
Lucio Cadeddu

Nuovo pre attivo
Buongiorno Direttore,
ancora una volta le scrivo per avere da lei un consiglio prezioso. Sicuramente non si ricorda ma ho iniziato proprio con i suoi consigli il mio primo impianto, che era costituito da un TA 10.1, CD Oppo 980 e casse Advent Legacy. Dopo 2 anni o poco più il mio impianto attuale è questo:

Le casse le ho appena comprate e il venditore le aveva in un impianto con pre Mark Levinson 380. Con l'occasione il venditore mi ha gentilmente permesso di provare anche il mio pre passivo, le differenze ovviamente le ho sentite ma le voglio solo scrivere il parere del possessore del ML 380 rispetto al mio pre: dettaglio niente affatto lontano dal 380, scena più chiusa ma non ovattata, e con mia sorpresa pianoforte piacevolmente più materico e presente del ML 380.
Inutile sottolineare che il 380 è un'altra cosa, ma la cosa che più ho notato è la scena più raccolta, più chiusa del mio umilissimo pre rispetto al suo e su questo nasce il consiglio che le chiedo. Se dovessi passare ad un pre attivo di qualità quale mi consiglierebbe?
Se rimanessi sotto i 1.000 euro per un pre attivo potrei migliorare il mio impianto? Il mio pre nuovo costa 750 euro su Playstereo...
Se poi ha notato qualcos'altro nel mio impianto che lei correggerebbe me lo scriva pure, mi farebbe molto piacere.
Grazie e buona giornata,
Luca - E-mail: luca.merlino (at) valprinting.com

LC
Caro Luca,
ne hai fatta di strada partendo dal TA 10.1! Ecco, era proprio questo il concetto che cercavo di spiegare la settimana scorsa su questa Rubrica: i nuovi amplificatori in Classe D hanno permesso a tanti di entrare in punta di piedi in questo mondo, lasciando intravvedere le potenzialità di soddisfazione musicale rese possibili da un vero impianto HiFi. Il passo verso sistemi ancor più raffinati è poi breve. Ecco, vedo il T-Amp ed i suoi derivati come il "predellino" per aiutare tanti a salire sul treno dell'ascolto di qualità. Una volta saliti ed assaporato il gusto del "viaggio" è davvero difficile scendere, no? :-)
Complimenti dunque per il percorso e per l'ottimo impianto!
La questione del nuovo pre attivo è delicata, perché la cifra a disposizione non consente grandi spazi di manovra...a meno che non ci potessimo spostare nell'usato. Si trovano tanti pre di ottima qualità nell'usato, magari proprio qualche Classé, da abbinare al finale di famiglia, ma anche Audio Research e, con un po' di fortuna, Mark Levinson N. 28, Jeff Rowland Consonance e Krell (KSL). Tra quelli più moderni non è impossibile trovare un NuForce P8. I 1000 € potrebbero non essere sufficienti, nel caso potresti aspettare tempi migliori...piuttosto che tentare subito un side-grade.
Ti dico questo perché hai confrontato il tuo pre con il 380 di Mark Levinson, io non mi aspetterei la stessa differenza sonora che hai sperimentato, acquistando un pre da 1000 €, specie se nuovo.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Multiamplificazione
Caro direttore,
Grazie della rivista...
Sarò breve: alla luce delle innovazioni tecnologiche (class d, gainclone ecc...) capaci di far dare una sbirciatina all'hifi anche con un budget ridotto, a proposito dell'
articolo sul biwiring ormai datato volevo chiederle se oggi le sue opinioni sono diverse.
Potrebbe oggi essere più interessante (rispetto a quanto possibile nel 1999) un impianto economico, multiamplificato e senza crossover? (magari utilizzando trasduttori come Audio Nirvana o Tagband combinati con woofer Eminence e dei PLLXO come questi http://www.t-linespeakers.org/tech/filters/passiveHLxo.html)
A presto,
Andrea - E-mail: andrea.policardi (at) gmail.com

LC
Caro Andrea,
il buon senso non passa mai di moda. Mi sono riletto quell'articolo e mi pare ancora attualissimo. Non vedo come le nuove amplificazioni possano stravolgere il senso dei consigli dati in quell'articolo. Confermo che la multiamplificazione - SE ATTIVA - è sempre stata una soluzione qualitativamente eccellente, ma costosa e complicata da implementare. Con qualche amplificatore economico come quelli citati i costi lato amplificazione calano, è vero, ma resta sempre da cercare un buon crossover elettronico e poi utilizzare tanti cavi. La soluzione dei PLLXO (crossover passivi a livello linea) non è male ma è meno semplice da "customizzare" di quanto sembri. Ti consiglio di leggere quel che scrive in proposito Art Ludwig. Puoi tentare ma la strada non è esente da rischi. In ogni caso non si tratterebbe di un sistema "senza crossover" come lo chiami tu. Il crossover c'è, a monte degli amplificatori, ma c'è. Non trovo sensatissimo abbinare un largabanda ad un tweeter ed un woofer, in parte si vanificano i vantaggi della soluzione "minimalista", realizzando un due o tre vie che non è molto diverso da un diffusore assolutamente tradizionale.
In ogni caso, essendo impossibile prevedere il risulato finale (i crossover line-level vanno realizzati "pensando" all'amplificatore a valle) non posso consigliarti altro se non di provare ed eventualmente riferire delle tue esperienze e dei tuoi risultati. A me sembra un po' un overkill ma....non si sa mai.
Tienimi aggiornato!
Lucio Cadeddu

Nuovo impianto con 1600 €
Buon giorno direttore, non sono un esperto e scrivo per un consiglio sull'acquisto di un nuovo HI-FI. Il mio budget potrebbe arrivare sui 1600 euro, ma mi chiedevo se ne valesse veramente la pena. Per anni ho ascoltato musica utilizzando un impianto compatto ed economico Technics, con diffusori posizionati su delle mensole ad 1.80 m d'altezza. Ascoltando musica classica e jazz vorrei fare un salto di qualità.
Il quesito che le pongo, riguarda il mio problema principale. La mia stanza d'ascolto è molto piccola (10mq). Cambierò la disposizione dell'arredo in maniera da poter disporre i diffusori su stand, la loro posizione e il punto d'ascolto formeranno il dovuto triangolo ideale. La configurazione che otterrò sarà questa: la distanza tra i diffusori è di circa 1,60 m ed il punto d'ascolto si trova a 2.25 m davanti ad essi; date le dimensioni della stanza non mi è possibile distanziare le casse a più di 15-25 cm dalla parete di fondo (distanziandole di un metro dal fondo me le troverei a soli 1,50 m dalle orecchie, cosa che renderebbe l'ascolto impreciso e fastidioso, no?), mentre la distanza casse pareti laterali è di 1m circa. E' possibile con queste misure ottenere un suono piacevole?
Vorrei acquistare un ampli NAD 326 abbinato al lettore cd NAD 525. Ma ha senso acquistare certi componenti per un ambiente cosi piccolo? Mi sto domandando se nel mio piccolo ambiente saranno avvertibili ed apprezzabili le differenze tra il mio compattino attuale ed un futuro NAD.
Nel mio caso specifico, la ridotta distanza dei diffusori dal fondo può da sola spazzare via tutta la buona qualità del suono che può uscire da un NAD? Per quanto riguarda l'acquisto dei diffusori, non potrò fare molte prove d'ascolto, quindi vorrei un consiglio su quali diffusori abbinare ai suddetti componenti, tenendo presente che mi piace ascoltare spesso ad un volume moderato.
Grazie e complimenti per il bel sito!
Luca - E-mail: prati.luca (at) alice.it

LC
Caro Luca,
è vero che la stanza è piccola ma mi pare che la disposizione dei diffusori sia non troppo sacrificata. La distanza dalla parete posteriore è troppo ridotta, proverei, una volta acquistato l'impianto, ad aumentarla un po'. Ascoltare coi diffusori più vicini al punto d'ascolto non è necessariamente un problema. In fondo quei 2,25 metri di distanza potrebbero diventare 2 metri o anche meno, senza enormi differenze ma beneficiando dell'aumentata distanza dei diffusori dalla parete di fondo, elemento essenziale per evitare colorazioni in gamma media e medio-bassa e per sperare nella ricostruzione tridimensionale dello stage. Per anni ho sistemato il mio secondo impianto in una stanza simile ed era comunque un gran bel sentire, anche con apparecchi di livello ben più elevato rispetto a quelli che intendi acquistare.
Dunque, non mi porrei problemi particolari, le elettroniche NAD che intendi acquistare non saranno troppo sacrificate. E' di fondamentale importanza scegliere i diffusori "giusti" che, viste le dimensioni della stanza, potrebbero tranquillamente essere delle piccole torri che occupano uno spazio ridotto in pianta. Puoi spaziare dalle Aliante CNM Tower alle Indiana Line Arbour 4.02 o 5.02, diversi modelli Chario e magari qualche torre Opera da cercare nell'usato (ad es. le Platea). Dando un'occhiata all'estero non dimenticherei le proposte di Mordaunt Short e Monitor Audio.
Visto che ami ascoltare a volumi non elevati e tenuto conto delle dimensioni della stanza secondo me i 50 watt del NAD 326 sarebbero assolutamente sovrabbondanti. Potresti risparmiare un bel po' puntando al modello 315BEE o, addirittura, optare per un piccolo amplificatore in classe D tipo il Trends Audio TA 10.1 o consimili, se non avessi necessità di telecomando o più ingressi. I soldi risparmiati, che non andrebbero affatto a scapito della qualità sonora complessiva, potrebbero essere meglio investiti in diffusori di livello ancora più elevato, senza dimenticare che un budget minimo (facciamo 150 €?) per dei cavi di segnale e di potenza decenti dovrai pur prevederlo, per non vanificare il risultato con i cavetti di serie.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

HiFi moderno affaticante?
Egregio Professore,
la disturbo nuovamente perchè, dopo aver acquistato il mio primo impianto hi-fi (Audio Analogue Primo Settanta + Primo CD + Aliante CNM Tower) su cui le ho già scritto altre volte, sto ancora cercando di capire se si possa risolvere il problema relativo alla fatica d'ascolto che provo. Credo inoltre che riportarle le mie impressioni (anche se parzialmente negative) sia l'unico modo per ringraziarla della gratuità e della serietà con cui condivide la sua passione per la musica. Ho in mente inoltre di affrontare la tematica del "mio hi-fi" in due o tre mail di cui questa sarebbe la prima. Non voglio però tediarla né costringerla a seguirmi nei miei ragionamenti (che alla fine sono semplicemente un momento di svago) per cui, se vuole, cestini pure questa mia mail.
Le riflessioni che seguono sono quelle di un appassionato di musica che vuole ascoltare musica e non certo di un intenditore di hi-fi che insegue parametri hi-fi; non intendo neppure discutere sulla qualità dei componenti da me acquistati (certamente ottimi) quanto piuttosto su come suona un impianto hi-fi moderno e sul modo in cui io vorrei che la musica venisse riprodotta.
Quando mio padre, circa 30 anni fa, acquistò il suo primo stereo che ancora oggi suona (giradischi Teac TS-F 50 a trazione diretta, amplificatore Scott 410-A da 30W e casse italiane bookshelf due vie della LAE) ricordo ancora la grandissima soddisfazione quando lo mettemmo in funzione: con le casse disposte in cima ad una libreria, in una stanza quadrata e con un vecchio disco pieno di graffi il suono che ne usciva era di gran lunga superiore a quello cui eravamo abituati (di mangiadischi e registratori a bobina). Ma soprattutto nessuno di noi in trent'anni si è mai lamentato della fatica d'ascolto.
Quando venti anni dopo acquistai il mio attuale stereo coordinato (un mini a componenti separati della Kenwood) non ci fu lo stesso salto di qualità avuto con il primo stereo, la grande differenza era però dovuta al lettore CD che sostituiva il giradischi e quindi sparivano tutti i fruscii ed un fastidioso difetto ad alto volume che solo oggi capisco era il cosiddetto effetto Larsen sulle basse frequenze. In ogni caso la fatica d'ascolto era sempre nulla e rimane tutt'ora nulla (almeno per i miei ascolti che di norma non superano i 45 minuti).
Adesso acquisto un impianto hi-fi moderno, lo sistemo certamente meglio dei suoi predecessori (anche se non in maniera ideale) uso dischi mediamente buoni (anche se non tutti eccellenti) e che succede? All'inizio rimango perplesso per il suono ''magro ed esilè' poi, dopo averci fatto un po' l'orecchio e forse anche grazie ad un po' di rodaggio dei diffusori, capisco che il suono è sicuramente più realistico rispetto agli impianti precedenti (i bassi scendono di più in frequenza e non rimbombano, gli alti sono tutt'altro che ovattati contribuendo alla sensazione di realismo) ma ahimè spunta un senso di fastidio causato dalle frequenze medio-alte che mi impedisce di arrivare anche a mezz'ora di ascolto (c'è un senso di penetrazione nelle orecchie delle frequenze medio-alte che proprio non riesco a sopportare). Il tempo passa (circa quattro mesi), il suono mi sembra diventare più dolce e corposo ma permane sempre la sensazione di un equilibrio timbrico troppo spostato verso le frequenze medio-alte e la difficoltà ad ascoltare strumenti quali i violini, le note medio-alte del pianoforte o la grande orchestra.
Quando pensavo ad una riproduzione hi-fi neppure immaginavo di mettere in discussione quella che per me era e rimane la più importante qualità della musica dal vivo, quella qualità sulla quale non vedo mai alcuna discussione nei forum, e cioè l'assenza di fatica d'ascolto. Davo anzi per scontato che con un impianto migliore il suono sarebbe stato ancora meno affaticante e più dolce permettendomi di ascoltare per un tempo più prolungato. Per quanto mi riguarda, solo mantenendo l'assenza totale di fatica d'ascolto posso poi apprezzare la timbrica più realistica e, per ultimo, la scena sonora (parametro questo fortemente dipendente dalla disposizione in ambiente). Leggendo i vari forum ho invece la sensazione che gli audiofili abbiano una scala dei valori esattamente opposta alla mia: 1) micro-dettagli, 2) scena sonora, 3) timbrica, 4) fatica d'ascolto. In pratica ho la sensazione che si cerchi più il realismo della riproduzione che non la godibilità.
E' vero che nei concerti dal vivo (parlo di musica classica in particolare) ci sono a volte dei picchi di alcuni strumenti che generano un qualche fastidio ma si tratta solo di brevi momenti; ma alla fine di un concerto non esco mai con le orecchie affaticate ed il suono degli strumenti dal vivo mi appare sempre di una dolcezza ineguagliabile (per dolcezza intendo, tra l'altro, l'assenza di fastidio acustico anche quando i suoni sono per loro natura più aspri).
A questo punto il mio dubbio è questo: è possibile riprodurre fedelmente (come timbrica e non come pressione sonora) la musica nei nostri ambienti domestici senza che si generi fatica d'ascolto? Ovvero, è possibile che i moderni impianti hi-fi (molto più realistici di quelli del passato) possano riprodurre musica nei nostri ambienti senza fatica d'ascolto (almeno per ascolti di durata inferiore ad un'ora)?
Mi viene il sospetto che parametri quali il realismo, la scena sonora ed il dettaglio da una parte e la fruibilità e la gradevolezza del messaggio sonoro dall'altra siano in contrasto tra loro; e temo che la moderna hi-fi sia più orientata verso i primi che non verso i secondi (contrariamente alla "vecchia hi-fi"). E' mai possibile che io riesca ad ascoltare benissimo i miei CD nella mia automobile (una Ford Focus con autoradio Sony davvero sorprendente) senza problemi di fatica d'ascolto ed abbia invece problemi a casa con un impianto che costa molto di più?
Quello che le chiedo è se i miei ragionamenti hanno, secondo lei, un fondamento o se invece non ho capito nulla della corretta riproduzione sonora e del suono del mio impianto. Quel che è certo è che oggi quando voglio ascoltare musica per rilassarmi (ossia il mio scopo principale) continuo ad usare il vecchio impianto coordinato, se invece voglio ascoltare la vera voce degli strumenti allora uso l'impianto hi-fi. E' possibile trovare una sintesi a costi accettabili (ossia 2.000 euro circa per CD, ampli e diffusori)? E' un problema di componenti assortiti male o la moderna hi-fi è proprio così?
La ringrazio e le rinnovo i complimenti per la sua serietà e per il rigore scientifico con cui tratta questi argomenti.
Giuseppe - E-mail riservato

LC
Caro Giuseppe,
ti posso rassicurare: non tutta la "moderna HiFi" è così. E neppure i tuoi componenti sono così, anzi, sono quanto di più lontano ci possa essere dall'aggettivo "affaticante". Parlare oggi di sensazioni di 30 anni fa, con aspettative nettamente diverse, ambienti diversi ed educazione al gusto diversa è quantomeno fuorviante. Sono sicuro che oggi non tollereresti il vecchio impianto di tuo padre per più di 10 minuti. Allora, abituato all'ascolto di radio e cassette, l'impianto certamente doveva sembrare un altro mondo. Conosco la sensazione, ci sono passato anch'io quand'ero adolescente. Oggi la qualità media delle sorgenti sonore si è alzata molto e quel "gap" tra un sistemino qualunque di poche pretese ed un impianto medio-economico c'è ancora, ma non è certamente "un altro mondo" come ci sembrava allora.
Quanto poi all'assenza di fatica d'ascolto della Musica dal vivo mi sento di dissentire almeno parzialmente. Se è vero che l'orchestra raramente è affaticante, è anche vero che gli strumenti singoli spesso sono spaccatimpani (es. tromba, batteria...). E non tocco che solo di sfuggita l'argomento della qualità del suono ai concerti live di Musica amplificata...!
Il suono che l'impianto deve riprodurre è quello che c'è sui dischi che non sempre è una perfetta riproposizione di ciò che accade dal vivo. Così, un impianto HiFi che si rispetti DEVE riproporre fedelmente, senza metterci niente del suo, ciò che c'è inciso. Se fa altro da questo, non è un impianto HiFi!
Probabilmente tu cerchi un impianto "MyFi", un qualcosa che renda tutti i dischi zuccherosi e morbidi. Va benissimo anche così, basta esserne consci e decidere di conseguenza. Mi pare di capire che preferiresti un suono con più bassi e molti meno alti. Una soluzione abbastanza logica e tutto sommato "indolore" potrebbe essere quella di cercare dei diffusori di diversi anni fa, sto pensando a qualche vecchia KEF, Chario e magari Sonus Faber (ad es. le Parva, trovandole in buone condizioni) e Opera (Terza prima serie, ad es.). Lettore CD ed ampli sono già dotati dell'impostazione da te prediletta ma forse qualcosa di ancor più accentuato potresti trovarlo nei vecchi cataloghi di Arcam e NAD. Continuo a pensare che se l'ambiente fosse il vero responsabile la tua ricerca di suono non affaticante sarebbe del tutto vana. Se la stanza è molto riflettente il fastidio delle medie frequenze che penetrano nelle orecchie sarà ineliminabile senza intervenire sull'acustica dell'ambiente.
Un'alternativa meno audiophile ma di sicuro più efficace è quella di aggiungere all'impianto un equalizzatore: così saresti in grado di modificare il suono fino a fartelo piacere, magari riuscendo a correggere parzialmente e maldestramente dei grossolani picchi di risposta dell'ambiente. Non è HiFi, è un'altra cosa, ma alla fine l'importante è che quando ascolti Musica sia soddisfatto, no?
Un altro esperimento, stavolta a costo zero, è quello di provare ad invertire la fase, cioè la polarità dei cavi che collegano l'ampli alle casse. Anziché rosso con rosso e nero con nero, prova ad invertirli, su entrambe le casse. Talvolta accadono delle cose sorprendenti.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Gentile Direttor Cadeddu, questa mia semplicemente per ringraziarti della recensione dello
Scythe SDA1000, l'ho comprato subito, fatto rodare per benino ed ora sono faville. Le mie "vecchie" ESB (una mia precedente lettera è presente nel volume 495) hanno preso nuova vita grazie alla capacità del piccolo sda1000 di muovere con una gran bella dinamica (rispetto alla potenza!) i suoi wooferoni.
La sua brillantezza ben si sposa con le casse, che col t amp che le pilotava in precedenza, in alcuni casi erano leggermente chiuse sugli alti, ora il suono è ben equilibrato, godibile scintillante e con un'ottimo punch (sempre con le dovute limitazioni del caso!).
Certo, come già si è detto, non saranno diffusori audiophile ma la "cura Scythe" fa miracoli (senza svuotari il portafoglio), consentendo, tra l'altro pressioni sonore di tutto rispetto...
Ora sono in attesa di sentire l'ampli con un paio di torri Klipsch della serie F (un mio conosciente possiede un paio di F1) e si vedrà... Intanto diversi amici sono rimasti a bocca aperta sentendo il "piccolo". Un caro saluto e grazie ancora!
Gavino - E-mail: gavino.ganau (at) libero.it

LC
Caro Gavino,
ti ringrazio per il prezioso feedback su questo piccolo grande amplificatore. Sono contento ti abbia regalato così tanta soddisfazione all'ascolto. Secondo me con le Klipsch F1 sarà ancora meglio, magari fammi sapere appena lo provi con questi diffusori.
Approfitto di questa tua per segnalare che la Scythe, visto il successo commerciale assolutamente imprevisto, ha esaurito completamente gli stock e, nel frattempo, ha lavorato ad un upgrade del prodotto: nuovo layout circuitale completamente rivisto, nuovo potenziometro di volume (di migliore qualità e non più a scatti), tre piedoni morbidi in gomma nera ed estetica full-black. E' stato eliminato il secondo frontalino intercambiabile "silver" ed è stato riscritto il manuale utente. I cavi di segnale forniti con l'amplificatore ora hanno i connettori RCA dorati.
Il nuovo SDA-1000, che si chiamerà SDA-1100, non è ancora in produzione, mi è arrivato un pre-serie giusto ieri sera, insieme con una coppia di diffusori due vie che realisticamente sarà venduta in "bundle" insieme all'amplificatore. Non ho ancora avuto modo di ascoltare l'insieme ma loro si dichiarano molti soddisfatti del risultato. Inviterei pertanto a bloccare eventuali acquisti già programmati, onde non ritrovarsi presto con un prodotto obsoleto. Se il nuovo SDA-1100 dovesse anche suonar meglio...
Devo ammettere che sono molto curioso di mettere alla prova il tutto!
Grazie per il feedback, ti auguro buon ascolto!
Lucio Cadeddu

ATTENZIONE!!! Pregasi leggere prima le Istruzioni per l'uso
Per le domande più generali leggete prima la rubrica Adeste Fideles!
Potete anche unirvi al nostro gruppo di discussione sull'HiFi!!!

I volumi della posta precedente

Vol.01 | Vol.02 | Vol.03 | Vol.04 | Vol.05 | Vol.06 | Vol.07 | Vol.08 | Vol.09 | Vol.10 | Vol.11 | Vol.12 | Vol.13 | Vol.14 | Vol.15 | Vol.16 | Vol.17 | Vol.18 | Vol.19 | Vol.20 | Vol.21 | Vol.22 | Vol.23 | Vol.24 | Vol.25 | Vol.26 | Vol.27 | Vol.28 | Vol.29 | Vol.30 | Vol.31 | Vol.32 | Vol.33 | Vol.34 | Vol.35 | Vol.36 | Vol.37 | Vol.38 | Vol.39 | Vol.40 | Vol.41 | Vol.42 | Vol.43 | Vol.44 | Vol.45 | Vol.46 | Vol.47 | Vol.48 | Vol.49 | Vol.50 | Vol.51 | Vol.52 | Vol.53 | Vol.54 | Vol.55 | Vol.56 | Vol.57 | Vol.58 | Vol.59 | Vol.60 | Vol.61 | Vol.62 | Vol.63 | Vol.64 | Vol.65 | Vol.66 | Vol.67 | Vol.68 | Vol.69 | Vol.70 | Vol.71 | Vol.72 | Vol.73 | Vol.74 | Vol.75 | Vol.76 | Vol.77 | Vol.78 | Vol.79 | Vol.80 | Vol.81 | Vol.82 | Vol.83 | Vol.84 | Vol.85 | Vol.86 | Vol.87 | Vol.88 | Vol.89 | Vol.90 | Vol.91 | Vol.92 | Vol.93 | Vol.94 | Vol.95 | Vol.96 | Vol.97 | Vol.98 | Vol.99 | Vol.100 | Vol.101 | Vol.102 | Vol.103 | Vol.104 | Vol.105 | Vol.106 | Vol.107 | Vol.108 | Vol.109 | Vol.110 | Vol.111 | Vol.112 | Vol.113 | Vol.114 | Vol.115 | Vol.116 | Vol.117 | Vol.118 | Vol.119 | Vol.120 | Vol.121 | Vol.122 | Vol.123 | Vol.124 | Vol.125 | Vol.126 | Vol.127 | Vol.128 | Vol.129 | Vol.130 | Vol.131 | Vol.132 | Vol.133 | Vol.134 | Vol.135 | Vol.136 | Vol.137 | Vol.138 | Vol.139 | Vol.140 | Vol.141 | Vol.142 | Vol.143 | Vol.144 | Vol.145 | Vol.146 | Vol.147 | Vol.148 | Vol.149 | Vol.150 | Vol.151 | Vol.152 | Vol.153 | Vol.154 | Vol.155 | Vol.156 | Vol.157 | Vol.158 | Vol.159 | Vol.160 | Vol.161 | Vol.162 | Vol.163 | Vol.164 | Vol.165 | Vol.166 | Vol.167 | Vol.168 | Vol.169 | Vol.170 | Vol.171 | Vol.172 | Vol.173 | Vol.174 | Vol.175 | Vol.176 | Vol.177 | Vol.178 | Vol.179 | Vol.180 | Vol.181 | Vol.182 | Vol.183 | Vol.184 | Vol.185 | Vol.186 | Vol.187 | Vol.188 | Vol.189 | Vol.190 | Vol.191 | Vol.192 | Vol.193 | Vol.194 | Vol.195 | Vol.196 | Vol.197 | Vol.198 | Vol.199 | Vol.200 | Vol.201 | Vol.202 | Vol.203 | Vol.204 | Vol.205 | Vol.206 | Vol.207 | Vol.208 | Vol.209 | Vol.210 | Vol.211 | Vol.212 | Vol.213 | Vol.214 | Vol.215 | Vol.216 | Vol.217 | Vol.218 | Vol.219 | Vol.220 | Vol.221 | Vol.222 | Vol.223 | Vol.224 | Vol.225 | Vol.226 | Vol.227 | Vol.228 | Vol.229 | Vol.230 | Vol.231 | Vol.232 | Vol.233 | Vol.234 | Vol.235 | Vol.236 | Vol.237 | Vol.238 | Vol.239 | Vol.240 | Vol.241 | Vol.242 | Vol.243 | Vol.244 | Vol.245 | Vol.246 | Vol.247 | Vol.248 | Vol.249 | Vol.250 | Vol.251 | Vol.252 | Vol.253 | Vol.254 | Vol.255 | Vol.256 | Vol.257 | Vol.258 | Vol.259 | Vol.260 | Vol.261 | Vol.262 | Vol.263 | Vol.264 | Vol.265 | Vol.266 | Vol.267 | Vol.268 | Vol.269 | Vol.270 | Vol.271 | Vol.272 | Vol.273 | Vol.274 | Vol.275 | Vol.276 | Vol.277 | Vol.278 | Vol.279 | Vol.280 | Vol.281 | Vol.282 | Vol.283 | Vol.284 | Vol.285 | Vol.286 | Vol.287 | Vol.288 | Vol.289 | Vol.290 | Vol.291 | Vol.292 | Vol.293 | Vol.294 | Vol.295 | Vol.296 | Vol.297 | Vol.298 | Vol.299 | Vol.300 | Vol.301 | Vol.302 | Vol.303 | Vol.304 | Vol.305 | Vol.306 | Vol.307 | Vol.308 | Vol.309 | Vol.310 | Vol.311 | Vol.312 | Vol.313 | Vol.314 | Vol.315 | Vol.316 | Vol.317 | Vol.318 | Vol.319 | Vol.320 | Vol.321 | Vol.322 | Vol.323 | Vol.324 | Vol.325 | Vol.326 | Vol.327 | Vol.328 | Vol.329 | Vol.330 | Vol.331 | Vol.332 | Vol.333 | Vol.334 | Vol.335 | Vol.336 | Vol.337 | Vol.338 | Vol.339 | Vol.340 | Vol.341 | Vol.342 | Vol.343 | Vol.344 | Vol.345 | Vol.346 | Vol.347 | Vol.348 | Vol.349 | Vol.350 | Vol.351 | Vol.352 | Vol.353 | Vol.354 | Vol.355 | Vol.356 | Vol.357 | Vol.358 | Vol.359 | Vol.360 | Vol.361 | Vol.362 | Vol.363 | Vol.364 | Vol.365 | Vol.366 | Vol.367 | Vol.368 | Vol.369 | Vol.370 | Vol.371 | Vol.372 | Vol.373 | Vol.374 | Vol.375 | Vol.376 | Vol.377 | Vol.378 | Vol.379 | Vol.380 | Vol.381 | Vol.382 | Vol.383 | Vol.384 | Vol.385 | Vol.386 | Vol.387 | Vol.388 | Vol.389 | Vol.390 | Vol.391 | Vol.392 | Vol.393 | Vol.394 | Vol.395 | Vol.396 | Vol.397 | Vol.398 | Vol.399 | Vol.400 | Vol.401 | Vol.402 | Vol.403 | Vol.404 | Vol.405 | Vol.406 | Vol.407 | Vol.408 | Vol.409 | Vol.410 | Vol.411 | Vol.412 | Vol.413 | Vol.414 | Vol.415 | Vol.416 | Vol.417 | Vol.418 | Vol.419 | Vol.420 | Vol.421 | Vol.422 | Vol.423 | Vol.424 | Vol.425 | Vol.426 | Vol.427 | Vol.428 | Vol.429 | Vol.430 | Vol.431 | Vol.432 | Vol.433 | Vol.434 | Vol.435 | Vol.436 | Vol.437 | Vol.438 | Vol.439 | Vol.440 | Vol.441 | Vol.442 | Vol.443 | Vol.444 | Vol.445 | Vol.446 | Vol.447 | Vol.448 | Vol.449 | Vol.450 | Vol.451 | Vol.452 | Vol.453 | Vol.454 | Vol.455 | Vol.456 | Vol.457 | Vol.458 | Vol.459 | Vol.460 | Vol.461 | Vol.462 | Vol.463 | Vol.464 | Vol.465 | Vol.466 | Vol.467 | Vol.468 | Vol.469 | Vol.470 | Vol.471 | Vol.472 | Vol.473 | Vol.474 | Vol.475 | Vol.476 | Vol.477 | Vol.478 | Vol.479 | Vol.480 | Vol.481 | Vol.482 | Vol.483 | Vol.484 | Vol.485 | Vol.486 | Vol.487 | Vol.488 | Vol.489 | Vol.490 | Vol.491 | Vol.492 | Vol.493 | Vol.494 | Vol.495 | Vol.496 | Vol.497 | Vol.498 | Vol.499 | Vol.500 | Vol.501 | Vol.502 | Vol.503 | Vol.504 | Vol.505 | Vol.506 | Vol.507 | Vol.508 | Vol.509

© Copyright 2009 Lucio Cadeddu - www.tnt-audio.com

[ Home | Redazione | FAQ | Ampli | Diffusori | Sorgenti | Tweakings | Inter.Viste ]