Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 6/6/2015 - 13/6/2015

Voi siete qui > Home > Rubrica della Posta > Lettere della settimana

ATTENZIONE!!! Leggere prima le ISTRUZIONI PER L'USO | Leggete le FAQ per le domande più generali
| Per discussioni con altri audiofili visitate il nostro FORUM | I volumi della posta precedente

[Trovaci su Facebook!]

  1. Nuovi diffusori per impianto datato
  2. Problemi con l'analogico
  3. Mission 70... Un miracolo?
  4. Da HT a HiFi
  5. Consiglio per un upgrade
  6. Un piccolo upgrade
  7. Per un upgrade di sostanza
  8. Stereofonia Vs Multicanale
  9. Suono che riempie troppo?
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Nuovi diffusori per impianto datato
Buongiorno Direttore,
il mio impianto, vintage per impossibilità economiche di cambiamenti, è così composto:

Avevo una coppia di meravigliose Sonus Faber Guarneri Hommage primissima serie. Le ho vendute perchè nella stanza dove adesso è l'impianto (di cui allego una piantina, "artigianale") non suonavano bene: la posizione dei diffusori e del punto di ascolto sono obbligati e piuttosto ravvicinati, per cui il suono non si "apriva".
Dovendo dunque acquistare nuovi diffusori, ovviamente più piccoli delle Guarneri, avevo pensato di rivolgermi al mondo dei minidiffusori, che mi affascina dai tempi delle prime LS3/5Ae delle Tablette (ho avuto una coppia di Linn Kan che suonavano secondo me benissimo, date via per prendere le Guarneri all'epoca collocate in altra casa in stanza, più grande, e meglio posizionate).
La domanda è la seguente: minidiffusori con tutti i problemi in ordine ai piedistalli?
Ho un cliente che potrebbe realizzare dei piedistalli molto belli, che io stesso avrei ideato, ma non sono sicuro dell'esito pratico, oltre che delle sue capacità di realizzazione in termini di lavorazione di precisione e tolleranze...
O forse sarebbe meglio che acquistassi delle piccole torri (circa un metro di altezza)? Io intendo comunque acquistare prodotti italiani (cosa che farei se potessi cambiare anche le elettroniche), ma vedo da vari cataloghi che ci sono tanti prodotti sia come minidiffusori che come torri, quindi NON Le chiedo quali diffusori acquistare, ma solo un consiglio in ordine alla tipologia.
Grazie per l'attenzione che vorrà gentilmente dedicarmi e buon lavoro.
Tommaso - E-mail: tommond59 (at) gmail.com
[Sala d'ascolto]

LC
Caro Tommaso,
il tuo impianto sarà anche vecchiotto ma è costituito da componenti molto, molto interessanti! In particolare il Sondek e il Naim NAP250 sono dei veri e propri evergreen che non sfigurano neppure a confronto con componenti moderni.
L'ambiente non mi pare così disastroso come sostieni tu, è vero che gli spazi sono ristretti ma c'è una certa simmetria nel posizionamento di diffusori e punto d'ascolto. Semmai, se fosse veramente così come appare in pianta a me sembrerebbe decisamente troppo vuoto! Non ci sono elementi d'arredo acusticamente utili? Librerie, tappeti, poltrone, divani...? Se così fosse, il primo intervento da fare sarebbe proprio quello di arredare un po' la sala per renderla acusticamente accettabile.
A mio parere ci starebbero bene delle snelle torri da pavimento, eventualmente da spostare facilmente in posizione d'ascolto. Vista la tua intenzione di acquistare prodotti italiani potresti dare un'occhiata al catalogo Aliante (sia le vecchie CNM Tower che le Nova, entrambe recensite qui su TNT-Audio, un paio di cm sopra il metro di altezza) oppure Chario, Indiana Line, volendo anche le Sonus Faber Toy Tower (95 cm). Visto che ti piaceva il sound di Sonus Faber, quest'ultima potrebbe essere la prima candidata da prendere in considerazione, visto che si trova usata con discreta facilità.
È chiaro che non ti debba aspettare un palcoscenico enorme, visto che i diffusori saranno comunque a poca distanza l'uno dall'altro, ma almeno avrai un bel basso pieno, profondo e potente, cosa che i minidiffusori che hai citato non potranno mai darti.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Problemi con l'analogico
[Stand TNT autocostruiti] Salve direttore,
mi chiamo Michele, ho 29anni. Negli anni ho trovato risposte su TNT ed in me riguardo l'audio. Ma adesso ho un po' troppi perché e le chiedevo aiuto, il problema riguarda l'analogico, tutto e iniziato quando mi hanno regalato un vecchio giradischi Nordmende poi sono passato ad un Project rpm carbon con 2m red. E QUI cominciano i problemi. Il giradischi dopo tre ore di funzionamento si è guastato (il tasto di accensione credo) e non si accendeva più. Mi è tornato indietro riparato da Audiogamma in malo modo in quanto aprendo il motore hanno storto la puleggia che girava vistosamente storta!!
Allora la trafila sarebbe lunga mi sono accordato aggiungendo poco più per un Project XpressionIII Classic senza testina a cui il venditore ha montato la testina 2m red. Ma arriviamo ai miei dubbi verso quest'ultimo.

  1. Il pesetto del braccio per essere regolato va svitato molto finendo praticamente fuori dal fermo filetto (foto) e quindi la regolazione facilmente sballabile. Sulle istruzioni del giradischi vi e scritto che la regolazione del peso va per testine da 7 – 12g e la 2M RED pesa solo 7,2g sembra! Ho quindi modificando un pezzo di ferro e applicato dietro al pesetto questo mi ha permesso di avvitarlo di più e farlo lavorare sul filetto. La cosa mi sembra funzionare ma può avere controindicazioni? E non mi capacito come una testina diffusa come la 2mred non sia pienamente supportata!
  2. Ho alzato un po' l'altezza del braccio e questo adesso tocca il coperchio! Ho messo dei gommini dietro che alzano un po' il coperchio da chiuso. Ma è possibile?
  3. Spesso quando lo accendo va via un canale risolvo spostandolo e rimettendolo apposto tutto il giradischi. Sembra legato agli RCA posteriori. Usando un tester ho notato che non c'è continuità tra uno dei cavi attaccati alla testina ed il polo centrale del canale capriccioso ovviamente tutti gli altri invece vanno. Il gira e stato comprato su ebay, e di rispedirlo fino a Bari ho un po' timore visto che il precedente RPM ha avuto danni da spedizione oltretutto. La Project non ha centri di assistenza? Come mi potrei comportare?
  4. Mi sono usciti due tappetini uno in sughero e un altro in feltro credo molto sottile io li ho messi su tutti e due con quello in feltro a contatto dei dischi, oppure ne va usato soltanto uno?
Mi sento veramente frustrato da queste ultime esperienze. Il resto dell'impianto e composto da: Ho anche vicino alla tv un Dayton audio dta-100 e casse Scythe Krocraft e un amplificatore Scythe SDAR-2100 con casse da un coordinato anni 80 dove lavoro ed una coppia di B&W 686 in disuso a cui dovrò trovare destinazione forse la vendita forse no...:-)
Direttore tutto è modificabile io sono in continua evoluzione, ho già nascosto del bugnato dietro ai quadri lo farò, davanti ho aggiunto un tappeto e arredi nel caso avesse suggerimenti faccia pure.
Comunque il suono adesso mi piace, sì ho perso dettaglio in alto passando dalle B&W alle Cabasse però ne ha guadagnato in nessuna stanchezza da ascolto che in basso e in separazione degli strumenti adesso voglio riprovare con il Dayton...
Ascolto di tutto spesso ad alto volume o poco prima del limite. Spero di non aver approfittato e le invio delle foto del giradischi e della modifica una del mio ambiente 4.55x3.70 mansardato e dei miei stand TNT che secondo me sono molto belli.
Spero in un aiuto e la ringrazio per il servizio che ci offre GRATUITAMENTE.
Michele - E-mail: miky.cassa (at) gmail.com
[Sala d'ascolto]

LC
Caro Michele,
mi spiace per tutte queste disavventure con l'analogico! Talvolta è proprio vero che siano più i dolori che le gioie. Complimenti per la bella realizzazione dei nostri supporti, ottimo lavoro! L'impianto appare un po' disordinato ma non ho molto da segnalare, a parte il solito affollamento nello spazio tra e dietro i diffusori. Come dico sempre, sarebbe meglio che non si interponesse alcunché tra i due diffusori e tra questi e la parete posteriore. Ovviamente, capisco bene che esigenze logistiche possano rendere impossibile questo tipo di installazione.
Problema giradischi. Hai fatto bene ad appesantire il contrappeso, così puoi regolare meglio il tutto senza arrivare a fondo corsa.Non capisco, tuttavia, una cosa: se la testina fosse davvero così leggera da andare al limite minimo del range dei pesi consentiti dal braccio, perché dovresti spostare il contrappeso fino al limite esterno? Dovrebbe essere il contrario! Più la testina è pesante e più devi bilanciarla spostando il peso all'indietro. Per la regolazione della forza d'appoggio hai usato una bilancina?
Per quanto riguarda l'altezza del braccio mi pare normale che alzando troppo si vada a interferire con il coperchio chiuso. Immagino che questo sia successo perché hai utilizzato i tappetini più alti e quindi, per forza, hai dovuto alzare il braccio anche dietro.
Probabilmente chi ha progettato il giradischi ha fatto i calcoli con il tappetino di serie, non con qualche millimetro aggiuntivo dovuto a un tappetino più spesso. Io proverei a usare un tappetino solo, decidendo a orecchio quale suona meglio.
Per quanto riguarda invece l'andamento ballerino di uno dei due canali, potrebbe essere il cavo (magari una cattiva saldatura nei connettori) o le saldature in uscita dal giradischi. Contatterei l'
assistenza ufficiale ProJect del distributore italiano AudioGamma. Un qualunque tecnico che abbia un minimo di esperienza in fatto di giradischi, comunque, dovrebbe riuscire a risolvere il problema o ricablando il braccio o trovando il punto dove il segnale si interrompe.
Infine, solito consiglio di semplificazione: vendi tutto quello che non ti serve più!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Mission 70... Un miracolo?
Egregio Direttore, Buonasera.
Mi presento: sono Marco, ho 35 anni e scrivo da Palermo. La mia passione per l'alta fedeltà dura ormai da parecchi anni, per l'esattezza da quando frequento assiduamente (o quasi) un mio cugino - audiofilo anche lui - e da quando ho scoperto la sua rivista on - line. Devo dire che le sue osservazioni e recensioni, sempre equilibrate e ponderate, hanno destato in me un grandissimo interesse. Ed è proprio grazie ad una sua recensione di qualche anno fa che scoprii le Aliante One Zeta. Ebbi modo, poi, di ascoltarle ed apprezzarle fino al punto che esse, già da qualche tempo, rappresentano un punto fisso della mia catena hi-fi. Catena completata dallo Yamaha A 1020 (eccellente amplificatore) e da un lettore Marantz CD 17 "liscio".
Inutile dirle che anche lo Yamaha fu da me preso in considerazione a seguito di una sua risposta ad una richiesta di consulenza... E a ben vedere decisi di ascoltare anche il Marantz dopo avere letto la sua recensione...
Insomma, avrà capito certamente il tipo di effetto che ha avuto su di me...
In realtà questa missiva nasceva dal proposito di condividere con lei alcune mie impressioni riguardo una coppia di diffusori che solo recentemente mi è capitato di ascoltare. Purtroppo qualche mese fa, a seguito di un furto, ho dovuto ricostruire un impiantino che avevo fuori città composto da un ampli Technics SU 80-80, un Marantz cd 63 SE e una coppia di diffusori Chario Silverette 300. Tutti elementi facenti capo a periodi diversi tra loro (il Technics soprattutto, vecchia gloria degli anni '70) ma che devo dire mi soddisfacevano e non poco. Passato lo sconforto e la rabbia iniziale ho cercato di ricostruire il tutto con un Denon PMA 1060, un lettore Onkyo DX 6810 e (finalmente) una coppia di Mission 70...
Proprio queste ultime mi hanno impressionato e non poco...
Prese alla cieca (si lo so, non si dovrebbe fare, ma avevo bisogno di una coppia di diffusori) ad un prezzo onesto, (circa 60 euro comprensivi di spedizione), mi hanno lasciato sbalordito per la quantità di dettagli che riescono ad offire. E, come lei certamente saprà, sono diffusori piccoli che suonano in un salotto neanche piccolissimo di 20mq...
Mi creda, ad oggi non rimpiango le Chario... Certo, da un punto di vista estetico erano un'altra cosa... Ma è il suono quello che conta! Le Silverette erano grandi, forse addirittura il quadruplo delle Mission, ma non avevano la stessa ampiezza e profondità... E poi, la gamma bassa... Che dire? Molto più decisa e "presente" rispetto alle Chario... Se dovessi definirli con una parola direi: "completi".
Ovviamente però, i giocatori in campo sono cambiati... Il resto della catena è sensibilmente differente rispetto a prima... Il Denon non è il Technics (anche se a tratti me lo ricorda), e l'Onkyo non è certamente il CD 63 SE. Però, rispetto a prima, vi è un lato positivo a mio avviso: la vicinanza nella produzione...
Il Denon e l'Onkyo hanno una progettazione e una costruzione addirittura dello stesso anno (1991) mentre il Marantz e il Technics certamente no...anzi! Che sia questo a mettere in risalto le qualità di questo diffusore? Non per sminuire "Mission", che ha certamente prodotto negli anni diffusori di tutto rispetto, ma è possibile che questi diffusori così "insulsi" siano anche così buoni al punto di farsi preferire a diffusori molto più recenti ed apprezzati?
Con questo quesito, la ringrazio e, cordialmente, la saluto.
Marco - E-mail: marbelvedere (at) msn.com

LC
Caro Marco,
è impossibile formulare giudizi attendibili su un singolo componente quando a variare è tutto il resto! Come puoi sapere se sia merito dei diffusori e non, invece, delle elettroniche diverse? Troppe variabili in gioco per trarre delle conclusioni di qualunque tipo. I diffusori Mission 70, che non so perché tu liquidi come insulsi, erano in effetti un progetto raffinato e ambizioso, realizzato senza risparmio di materiali, né nel cabinet (un sofisticato sandwich) né negli altoparlanti, né nel crossover. Lo scopo era quello di realizzare un piccolo diffusore con la risposta in frequenza la più ampia possibile. E, a quanto pare, il progetto ebbe successo, visto che ancora oggi sono diffusori in grado di stupire, come è successo a te. A mio parere non c'entra assolutamente niente il fatto che le elettroniche siano più o meno dello stesso periodo dei diffusori ma c'entra invece moltissimo il fatto che l'amplificatore Denon sia molto migliore del vecchio Technics, e forse pure l'Onkyo se la gioca bene con il Marantz CD63. Non solo, ma è altamente probabile che il vecchio Technics fosse in difficoltà a pilotare adeguatamente i diffusori Chario, che avevano un'impedenza nominale di 4 Ohm, con punti di minimo probabilmente ancora più bassi. Coi condensatori d'alimentazione probabilmente andati (data l'età) non poteva fare certo miracoli su basse impedenze.
Infine, devi considerare il fattore memoria acustica che è quanto di più fallace ci possa essere. L'unica cosa sensata da fare, prima di emettere giudizi sul confronto tra i due diffusori dei quali parli, sarebbe quella di poterli confrontare, oggi, nell'attuale impianto. Io credo che i Mission 70 si difenderanno ugualmente bene, comunque.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Da HT a HiFi
Buonasera direttore,
finalmente il mio impianto ha preso un impronta musicofila abbandonando quella videofila perchè anch'io faccio parte di quelli che hanno abiurato l'home teather. Devo però riconoscere a questo genere di impianti il fatto che hanno favorito, e non di poco, il mio riavvicinarmi al mondo della stereofonia pura e semplice, dopo anni di vivacchiamento con l'impianto della gioventù e poi con l'HT. Poi, a causa della rottura del mio lettore cd, ho cominciato a cercare in rete e non sono più uscito dal tunnel...
A coronare il mio modesto impianto è arrivato, come tra l'altro suggeritomi da lei stesso in una mia precedente, un onesto amplificatore integrato NAD C326BEE al posto del, devo ammetterlo, irritante AVR70 Harman/Kardon (suono troppo processato e macchinosità di utilizzo, soprattutto la gestione dell'uscita USB da incubo...) che comunque sono riuscito a rivendere decorosamente ancora in garanzia con annesso lettore dvd sempre H/K che fungeva anche da CDP. Chiuso il capitolo, mi sono divertito e non poco.
Ora in "famiglia" sono sparite due macchine e hanno preso posto l'ampli di cui sopra, ancora in rodaggio ma dà già grandi soddisfazioni, il CDP Marantz CD6005 e mi sono regalato pure un DAC/ampli per cuffie Oelbach che ho preso per poter collegare in digitale all'impianto anche la PS3 per i films (non potrei mai rinunciarci...) e l'ascolto musicale in cuffia, che ho sempre amato.
Dopo aver oltrepassato il fossato, vorrei sottoporle quanto segue:

  1. ho notato che quando ascolto con le cuffie (Sennheiser HD598) con le frequenze alte si crea una specie di eco (udibile in tutti gli ingressi cuffia a disposizione), anche se non su tutti i generi musicali, che per limitarne gli effetti o cambio genere o abbasso il volume. E' un fenomeno comune nel mondo dell'ascolto in cuffia? Si può mitigare, a parte abbassare il volume, o potrebbe essere che le cuffie hanno solo sei mesi di vita o che "così sono e così restano"?
  2. l'anello debole della mia catena credo siano rimasti i diffusori, dei modesti Cambridge SX-60 ("coadiuvati" da un subwoofer SVS SB1000). Lei sostiene, credo giustamente, che ogni componente deve essere qualitativamente ed economicamente proporzionato uno con l'altro per ottenere la miglior sinergia possibile. Se dovessi quindi decidermi a sostituire le casse, siano esse a torre o da scaffale/supporto, come dovrò proporzionare la spesa rispetto agli altri componenti che si aggirano mediamente sui 400/500€ (eccetto il DAC) o quantomeno: esiste una proporzione economica applicabile per la scelta delle casse, pur considerando che l'unico giudice saranno le mie orecchie?
Grazie per l'attenzione e buone vibrazioni musicali.
Carlo - E-mail: carlo.feletti (at) gmail.com

LC
Caro Carlo,
sono felice che abbia deciso di smantellare l'impianto HT per passare a un più semplice e musicale impianto a due canali. Il fenomeno che descrivi dell'ascolto in cuffia mi giunge nuovo, non ho grande esperienza di ascolti di questo tipo ma certamente l'eco che senti non è un fatto normale. Il fatto che con alcuni generi si senta e con altri no mi fa pensare che la colpa sia da ricercare nei dischi e non nell'hardware. Se fosse un problema di cuffie, sorgente o ampli tale fenomeno dovrebbe essere presente sempre. Certamente è la prima volta che ne sento parlare. Visto che il fenomeno sembra circoscritto alle alte frequenze e correlato col volume di ascolto mi chiedo se non sia un problema delle tue orecchie, invece. Ovviamente, sto escludendo problemi di falsi contatti o non perfetta compatibilità tra prese e spinotti. Controlla che il contatto tra spinotti e prese sia perfetto, eventualmente prova le cuffie su un'altra sorgente (magari anche il telefono!).
Per quanto riguarda invece il budget da destinare ai diffusori credo che, date le elettroniche, un migliaio di euro possa essere una cifra sensata. In ogni caso, anche spendendo meno non è detto che debba per forza restare insoddisfatto! Io opterei per delle torri da pavimento (ambiente e logistica permettendo) da scegliere tra Aliante, Sonus Faber, KEF, Indiana Line, Cabasse...abbiamo recensito diversi modelli in questa fascia di prezzo. Essendo abituato al subwoofer faresti bene a scegliere dei diffusori abbastanza generosi in gamma bassa, per evitare un cambiamento troppo drastico rispetto alle tue attuali abitudini d'ascolto. La scelta che farai dipende anche da che tipo di suono desideri ottenere. Il NAD possiede un'impostazione tendenzialmente morbida e calda, potresti decidere di assecondare questa caratteristica o, invece, provare a vivacizzarla un po'.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consiglio per un upgrade
Il lettore ha richiesto la cancellazione della sua E-mail. La mia risposta ritengo comunque possa essere utile ad altri lettori che faticano a trovare una logica nella sequenza continua di upgrade del proprio impianto.

LC
Caro lettore,
la confusione regna sovrana, ho francamente fatto molta fatica a seguire tutti i ragionamenti e gli acquisti che si sono susseguiti a un ritmo frenetico. Facciamo una cosa semplice: vendi tutto (ma proprio tutto) recupera un po' di soldi e riparliamone con calma, a bocce ferme, chiarendo quali siano le tue priorità in termini di formati da leggere, flessibilità d'uso, spazi a disposizione e gusti musicali.
Tu stai procedendo completamente a caso, acquistando tanti componenti di qualità medio-bassa dei quali fatichi a capire senso e differenze. Per porre un limite alla tua, perdonami, patologica voglia di riempire la casa di componenti HiFi ti dico che la cosa migliore da fare - e che potrebbe guarirti definitivamente - è quella di ridurre al minimo l'impianto, ovvero acquistare una sorgente fact-totum come un Cocktail Audio X12, un ampli integrato essenziale e di ottima qualità e due diffusori da pavimento di buon livello. Tuttavia, per procedere in questa direzione devi PRIMA disfarti di tutto e fissare un budget chiaro e ben definito. Senza questi presupposti non possiamo neppure iniziare a ragionare insieme sul tuo futuro impianto HiFi. Mi auguro che nel frattempo che attendevi il tuo turno per avere questa risposta tu non abbia acquistato ancora altri componenti...:-O
Credo che nel tuo caso si possa veramente parlare di sindrome da shopping compulsivo. Ci sono donne che acquistano scarpe in continuazione, che poi non indossano mai perché non sanno come abbinarle, tu acquisti componenti HiFi dei quali non sai che fartene o non sai come mettere bene insieme. Perdona la franchezza ma qualcuno doveva pur dirtelo.
Spero, davvero, di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Un piccolo upgrade
Gentilissimo Direttore,
le sottopongo un piccolo elenco per un commento. Mia dotazione:

Il salone è ampio (troppo ampio: open space con cucina fai conto 35mq) parquet a terra, ma comunque non posso alzare troppo (come vorrei) il volume. Mi hanno proposto per migliorare: Riguardo a tutto ciò che ho indicato, cercando nel sito ho trovato poche e frastagliate informazioni. Credo di aver capito che:
  1. per iniziare il Thorens vada bene...ma che puntina posso associargli per migliorare senza cambiare la testina?
  2. L'Acoustimass non gode di tanta simpatia, sebbene a me sembra suoni bene.
C'è qualche ampli che inserito fra giradischi ed Acoustimass esalti l'uno e le altre? Oppure i diffusori devo proprio cambiarli? Leggendo le istruzioni ho posizionato il woofer con l'apertura ad una ventina di cm dal muro (al contrario mi verrebbe da dire): così in effetti mi sembra che migliorino le prestazioni.
Ascolto principalmente dischi vecchi, quindi spesso un po' us(ur)ati: genere rock anni 60-70, folk, folk rock, blues, insomma un figlio dei fiori mancato (Classe 1971). Mi piace il Jazz classico (Cannonball, Mingus, il primo Miles Davis...) e talvolta ascolto la classica usando come fonte il cd. Tutto il resto è Vinile.
Ringraziando in anticipo per la pazienza, accetto, ovviamente consigli per un lento e ponderato upgrade, posto che per ora l'utilizzo rimane prettamente casalingo e pacato: mia moglie è Matematica come lei, insegna all'Università di Bari ed ascolta solo Morrissey e gli Smiths a basso volume (accidenti!).
Ancora Grazie,
Cordiali Saluti,
Davide - E-mail: d.lancieri (at) stradeanas.it

LC
Caro Davide,
non capisco come abbiano potuto consigliarti quell'amplificatore e quei diffusori quali ingredienti essenziali per un possibile fantomatico upgrade per la tua configurazione attuale! Qualche amico che intendeva disfarsi di oggetti quasi invendibili? Alla larga da amici di questo tipo! Tieni pure il tuo buon Luxman, per ora, e pensa a sostituire i diffusori semmai. Anche il giradischi e la testina, per ora, possono stare al loro posto. In futuro, potrai pensare a sostituire l'intera testina (non la puntina!) con qualcosa di superiore, magari scalando la scala gerarchica della stessa Ortofon.
Certo, se le cifre in ballo sono quelle indicate non è che puoi fare miracoli coi diffusori. Diciamo che sommando la spesa di ampli e diffusori arriviamo a 350€ e nell'usato, con questa cifra, qualcosa di interessante si trova, prova a dare un'occhiata e, magari, valutiamo insieme ciò che riesci a trovare.
Nel nuovo potresti provare a sentire Indiana Line Nota 550, Wharfedale Diamond 10.3, Cambridge Audio S70. Sono tutti diffusori da pavimento abbastanza generosi che non dovrebbero farti rimpiangere il sub del tuo sistema Bose ma che, in più, dovrebbero suonare come diffusori veri e non come cubetti. Il posizionamento, poi, farà il resto. In 35 mq spero tu abbia una libertà di posizionamento sufficiente per mettere questi diffusori in condizioni di rendere al meglio.
Per quanto riguarda tua moglie e mia collega...che dire? Ascoltavo gli Smiths all'epoca dei loro primi dischi (mi pare di averli acquistati tutti). Eravamo in pieni anni '80 però! Se mi capita ascolto ancora qualche canzone ma, da allora, qualche altra bella canzone è stata scritta, potrebbe provare a esplorare nuovi territori.
Leggere tutta la vita lo stesso libro alla lunga potrebbe risultare noioso...! :-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Per un upgrade di sostanza
Caro Direttore, a seguito delle lettere vol. 683-718, volevo dare delle opinioni riguardo al mio impianto e cortesemente volevo sapere un tuo parere su futuri miglioramenti che vorrei fare.

Mi piacerebbe avere un tuo parere, come sempre importante per le mie scelte future.
Anticipatamente ti ringrazio per le tue gradite risposte ai miei dubbi e soprattutto per la tua grande pazienza e tempo che ci dedichi.
Cordiali saluti.
Alberto - E-mail: acrm1966(at) gmail.com

LC
Caro Alberto,
niente da dire sulla sorgente analogica, credo possa stare al suo posto anche in caso di importanti upgrade futuri del resto dell'impianto. Ottimo il giradischi ed eccellente la testina. I sostituti dei diffusori li vedo bene, anche in virtù del fatto che tu li abbia già ascoltati con elettroniche Naim. L'unico mio dubbio è che entrambi i candidati hanno un'impostazione timbrica molto diversa da quella delle tue attuali Epos. Sicuro che incontrino davvero il tuo gusto? Benissimo anche l'upgrade delle elettroniche Naim, anche se, come hai intuito, non passerei alla soluzione separata, ma prenderei il SuperNait, se si parla di materiale nuovo.
Ovviamente se, a parità di prezzo, potessi prendere la coppia pre+finale usata al posto del SuperNait nuovo, non ci penserei sopra due volte :-)
Infatti, i diffusori che avresti individuato come sostituti possibili potrebbero trarre un gran beneficio dall'essere pilotati da un signor finale come il NAP250. In ogni caso potresti anche valutare di tenere, momentaneamente, il Nait XS, credo che riuscirebbe a pilotare i nuovi diffusori senza grande imbarazzo. Buona infine l'idea di vendere tutto il surplus, ormai diventato del tutto inutile. Facessero tutti così!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Stereofonia Vs Multicanale
Buongiorno Lucio,
Sono un po' di anni che vedo sul Vs sito la
campagna a sostegno della stereofonia, chiamata "We support real stereo". Ho sempre pensato fosse una campagna giusta, essendo le motivazioni cito testualmente "campagna in sostegno della Vera Stereofonia per difenderla dagli assalti del multicanale, dell'audio compresso, dell'Home Theater e dell'audio usa-e-getta".
Il multicanale e l'home theatre non li ho mai considerati seriamente; l'audio compresso e l'usa e getta sono assolutamente deprecabili rispetto all'audio di qualità e alla musica non usa e getta.
Succede però che di recente leggo un articolo su un musicista e fonico di nome Steven Wilson che produce ottimi remix di brani storici in prevalenza di genere progressive rock i quali all'ascolto, a detta del giornalista, suonano infinitamente meglio della versione puramente stereo. Addirittura ne verrebbe valorizzato il valore concettuale dell'opera. Come vede la questione uno come te? Non è che la vostra campagna è un po' troppo estremista, nel senso che il multicanale forse potrebbe avere senso, se solo fosse prodotto con maggior intelligenza, come avviene nel caso delle produzioni di Wilson?
Io non le ho ascoltate, ma l'argomento mi incuriosisce e magari può essere di interesse anche ai tuoi lettori.
Grazie,
Buona giornata,
Matteo - E-mail: mrescaldani (at) gmail.com

LC
Caro Matteo,
con la tecnologia possiamo fare tutto, anche una versione 3D della Monna Lisa di Leonardo. Sarà possibile che appaia più bella dell'originale? Più realistica? Probabilmente sì, ma non sarebbe più la stessa cosa. Un'opera musicale è tale perché così l'ha pensata e voluta l'artista, pur con tutti i limiti che la tecnologia gli imponeva nel tempo durante il quale l'ha realizzata. Ogni manipolazione successiva è artisticamente e filologicamente discutibile. Si possono rendere stereo i dischi nati come mono, ma stiamo manipolando un'opera per farla diventare più moderna, è un'operazione a mio parere assolutamente priva di significato. Serve soltanto a ingrassare le tasche di qualche produttore furbetto che spera di estorcere denaro agli appassionati che desiderano avere N-mila copie diverse sempre dello stesso disco.
Non so chi sia il giornalista che abbia reputato questa versione multicanale superiore a quella stereo. Una copia superiore all'originale è, ovviamente, un non-senso puro e semplice. Una cosa è un restauro conservativo di un'opera d'arte, altra cosa una sua manipolazione profonda che la snatura del tutto. Ricostruiamo allora anche tutti i monumenti parzialmente crollati sotto il peso di millenni di storia, magari rifacciamoli in cemento armato e dipingiamoli di colori pastello, per uniformarli ai palazzi circostanti. Per qualcuno potrebbero persino essere più belli di quelle anacronistiche rovine...
Il multicanale non è il demonio, è uno strumento prezioso e dalle infinite possibilità nelle mani di un artista moderno ma, da quel che vedo, per il 99.9% di questi già la stereofonia è troppo, nel senso che non sanno come sfruttare bene neppure quella! L'unica loro preoccupazione è far sì che i dischi suonino più forte.
Grazie per il prezioso spunto!
Lucio Cadeddu

Suono che riempie troppo?
Buonasera Sig Cadeddu,
da poco traslocato, ho insediato nella mia stanza questo full Naim pre finale Nap 140, ed un Nait 2, con Naim Cds e Linn Index...
La disturbo per un quesito che sembrerà banale, la stanza misura 2,20 x 3,50....impianto troppo grande per stanza troppo piccola?
La timbrica mi piace, a volte sembra che il suono sia troppo "riempiente", avevo pensato di cambiare diffusori con dei monitor, ma non so se la posizione che devo mantenere sia compatibile (ridosso della parete posteriore e laterale), e se ne vale la pena.
La ringrazio per la sua cortese attenzione, e le auguro un sereno weekend.
Dino - E-mail: dino.marcuglia (at) tin.it

[Sala d'ascolto]

LC
Caro Dino,
non riesco a capire cosa tu intenda per suono che riempie troppo l'ambiente! Ti riferisci a rimbombi, risonanze o che altro? Da quel che vedo i diffusori sono troppo vicini alle pareti laterali e a quella di fondo, li hai praticamente incastrati negli angoli! Io proverei intanto col metterli un po' più vicini tra loro e più distanti dalla parete posteriore. È vero che i Linn Index dovrebbero gradire la parete posteriore vicina ma in questo caso questa scelta è impraticabile, perché significa metterli negli angoli, soluzione sempre da evitare. Da quel che si vede in foto la stanza appare vuota, non vedo neppure un tappeto davanti all'impianto.
Proverei a metterne uno a pelo alto, magari qualche tela alle pareti, un arazzo nella parete di fondo dietro ai diffusori e, soprattutto, eliminirei tutto ciò che c'è nello spazio tra questi (mobile, HiFi, CD e ampli per strumenti musicali). Sposta tutto su una parete vicina al punto d'ascolto. Qualora non ci fossero miglioramenti sensibili potresti provare o con dei diffusori più piccoli, penso a una coppia di Linn Kan o di Rega RS1, ad esempio, oppure a delle snelle torri da pavimento, che occupano in pianta molto meno spazio delle Index e che, quindi, ti consentono di massimizzare la distanza reciproca e pure quella dalle pareti e dagli angoli circostanti. Un po' tutti i marchi hanno modelli di questo tipo, sia in fascia economica (Indiana Line, Wharfedale etc.) sia in gamma alta (Totem, Aliante etc.). Prima di qualunque acquisto, però, fai le prove e le modifiche che ti ho consigliato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Egregio Direttore, La saluto cordialmente.
Sono un modesto audiofilo, felicemente sposato (WAF così così, ma alla fin fine non sono messo male: mia moglie sa veramente volermi bene) e padre fortunatissimo di due magnifici bambini, maschio e femmina, rispettivamente di 10 e 7 anni. E' ormai dal maggio scorso che il Suo bellissimo sito, scoperto praticamente per caso, è entrato nella mia quotidianità, grossomodo in contemporanea col risveglio – dopo il matrimonio, la paternità, i figli più o meno piccoli ... (l'ordinaria rivoluzione di priorità e responsabilità che è abbastanza normale cada intorno ai trent'anni [per me, un po' dopo]) - del desiderio, dal profondo, di tornare ad ascoltare la mia musica preferita, e di farlo, dopo tanto tempo, in un certo modo, ossai con la maggior qualità (e dunque: godimento e coinvolgimento) attingibile in ragione dei mezzi (e del tempo) a disposizione.
Trovo questa rubrica semplicemente splendida - un utilissimo display e crocevia d'interdisciplina audiofila, dove domande, dubbi, proposte e osservazioni degli appassionati (in uno, ovviamente, con le Sue pazienti, competentissime ed assai comprensibili risposte, per le quali dubito La si potrà mai ringraziare a dovere) consentono ad ognuno d'imparare, immaginare e sperimentare più di quel che avrebbe potuto da sé solo – e dopo non poca esitazione mi sono deciso a scrivere per condividere anch'io, dal mio micromondo, qualche piccola testimonianza sul nostro hobby preferito, confidando che tra tutti i lettori possa esservi qualcuno che possa trarne utile spunto – com'è successo a me, svariate volte, negli ultimi 12 mesi - per compiere un passo avanti (piccolo o grande, poco importa) nella propria esperienza d'ascolto.
Per non rubare altro spazio:

  1. affermo anzitutto con forza (per chi ancora ne dubitasse) che il diffusore bookshelf, fondamentalmente, non esiste: io posseggo dal 2001 una coppia di Totem Mite, le cui reali capacità sono emerse soltanto l'anno scorso, allorchè – facendo tesoro del pluriribadito suggerimento di usare cavi di potenza abbastanza lunghi, in modo da poter collocare le casse in posizione utile all'ascolto, e poi riporle - sono state estratte dalla libreria in cui eran costrette e collocate su stand. Non c'è disaccoppiamento, altezza del tweeter o solidità del mobile che tenga: il soundstage è sbocciato, per la prima volta, unicamente togliendole da lì (anteriormente, pareva che il suono provenisse da una grossa botte);
  2. la ricerca della giusta (preferibile) distanza dalle pareti – e del giusto (preferibile) toe-in – è, anch'essa, importantissima: se l'estrazione dei diffusori dalla libreria ha suscitato la meraviglia del soundstage, ho poi scoperto, sperimentando passo passo (ed è altra cosa, che su TNT è sempre stata detta), come le variazioni nella collocazione in ambiente – purchè, per quanto ho potuto esperire, non piccolissime – determinassero variazioni sensibili nella resa del palcoscenico: quasi lo si stesse “modellando”. Nel mio ambiente, con un forte toe-in (sui 45° ma non oltre, per adesso), ho finito col sacrificare qualcosa in termini di ampiezza, guadagnando però assai più sulla profondità (e nella resa del basso);
  3. adottati gli stand, non bisogna accontentarsi, ma riempirli al limite delle proprie possibilità (e, ovviamente, della ragionevole convivenza): io l'ho fatto, due mesi fa – “se son cavi e forati”, mi son detto, “un motivo ci sarà ...” - versando in ciascuno 7 Kg. di pallini di piombo (li vendono nelle armerie), ed è esattamente da quel giorno che, per la modica cifra di 42/43 euro, ho completamente smesso di chiedermi quanti bassi in più avrebbero potuto darmi dei diffusori da pavimento: il suono, che prima poteva dirsi dipinto, è diventato, seduta stante, scolpito;
  4. sotto gli stand, sono partito con i c.d. “fermaporta UPIM”, poi però abbandonandoli, con grande soddisfazione, per le punte in dotazione - non avendo delle elettroniche “fredde”, mi è piaciuta tantissimo la trasparenza in più; la qual cosa, tuttavia, ha suscitato il problema (non da poco, dovendo far sempre avanti e indietro) dei sottopunta; come fare a non impazzire col posizionamento e a non rovinare il pavimento, dovendo necessariamente spender poco? Con dei GRANI A PUNTA CONICA (€ 2,50 per otto pezzi). Normalmente venduti nelle viterie/bullonerie e adoperati nella realizzazione e/o montaggio di serrature, sono delle viti prive di testa disponibili in varie lunghezze, con un'estremità a cono che però è mozzata: forniscono pertanto una superficie d'accoppiamento assolutamente minuscola (di parecchio inferiore al più piccolo ed economico sottopunta che ci si possa inventare), ma comuque piatta: la resa sonora (almeno per me) è stata indistinguibile da quella delle punte direttamente poggianti a pavimento, con un filo di precisione in più rispetto all'uso con le migliori sottopunte che sia riuscito a realizzarmi (due feltrini con in mezzo una monetina) e WAF ottimo - salvo movimenti assurdamente inconsulti, nessun rischio di provocare danni;
  5. per il posizionamento dei diffusori sempre nello stesso punto, due “maschere” su misura in legno, ricoperte da un foglio di moquette adesiva (in rete, si trova pure quella fonoassorbente), rendono l'operazione molto agevole, fornendo anche un jolly – una volta sistemate le casse, le si può infatti ricollocare dove si vuole - per render la stanza d'ascolto, dove occorra, un po' meno riflettente (a riposo, se ne stanno poi tranquillamente in un angolo, insieme ai supporti);
  6. ferma la validità – provata sul campo – di tutto quello che la Rivista ha sempre consigliato (i cuscini servono, le tele alle pareti servono, il tappeto davanti al punto d'ascolto serve, ecc. ecc.), segnalo anch'io – come già hanno fatto altri lettori – che coprire il televisore con una coperta bella pesante funziona eccome: il basso ne guadagna in geometria, e la percezione del palcoscenico si fa più netta;
  7. capitolo parete attrezzata – che per me, per fortuna, è anzitutto una libreria, aperta al 70% e grande quasi quanto l'intero muro; caricatela di libri (più sono, meglio è), provando ad accorparli in conformazione asimmetrica: volume spesso vicino a volume sottile, volume alto vicino a volume basso – e così via, sistematicamente; quello che Vi serve – se qualcuno se la sente di tentare, e per così esprimersi – è una specie di skyline librario, una moltiplicazione alla n di superfici e “scarti di quota” tra volume e volume, una studiata anarchia di collocazione che nel mio ambiente ha reso molto (o, perlomeno, più) assorbente la parete posteriore ai diffusori, contribuendo anch'essa alla restituzione di una maggiore ambienza; avendo due colonne (immaginate il mobile come una scacchiera) dotate di un pannello di fondo, ho anche occultato dietro agli altri, di piatto e contro il pannello stesso, dei libri sul dorso, sì da creare, usandone lo spessore, delle specie di “tasche” (anche qui, ognuna diversa dall'altra) dove le onde sonore - già “spezzate” dai “cavalli di Frisia” formati dai tomi antistanti - possano ulteriormente infilarsi, sì da rimbalzare ancor meno sulle pareti del mobile ...
    Obbiettivamente inafferrabile il peso di ogni singola riallocazione, anche questo accorgimento ha ciò nondimeno, alfine apportato, nel suo insieme, ancòra qualcosa al mio piacere d'ascolto (il tutto resta comunque né più né meno che un work in progress: non potendo render libero lo spazio a tergo delle casse [come la Rivista spiega sempre sarebbe opportuno fare], si lavora di curiosità e fantasia per migliorare, col tempo, tutto il migliorabile);
  8. secondo me, la regola più assennata per progredire (e divertirsi) al meglio e con equilibrio – sia per la mente, che per le tasche - sta nell'applicazione della seguente alternanza: un ritocco alla volta (finchè possibile) all'impianto, ed uno all'ambiente d'ascolto; nel mezzo, tra l'uno e l'altro momento, godersi la musica e metabolizzare i progressi (senza di che, oltretutto, non se ne potrebbero davvero compiere di successivi). Io, comunque, ho fatto così.
Credo sia giusto chiudere (anche perchè potrebbe fornire qualche ulteriore elemento di orientamento agli altri lettori) con la restante conformazione del mio impianto, quale raggiunta nell'ultimo anno: amplificatore Densen Beat B-100, lettore Marantz CD6000 (meccanica) + North Star 192, coassiale QED, segnale Hi-Diamond, giradischi Project Carbon Debut (credo si chiami così, è il modello di qualche anno fa) con testina (se non sbaglio a ricordare la sigla) Ortofon Mach 100 Turbo, cavi di alimentazione Nordost, cavi di potenza Van den Hul (in monowiring), supporti Target. DAC e cavi (tutti) sono arrivati, non senza qualche sacrificio, in questi ultimi 12 mesi, ed hanno fatto – man mano che entravano nell'impianto, rigorosamente uno alla volta - moltissima differenza (non me ne sarei mai aspettata così tanta dai cavi d'alimentazione, e invece ...); dopo un anno di dedizione, sono finalmente contentissimo dell'equilibrio raggiunto: salvo ulteriori aggiustamenti a costo zero nella stanza d'ascolto, e finanze permettendo, posso tornare ad annusare, se capita l'occasione, nel software (chissà quanti bei dischi mi son perso, negli ultimi dieci anni!).
Mi pare abbastanza: desidero solo rimarcare ancòra il mio grazie per ciò che Lei e la Redazione fate con questa Rivista (uso il Lei esclusivamente per rispetto, non per conservare una qualche forma di distacco, e se mi autorizzerà – avendone in futuro l'occasione – passerò anch'io, come quasi tutti, al tu).
Alla fine son stato lungo – sospetto impubblicabile - ma se pensa che questa mia possa comunque “uscire”, mi metta naturalmente, e senza alcun dubbio, tra gli audiofili felici.
Un carissimo saluto a Lei e a tutta la redazione.
Luca - E-mail riservato

LC
Caro Luca,
grazie per la preziosa e dettagliata testimonianza sull'efficacia dei consigli che forniamo sempre su questa Rubrica e grazie per le varie dritte che spero siano utili per convincere anche il più riluttante degli audiofili. Migliorare, molto, si può, senza necessariamente acquistare componenti nuovi, spesso è sufficiente mettere quelli vecchi nelle migliori condizioni operative. L'impegno, la dedizione e la pignoleria, quando si tratta di ottimizzazione di un impianto HiFi, qualunque esso sia, pagano sempre!
Ti auguro buon ascolto!

In un momento di tolleranza difficile tra popoli diversi, dove non può l'intelligenza, potrebbe una chitarra elettrica! Soprannominato il Jimi Hendrix del Sahara Omara “Bombino” Moctarè è un (vero!) tuareg del deserto con la passione per il rock'n'roll. Il suo album Nomad, inciso nientemeno che per la Nonesuch Records, è un esempio di come la musica possa fondere culture diverse, a dispetto di tutto e tutti.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potrete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!

ATTENZIONE!!! Leggere prima le ISTRUZIONI PER L'USO | Leggete le FAQ per le domande più generali | Per discussioni con altri audiofili visitate il nostro FORUM

[Trovaci su Facebook!]

Cercate dentro i volumi della posta precedente con Google

[meno recente] Vol.01 | Vol.02 | Vol.03 | Vol.04 | Vol.05 | Vol.06 | Vol.07 | Vol.08 | Vol.09 | Vol.10 | Vol.11 | Vol.12 | Vol.13 | Vol.14 | Vol.15 | Vol.16 | Vol.17 | Vol.18 | Vol.19 | Vol.20 | Vol.21 | Vol.22 | Vol.23 | Vol.24 | Vol.25 | Vol.26 | Vol.27 | Vol.28 | Vol.29 | Vol.30 | Vol.31 | Vol.32 | Vol.33 | Vol.34 | Vol.35 | Vol.36 | Vol.37 | Vol.38 | Vol.39 | Vol.40 | Vol.41 | Vol.42 | Vol.43 | Vol.44 | Vol.45 | Vol.46 | Vol.47 | Vol.48 | Vol.49 | Vol.50 | Vol.51 | Vol.52 | Vol.53 | Vol.54 | Vol.55 | Vol.56 | Vol.57 | Vol.58 | Vol.59 | Vol.60 | Vol.61 | Vol.62 | Vol.63 | Vol.64 | Vol.65 | Vol.66 | Vol.67 | Vol.68 | Vol.69 | Vol.70 | Vol.71 | Vol.72 | Vol.73 | Vol.74 | Vol.75 | Vol.76 | Vol.77 | Vol.78 | Vol.79 | Vol.80 | Vol.81 | Vol.82 | Vol.83 | Vol.84 | Vol.85 | Vol.86 | Vol.87 | Vol.88 | Vol.89 | Vol.90 | Vol.91 | Vol.92 | Vol.93 | Vol.94 | Vol.95 | Vol.96 | Vol.97 | Vol.98 | Vol.99 | Vol.100 | Vol.101 | Vol.102 | Vol.103 | Vol.104 | Vol.105 | Vol.106 | Vol.107 | Vol.108 | Vol.109 | Vol.110 | Vol.111 | Vol.112 | Vol.113 | Vol.114 | Vol.115 | Vol.116 | Vol.117 | Vol.118 | Vol.119 | Vol.120 | Vol.121 | Vol.122 | Vol.123 | Vol.124 | Vol.125 | Vol.126 | Vol.127 | Vol.128 | Vol.129 | Vol.130 | Vol.131 | Vol.132 | Vol.133 | Vol.134 | Vol.135 | Vol.136 | Vol.137 | Vol.138 | Vol.139 | Vol.140 | Vol.141 | Vol.142 | Vol.143 | Vol.144 | Vol.145 | Vol.146 | Vol.147 | Vol.148 | Vol.149 | Vol.150 | Vol.151 | Vol.152 | Vol.153 | Vol.154 | Vol.155 | Vol.156 | Vol.157 | Vol.158 | Vol.159 | Vol.160 | Vol.161 | Vol.162 | Vol.163 | Vol.164 | Vol.165 | Vol.166 | Vol.167 | Vol.168 | Vol.169 | Vol.170 | Vol.171 | Vol.172 | Vol.173 | Vol.174 | Vol.175 | Vol.176 | Vol.177 | Vol.178 | Vol.179 | Vol.180 | Vol.181 | Vol.182 | Vol.183 | Vol.184 | Vol.185 | Vol.186 | Vol.187 | Vol.188 | Vol.189 | Vol.190 | Vol.191 | Vol.192 | Vol.193 | Vol.194 | Vol.195 | Vol.196 | Vol.197 | Vol.198 | Vol.199 | Vol.200 | Vol.201 | Vol.202 | Vol.203 | Vol.204 | Vol.205 | Vol.206 | Vol.207 | Vol.208 | Vol.209 | Vol.210 | Vol.211 | Vol.212 | Vol.213 | Vol.214 | Vol.215 | Vol.216 | Vol.217 | Vol.218 | Vol.219 | Vol.220 | Vol.221 | Vol.222 | Vol.223 | Vol.224 | Vol.225 | Vol.226 | Vol.227 | Vol.228 | Vol.229 | Vol.230 | Vol.231 | Vol.232 | Vol.233 | Vol.234 | Vol.235 | Vol.236 | Vol.237 | Vol.238 | Vol.239 | Vol.240 | Vol.241 | Vol.242 | Vol.243 | Vol.244 | Vol.245 | Vol.246 | Vol.247 | Vol.248 | Vol.249 | Vol.250 | Vol.251 | Vol.252 | Vol.253 | Vol.254 | Vol.255 | Vol.256 | Vol.257 | Vol.258 | Vol.259 | Vol.260 | Vol.261 | Vol.262 | Vol.263 | Vol.264 | Vol.265 | Vol.266 | Vol.267 | Vol.268 | Vol.269 | Vol.270 | Vol.271 | Vol.272 | Vol.273 | Vol.274 | Vol.275 | Vol.276 | Vol.277 | Vol.278 | Vol.279 | Vol.280 | Vol.281 | Vol.282 | Vol.283 | Vol.284 | Vol.285 | Vol.286 | Vol.287 | Vol.288 | Vol.289 | Vol.290 | Vol.291 | Vol.292 | Vol.293 | Vol.294 | Vol.295 | Vol.296 | Vol.297 | Vol.298 | Vol.299 | Vol.300 | Vol.301 | Vol.302 | Vol.303 | Vol.304 | Vol.305 | Vol.306 | Vol.307 | Vol.308 | Vol.309 | Vol.310 | Vol.311 | Vol.312 | Vol.313 | Vol.314 | Vol.315 | Vol.316 | Vol.317 | Vol.318 | Vol.319 | Vol.320 | Vol.321 | Vol.322 | Vol.323 | Vol.324 | Vol.325 | Vol.326 | Vol.327 | Vol.328 | Vol.329 | Vol.330 | Vol.331 | Vol.332 | Vol.333 | Vol.334 | Vol.335 | Vol.336 | Vol.337 | Vol.338 | Vol.339 | Vol.340 | Vol.341 | Vol.342 | Vol.343 | Vol.344 | Vol.345 | Vol.346 | Vol.347 | Vol.348 | Vol.349 | Vol.350 | Vol.351 | Vol.352 | Vol.353 | Vol.354 | Vol.355 | Vol.356 | Vol.357 | Vol.358 | Vol.359 | Vol.360 | Vol.361 | Vol.362 | Vol.363 | Vol.364 | Vol.365 | Vol.366 | Vol.367 | Vol.368 | Vol.369 | Vol.370 | Vol.371 | Vol.372 | Vol.373 | Vol.374 | Vol.375 | Vol.376 | Vol.377 | Vol.378 | Vol.379 | Vol.380 | Vol.381 | Vol.382 | Vol.383 | Vol.384 | Vol.385 | Vol.386 | Vol.387 | Vol.388 | Vol.389 | Vol.390 | Vol.391 | Vol.392 | Vol.393 | Vol.394 | Vol.395 | Vol.396 | Vol.397 | Vol.398 | Vol.399 | Vol.400 | Vol.401 | Vol.402 | Vol.403 | Vol.404 | Vol.405 | Vol.406 | Vol.407 | Vol.408 | Vol.409 | Vol.410 | Vol.411 | Vol.412 | Vol.413 | Vol.414 | Vol.415 | Vol.416 | Vol.417 | Vol.418 | Vol.419 | Vol.420 | Vol.421 | Vol.422 | Vol.423 | Vol.424 | Vol.425 | Vol.426 | Vol.427 | Vol.428 | Vol.429 | Vol.430 | Vol.431 | Vol.432 | Vol.433 | Vol.434 | Vol.435 | Vol.436 | Vol.437 | Vol.438 | Vol.439 | Vol.440 | Vol.441 | Vol.442 | Vol.443 | Vol.444 | Vol.445 | Vol.446 | Vol.447 | Vol.448 | Vol.449 | Vol.450 | Vol.451 | Vol.452 | Vol.453 | Vol.454 | Vol.455 | Vol.456 | Vol.457 | Vol.458 | Vol.459 | Vol.460 | Vol.461 | Vol.462 | Vol.463 | Vol.464 | Vol.465 | Vol.466 | Vol.467 | Vol.468 | Vol.469 | Vol.470 | Vol.471 | Vol.472 | Vol.473 | Vol.474 | Vol.475 | Vol.476 | Vol.477 | Vol.478 | Vol.479 | Vol.480 | Vol.481 | Vol.482 | Vol.483 | Vol.484 | Vol.485 | Vol.486 | Vol.487 | Vol.488 | Vol.489 | Vol.490 | Vol.491 | Vol.492 | Vol.493 | Vol.494 | Vol.495 | Vol.496 | Vol.497 | Vol.498 | Vol.499 | Vol.500 | Vol.501 | Vol.502 | Vol.503 | Vol.504 | Vol.505 | Vol.506 | Vol.507 | Vol.508 | Vol.509 | Vol.510 | Vol.511 | Vol.512 | Vol.513 | Vol.514 | Vol.515 | Vol.516 | Vol.517 | Vol.518 | Vol.519 | Vol.520 | Vol.521 | Vol.522 | Vol.523 | Vol.524 | Vol.525 | Vol.526 | Vol.527 | Vol.528 | Vol.529 | Vol.530 | Vol.531 | Vol.532 | Vol.533 | Vol.534 | Vol.535 | Vol.536 | Vol.537 | Vol.538 | Vol.539 | Vol.540 | Vol.541 | Vol.542 | Vol.543 | Vol.544 | Vol.545 | Vol.546 | Vol.547 | Vol.548 | Vol.549 | Vol.550 | Vol.551 | Vol.552 | Vol.553 | Vol.554 | Vol.555 | Vol.556 | Vol.557 | Vol.558 | Vol.559 | Vol.560 | Vol.561 | Vol.562 | Vol.563 | Vol.564 | Vol.565 | Vol.566 | Vol.567 | Vol.568 | Vol.569 | Vol.570 | Vol.571 | Vol.572 | Vol.573 | Vol.574 | Vol.575 | Vol.576 | Vol.577 | Vol.578 | Vol.579 | Vol.580 | Vol.581 | Vol.582 | Vol.583 | Vol.584 | Vol.585 | Vol.586 | Vol.587 | Vol.588 | Vol.589 | Vol.590 | Vol.591 | Vol.592 | Vol.593 | Vol.594 | Vol.595 | Vol.596 | Vol.597 | Vol.598 | Vol.599 | Vol.600 | Vol.601 | Vol.602 | Vol.603 | Vol.604 | Vol.605 | Vol.606 | Vol.607 | Vol.608 | Vol.609 | Vol.610 | Vol.611 | Vol.612 | Vol.613 | Vol.614 | Vol.615 | Vol.616 | Vol.617 | Vol.618 | Vol.619 | Vol.620 | Vol.621 | Vol.622 | Vol.623 | Vol.624 | Vol.625 | Vol.626 | Vol.627 | Vol.628 | Vol.629 | Vol.630 | Vol.631 | Vol.632 | Vol.633 | Vol.634 | Vol.635 | Vol.636 | Vol.637 | Vol.638 | Vol.639 | Vol.640 | Vol.641 | Vol.642 | Vol.643 | Vol.644 | Vol.645 | Vol.646 | Vol.647 | Vol.648 | Vol.649 | Vol.650 | Vol.651 | Vol.652 | Vol.653 | Vol.654 | Vol.655 | Vol.656 | Vol.657 | Vol.658 | Vol.659 | Vol.660 | Vol.661 | Vol.662 | Vol.663 | Vol.664 | Vol.665 | Vol.666 | Vol.667 | Vol.668 | Vol.669 | Vol.670 | Vol.671 | Vol.672 | Vol.673 | Vol.674 | Vol.675 | Vol.676 | Vol.677 | Vol.678 | Vol.679 | Vol.680 | Vol.681 | Vol.682 | Vol.683 | Vol.684 | Vol.685 | Vol.686 | Vol.687 | Vol.688 | Vol.689 | Vol.690 | Vol.691 | Vol.692 | Vol.693 | Vol.694 | Vol.695 | Vol.696 | Vol.697 | Vol.698 | Vol.699 | Vol.700 | Vol.701 | Vol.702 | Vol.703 | Vol.704 | Vol.705 | Vol.706 | Vol.707 | Vol.708 | Vol.709 | Vol.710 | Vol.711 | Vol.712 | Vol.713 | Vol.714 | Vol.715 | Vol.716 | Vol.717 | Vol.718 | Vol.719 | Vol.720 | Vol.721 | Vol.722 | Vol.723 | Vol.724 | Vol.725 | Vol.726 | Vol.727 | Vol.728 | Vol.729 | Vol.730 | Vol.731 | Vol.732 | Vol.733 | Vol.734 | Vol.735 | Vol.736 [più recente]

© Copyright 2015 Lucio Cadeddu - direttore@tnt-audio.com - www.tnt-audio.com