Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 14/4/2018 - 21/4/2018

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  1. Una sorpresa sconvolgente sulle sorgenti audio digitali
  2. Diffusori bookshelf per iniziare
  3. Bilancio tra prodotti entry-level e prodotti costosi
  4. Voglia di upgrade
  5. ...e dopo il sub vennero i satelliti
  6. Re: Primo impianto per il vinile
  7. Nuovo ampli e lamentela sui negozianti
  8. Full Naim da upgradare
  9. Re: CD rovinati / Micromega Duo Cd da riparare?
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Una sorpresa sconvolgente sulle sorgenti audio digitali
Gentile Direttore,
Le scrivo nuovamente per condividere con Lei e i lettori di TNT-Audio alcune considerazioni e una serie di quesiti scaturiti da una prova avvenuta in seguito alla lettura del Suo editoriale di marzo “
Ascesa e declino del compact disc” e della recensione del servizio di streaming Qobuz.
Il mio impianto è composto da casse ProAc Response D20 ribbon, amplificatore Nait xs2 e lettore cd Naim cd5xs, entrambi con alimentazione supplementare Dual TeddyCap. Come lettore video uso un Cambridge Audio cxu, che all'occorrenza fa anche da dac (per Sky ad esempio). Sono estremamente soddisfatto di questo impianto, con cui ascolto quasi esclusivamente musica classica e opera. Non avendo apparecchi in grado di effettuare nativamente lo streaming, ho acquistato un Google Chromecast Audio, collegandolo al dac del cxu tramite cavo digitale ottico.
Data la qualità decisamente non audiofila del dispositivo di Google e del cavo, mi aspettavo notevoli differenze nella resa sonora rispetto agli ascolti da cd, ma, con mio sommo sgomento, i risultati erano sovrapponibili! Ho fatto alcune prove comparative usando diverse incisioni che conosco bene, suonate alternativamente da Qobuz (in Flac 16/44, niente alta risoluzione) e dai relativi cd in mio possesso tramite il lettore Naim. Questi test hanno confermato la sensazione iniziale: la resa sonora è molto simile. In alcuni momenti percepivo una pulizia e trasparenza leggermente maggiori nel suono uscito dal Naim, ma parliamo di piccoli particolari. Per quanto riguarda estensione, timbrica, dettaglio, dinamica e spazialità, a orecchio non mi sembra di aver notato particolari differenze. L'unico aspetto veramente importante che mi sembra di aver percepito è - dopo oltre mezz'ora - una certa fatica di ascolto con il cxu che non avverto con il Naim. Ma ad essere onesto non so se sia reale o una mia impressione...
Stesso risultato usando il CXU come lettore cd integrato in confronto con il Naim. Quello che mi sconvolge è che, quando si trattò di scegliere la sorgente audio dedicata (non avevo ancora il cxu), provai due lettori Naim: cd5si e cd5xs e mi accorsi subito di alcune evidenti differenze. Ciò che emergeva immediatamente era una certa prevalenza del medio-alto nel cd5si, con alti troppo penetranti e relativa fatica di ascolto. Il modello xs mi sembrava molto più "analogico", con alte frequenze trasparenti e ben più “arrotondate”, e non mi provocava alcuna fatica di ascolto. Tra l'altro tutto questo senza alimentazione esterna. Gli ascolti furono effettuati in totale parità di condizioni (stessa stanza, amplificatore e casse).
Ora, io sono abbastanza certo di non avere l'orecchio audiofilo, ma come è possibile che due sorgenti così diverse per caratteristiche e prezzo suonino in modo così simile? So che Lei afferma sempre che le differenze fra sorgenti digitali siano piccole, ma qui parliamo di un lettore universale blu-ray - anche se di buon livello - contro un lettore cd dedicato, apprezzato in tutto il mondo per le sue ottime qualità musicali! Senza menzionare la differenza di prezzo...
Possibile che la distanza di prestazioni fra il cxu e il cd5xs sia così ridotta rispetto a quella esistente fra lo stesso lettore Naim e il suo “fratellino” cd5si? Ed è possibile che un dispositivo così piccolo e semplice come il Chromecast non degradi anche minimamente il segnale? Per non parlare del cavo ottico da OTTO euro! Se fosse così tutti quei lettori di rete dal prezzo stratosferico non avrebbero ragione di esistere. Non basterebbe un Chromecast Audio collegato ad un buon dac? Oppure sono io a non essere minimamente in grado di cogliere certe differenze di suono? Tuttavia fra i due lettori Naim le ho sentite...
Ancora: un file Flac, per quanto lossless, non dovrebbe suonare lievemente meno bene di un Wav non compresso? Non Le nascondo la mia perplessità, tanto che per un attimo mi è venuto in mente di vendere il lettore Naim e usare il cxu come sorgente universale... Ma non prima di aver sentito la Sua opinione!
Con questo non voglio dire che il prodotto Naim sia scadente, naturalmente. Suona benissimo! Casomai tanto di cappello a Cambridge Audio... Infine, tutto questo mi fa sorgere diversi dubbi sulle sorgenti digitali, che Le giro per competenza. In base a quel poco che so dei lettori cd, la meccanica di lettura è di importanza critica per la capacità di estrarre quanti più dati possibile e il più precisamente possibile; il dac è ugualmente importante per la fase di conversione. Naim poi sostiene che l'alimentazione dello stadio analogico di uscita del lettore sia parimenti critica (infatti consiglia l'alimentazione separata). Nel caso della musica liquida quali sono i passaggi critici?
Parlando di hardware, il segnale in questo caso arriva da un data center localizzato chissà dove; prima di entrare nelle nostre case attraversa una moltitudine di apparecchi e materiali diversi (tra cui chilometri di cavi), presumibilmente nessuno dei quali risponde a criteri audiofili. Tutte queste peripezie non ne causano nemmeno un minimo degrado?
Dal lato software, un file prodotto dalle attrezzature professionali dei servizi di streaming è sempre migliore (o contiene più dati) di uno estratto dalla meccanica di un lettore cd “audiophile”?
In definitiva per la musica liquida, lato sorgente, l'unica cosa che conta è il dac? Oppure anche l'hardware di streaming ha la sua importanza? Le chiedo scusa per la prolissità e per questa moltitudine di domande, Le sono molto grato per i chiarimenti che vorrà darmi.
Cordiali Saluti,
Stefano - E-mail: stefanoconte78 (at) gmail.com

LC
Caro Stefano,
la risposta a tanti quesiti potrebbe essere molto semplice: se non senti differenze, vendi il resto e tieni la sorgente che ti è più comoda! Non scherzo, non vale la pena tenere chissà quanti apparecchi se non si sente che differenze ci siano tra l'uno e l'altro. Io non sono molto sorpreso dei tuoi risultati d'ascolto. Il fatto che tu abbia sentito una differenza netta tra i due lettori Naim depone a sfavore del tuo impianto e del tuo ambiente. È probabile che non siano in grado di mettere in evidenza le differenze che, seppur piccole, ci sono.
Per quanto riguarda la liquida invece non c'è alcuna differenza tra flac e wav. Il primo, una volta scompattato, è identico bit a bit con l'originale. Al più potrebbe essere che il processo di decompressione introduca del disallineamento temporale o qualche interferenza, ma niente più di questo. Il fatto poi che i file arrivino dentro casa nostra attraversando chilometri di cavi scadenti e di apparecchiature non audiophile non è ovviamente un problema. Se ci fossero problemi di deterioramento del segnale digitale che viaggia in rete non saremmo in grado di scaricare software di alcun tipo: basta un bit sbagliato perché il programma non funzioni più! Se tutto funziona, invece (file in download, audio, video, software vari etc.) evidentemente il sistema è fatto in maniera tale da far fronte ad eventuali errori di trasmissione e i nostri preziosi dati audio sono al sicuro.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Diffusori bookshelf per iniziare
Ciao Lucio,
leggo sempre con molto interesse i tuoi articoli e le tue recensioni e ho provato (e posseggo ancora) diversi prodotti da te recensiti, in particolare prodotti dal buon rapporto qualità prezzo (esempio Kro kraft e Pure Acoustics pro 838). Non potevo non leggere e rileggere la tua recensione delle
Elac Debut 5 perchè vorrei costruire un impianto per musica di tutti i generi e per migliorare l'audio della tv e del vpr, ponendo i diffusori sul lato lungo di un salotto 7x4. Come sorgente e amplificatore al momento dispongo di un Cocktail Audio x10 e di un HK3700. L'idea sarebbe poi eventualmente di progredire se necessario gradualmente anche in base al tempo che riuscirò a dedicare all'ascolto.
In questo momento i Debut 5 si possono acquistare a poco più di 200 euro (e questo ne aumenta il rapporto q/p esponenzialmente). Questi diffusori sono ancora un riferimento e come si pongono adesso se paragonati ad altri più recenti ma con prezzi e caratteristiche fisiche e tecniche molto simili? Mi riferisco in particolare ai Mission Lx 2 e ai Dali Spektor 2.
Immagino che non possono esserci differenze enormi in questa fascia di prezzo e che probabilmente ci sono decine di diffusori simili in giro, ma questi 3 hanno colpito la mia attenzione. So anche che parliamo di cifre molto contenute, ma sono molto pignolo e curioso.
Grazie in anticipo e complimenti ancora.
Ciao,
Christian - E-mail: montauno (at) libero.it

LC
Caro Christian,
le Debut B5 sono straordinarie ma sta per uscire la versione migliorata con un nuovo tweeter, forse sarebbe più prudente aspettare. Cercheremo di averle in prova al più presto possibile. Se il nuovo tweeter riuscisse ad aprire il suono in gamma altissima, ora un po' addomesticato, sarebbe fantastico.
Tuttavia, visto che possiedi già le Pure Acoustics 838 non credo che le Debut B5 possano essere un passo avanti significativo. Fanno meglio alcune cose e meno bene altre, ad esempio in basso, dove il litraggio e il woofer delle 838 fanno la differenza. Le ho confrontate, ovviamente, e non “a memoria”. Il suono delle Debut è più raffinato e di classe, comunque, più grezzo e sguaiato quello delle 838. Secondo me sarebbe meglio o attendere le nuove B5, forse ancora meglio le B6, oppure aspettare budget più consistenti per un passo avanti ancora più significativo. Le Pure Acoustics 838 erano veramente impressionanti per il costo, purtroppo non si trovano più ma se le hai ancora tienitele strette!
Infine, non so dirti molto degli altri diffusori che hai citato, non ho avuto modo di confrontarli direttamente con le Debut B5. Certamente queste ultime hanno ricevuto recensioni incredibili un po' in tutto il mondo, nessun altro diffusore bookshelf mi risulta possa vantare un simile palmares. Un motivo ci sarà...non sono stato l'unico a restare a bocca aperta :-)
Appena puoi, pianifica anche un upgrade dell'amplificazione, magari con un classe D di buona potenza e basso costo.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Bilancio tra prodotti entry-level e prodotti costosi
Egregio direttore, è da un paio di decenni che leggo assiduamente la sua rivista, che continuo a trovare estremamente valida e interessante. Purtroppo ho notato un po' come tendenza generale, sia alle mostre e in effetti anche sulla sua rivista, che nelle prime si espone solo il top di gamma e qui si recensisce quasi esclusivamente apparecchi costosi.
Ad esempio, mi è sembrato di vedere da inizio anno a parte i prodotti Dodocool, solo oggetti con prezzi da 1000 euro in su. Possibile che rispetto ad un tempo, l'industria dell'hifi a parte i prodotti da supermercato (mediaworld euronics tanto per fare qualche esempio), non offra nulla di valido a prezzi terreni?
Credo che con l'attuale situazione economica riuscire ad avvicinare qualche giovane precario o perchè no qualche normale impiegato capofamiglia, non solo al mercato dell'usato come giustamente lei suggerisce ma anche al nuovo potrebbe essere auspicabile.
Cordiali saluti,
Sergio - E-mail: sergiobalducci (at) alice.it

LC
Caro Sergio,
come spiegato più volte, recensiamo ciò che ci viene proposto e, spesso, le aziende che producono prodotti entry-level non hanno né l'interesse né la sensibilità per fare promozione sulle riviste specializzate, men che meno su quelle non controllabili come TNT-Audio. Dovrebbe essere il contrario, ma noi non siamo in grado di cambiare questo stato di cose. Quel che possiamo fare, e che stiamo facendo, è acquistare prodotti economici e recensirli qui su TNT-Audio. Prossimamente vedrai alcune piacevoli “scoperte” che ho fatto in questi ultimi mesi, acquistando alla cieca prodotti sconosciuti che promettevano bene (un amplificatore e due lettori CD). In più, continueremo a dare spazio a prodotti vintage di buona qualità e basso costo, sulla falsariga dell'articolo di Mark Wheeler sul giradischi Linn Basik e la testina AudioTechnica AT95. Io ho almeno due oggetti interessanti di questo tipo (un amplificatore e un paio di diffusori). Purtroppo puoi ben capire che non è che possiamo riempirci la casa di apparecchi per il solo gusto di recensirli :-)
Non solo, ma dobbiamo lasciare spazio ai prodotti che gentilmente le Aziende ci inviano in prova, la loro disponibilità va premiata (se meritata!) senza farli attendere troppo. Per questo motivo, ad esempio, ho posposto la prova di questi apparecchi economici di cui sopra per fare spazio a dei prodotti più costosi che nel frattempo sono arrivati. Il tempo è quel che è, bisogna cercare un buon bilancio. Forse in questi primi mesi dell'anno non ci siamo riusciti, ma non è per volontà, credimi, ma per tutti i motivi di cui sopra. Pensa che abbiamo persino rifiutato di recensire prodotti, a nostro parere, troppo costosi.
Ti prometto che entro l'estate il bilancio tra prodotti costosi ed entry-level sarà riequilibrato, porta pazienza, facciamo il possibile! :-)
Non dimenticare mai che questo è pur sempre un “labour of love”!
Grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Voglia di upgrade
Carissimo Lucio,
permettimi il tu visto che “ti conosco/leggo” dal 98 e di congratularmi per il gran lavoro che svolgi, soprattutto per la costanza e la coerenza con la quale porti avanti questo progetto, complimenti davvero!
Provo a esporre brevemente il mio quesito, sorvolando il percorso che mi ha condotto all'attuale impianto (Klipsch Heresy, Bakoon amp31, Thorens td160/pp Moth, Naim dac + Mac mini/pure music), la questione non è il miglioramento del suono che mi soddisfa ampiamente ma un ulteriore semplificazione di utilizzo.
Ho il Mac mini come sorgente dal 2008 (sempre lo stesso) naturalmente gestito con tablet in Wi-Fi, ora vorrei sostituirlo. Sono stanco degli aggiornamenti software, dei tempi di avviamento e dei sync tra M2tech/Mac/dac ecc... questi puntualmente diventano motivo di “discussione” con le mie due amate che vorrebbero poter ascoltare musica anche quando non sono in casa io, perciò reclamano il reintegro del lettore cd/dvd che proprio non voglio riesumare ... l'ho dismesso con piacere da oltre due anni a favore dello streaming e dello spazio recuperato dall'ingombro dei CD :-)
Il candidato prescelto sulla carta è il Cocktail audio N15D (a parte il suo convertitore interno che non credo di dover utilizzare) sembra essere adatto alle mie esigenze. Il dubbio è che non potendolo ascoltare nel mio impianto non so se può essere all'altezza dell'attuale sorgente/suono o se a parità di spesa ci sono alternative più valide. Hai esperienza a proposito, ci sono apparecchi intorno ai 6/700€ che possono mandare in pensione anche i computer, puoi aiutarmi?
Ti ringrazio per l'attenzione, buona giornata,
Santo - E-mail: santo.scarpello (at) gmail.com

LC
Caro Santo,
non conosco il network player di Cocktail Audio ma conosco i music server all-in-one della stessa casa e li reputo prodotti straordinariamente intelligenti e ben suonanti. Di conseguenza, immagino che lo stesso know-how e la stessa attenzione per il suono di qualità siano stati riversati in questo prodotto. Di sicuro un oggetto come questo rende la fruizione della musica molto più semplice rispetto a un PC, quindi credo proprio che il suo acquisto risolverà il tuo problema completamente. Il suo DAC interno, tra l'altro, potrebbe persino essere di qualità simile a quella del tuo DAC esterno Naim. Come sai le differenze tra sorgenti digitali sono sempre abbastanza elusive.
Se avessi ancora CD da ascoltare potresti anche valutare la possibilità di prendere uno degli all-in-one, sempre di Cocktail Audio, ad esempio l'
X30 funziona sia come lettore CD che come streamer per musica liquida ad alta risoluzione. Si può usare come normalissimo lettore CD e anche le donne di casa si troverebbero a loro agio! Prova a leggerti la nostra recensione, si tratta di un apparecchio estremamente versatile e interessante. Di sicuro può sostituire in tutto e per tutto il notebook, con gran guadagno in termini di praticità. Potresti anche provare a cercarlo nel mercato dell'usato, con un po' di pazienza.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

...e dopo il sub vennero i satelliti
Ciao Lucio,
l'ultima volta che ti ho scritto è stato per raccontarti la
conversione che ho fatto del sub TNT Trentino da passivo ad attivo utilizzando un nuovo driver. Dopo quella operazione sono rimasto con i due woofer originali del Trentino (Ciare HW 203) e due opzioni a disposizione: metterli in vendita o riciclarli per un nuovo progetto. Considerando la prima opzione noiosa e scontata ho scelto la seconda e qualche mese fa mi sono messo in azione. Non sono un vero autocostruttore, mi limito a riprodurre o scopiazzare i progetti già pubblicati da altri. Per cui ho iniziato cercando tra i progetti del catalogo Ciare e ne ho trovati due che usavano quel particolare woofer. Il primo (H03.2) è un due vie accordato in reflex. Il secondo è un più complesso e costoso 3 vie con woofer passivo (H03.4).
Mi piaceva l'idea dell'accordo con woofer passivo, ma non volevo un tre vie. Ho quindi risolto il dubbio disegnando un diffusore a due vie accordato con woofer passivo (HP 200). Da quello che ho letto in rete pare che questo tipo di accordo interagisca meno con l'acustica propria dell'ambiente (un problema importante nel mio caso). L'unico modo per verificarlo era andare avanti con il progetto. Per lo schema di assemblaggio dei pannelli ho copiato il progetto TNT Munis con le misure corrette per ottenere il volume indicato nei progetti Ciare (dimensioni approssimative interne in cm: 25(L)x36(H)x30(P)). Un intuitivo foglio di calcolo trovato in rete ha confermato sulla carta la bontà delle misure.
Ho deciso di montare il passivo lateralmente e non sul retro per evitare l'inevitabile rinforzo della parete posteriore e per avere due scelte di posizionamento delle casse (passivi all'esterno o all'interno). Un'altra decisione, commercialmente poco diffusa, è stata quella di posizionare il tweeter all'esterno del box. L'ispirazione è un altro progetto del geniale Giuliano Nicoletti di qualche anno fa: Minus Habens (di cui si è purtroppo persa ogni traccia in rete). Sicuramente la naturalezza di emissione di quei diffusori non era dovuta solo all'inconsueta posizione del tweeter (ricordo anche che il woofer era montato senza il suo cestello!), ma ho voluto comunque tentare di rubare un pizzico di quella magia.
Il tweeter che ho scelto è lo stesso dei progetti Ciare di cui sopra (HT 262) e del due vie ho ripreso anche lo schema del crossover. Ho usato MDF per il cabinet; all'interno ho fatto aderire prima i fogli antirombo e poi uno strato di materiale fonoassorbente. Per montare i tweeter ho scelto un accoppiamento elastico: 4 molle collegano ogni trasduttore a 2 lunghi bulloni inseriti nei pressi del bordo superiore della cassa (ispirazione nata dai vecchi microfoni a carbone). Lo stesso Nicoletti (sempre lui!) aveva usato un accoppiamento elastico per il tweeter del progetto TNT Primaluce.
Sì, ma come suonano? Cercando di essere il più obiettivo possibile ti dirò che dall'onesto tweeter Ciare non posso aspettarmi la grana finissima dei migliori, però dopo averlo addomesticato con un bel po' di rodaggio apprezzo molto sia il livello di trasparenza che la facilità di voci e strumenti di liberarsi dai vincoli fisici della cassa e disporsi nello spazio virtuale. Anche l'interazione con l'ambiente è, come previsto, più controllata e le solite code presenti nel mio ambiente sono più tollerabili. I bassi non mancano (fino a 40Hz scendono), ma più che la quantità è l'agilità a farla da padrona.
Alla fine, anche se inizialmente destinate ad un secondo impianto, ho deciso di lasciarle in quello principale al posto delle Kef LS50 per vedere se la loro musica continuerà ad ammaliarmi anche a lungo termine.
Allego qualche immagine delle fasi di costruzione. La verniciatura finale è stata fatta da un professionista in quanto non volevo rischiare di rovinare tutto proprio alla fine.
Un saluto e un ringraziamento a te a a tutti i tuoi collaboratori; in fondo senza TNT Audio questi diffusori non sarebbero mai nati.
Max - E-mail: garre1968 (at) gmail.com

[Diffusori DIY con driver Ciare]
[Diffusori DIY con driver Ciare]
[Diffusori DIY con driver Ciare]
[Diffusori DIY con driver Ciare]

LC
Caro Max,
complimenti per quest'altra bella realizzazione, ben progettata e costruita! Sono felice che alcuni progetti di TNT-Audio e di Giuliano NIcoletti ti siano stati utili come fonte d'ispirazione...
Buon ascolto e grazie per il feedback!
Lucio Cadeddu

Re: Primo impianto per il vinile
Buongiorno Sig. Lucio,
sì, la scelta del giradischi a cinghia è stata più di pancia, ma sono fatto così, un oggetto deve convincermi anche per come è costruito, non solo per la sua resa. E' esattamente questo il motivo per cui ho rispolverato i vinili e persino le gommelacche, e ho deciso di dar loro nuova vita. Perché sono oggetti che hanno un solco, una traccia, un'identità, per me hanno un valore a se stante semplicemente per come sono fatti. Inoltre, forse sbagliando, ma ho pensato che in caso di problemi un giradischi a cinghia dovrebbe essere più facilmente riparabile rispetto ad uno a trazione diretta... Per l'1 Expression III Comfort ho davvero trovato una buona offerta... non così distante dai modelli a trazione diretta che mi erano stati consigliati. Diversamente, non me lo sarei permesso.
Al di là di questo discorso... ora è giunto il momento di acquistare dei diffusori seri (sì, i Kenwood non sono un granché, e si sente...). Ho letto la sua recensione degli
ELAC Debut B5 e ne sono rimasto colpito. Tuttavia lei mi consigliava diffusori da pavimento, e anch'io fin dall'inizio ero di questa idea. Ma ora ho un dubbio. Meglio forse questi Debut B5 di comprovata fiducia, apprezzati da lei e da tutti, magari posizionati su adeguato supporto da terra... o meglio considerare il modello da pavimento, gli ELAC Debut F5, che sembrano comunque molto buoni? (ma di recensioni in queste caso non mi pare ce ne siano tantissime, e non mi pare nemmeno abbiano scatenato lo stesso entusiasmo dei B5). In quest'ultimo caso, secondo lei varrebbe la pena considerare un'offerta che attualmente c'è su Amazon per un usato in buone condizioni a 264 euro? (l'offerta del nuovo è a 325 euro) Mi pareva di aver letto da qualche parte che acquistare diffusori usati non è mai consigliabile... ma magari ricordo male oppure è una baggianata.
Grazie ancora
Anonimo - E-mail: littlefeather1980 (at) gmail.com

LC
Caro lettore,
adesso capisco meglio le motivazioni dietro alla scelta di quel giradischi nel contesto di un impianto dotato di diffusori certamente non all'altezza del resto. Per quanto riguarda la riparabilità di un giradischi a cinghia rispetto a uno a trazione diretta non saprei, alla fine sempre di motori elettrici si tratta! Si può bruciare l'uno o l'altro, indifferentemente. Diciamo che si tratta di eventi, in ogni caso, rarissimi! In tanti anni di passione audiofila e tanti giradischi posseduti, a me non è mai successo, pur avendo rispolverato anche oggetti vintage presi da improbabili cantine :-)
Per quanto riguarda i diffusori c'è un motivo per il quale i B5 hanno avuto le migliori recensioni, rispetto ai compagni di gamma: sono certamente quelli con il rapporto qualità/prezzo più incredibile e i più versatili (ottimi bassi in dimensioni ridotte). Ciò premesso, secondo me non fai male a puntare sugli F5 da pavimento, in ogni caso risparmieresti i soldi degli stand e di conseguenza il loro rapporto qualità/prezzo salirebbe vertiginosamente! Andrebbe benissimo anche acquistarli usati, se da venditore affidabile, naturalmente. Non ci sono particolari problemi nell'acquistare diffusori usati, o suonano o non suonano, in generale. Occorre verificare che gli altoparlanti funzionino tutti e che i woofer siano liberi di “muoversi” senza generare rumori da sfregamento. Per verificare questo basta, a diffusori spenti, spingere avanti e indietro (delicatamente!) l'altoparlante accertandosi che la corsa sia libera da attriti.
Per 264€€ io li prenderei al volo! :-)
Spero di essserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Nuovo ampli e lamentela sui negozianti
Gentile Direttore,
sono di nuovo (“Pochi bassi”
vol.672 e vol.673) a disturbarla per migliorare l'impianto:

Dopo l'ultimo consiglio sulla sostituzione dell'amplificazione purtroppo nulla è stato fatto, perchè sull'usato non ho trovato nulla di soddisfacente, l'unica modifica, sto provando un lettore blue-ray collegato al DAC via coassiale elettrico. Sono riuscito ad incrementare il budget, oggi intorno ai 1000€ e sono ripartito alla caccia; ho ascoltato il nuovo Rega Brio R ed avendolo trovato in offerta l'Arcam FMJ A-29 (marchio a suo tempo consigliato), ma non avendo la possibilità di confontarli direttamente chiedevo la sua opinione.
Vorrei, però, fare un appunto ai negozianti, lamentarsi che i clienti (potenziali) ascoltano e poi acquistano sul web è anche da imputare a loro ed io mi sono ripromesso di non farlo. Però, nonostante tutti sappiamo quanto sia difficile trovare l'equilibrio dell'impianto e l'interfacciamento dei componenti, ho trovato resistenze per poter provare i componenti nella mia catena/ambiente ed a questo aggiungo una totale mancanza sull'usato del cliente consigliando di gestirlo via siti di annunci.
Non ne faccio una questione di prezzo, ma se l'usato devo gestirmelo e comprando via web ho il diritto di recesso (14 gg.) che mi dà modo di sentire la resa, dov'è il loro valore aggiunto? Se non offrono dei servizi saranno sempre perdenti o sbaglio? E' più semplice spostare un amplificatore con i suoi imballi o due torri da pavimento?
Nel ringraziarla la saluto cordialmente.
Antonio - E-mail: a.lonegro (at) tiscali.it

LC
Caro Antonio,
tra il Rega Brio R e l'Arcam FMJ A29 la mia preferenza personale va al primo, più vivace, ritmato e divertente. Più sornione e rilassato l'Arcam. Hai ascoltato il primo, se non ho capito male, ma ti è piaciuto? Questo è veramente importante, alla fine il nuovo amplificatore deve incontrare il tuo gusto, non il mio!
Per quanto riguarda invece la tua lamentela sui negozianti il discorso sarebbe lungo e ricco di tante sfaccettature. Il problema dell'usato è concreto: molti negozianti non lo ritirano (o, almeno, non tutto) per paura che gli resti invenduto. E di questi tempi la paura è assolutamente giustificata. Un po' diverso il discorso sulle prove a casa: effettivamente non costa niente prestare l'apparecchio al cliente perché possa ascoltarlo nel suo impianto ma evidentemente chi si rifiuta ha le sue buone ragioni: hai idea di quanta gente perditempo ci sia in circolazione? Una marea. Si va dai curiosi che vorrebbero provare tutto ma non comprano niente, ai sognatori e agli eterni procastinatori/indecisi. In più, esiste il rischio concreto che qualche apparecchio rientri danneggiato, non tutti sono attenti e meticolosi, specie con la roba degli altri. Io stesso ho prestato diversi apparecchi a conoscenti ed amici e non di rado le cose mi sono state restituite rovinate, anche solo esteticamente, se non addirittura non funzionanti. Talvolta se n'è persa traccia! In questo modo, grazie alla mia sconsiderata generosità (perché non tengo traccia di cosa presto a chi) mi sono stati sottratti cavi, dischi e persino qualche componente. Capisco bene, quindi, che un negoziante possa avere qualche reticenza. Io farei, ad esempio, versare una cauzione, così almeno sarei tutelato in caso di danneggiamento/smarrimento del componente in prestito.
Quindi: in linea teorica hai ragione, ma la pratica si scontra con una realtà complessa e popolata da personaggi poco affidabili.
Spero di esserti stato utile!
Lucio Cadeddu

Full Naim da upgradare
Buonasera Lucio,
A distanza di anni mi permetto di disturbarla nuovamente, sono Danilo, ascoltatore appassionato di musica, ho un impianto Naim vintage che grazie ad un suo consiglio è divenuto attivo.

In questi anni si sono aggiunti anche un nat01 e le schede rls per il nac incuriosito dalla vostra recensione. Ora, continuo a comprare cd e vinili ma vorrei aggiungere un dac da collegare al cd5xs.
Principalmente il mio obiettivo è migliorare se possibile la resa del cd e secondariamente potermi avvicinare alla musica liquida. Non volevo svenarmi, per coerenza pensavo al naim ndac ma anche nel mercato dell'usato continua ad avere quotazioni piuttosto alte, leggendo in rete ho messo gli occhi su Teac ud 301/501 e Marantz hd dac1...
Cosa mi consiglia? Quale dac per filosofia si sposerebbe meglio con il suono british del mio impianto? Apertissimo anche ad altre soluzioni spero in una sua risposta rivelatrice...
Saluti e buona musica.
Danilo - E-mail: soshomafactory (at) gmail.com

LC
Caro Danilo,
intanto complimenti per il bell'impianto in biamplificazione attiva, ottima scelta e...che componenti! Eccellente. Per migliorare la qualità della sorgente digitale potresti affiancare al tuo Naim CD5 XS un DAC esterno Naim, mi sembra l'evoluzione più naturale, per non allontanarti troppo dal “family sound” di Salisbury. I DAC Naim sono costosi e tengono alto il valore nell'usato ma cercando con pazienza in UK - dove i prezzi sono nettamente più bassi - qualcosa la trovi di sicuro. Non mi accontenterei di niente di meno di così, perché le differenze tra sorgenti digitali sono già piccole e il circuito di conversione e d'uscita del tuo CD5 XS non sono facilmente migliorabili, certamente non da DAC di fascia medio-bassa. Correresti il rischio concreto di effettuare un side-grade, con possibile allontanamento dall'equilibrio timbrico che hai raggiunto. Quindi no: boccio entrambe le proposte Teac e Marantz e ti invito caldamente a cercare un bel DAC Naim usato.
Ovviamente, manco a dirlo, qualora avessi la possibilità di provare uno dei DAC citati sul tuo impianto, non esimerti a farlo, così potresti confutare o meno le mie affermazioni.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Re: CD rovinati / Micromega Duo Cd da riparare?
Caro Lucio,
ti ricontatto per avere da te un consiglio sul da farsi (cf.
Vol. 831 e 833). Mittas Elettronica di Bologna, a cui ho portato il mio Duo Cd, lo ha provato con dei suoi cd (me presente) senza rilevare problemi mentre, nella stessa seduta, alcuni miei cd incriminati hanno manifestato palesemente il disturbo da me denunciato: a questo punto sono indeciso su che fare:

Come vedi sono abbastanza ... diciamo confuso! Aspetto un tuo suggerimento e ancora complimenti per questo impareggiabile servizio col quale offri a tutti i tuoi lettori la possibilità di migliorare l'ascolto della musica e la possibilità di “divertirci con i nostri giocattoli”.
Scusandomi per la prolissità, ancora grazie.
Alberto - E-mail: albebona (at) teletu.it

LC
Caro Alberto,
probabilmente una parte dei tuoi CD ha sofferto del noto fenomeno del browning, che ne impedisce la buona lettura. Comunque, eviterei a questo punto la riparazione della tua meccanica CD e la venderei così com'è. Se uno non utilizza CD browningzzati neppure si accorge del problema. Acquisterei un Cocktail Audio, ci leggi i CD, forse anche quelli difettosi, e ci fai un sacco di altre cose. Se ti piace il suono del tuo vecchio DAC Micromega Duo Pro potresti collegare il Cocktail a tale DAC anche se credo che suoni meglio liscio col suo DAC interno. In alternativa, più economica, un qualunque lettore CD nuovo dotato di uscita digitale, da collegare al tuo DAC. Ti sorprenderesti nel non riuscire a sentire differenze apprezzabili rispetto alla tua meccanica Duo CD :-)
Ti faccio qualche esempio: un Denon DCD-520AE, dotato di uscita ottica, lo paghi 200€, quanto l'improbabile riparazione del tuo DUO CD. Un Pro-Ject CD Box S, dotato di uscita digitale coassiale, ti costa 260€ oppure, analogamente, un Cambridge Audio Topaz CD10, per 280€. Questi lettori montano DAC moderni e non è neppure escluso che possano suonare meglio della tua accoppiata Micromega. Io un esperimento lo farei. Il Denon, in particolare, è un lettore CD molto facile da reperire in negozio, anche presso grandi catene di elettrodomestici, basta che ti porti appresso i tuoi CD incriminati e provi a darglieli in pasto. Capace che li legga senza scomporsi troppo! Avresti un'unità di lettura nuova e il suono non subirà alcun peggiormento, a mio parere. Per la liquida potrai sempre affiancare un network player separato.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
[Sala d'ascolto] Buongiorno Lucio,
ormai sto diventando un frequentatore abituale della rubrica della posta di TNT-Audio, non solo come lettore ;)
Non mi dilungo a ripetermi nei doverosi complimenti e ringraziamenti per il servizio che offrite, voglio però sottolineare che ultimamente ho avuto modo di avere contatti con diversi appassionati a causa di compravendita di componenti Hi-Fi usati, e molti, quasi tutti, fanno riferimento a te e al tuo sito per recensioni e per le opinioni espresse in questa rubrica dedicata ai lettori. Fatti che parlano da soli sulla stima e sulla credibilità di cui godi.
L'ultima volta mi hai inserito negli “audiofili felici” (
vol. 824), quando ti scrissi per dirti le mie impressioni sul confronto Chario Academy1 – Elac Debut B5. Si sa, una volta entrati nel vortice dell'audiofilia, per quanto felici, non si smette mai di guardarsi intorno... Giusto un paio di giorni dopo aver detto a un mio collega (appassionato come me e con il quale mi confronto anche organizzando prove di ascolto) che al momento ero completamente soddisfatto del suono del mio impianto, e che mi godevo appieno la mia musica, ho visto un annuncio per una coppia di Elac Uni-Fi BS U5 seminuove a circa metà prezzo. “L'occasione fa l'audiofilo ingordo”: le ho prese, al massimo le avrei rivendute allo stesso prezzo.
Non ho fatto lunghe sessioni di ascolto per poter cercare di fare una recensione dettagliata, ma dopo un paio di settimane posso dirti quali sono le mie conclusioni nel confronto tra i due modelli Elac di Andrew Jones. L'impostazione timbrica è molto simile, si riconosce la mano dello stesso progettista, ma mettendosi all'ascolto le differenze si notano in modo anche piuttosto evidente, soprattutto nella parte medio-alta dello spettro sonoro.
I progetti sono differenti: due vie per le Debut, tre vie (con tweeter e midrange concentrici) per le Uni-fi. Il risultato è che sulle Uni-Fi i driver devono scendere meno a compromessi per coprire lo spettro medio della banda, per cui il tweeter viene spinto più in alto fino a 25Khz invece dei 20Khz delle Debut (mi chiedo quanto possa influenzare il suono dato che sento fino a 13Khz) e per il woofer la membrana diventa di alluminio invece della fibra meta-aramid, per una unità ottimizzata per la gamma più bassa.
All'ascolto il suono delle Uni-Fi è più pieno in gamma media e medio alta. Più pieno, più presente ma non per forza più corposo. Anche alle Debut non manca nulla, ma con le Uni-Fi i metalli sono più...brillanti. Mi viene un paragone visivo: come se guardando l'orchestra gli strumenti fossero stati lucidati. Trombe, sax, piatti sono più incisivi, più simili all'ascolto dal vivo. Ne guadagnano anche le voci, soprattutto femminili, con una maggior presenza, a discapito di un po' di dolcezza sempre caratteristica nelle Debut. Il pianoforte è ancora più concreto con la percezione di sentir decadere ogni singola nota.
Per le altre qualità la differenza con le Debut mi sembra più sottile. I bassi al primo ascolto mi sembravano addirittura meno presenti, in verità la “colpa” è della gamma medio/alta che ri-bilancia l'impostazione a favore di un suono più chiaro, ma in realtà il basso c'è tutto, e se possibile ancora più pulito e controllato rispetto alle B5, certamente più veloce. Il palcoscenico è leggermente più definito, la maggior concretezza degli strumenti aiuta anche a posizionarli nello spazio.
Nel complesso le Uni-Fi sono decisamente un gradino sopra alle Debut, ma la mia sensazione è che le Debut B5 restino un diffusore più facile: sia da ascoltare, sia da accoppiare con gli altri componenti (ho provato diversi ampli), avendo un'impostazione piuttosto dolce e sempre gradevole con tutti i generi musicali. Si può alzare il volume con la certezza che interverranno i vicini di casa prima che il suono diventi fastidioso all'ascolto. Io le piloto con un Rega Brio-R e come sorgente uso files flac su un PC dedicato + DAC Ifi nano iDSD.
Ad un amico che si avvicina per la prima volta all'Hi-Fi mi sentirei più tranquillo a consigliare le Debut B5 rispetto alle Uni-Fi. Le Uni-Fi sono a volte più crude e rivelatrici: perdonano meno, e il suono più brillante, dopo ascolti prolungati a volumi sostenuti, può essere più stancante rispetto alle Debut. Forse trovano i migliori partner in amplificatori dal suono più morbido, per chi ama un'impostazione mirata a sonorità più calde. La differenza di prezzo è giustificata? Andrew Jones presentandole ha dichiarato che il suo obiettivo era stato quello di un incremento di prestazioni proporzionalmente superiore all'incremento di prezzo rispetto alle Debut. Io sinceramente non ho l'esperienza per valutarlo. Dico solo che alla fine ho rivenduto le Debut B5.
Sarei curioso di vedere una tua recensione delle Uni-Fi per scoprire se effettivamente come per le Debut nella loro fascia di prezzo risultano diffusori al di sopra della media... e anche per scoprire quanto di ciò che ho scritto (in buona fede) sono cavolate! ;)
Da audiofilo felice ad audiofilo ancora più felice.
Federico - E-mail: fedezix (at) libero.it

LC
Caro Federico,
grazie per la tua precisa disamina e confronto di questi due modelli Elac, è molto interessante e, a naso, è esattamente ciò che mi aspettavo. Il tweeter della serie Debut ha una risposta in frequenza calante verso le altissime e questo rende il suono così gradevole, educato e poco fastidioso, anche a scapito del sacrificio di un po' di armonici. Non è un caso che nella nuova serie Debut in arrivo il tweeter sia stato sostituito. Le Uni-Fi sicuramente montano driver più sofisticati, precisi e trasparenti. E infatti lo confermano le tue note d'ascolto.
Sì, sarebbe bello provarle, ma mi riservo uno “slot” libero per le nuove Debut B5 ed eventualmente per le F5. Purtroppo il tempo è quel che è e non si può provare tutto. Ho ben tre recensioni di diffusori in attesa di essere completate, un altro dffusore in via d'arrivo e tante altre cose che bollono in pentola. Per fare tutto sarebbe necessario che TNT-Audio fosse un'attività full-time cosa che, ovviamente, non potrà mai essere. Anzi, se lo fosse, probabilmente, il nostro divertimento nel “farlo” calerebbe drasticamente.
Buon ascolto coi tuoi nuovi giocattoli!

Suggerimento musicale della settimana

Musica “vecchia” questa settimana, ma che musica! La bellissima e bravissima Anna Netrebko canta “Casta diva” dalla Norma di Bellini. Ogni commento sarebbe superfluo.
Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!

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