Lettere alla Redazione di TNT-Audio - settimana 29/5/2021 - 5/6/2021

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  1. Info sostituzione testina
  2. Ampli/dac cuffia + cuffie
  3. Richiesta consiglio su amplificatore e casse da abbinare a Cocktail audio n25
  4. Nuovo o vintage?
  5. Consiglio amplificatore classe D
  6. Jurassic DAC
  7. Quale DAC?
  8. Sull'uso del rame e delle saldature
  9. Costruttori di condensatori audio in attività e fusibili hi grade
  10. Ho visto anche degli audiofili felici

Info sostituzione testina
Caro direttore,
vi leggo sempre con molto piacere e TNT è ormai da tempo il mio riferimento in ambito audio. Ti scrivo perché dopo alcuni anni di ascolti casuali e distratti, musica liquida, un trasloco e vicissitudini varie che non sto ad elencare, sono tornato all'ascolto del vinile. Il meraviglioso e fantastico vinile. Ho riesumato il mio vecchio Thorens 280 (ricablato!) che giaceva inutilizzato, l'ho spolverato, dotato di nuova cinghia e nuovo trasformatore ed infine di testina perché quella vecchia era praticamente muta. Ho scelto una economica Sumiko Oyster perché non si sa mai, metti che il gira funzioni male almeno contengo i danni.
Per farla breve il vecchio Thorens gira benissimo e la testina svolge degnamente il suo compito, tuttavia sto già pensando di sostituirla con qualcosa di meglio. La catena è composta da ampli AA Puccini SE (quello di fine secolo!) e diffusori Opera 1.5 su stand. L'insieme è secondo me abbastanza equilibrato, quando sarà possibile cercherò di migliorare, per ora pensavo alla testina perché la Oyster è proprio il minimo sindacale.
A questo punto la domanda è: fin dove mi posso spingere? Spendere poco non avrebbe senso, spendere tanto nemmeno. Io pensavo qualcosa nella fascia 3/400 euro, MM (la tentazione della MC economica ci sarebbe, ma per il momento vorrei mantenere il pre phono del Puccini ed evitare un bagnetto di sangue...).
Ascolto rock, blues, a volte jazz e raramente classica (no lirica no sinfonica), insomma un po' di tutto e non cerco sonorità particolarmente calde né estremo dettaglio, solo un buon equilibrio che mi faccia godere l'ascolto al meglio delle possibilità dell'impianto. Abito in un condominio dove c'è una certa tolleranza ma il volume rimane sempre abbastanza contenuto.
Credo di aver reso l'idea, mi auguro di ricevere un tuo parere in merito.
Un saluto,
Antonio - E-mail: antxsini (at) gmail.com

LC
Caro Antonio,
sono d'accordo con te sul fatto che sia il giradischi che il resto dell'impianto meritino una testina di più alto livello. E concordo anche sul fatto che sia inutile puntare a una MC vera, per ora e con il budget che - peraltro saggiamente - hai individuato. Volendo andare verso il limite superiore del tuo budget e prendere un “classico” io punterei su una Sumiko Blue Point No. 2, che si trova per poco più di 400€. Si tratta di una MC ad alta uscita (2.5 mV) quindi abbinabile tranquillamente a un ingresso phono MM. Volendo risparmiare, immediatamente sotto, trovi la Sumiko Moonstone, che è una MM tradizionale, per circa 300€. Mi concentro su Sumiko perché possiedi già la Oyster e immagino sia più sicuro stare su un'impostazione timbrica che ti è già familiare.
L'impostazione neutra e non arrotondata, come da tradizione Sumiko, dovrebbe rispondere bene alle tue richieste e ai tuoi gusti musicali. Inoltre, nel tuo impianto sono presenti già amplificatore e diffusori tendenzialmente tranquilli in gamma medio-alta, per cui questa testina credo possa riequilibrare un po' l'insieme.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ampli/dac cuffia + cuffie
Salve direttore,
leggo da tempo con piacere la sua rivista e voglio complimentarmi con lei ed i suoi collaboratori per l'ottimo lavoro, apparentemente indipendente da pubblicità e "finanziatori" più o meno occulti, e, soprattutto, per la passione che traspare dalle vostre recensioni e risposte. Mi decido a scriverle per un consiglio, sperando abbia la pazienza di dedicarmi un po' del suo tempo. Ormai dedico gran parte della giornata (in verità anche serate) al lavoro nel mio studio/ufficio e mi ritrovo ad ascoltare musica in streaming dalle mie cuffie da "ufficio": per questo motivo ho pensato di rendere il tutto più piacevole approfittando dei sempre più diffusi abbonamenti in streaming ad alta risoluzione e comprando cuffie HiFi da affiancare ad un ampli cuffia/DAC da collegare al pc. La mia preferenza andrebbe verso cuffie chiuse (per non disturbare altri e, principalmente, migliorare il mio isolamento :)) e ho rintracciato modelli come Beyerdynamic DT-770 Pro e Audio-Technica ATH-M50X ma sono aperto a suoi suggerimenti di altri modelli migliori (anche verso semi aperte come ad es. beyerdynamic DT-880 se dovesse considerarle comunque preferibili alle chiuse e non troppo "fastidiose" per gli altri). Mentre per l'ampli/dac, trovandomi a fare acquisti su Thomann, ho visto un Fostex HP-A4 a 330€ che mi sembra buono ma non ho preclusioni ad altri modelli che vorrà segnalarmi (PS. ho capito male o il Fostex può essere collegato eventualmente anche a casse? Tipo, dovessero cambiare le cose, utilizzarlo con le Lonpoo?).
Dimenticavo di dirle che il mio budget è intorno ai 600€ (max 700€ se ne dovesse davvero valere la pena), quindi è migliorabile quanto citato visto che sarei ampiamente sotto. Budget che sarei anche disposto a superare (magari aspettando qlc altra settimana) se lei mi consigliasse di ritornare sulla mia idea iniziale, il Cocktail X14: forse più comodo e pratico ma poi scartato perché l'ascolto in cuffia probabilmente non sarebbe all'altezza di un ampli dedicato ed ho comunque già un pc a disposizione per gestire lo streaming.
Le sarò grato se vorrà consigliarmi la soluzione secondo lei migliore e le chiedo scusa eventualmente per la mia scarsa chiarezza.
Suo affezionato lettore,
Nicola - E-mail: n.panza (at) alice.it

LC
Caro Nicola,
confesso che il primo istinto è stato quello di cestinare la tua richiesta. Trovo estremamente irritante quel tuo scrivere “apparentemente indipendente” che ci regali con tanta leggerezza. È come se incontrassi una persona e gli dicessi “Sa, lei apparentemente è una persona onesta”. E sì che siamo qui da oltre 25 anni a dimostrare di che pasta siamo fatti! Potrei replicare che tu sembri “apparentemente intelligente”, se ti fa piacere ;-)
Vedi, è questo mix di superficialità e malizia che rende questo paese, l'Italia, così com'è: marcio fino al midollo. Prendo atto dello scivolone e vado avanti.
Sulle cuffie non saprei cosa consigliarti, quelle citate sono ottime, e tutto dipende dal tuo gusto personale. Credo che non sia impossibile riuscire a provare direttamente qualcuno di questi modelli per farsi un'idea precisa. Per quanto riguarda l'ampli cuffia/DAC benissimo il Fostex, ma ce ne sono tanti altri. In quella fascia di prezzo, ad esempio, il Lehmann Rhinelander, fratellino minore del
Linear che recensimmo qualche tempo fa. Purtroppo è senza DAC. Ancora, potresti valutare il Graham Slee Novo, fratello minore del Solo, anch'esso recensito da noi qualche tempo fa e anch'esso senza DAC. Ottimo anche l'ampli/DAC Audio-GD R2R 11, per circa 350€. Tieni conto che un ampli per cuffie non può pilotare dei diffusori, quindi se in futuro pensi di utilizzarli, forse sarebbe più sensato pianificare l'acquisto di un amplificatore integrato che sia dotato anche di un'uscita cuffia decente. Con questo budget, ovviamente, si tratterebbe di un grosso compromesso per il solo ascolto in cuffia. Gli ampli cuffia senza DAC potrebbero tornare utili in questo contesto, abbinati a un amplificatore con DAC interno cui collegare anche dei diffusori. Tutto dipende dalle tue priorità.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Richiesta consiglio su amplificatore e casse da abbinare a Cocktail audio n25
Gentile Direttore,
vorrei acquistare un secondo impianto hifi da mettere in soggiorno (l'altro è in taverna) partendo dallo streamer Cocktail Audio N25 poiché ascolto principalmente, per comodità, musica da TIDAL Mqa ma senza disdegnare ogni tanto qualche cd e vinile. Ho scoperto dell'esistenza di Cocktail Audio tramite una sua risposta ad un lettore e, incuriosito sono andato a cercarmi le caratteristiche dei vari modelli. Mi sembra che il modello N25 faccia al mio caso poiché, oltre alla qualità dello streamer, è completo di tutte le connessioni digitali incluso Bluetooth 5 e prese hdmi e arc per collegamento al tv. Ora, non essendo un audiofilo (l'altro impianto è composto da ampli Marantz pm6006 abbinato a Bluesound node2.i e casse a pavimento vintage mod. ESB Recita), non avendo budget illimitati, le sarei molto grato per un consiglio su amplificatore e casse da abbinare al Cocktail.
Il soggiorno è grande circa 50 metri quadri, vorrei posizionare il tutto sotto il mobile tv e ai lati dello stesso le casse. Un negoziante mi consigliava un ampli Rotel A12 e casse Focal choral 826. Un amico audiofilo mi consiglia invece di stare su Rega Brio R e casse Q-Acoustic o Wharfedale. Sono un po' confuso e poiché come giustamente lei consiglia spesso: “devi ascoltare quello che per te suona meglio”, mi potrebbe dare un suo parere così da restringere il campo e non girare per troppi negozi hifi alla ricerca di ampli e casse con suono migliore?
Il mio budget totale per amplificatore e casse è di circa 1500/2000 euro. La ringrazio infinitamente per il parere che potrà darmi.
Grazie e continuò a leggervi.
Cordialmente,
Daniele - E-mail: danielemanca63 (at) gmail.com

[Cocktail Audio N25]

LC
Caro Daniele,
benissimo la scelta del Cocktail Audio, apparecchio versatile e completo, mentre per ampli e diffusori c'è da fare un piccolo ragionamento: l'ambiente è molto grande, investirei il più possibile nei diffusori, destinando all'amplificatore non molto più di 500€. Anche per questa cifra si trovano ottimi ampli dotati sia di potenza sufficiente che di grande versatilità. Il Rotel che ti hanno consigliato, magari il fratellino più piccolo, è uno di questi, altrimenti l'analogo nel catalogo NAD. Ottimo anche il Rega Brio R, ma siamo già sui 900€, su un budget totale di 1500/2000, a mio parere troppo. Inoltre, non abbinerei le Focal al Rotel, l'ambiente è grande, quindi immagino anche un po' vuoto, e le caratteristiche di acustica e di carattere di ampli e diffusori potrebbero dar luogo a un abbinamento squilibrato verso le alte frequenze. Per un migliaio di euro io valuterei diffusori generosi come i
Pylon Opal 20, che mi sono piaciuti moltissimo, oppure KEF Q550, Wharfedale Diamond 11.5, Sonus Faber Principia 7, Duevel Planets. Vedi se ti riesce di sentire personalmente qualcuno di questi...
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Nuovo o vintage?
Direttore, buongiorno e complimenti. Ho intenzione di allestire un secondo impianto in camera per l'ascolto di vinili, lasciando l'impianto principale situato in sala all'uso serale di mia moglie, che potrà così sfruttare l'home theater per seguire le sue serie preferite... Al momento possiedo un giradischi di fascia media (un Pro-ject x1) e sono alla ricerca di ampli e diffusori per un set-up dal suono dignitoso. Il budget è limitato ma, per quanto riguarda i diffusori, avrei messo gli occhi su delle Cabasse Jersey da scaffale, che in un negozio della mia zona si possono trovare ex-demo a un prezzo interessante. Per quanto riguarda l'amplificatore invece, cercando di non andare molto oltre i 400 euro di spesa, a questo punto ho due strade davanti:

A tal proposto so che lei ha più volte messo in guardia dagli acquisti vintage, sostenendo che un ampli moderno suonerà meglio della maggior parte dei prodotti di 40 anni fa, ma mi chiedevo se, guardando a nomi affidabili (pensavo soprattutto a Sansui, Marantz o, come seconda scelta, Kenwood e Pioneer) non fosse possibile trovare prodotti che all'epoca appartenevano alla fascia media e che ancora oggi potrebbero fare la loro figura, soprattutto in considerazione del fatto che lo stadio phono fino ai primi anni '80 è stata una parte fondamentale nella progettazione degli amplificatori, mentre oggi mi pare che sia diventato un accessorio che, specie sugli apparecchi economici, è presente solo per assecondare una moda. Per fare degli esempi, girando su un noto sito di aste online, ho trovato diversi Sansui (AU 2900, AU 3900, AU 4400, AU 317), alcuni Marantz (PM250, 1050), un Kenwood K3500, un Pioneer SA6500, eccetera.
Considerato che l'ambiente d'ascolto è piccolo e non mi servono molti watt, cosa mi consiglia?
La ringrazio,
Massimiliano - E-mail: yurorso (at) hotmail.com

LC
Caro Massimiliano,
sia il Rotel A10 che il Rega Io si fanno beffe degli ampli vintage che hai citato, sotto TUTTI i punti di vista, anche per qualità dello stadio phono. Chi lo implementa oggi non lo fa per moda ma ben conscio del fatto che il vinile è di nuovo una solida realtà con la quale fare i conti e che gli appassionati sono diventati esigenti, quando si parla di analogico. Quindi lascia pure perdere la nostalgia e punta su qualcosa che suoni per davvero. Peraltro, nessuno degli ampli vintage citati era degno di nota già all'epoca, figuriamoci oggi! Al costo dovrai poi aggiungere la spesa per un recapping quasi obbligatorio. Il vintage che mi piace è altro, non queste cianfrusaglie che già all'epoca occupavano la parte bassa dei cataloghi di questi costruttori giapponesi. Se proprio vintage deve essere, cerca un
NAD 3020 o un 3140 (e simili), dei quali abbiamo parlato su queste pagine. Questi hanno ancora un senso, gli altri proprio no.
Per quanto riguarda i diffusori, non male i Cabasse che hai individuato, se hai la possibilità di valutarli di persona. La loro impostazione è molto simile a quella dei fratelli maggiori Jersey MT30 che recensii qualche anno fa. Questi erano da pavimento, credo tu ti riferisca al modello Antigua da scaffale.
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Consiglio amplificatore classe D
Salve direttore, è la prima volta che le scrivo direttamente, solitamente mi limito a carpire le tantissime informazioni che ci donate, e grazie alle vostre informazioni sono un felice possessore di una bella coppia di
M-audio bx8 d2, di un preamp TCC tc-754 e di un piccolo Scythe SDA-1100, quest'ultimo ormai declassato a terzo impianto (in cucina!!) e sostituito da un breeze audio tpa3116, alimentato non con un lineare ma con uno switching a 24v. Il mio armamentario continua con un vecchio giradischi Pioneer pl-12d 2 con testina AT 3600l, un lettore dvd (lg) al quale ho collegato un Dac FiiO D03K taishan, una scheda audio Behringer U-PHORIA UMC204HD e per concludere una coppia di Q-Acoustics 2020i. Come avrà intuito sono due impianti separati, le M-audio e la behringer U-PHORIA UMC204HD sono collegate al pc che utilizzo per registrare e mixare musica e ne sono soddisfatto!! Quello che mi lascia (un pochino) perplesso è il Breeze tpa 3116 (suona bene niente da dire!!!) ma qualche giorno fa ho letto la vostra recensione del Topping PA3 che mi ha molto stuzzicato la curiosità portandomi a farmi una domanda che vorrei rigirare a lei e cioè: potrei sentire dei miglioramenti se nella mia catena audio inserissi il Topping al posto del Breeze?
Consideri che il mio triangolo di ascolto è prettamente desktop e la stanza è "mooolto" piccola 2,5 mt per 3,5 mt. Mi auguro di aver rispettato i canoni di formulazione delle domande da voi richiesti, un grande grazie per l'informazione che fate e i consigli che date, per quanto mi riguarda mi sono serviti tantissimo.
Fabio - E-mail: fabioprovazza (at) gmail.com

LC
Caro Fabio,
per un ascolto desktop in una stanza piccola a mio parere l'inserimento del PA3 di Topping non porterebbe ad alcun miglioramento sostanziale, mi spiace deluderti. Ti dico questo per due ragioni: intanto il tuo ampli basato sul TPA3116 non è niente male e in secondo luogo la potenza extra del Topping non la potresti utilizzare in questo contesto. Quanto a qualità generale, dubito che riusciresti a sentire differenze, dato il contesto, ma anche considerato che a dar voce a tutto c'è una coppia di diffusori molto economici, seppur onestissimi, come i 2020i. Io, semmai, ove possibile, utilizzerei gli M-Audio BX8 D2 come diffusori principali, visto che sono di ben altro livello rispetto ai Q-Acoustics 2020i.
Più in generale, come immagino saprai, sono contrario al proliferare degli impianti, specie se tutti realizzati con componenti economici. Meglio uno solo, semplice, ma composto da apparecchi di ben altro livello. Col prezzo di tre Fiat Panda ti porti a casa una BMW serie 3. Ma mi sforzo di capire chi preferisca avere tre Panda e viaggiare male ogni volta ;-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Jurassic DAC
Caro Direttore,
dalla prova delle
Lonpoo LP42 a marzo 2020 è passato oltre un anno; tra gli apparecchi provati nell'ultimo periodo ho visto una nuova categoria di prodotti: gli integrati digitali:

Nei tanti prodotti provati ogni settimana, ho notato che consigli sempre un buon integrato rispetto a tanti scatolotti, spostando questa filosofia anche sul digitale, per l'ascolto in cuffia, integrando un finale o un pre che possa pilotare anche diffusori attivi. Scommetto che in futuro il DAC stand-alone diventerà un prodotto di nicchia come le compact cassette, e il tipo di dispositivi che recensite orienta verso un utilizzo pratico, ben suonante, per i giovani. Saranno questi i prodotti hifi del futuro? Che ne pensi?
Ringraziandoti ancora per la Tua preziosa opera di diffusione con TNT, continuerò a seguirti ogni settimana.
Buon lavoro,
Giovanni - E-mail: gditucci68 (at) gmail.com

LC
Caro Giovanni,
è indubbio che il mercato si stia orientando verso l'integrazione di più funzioni in un apparecchio solo. I motivi sono tanti, ne cito giusto alcuni:

Tutto questo, per la fascia entry-level e media del mercato, porta inevitabilmente a concentrare più funzioni in un solo apparecchio. Per la fascia alta, invece, dove costi e ingombri non sono un problema, resiste ancora la super-specializzazione dei componenti. Ciò detto, credo che il DAC che svolga solo questa funzione, per quanto riguarda la fascia bassa e media del mercato, sia destinato a sparire. Magari chissà, il mercato, pur di stimolare i consumatori, si inventerà un nostalgico ritorno ai separates, non mi stupirei se accadesse. Resistono ancora dei prodotti particolari, estremamente minimalisti, con pochissime funzioni ma o sono prodotti di fascia super-entry-level oppure sono oggetti di nicchia. Basti pensare a cosa è accaduto nel campo delle amplificazioni: dai prodotti ridotti all'osso che una volta erano il fiore all'occhiello di NAD e Rotel, tanto per citare due marchi storici, si è passati a componenti ricchissimi di features, con ingresso phono, DAC, bluetooth, USB, telecomando e quant'altro. In effetti, a dirla tutta in estrema sincerità, eliminare tante caratteristiche con la scusa della purezza sonora (penso al loudness e ai controlli di tono) è stata un'abile mossa di mercato e poco più.
Grazie per il prezioso spunto,
Lucio Cadeddu

Quale DAC?
Buongiorno Direttore,
faccio seguito ad una lettera inviata qualche mese fa a cui ho ricevuto una sua gentile
risposta (Vol. 941). In quella lettera chiedevo quale testina poteva essere adatta al mio giradischi Goldnote Valore. La scelta è ricaduta su una Ortofon Black che, rispetto alla Goldnote Babele originariamente montata, mostra tutte le sue qualità e di cui sono molto soddisfatto. Mi suggeriva di migliorare la catena sostituendo il lettore Marantz CD6006 o di integrarlo con un Dac. Il mio impianto, oltre al giradischi e il lettore citati, è costituito dall'amplificatore Unison Research Unico Primo, il pre-phono Audio Analogue AAPhono e diffusori Opera Seconda. Avrei l'opportunità di acquistare un dac un po' datato, un Goldnote DAC 7, che accosterei al lettore e potrei usarlo anche per ascoltare in streaming (cosa che per ora faccio poco). Ha senso prendere un dac così datato? Migliorerebbe l'ascolto del mio lettore oppure dovrei orientarmi su un lettore migliore o un dac più recente? Il mio budget non è infinito ma ovviamente rapportato al mio impianto.
Grazie in anticipo.
Saluti,
Francesco - E-mail: stelluto.francesco (at) gmail.com

LC
Caro Francesco,
se il prezzo è interessante puoi senz'altro prendere in seria considerazione il GoldNote DAC7, è un'ottima macchina. Accertati che abbia le funzioni che ti servono, specie se usato in streaming (es. riproduzione gapless). Il suono del tuo lettore CD ne uscirà trasformato, questo è sicuro! Il tuo Marantz CD6006, per quanto dotato di un ottimo rapporto qualità/prezzo, non può reggere il confronto con un DAC come quello citato, anche se ormai fuori produzione. Tieni conto che nel digitale i passi avanti sono sempre molto piccoli e buone macchine di pochi anni fa reggono tranquillamente il confronto con la concorrenza più recente. La differenza, spesso, sta tutta nella capacità di riprodurre file ad alta risoluzione o DSD e/o di saper gestire ingressi diversi, come Bluetooth o USB di livello più elevato. Il DAC 7 arriva a USB 2.0 e 24/192 kHz di risoluzione. A mio parere è abbastanza inutile andare su risoluzioni più elevate, ma tienine conto se ti dovesse dar fastidio l'idea di non poter - potenzialmente - sfruttare tutte le features più moderne. Personalmente, sarei più preoccupato di non poter collegare un dispositivo Bluetooth, che è di una comodità enorme. Fai le tue valutazioni e tienimi aggiornato!
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Sull'uso del rame e delle saldature
Buongiorno Direttore e innanzitutto complimenti per la Rubrica. Non mi definisco un audiofilo ma mi piace ascoltare buona musica e di buona qualità, e mi sono cimentato un paio di volte nell'autocostruzione di amplificatori (per uso personale, ovviamente). Dato che, come tutti sappiamo, la qualità dell'output di un sistema viene compromessa essenzialmente dal componente di minor pregio, mi sono sempre domandato quanto le saldature possano essere responsabili di un degrado delle prestazioni. Voglio dire, per quanto lo stagno possa essere di buona qualità, “argentato” ecc., non avrà mai il coefficiente di conduzione del buon rame. Partendo da questo assunto, mi sorprende vedere, anche in sistemi costosi e blasonati, la presenza di saldature. Ci poniamo innumerevoli problemi su altri aspetti legati alla qualità dei cavi, dei connettori placcati in oro, ecc., e poi affidiamo tutto questo ben di Dio ad una goccia di stagno? Io lo trovo un controsenso.
Capisco la necessità di saldare, a livello di produzione industriale, allo scopo di “irrobustire” le connessioni rispetto ad urti, trasporti e traumi vari, ma non allo scopo di trasportare un segnale. Personalmente ho utilizzato pochissimo le saldature (anche perché sono poco pratico...) ma credo che debba essere una buona pratica evitarle.
Sto esagerando o mi sto perdendo qualcosa?
Grazie per il tempo che vorrà dedicare per la mia risposta, e ancora complimenti.
Silvio - E-mail: ssilvio (at) libero.it

LC
Caro Silvio,
saldare necesse est! Certo, se si può crimpare un cavo su un connettore, meglio, a patto di farlo bene, ma in certi punti dei circuiti non si può fare a meno di saldare. E anche le connessioni meccaniche non sono esenti da problemi, ad esempio ossidazioni. La qualità dello stagno è poi un falso problema. Certo, meglio usare quello ad alto tenore d'argento, ma è la qualità della saldatura a fare la differenza. Ciò detto, tenendo conto che anche apparecchi di livello high-end sono saldati, non mi porrei troppi problemi, visto che suonano comunque bene. Mettiamola così: tra tutti i fattori che influenzano la resa sonora (ambiente e diffusori in primis, insieme circa il 90% del totale) la saldatura influenza per uno 0,0000000001%. Ci dormirei tranquillo :-)
Il componente di minor pregio, credimi, è sempre l'ambiente. Un intervento sull'acustica o sulla disposizione dell'impianto e dei diffusori può fare TUTTA la differenza. Questo è il vero anello debole, non scordiamocelo. Vedo sempre più spesso foto di casse poggiate su una scrivania affollata, addossata al muro, con lo schermo del PC in mezzo, e persone così si permettono il lusso di scrivere opinioni su come suona un componente o una coppia di diffusori, sulla timbrica, l'immagine e quant'altro, sindacando su ciò che leggono nelle recensioni (nostre comprese). Abbiamo completamente perso il senso delle proporzioni. Questa tua, incidentalmente, fa il paio con quella che segue :-)
Grazie per lo spunto di riflessione,
Lucio Cadeddu

Costruttori di condensatori audio in attività e fusibili hi grade
Buon giorno sig. Cadeddu. Vorrei domandarle circa i condensatori elettrolitici per audio. Devo ricappare alcuni vecchi ampli inglesi, notoriamente spesso un po' “chiusi”. Avendo altoparlanti full range, raddoppio questo limite nella qualità sonora. Sono quindi costretto a cercare degli elettrolitici col suono più trasparente e dettagliato possibile. Ne ho provati diversi e nel mio impianto quelli che mi hanno maggiormente soddisfatto sono stati gli Elna cerafine. Però mi dicono che sono NOS, rimanenze datate poiché la fabbrica ha chiuso da tempo. Desideravo conoscere, se lo sa, alcuni leader mondiali tutt'ora in attività. Se ad esempio la Rubycon, la NCC, la Panasonic, la Mundorf, Samwha, la Nover li stanno tutt'ora producendo? Se ne conosce altri in attività mi riferisca pure. E se mai conosce i relativi distributori italiani.
FUSE: gli ampli li hanno di serie, non hi grade. Le è mai capitato di parlarne? Furutec, AHP...notoriamente esiste un brand migliore che realmente permette di sentire differenze soniche? Sto parlando di quelli messi a ridosso stadio finale.
Buona sera,
Giuseppe - E-mail: giuseppebruno9 (at) gmail.com

LC
Caro Giuseppe,
esistono tanti marchi: Epcos, Elna, Mundorf, Kendeil, Rubycon e Nichicon, ad esempio, hanno delle linee ad uso HiFi. Li trovi facilmente un po' ovunque, ad esempio su
AudioKIT o su Audioselection (i link aprono le pagine dei condensatori elettrolitici). Poi si può andare su prodotti più esotici, tipo Audio Note, ma francamente volerei più basso, altrimenti il recapping costa più dell'amplificatore stesso. Anche qui, è sempre una questione di proporzioni: il recap deve avere un senso relativo al costo e alla classe del componente che si sta restaurando. Non mi avventuro nel consigliarti questo o quel condensatore a seconda del suono che vorresti ottenere, però!
Per quanto riguarda i fusibili ti confesso che non ho esperienza in merito, in tutta sincerità la voglia di mettermi ad ascoltare fusibili e pure recensirli è pari a zero. E gli altri redattori di TNT-Audio devono pensarla allo stesso modo, visto che non hanno mai proposto test simili. Forse ci divertiamo diversamente, chissà.
Continuiamo a cercare la pagliuzza, mentre dovremmo preoccuparci della trave. Il lettore che segue ha capito molto bene il concetto :-)
Spero di esserti stato utile,
Lucio Cadeddu

Ho visto anche degli audiofili felici
Ciao direttore. Volevo darti immediatamente un feedback su uno dei consigli che mi hai dato nella
rubrica della posta n. 952. Beh, dopo aver convissuto felicemente con le Elac Debut B5, tra le Pylon audio opal 20 e le Elac Debut Reference DBR62 che mi ha consigliato, ho preferito rimanere in casa tedesca dovendo scegliere a “occhi chiusi”. Beh: è stato subito amore...appena collegate, senza neanche un minuto di rodaggio, la differenza con le magiche B5 è stata subito drammatica. Scena più ampia, molta più trasparenza e separazione tra gli strumenti, gamma bassa strepitosa, tanto articolata e frenata che quasi sembra averne meno delle B5 (critica in positivo!). Sono veramente contento. E devo dire che inaspettatamente ho anche realizzato che le mie elettroniche (Audio Analogue) andavano con il limitatore fino ad ora. Sono in grado di dare molto. Ora capisco perché il diffusore è il componente più importante.
Che dire? Grazie: sono a posto ancora per un po' di anni adesso!
A presto, continuerò a leggerti con grande interesse.
Gabriele - E-mail: gabrielebarnabei (at) yahoo.it

LC
Caro Gabriele,
grazie per il feedback sulla Debut 6.2 Reference. Sono felice che ti piacciano così tanto. E sono ancor più felice perché ti sei reso conto che la differenza più rilevante la facciano sempre i diffusori. Terrai le REF per un bel po', perché capaci di crescere con l'impianto a monte. Ti stupiranno di quanto possano ancora dare.
Buon ascolto!
Lucio Cadeddu

Suggerimento musicale della settimana

Ancora nuove uscite discografiche, è la volta del nuovo album dell'eclettico duo statunitense Twenty One Pilots, che ama stupire per la varietà delle atmosfere e dei contrasti tra musica e testi. Questa beatlesiana “Good day” è una canzoncina allegra su un testo triste, sebbene intriso di un certo ottimismo. Pur essendo una band alternativa si sono guadagnati enorme popolarità. Ad esempio il loro Blurryface è il primo album nella storia della musica ad aver ottenuto la certificazione di disco d'oro negli USA per ogni singola traccia in esso contenuta. Nessuno c'era mai riuscito. Neppure De Andrè, i Queen e i Pink Floyd ;-)

Nel caso questo embedding dovesse essere vietato/disabilitato, potete visionare il video direttamente su YouTube. Buon ascolto!

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